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Glossario economico e finanziario.


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L - M - N


Laissez faire. espressione francese (propr. lasciate fare, lasciate passare), che divenne il motto del liberismo dopo che i fisiocratici la adottarono; fu coniata da J. C. M. de Gournay per invocare il non intervento dello Stato nella sfera dell'attività economica.
Lampo. Nel caso le contrattazioni in Borsa vengano effettuate a una velocità elevata, e l'indice continuo dei prezzi rimanga ritardato oltre cinque minuti rispetto al momento della conclusione delle operazioni, le quotazioni di titoli aventi volumi eccezionalmente alti sono rese note con precedenza rispetto alle altre tramite un lampo sul diffusore luminoso dei prezzi.
Lancio di un prestito (Floatation). Insieme delle operazioni connesse all'emissione e al collocamento di un prestito obbligazionario.
Largo flottante. È una società il cui azionariato è così frazionato da non permettere a nessun soggetto di avere un controllo dominante sulla gestione della società.
Lavoratori dipendenti (Wage and salary earners). Lavoratori che prestano la loro opera alle dipendenze di un datore di lavoro privato o pubblico, ricevendo una retribuzione sotto forma di salario, stipendio, provvigione, cottimo o pagamento in natura.
Lavoro autonomo. In ambito fiscale, categoria di reddito prevista dal TUI. In genere sono considerati redditi di lavoro autonomo quelli che derivano dall' esercizio, abituale e non esclusivo, di arti e professioni (sono quindi escluse tutte le attività solte sottoforma d'impresa).
Lay off. Prassi che può essere seguita dalle banche di investimento che assistono un'emissione di titoli azionari per aumento di capitale per circoscriverne la rischiosità, le quali si offrono di acquistare i titoli che gli azionisti non sottoscriveranno, allo scopo di rivenderli in un secondo istante agli investitori eventualmente interessati.
LBO (Leverage Buy Out). E' l'acquisizione di un'impresa finanziata in gran parte tramite ricorso al debito e quindi alla cosiddetta leva finanziaria. Il debito contratto viene generalmente poi ripagato con i flussi di cassa generati dall'impresa acquisita.
Lead bank. Banca con funzioni di coordinamento di un gruppo di istituzioni finanziarie, dove quest.ultime partecipano a un prestito sindacato o a un consorzio di collocamento di un.emissione di titoli.
Leading indicator. È l'indice statistico di un fenomeno economico che mostra un andamento che anticipa quello dell'attività economica aggregata. Il Commerce Department degli Stati Uniti fornisce mensilmente l'Index of leading indicator, un indice che riassume il livello di dodici grandezze economiche.
Lead manager. È la banca capofila del sindacato di emissione di un prestito, e si occupa di trattare con il debitore, di scegliere i co-lead-manager e gli ulteriori membri del sindacato di garanzia in accordo con il borrower. Deve inoltre formare il gruppo di vendita e definire le modalità dell’operazione gestendone l’esecuzione, frequentemente anche impegnandosi a collocare sul mercato la quota più rilevante; tiene inoltre la contabilità. Per queste sue funzioni, oltre al rimborso delle spese e le normali commissioni, percepisce una commissione particolare.
Lead manager book-runner. È la banca incaricata di guidare i sindacati di collocamento per le emissioni sull’euromercato. I criteri applicati per il riconoscimento e il mantenimento della qualifica di lead manager book-runner sul mercato dell’eurolira sono contenuti nel Codice di autoregolamentazione per l'ammissione e il mantenimento della qualifica di lead manager book-runner per emissioni obbligazionarie in eurolire diffuso nel novembre 1995 dal gruppo delle banche lead manager sul mercato dell’eurolira.
Lease back. E'una formula attraverso la quale una azienda si finanzia vendendo alla società di leasing una serie di beni (generalmente strumentali) e li riottiene in locazione.
Leasing. Con il contratto di leasing un soggetto (locatore o concedente) concede ad un altro (utilizzatore) il diritto di utilizzare un determinato bene a fronte del pagamento di un canone periodico. Alla scadenza del contratto è prevista per l'utilizzatore la facoltà di acquistare il bene stesso, previo l'esercizio dell'opzione di acquisto (comunemente chiamato riscatto: termine proprio di altra forma contrattuale tipica) con il pagamento di un prezzo (nel linguaggio comune prezzo di riscatto). Il primo canone corrisposto dall'utilizzatore è sempre più frequentemente di entità maggiore rispetto ai successivi e per questo viene chiamato maxicanone iniziale. Il suo scopo è quello di ridurre i rischi di perdita del concedente in caso di insolvenza dell'utilizzatore: infatti, nel caso in cui in un determinato momento l'utilizzatore dovesse smettere di pagare i canoni, il locatore si riapproprierebbe del bene il cui valore di mercato sommato al maxicanone e ai canoni già corrisposti si presume superiore ai costi sostenuti dal locatore. Per l'utilizzatore il contratto di leasing rientra nell'amministrazione straordinaria ed è una forma di locazione che può manifestarsi in tre modalità: leasing finanziario, leasing operativo e lease-back (Vedi voci). Per il locatore è della massima importanza valutare il rischio bene dell'operazione, considerando la congruità di prezzo del bene, le sue caratteristiche di utilizzo e di profitto produttivo, la sua recuperabilità, la sua ricollocabilità sul mercato, il suo valore in caso di rientro anticipato dovuto ad insolvenza dell'utilizzatore e la sua rispondenza alle normative antinfortunistiche. La valutazione del rischio bene è un'operazione complessa e specializzata, in quanto si articola sulla base di moltissimi parametri, che fornisce indicazioni indispensabili per una valutazione realistica del rischio complessivo dell'operazione, anche a tutela dello stesso utilizzatore. La valutazione di un'impresa nella scelta del leasing deve tenere conto di due ulteriori aspetti: 1 - il costo del bene è soggetto ad Iva (anche nel caso di immobili) 2 - il bene rimane di proprietà della società di leasing fino al riscatto quindi non compare in bilancio tra le immobilizzazioni con eccezione delle società che compilano il bilancio IAS secondo i cui criteri il bene va inserito fra le immobilizzazioni e il debito residuo nel passivo.
Leasing finanziario.Il leasing finanziario, più frequente, è contraddistinto dall’esistenza di un rapporto trilaterale in quanto vi intervengono tre soggetti: il locatore, che svolge l’attività di intermediario finanziario; l'utilizzatore o locatario (volgarmente definito conduttore: termine proprio di altra forma contrattuale tipica), che utilizza il bene; il fornitore, cioè colui che fornisce al locatore il bene strumentale (o l'immobile) che sarà utilizzato dall'utilizzatore. Il bene è scelto direttamente dall'utilizzatore presso il fornitore, con il quale determina le modalità della vendita al locatore; al termine del contratto, l'utilizzatore potrà acquisire la piena proprietà del bene esercitando l'opzione d'acquisto. L'utilizzatore assume tutti i rischi e le responsabilità per l’uso del bene (ma ci sono delle limitazioni, specie in campo antinfortunistico in applicazione dell'articolo 6.2 del D.Lgs. 626/94 come modificato dal D.Lgs. 242/96. I principali elementi base per calcolo del leasing sono: il costo del bene, la durata, il tasso di interesse (fisso o variabile), l'anticipo (maxicanone) ed infine il riscatto. Altri aspetti che bisogna considerare ai fini del costo del leasing sono i costi accessori come: assicurazione, assistenza, manutenzione, consulenza e spese di istruttoria.La deducibilità fiscale dei canoni di leasing finanziario è disciplinata dall'art. 102 co. 7 DPR 917/1986 (Testo Unico Imposte Dirette), introdotto con lo scopo di fissare un periodo minimo di durata del contratto. I periodi minimi fissati variano in relazione alla natura del bene, e in particolare vale la distinzione tra beni mobili (soprattutto gli automezzi a deducibilità limitata) e immobili. - Trattamento fiscale fino al 31/12/2007 La durata minima dei contratti di leasing finanziario era così distinta per i beni aventi la seguente natura: Automezzi - La durata del contratto deve corrispondere almeno a quella prevista per l'ammortamento dell'automezzo. Beni mobili (esclusi gli automezzi) - La durata deve corrispondere almeno al 50% di quella prevista per l'ammortamento del bene. Beni immobili - La durata deve corrispondere almeno al 50% del periodo di ammortamento previsto per il bene, con un minimo di 8 anni e un massimo di 15 anni. - Trattamento fiscale dal 01/01/2008 La durata minima di questo tipo di contratti è così distinta per i beni aventi la seguente natura: Automezzi non strumentali - La durata del contratto deve corrispondere almeno a quella prevista per l'ammortamento dell'automezzo (non sono state previste modifiche rispetto alla normativa previgente). Beni mobili (esclusi gli automezzi non strumentali) - La durata deve corrispondere ad almeno i 2/3 di quella prevista per l'ammortamento del bene. Beni immobili - La durata minima varia in relazione al coefficiente di ammortamento previsto per il bene immobile, con le seguenti regole: Se il coefficiente di ammortamento del bene immobile è minore del 3,7%, la durata minima è fissata a 18 anni. Se il coefficiente di ammortamento del bene immobile è compreso tra il 3,7% e il 6%, la durata minima è fissata ai 2/3 del periodo di ammortamento. Se il coefficiente di ammortamento del bene immobile è maggiore del 6%, la durata minima è fissata a 11 anni.
Leasing immobiliare.E' un contratto di leasing che ha per oggetto un immobile che deve essere costruito o comunque occupato dall'impresa. Al locatario spettano tutte le spese di manutenzione, ordinaria e straordinaria, e delle imposte.
Leasing industriale. E' un leasing che riguarda non un singolo strumento ma un intero complesso di beni, per esempio un intero stabilimento.
Leasing operativo. Nel leasing operativo un'impresa - generalmente un produttore di beni industriali - concede in uso dei beni a un terzo per un periodo prefissato in cambio di un canone.
Leasing locazione finanziaria. Si tratta di un contratto di finanziamento che, a fronte del pagamento di un canone periodico, consente di avere la disponibilità di un bene strumentale all'esercizio della propia professione o attività imprenditoriale e di esercitare, al termine del contratto, l'opzione di acquisto del bene stesso.
Leasing senza riscatto. Genere di locazione finanziaria in cui, alla fine dei periodici pagamenti dei canoni, non è contemplata l'eventualità di riscatto del diritto di proprietà del bene da parte del beneficiario.
Legge di Okun. E' una legge empirica che associa ad ogni punto aggiuntivo di disoccupazione ciclica (differenza tra tasso di disoccupazione naturale e disoccupazione totale), 2 punti percentuali di gap di produzione.

Y=π * N/FL * FL/P * P

dove P=popolazione, FL=forze lavoro, N occupati, π=produttività marginale del lavoro, il rapporto N/FL è il tasso di occupazione, e il rapporto FL/P=tasso di attività. Se teniamo costanti il tasso di attività e il reddito, e sapendo che la popolazione e il tasso di unità di prodotto per occupato (rispettivamente P e π) crescono nel tempo, ne scaturisce che il tasso di disuccupazione aumenti. Quindi le autorità di politica economica dovrebbero far aumentare il reddito e il tasso di attività nella stessa misura della popolazione e del prodotto unitario per occupato, favorendo così una diminuzione della disoccupazione nel lungo periodo.
Legge di Say. La legge di Say, detta anche legge degli sbocchi riguarda il fenomeno delle crisi economiche. Tale legge sostiene che in regime di libero scambio non sono possibili le crisi prolungate, poiché i prodotti si pagano con i prodotti e non con il denaro, che è solamente merce rappresentativa. L'offerta è sempre in grado di creare la propria domanda: ogni venditore è anche compratore. Il rimedio delle crisi non doveva perciò, secondo Say, ricercarsi tanto in misure restrittive dell'importazione, quanto nell'incremento di quelle produzioni che servissero all'esportazione. In ogni caso, poi, il libero scambio fungerebbe di per sé da rimedio, portando di necessità alla formazione di un nuovo equilibrio economico. Questa legge è detta pure legge degli sbocchi, poiché ogni produzione troverebbe sempre un naturale sbocco sul mercato. Say quindi era convinto che il mercato lasciato a se stesso tende a raggiungere l'equilibrio di piena occupazione. Ci sono due corollari della legge:

  • ogni produzione genera un reddito di importo equivalente
  • tutto il reddito viene sempre interamente speso (direttamente o indirettamente).

Leptocurtosi. Proprietà di una distribuzione di avere un numero di osservazioni che si posizionano lontano dalla media in quantità superiore a quello predetto dalla distribuzione normale standardizzata.
Lettera. Il miglior prezzo di vendita di un titolo, ovvero il prezzo al quale si è disposti a vendere una determinata attività finanziaria o una commodity. Di regola la lettera è più alta del denaro.
Lettera di credito. La lettera di credito è un documento, emesso da un istituto di credito, che funge da garanzia affinché un soggetto possa ottenere un finanziamento da parte di altri soggetti, che possono essere a loro volta delle banche oppure dei fornitori. Viene usata spesso nelle operazioni di esportazione e importazione (credito documentario) quando l'acquirente mette a disposizione del venditore una determinata somma per la fornitura di beni e servizi; somma che il venditore riceverà solo a determinate condizioni pattuite in partenza e che la banca si fa garante di controllare. Per la regolamentazione di queste operazioni si fa riferimento alle Norme ed Usi Uniformi. Tra questi documenti sono usualmente richieste le fatture commerciali, un documento di trasporto (lettera di vettura terrestre, lettera di vettura aerea, lettera di vettura ferroviaria, polizza navale ecc.) normalmente fornito dallo spedizioniere incaricato del trasporto, un certificato di assicurazione, un certificato di origine, un certificato di qualità, un elenco delle merci spedite ecc.ecc. La banca ha l'impegno di controllare la correttezza della documentazione fornita e, in caso positivo, di accreditare l'importo della lettera di credito al beneficiario. La validità della lettera di credito è anch'essa concordata in partenza, sia nelle tempistiche di consegna dei materiali che nella durata della sua validità. La lettera di credito può essere.

  1. Revocabile oppure irrevocabile. Con revocabilità si intende la possibilità data all’ordinante oppure alla banca di quest’ultimo, di annullare o modificare la L/C, quindi di ritirare o variare l’impegno senza l’autorizzazione del beneficiario.Una L/C revocabile, perde la sua funzione di garanzia nei pagamenti. Non a caso non è quasi mai utilizzata. Ogni credito deve indicare in modo esplicito se è revocabile oppure irrevocabile. In caso di mancata indicazione esso è considerato irrevocabile.
  2. Confermata oppure non confermata. La conferma indica un impegno solidale assunto dalla banca intermediaria (del venditore) nel pagamento. In questo caso la banca intermediaria non svolge solamente il ruolo della banca avvisante, ma è un soggetto attivo nell’operazione; si parlerà quindi di banca confermante. Il ricorso a una lettera di credito confermata viene in genere fatto da quei soggetti che operano con paesi a rischio politico, temendo il mancato pagamento da parte della banca emittente. Naturalmente, nel momento in cui si chiede l’apertura di una L/C confermata, si dubita della banca emittente, nonché del paese dell’acquirente; quindi alcune nazioni tra cui, in primis, la Cina e l’Iran, hanno vietato la possibilità di aperture di L/C confermate, in quanto ritenute offensive.
  3. Domiciliata presso le casse della banca emittente oppure della banca intermediaria. Con la domiciliazione si fa riferimento alla piazza. Quest’ultima è il luogo dove il beneficiario deve presentare la documentazione richiesta per ottenere il pagamento. Quindi se la piazza è quella dell’Acquirente, i documenti viaggiano a rischio del venditore.
  4. Trasferibile oppure non trasferibile. Trattandosi di un credito, la L/C può essere ceduta, quindi trasferita totalmente o parzialmente a terzi beneficiari (es. fornitori del venditore) . Affinché ciò possa accadere, essa deve contenere la clausola della trasferibilità. Il credito può essere trasferito una sola volta.
  5. Pagamento a vista (at sight) oppure differito. Con il pagamento a vista, il beneficiario riceve la prestazione al momento della consegna dei documenti. Con quello differito, il pagamento avviene in un tempo successivo al momento della presentazione dei documenti e ben determinato (es. 90 gg. – 120 gg)
  6. Per un’unica operazione oppure per una pluralità di operazioni.  In caso che la L/C sia stata aperta per una pluralità di operazioni, si fa riferimento al credito “revolving”, dove viene indicato l’importo massimo utilizzabile e il numero dei ripristini possibili.  

Lettera di credito aperta. Atto emesso da una banca per offrire una garanzia di secondo grado per le obbligazioni finanziarie che sono contratte dal beneficiario della lettera di credito, quando non viene rimborsato il prestito.
Lettera di investimento. Accordo attraverso il quale l'acquirente in titoli di nuova emissione si impegna a detenerli in portafoglio senza collocarli sul mercato, come garanzia del proprio impegno all'investimento nella società a medio lungo termine.
Lettera sul mercato. Pubblicazione solitamente riservata, o disponibile su abbonamento, che riporta previsioni e valutazioni analitiche sulle tendenze attuali, in uno o più mercati. Questo genere di pubblicazione è spesso distribuita dalle case di brokeraggio, che riportano una serie di titoli dei quali consigliano l'acquisto.
Leva finanziaria (o leverage). La scelta che un'impresa fa di indebitarsi e di quanto indebitarsi va presa sulla base di un'attenta analisi della struttura patrimoniale e dell'effetto che esso ha sulla remunerazione del patrimonio netto. In particolari circostanze e a parità di Reddito operativo, il ricorso all'indebitamento produce un effetto di moltiplicatore finanziario sul Roe. Ciò fa sì che le valutazioni sull'indebitamento devono prendere in considerazione l'effetto che esso ha sul reddito. Il rendimento del patrimonio netto al lordo delle imposte è espresso dalla seguente formula 1):

                               Re =    (RO - i D)                                         1)
                                               E
Re = Rendimento del patrimonio netto al lordo delle imposte
RO = Reddito operativo
D = Totale dei debiti a titolo oneroso
i = costo medio dei debiti
E = Patrimonio netto (equity).

La redditività del capitale complessivamente investito, al lordo delle imposte, è espressa dalla formula 2):

                                  Rci =   RO                                         2)
                                            (E + D)
Rci = Redditività del capitale complessivamente investito.

Inserendo il valore di RO ricavato dalla formula 1) nella formula 2) si ottiene la 3):

                              Rci (E + D) -iD = Re * E                              3)
e quindi:
                              Re = Rci + D * (Rci -i)                                  4)
                                                E
da cui
                Re (1 - Af) = Rci (1 - Af) + D * (Rci -i) (1 - Af)        5)
                                                          E
Af = Aliquota fiscale.

Esprimendo, pertanto,  tutto al netto dell'imposizione fiscale si ottiene la formula che lega il Roe al Roi:

                                    Roe = Roi + D (Roi -i')                           6)
                                                        E
i' = i (1 - Af)

In assenza di debiti, D = 0,  e a parità di reddito operativo la redditività del patrimonio netto coincide con quella del capitale complessivamente investito netto, Roe = Roi. Lo stesso vale se il Roi è pari all'onerosità dell'indebitamento. Fin tanto Roi › i', l'impresa ha convenienza ad indebitarsi perché il Roe tende a crescere; di converso, se l'onerosità dell'indebitamento assorbe la redditività operativa i' › Roi, allora è necessario ridurre l'indebitamento per evitare un effetto leva negativo sulla redditività del patrimonio netto. L'effetto di leva finanziaria (leverage), cioè l'effetto generato sulla redditività del patrimonio netto dall'andamento del Roi e dall'onerosità dell'indebitamento, andrebbe approfondito, e, comunque, trattato con estrema cautela.
Leva operativa. La leva operativa (o Operating leverage) è un indicatore di struttura della gestione operativa di un'impresa, dato dal rapporto fra il reddito e il valore della produzione, con riferimento a uno specifico investimento o a un insieme di attività. In particolare il grado di leva operativa indica la sensibiltà del reddito alla variazione dei ricavi

Leva Operativa={Fatturato - Costi Variabili \over Reddito Operativo}\cdot

che si può esprimere anche come il rapporto tra il margine di contribuzione ed il reddito

Leva Operativa={Mdc\over Reddito Operativo}\cdot


Leva speculativa. Termine finanziario che indica il moltiplicatore di un'opzione o di un warrant. Un caso eclatante di sfruttamento della leva speculativa è dato dagli hedge fund. Questi soggetti economici spesso utilizzano valori della leva assai elevati, anche superiori a mille; ossia, l'indebitamento finanziario netto di un hedge fund è spesso mille volte superiore al suo patrimonio netto.
Leverage buyout (LBO). Acquisto di un'azienda finanziato in gran parte ricorrendo all'indebitamento. Il debito viene solitamente rimborsato con i futuri utili e/o con la vendita di parte dell'attivo patrimoniale.
Liberalizzazione. E' un processo legislativo che consiste, generalmente, nella riduzione di restrizioni precedentemente esistenti. Tipicamente, ci si riferisce alla liberalizzazione economica, specialmente alla liberalizzazione del commercio e del mercato del capitale. Sebbene la liberalizzazione economica sia spesso associatata con la privatizzazione, i due fenomeni possono restare quantomai distinti. A esempio l'Unione Europea ha liberalizzato i mercati del gas naturale e dell'energia elettrica, istituendo un sistema di concorrenza. Nonostante questo alcune delle principali compagnie elettriche europee, come la EDF o la Vattenfall, sono rimaste parzialmente o totalmente di proprietà dei governi. I servizi pubblici liberalizzati e privatizzati possono essere dominati da poche grandi compagnie, particolarmente in settori che richiedono grossi investimenti e grossi costi irrecuperabili, come a esempio nel settore del gas, dell'elettricità e della distribuzione dell'acqua (i cosiddetti monopoli naturali). In alcuni casi questi possono rimanere.
Liberati. Vengono così definiti i sottoscrittori di titoli di nuova emissione non più legati da norme contrattuali a rispettare il prezzo di contrattazione stabilito nell'accordo di sottoscrizione, e che perciò possono effettuare compravendite dei titoli stessi ai prezzi correnti di mercato.
Liberismo. E' una teoria economica, filosofica e politica che prevede la libera iniziativa e il libero commercio (abolizione dei dazi) mentre l'intervento dello Stato nell'economia si limita al massimo alla costruzione di adeguate infrastrutture (strade, ferrovie ecc.) che possano favorire il commercio. Il liberismo è considerato da molti come l'applicazione in ambito economico delle idee liberali, sulla base del concetto "democrazia vuol dire libertà economica" coniato da Friedrich von Hayek. Liberismo e liberalismo. Sebbene per entrambi si usi spesso l'aggettivo liberale, c'è differenza tra liberismo e liberalismo: mentre il primo è una dottrina economica che teorizza il disimpegno dello stato dall'economia (perciò un'economia liberista è un'economia di mercato solo temperata da interventi esterni), il secondo è un'ideologia politica che sostiene l'esistenza di diritti fondamentali e inviolabili facenti capo all'individuo e l'eguaglianza dei cittadini davanti alla legge (eguaglianza formale). Nella lingua inglese i due concetti tendono a sovrapporsi nell'unico termine liberalism. Alcuni dànno come analogo inglese di liberismo il termine free trade (libero commercio). Un termine francese spesso usato in modo equivalente è laissez faire (lasciar fare). Storicamente una prima forma limitata di liberismo e capitalismo si verificarono negli antichi Stati italiani e nei liberi comuni con l'organizzazione delle prime importanti banche quindi l'avvento dei primi banchieri o capitalisti nel XIV secolo tra i quali noti furono alcuni membri delle famiglie Frescobaldi, Bardi e Peruzzi; nel secolo successivo noti furono Datini, Pazzi e Medici che con i loro notevoli prestiti finanziari a sovrani francesi e inglesi diedero impulso agli scambi commerciali europei. Facoltosi mercanti italiani contribuirono molto allo sviluppo del commercio nordeuropeo: difatti, nel 1487 Anversa si dotò di un edificio costruito per stabilirvi la prima borsa valori del mondo frequentata prevalentemente da operatori italiani. Poi il liberismo non ebbe modo di svilupparsi ulteriormente in Italia ed Europa a causa delle numerose guerre e politiche economiche protezionistiche adottate dalle più ricche nazioni europee comunque nel XVIII secolo economisti e filosofi di vario tipo pubblicarono libri che teorizzavano sistemi liberisti, non usando il termine liberismo ma l'espressione liberi scambi commerciali internazionali, che poi furono approvati dall'economista Vilfredo Pareto, il quale però successivamente analizzò i punti deboli del libero scambio e quelli dell'economia pianificata di tipo socialista elaborando una sua originale teoria.
Libero scambio. Condizione in cui il commercio tra due o più nazioni avviene senza restrizioni di qualsiasi tipo.
LIBID (London Interbank Bid Rate). E' il tasso di interesse al quale le banche inglesi assumono depositi in divisa sul mercato interbancario internazionale. Sigla di London Interbank Bid Rate.
LIBOR. È il tasso d'interesse (lettera) sui depositi di una determinata divisa, generalmente eurodollari, che viene applicato dalle principali cinque banche internazionali per i reciproci finanziamenti. È un tasso variabile, utilizzato spesso come tasso di riferimento per la concessione di finanziamenti alla clientela. Si tratta di uno dei "key rates", e viene rilevato ogni mattina alle ore 11 di Londra.
Libri contabili. L'insieme dei libri e registri richiesti dalla normativa fiscale per la rilevazione dei fatti aziendali e delle componenti reddituali. A seconda del volume dei ricavi (maggiori o minori di euro 309.874,1) esiste l'obbligo o la facoltà di tenere determinati libri o registri. Infatti, nel regime semplificato, adottabile dai soggetti con ricavi inferiori a euro 309.874,1) è possile utilizzare esclusivamente i registri IVA, e il registro beni ammortizzabili; per i soggetti con ricavi superiori al predetto limite, è altresì obbligatoria la tenuta del libro giornale, del libro invetari, delle scritture ausiliarie ed in alcuni casi le scritture ausiliarie di magazzino.
Libri sociali. Sono i libri prescritti dal codice civile per la registrazione dei fatti relativi alla vita dell'impresa e dei relativi organi. I principali sono i seguenti: libro soci, libro assemblee dei soci, libro consiglio d'amministrazione (qualora esista), libro comitato esecutivo (qualora esista), libro collegio sindacale (qualora esista).
Libro. Nel campo degli investimenti, il totale degli acquisti e delle vendite di uno o più beni, gestito solitamente in modo unitario. In contabilità, i libri di un'impresa ovvero l'insieme dei documenti in cui vengono registrate tutte le operazioni gestionali.
Libro corto. Portafoglio di investimenti e passività sensibili ai tassi d'interesse in cui vi è un'esposizione al rischio di rialzo dei rendimenti. Se ciò accadesse si avrebbe una perdita nel risultato reddituale complessivo. In questo tipo di portafoglio, la duration media delle attività e superiore alla duration media delle passività.
Libro del termine. Insieme dei contratti a termine sul mercato dei cambi di un'istituzione finanziaria.
Libro dello specialista. Il documento dello Specialist sul quale vengono registrati i titoli posseduti, gli ordini ricevuti, quelli eseguiti e quelli ancora in essere.
Libro non coperto. Insieme di strumenti finanziari attivi e passivi, in una o più valute, tra i quali non esiste una perfetta compensazione nei confronti dell'influenza da parte di variabili che ne condizionano il valore.
Licenza. Autorizzazione pubblica che permette l'esercizio di una specifica attività economica, come le autorizzazioni di esercizio dell'attività bancaria concesse a una casa madre o alle relative agenzie.
Liffe (London International Financial Futures Exchange). Uno dei principali mercati mondiali di derivati. Ha sede a Londra; vi si trattano futures e opzioni su strumenti finanziari, materie prime e tassi di interesse.
L.I.F.O (Last in, first out). Si tratta di un criterio di movimentazione del magazzino in base al quale ai beni in rimanenza si attribuiscono i prezzi degli acquisti più lontani nel tempo. Il metodo consente di comprimere il valore del magazzino e, in parte, risultato economico e imposte; il Lifo non è consentito alle imprese che applicano gli IAS/IFRS.
LIMEAN (London Interbank Median Average Rate). Tasso d'interesse su eurodivise ottenuto dalla media aritmetica tra il LIBOR e il LIBID.
Limite. Qualsiasi livello grandezza aziendale o finanziaria in genere, che non può essere oltrepassato per disposizioni di carattere legale o statutario, come per esempio i limiti di oscillazione giornaliera dei prezzi di un titolo, fissati dalle autorità di Borsa, o limiti legati alle concessioni di fido a un unico soggetto da parte delle banche.
Limite di contrattazione. Il numero massimo di contratti che possono essere negoziati durante una sessione presso quelle Borse valori che sono specializzate in strumenti derivati. Con questo termine si indica anche la massima oscillazione di prezzo che un contratto future può avere durante la stessa giornata di quotazione, oltre il quale interviene l'autorità di Borsa che ordina la sospensione delle contrattazioni.
Linite di esercizio. Il massimo numero possibile di opzioni facenti parte di una determinata classe, che può essere esercitato entro 5 giorni lavorativi.
Linite di fido. È un finanziamento massimo che può essere ottenuto da un unico soggetto, definito da norme legali o presenti nello statuto.
Limite di oscillazione. Oscillazione massima del valore della quotazione di un titolo nel corso di una giornata di contrattazione stabilita dalle autorità di Borsa.
Limite di posizione. Per quanto riguarda il campo degli investimenti in strumenti derivati, il position limit è il numero massimo di contratti di una stessa categoria, option o future su un determinato bene sottostante, che possono essere in possesso di un unico soggetto. Il limite può variare da Borsa a Borsa e da prodotto a prodotto.
Limite legale di fido. È il limite che per legge non può essere oltrepassato nella concessione di credito a un solo soggetto, che viene solitamente espresso come una percentuale sul totale degli impieghi.
Limite superiore/inferiore. I due prezzi raffiguranti la massima oscillazione che un titolo, o un contratto future, può avere lungo un'intera giornata di contrattazione. Nel caso di notizie estremamente negative, un certo titolo può quotare limit down anche per diversi giorni consecutivi.
Limited company. Società a Responsabilità Limitata (UK), società nella quale i soci sono responsabili delle obbligazioni sociali solo nei limiti della quota versata.
Linea di credito. Accordo formale o informale che consente al correntista (anche impresa) di mantenere sul conto saldi passivi fino a un certo ammontare.
Linea di tendenza. La linea che identifica in un grafico la tendenza del prezzo di un titolo. Questa linea può essere ascendente o discendente a seconda dell'andamento del titolo.
Links. Collegamenti tra depositari centralizzati nazionali, basati su rapporti contrattuali e operativi, per consentire il trasferimento transfrontaliero dei titoli da un sistema all’altro. Effettuato il trasferimento, i titoli possono essere utilizzati secondo le procedure locali allo stesso modo di qualunque altra garanzia. I collegamenti sono considerati idonei per le operazioni di credito dell’Eurosistema (cosidetti eligible links) se soddisfano gli standard definiti dall’Eurosistema stesso, che sottopone a valutazione i nuovi collegamenti e gli aggiornamenti dei collegamenti ritenuti già idonei.
Liquidabilità. Velocità a cui un titolo può essere venduto sul mercato. è quindi una valutazione della capacità del mercato di assorbire ordini di compravendita sul titolo.
Liquidatore. E' il soggetto da cui vengono effettuate le operazioni di liquidazione di un'impresa. In genere, se non indicati nell'atto costitutivo, vengono nominati dall'assemblea straordinaria. Devono compiere tutti gli atti necessari per la realizzazione dell'attivo, ma hanno il divieto di intraprendere nuove operazioni.
Liquidazione (Unwinding). Riferito a una posizione, estinzione mediante un'operazione di segno contrario.
Liquidazione coatta amministrativa. La liquidazione coatta amministrativa è un provvedimento preso nei confronti di imprese il cui fallimento viene giudicato troppo gravoso per l'impresa o per lo Stato. In questi casi si tende a trovare soluzioni indirizzate appunto verso la liquidazione.
Liquidazione di un'impresa. E' la procedura, obbligatoria per le società di capitali, che consegue allo scioglimento di un'impresa. Secondo il codice civile, lo scioglimento di un'impresa avviene nei seguenti casi: 1) per il decorso del termine; 2) per il conseguimento dell'oggetto sociale o per la sopravvenuta iimpossibilità di conseguirlo; 3) per l'impossibiità di funzionamento o per la continuata inattività dell'assemblea; 4) per la riduzione del capitale al di sotto del minimo legale; 5) per deliberazione dell'assemblea; 6) per le altre cause previste dal codice civile.
Liquidazione IVA. Determinazione dell'IVA dovuta per il periodo di riferimento (mese o trimestre) mediante l'effettuazione della seguente differenza: IVA sulle vendite imponibili - IVA sugli acquisti per i quali è ammessa la detrazione. Se dal calcolo risulta una differenza a favore del contribuente, il relativo importo è computato in detrazione nel periodo successivo.
Liquidità (liquidity). È il grado di facilità con il quale un'attività può essere convertita in denaro liquido. Riferito all'impresa, la liquidità indica la capacità di fornire denaro contante per affrontare il fabbisogno finanziario giornaliero connesso alla gestione. Può essere accertata mediante:

  1. l'analisi per margini, impiegando il capitale circolante netto e il margine di tesoreria,
  2. l'analisi per indici,
  3. il rendiconto finanziario di cassa.

LD. Liquidità differita.
LI. Liquidità immediata.
Liquidity pooling. Servizio opzionale offerto dalla piattaforma unica condivisa di TARGET2 che consente ai partecipanti al sistema appartenenti a gruppi bancari di gestire in modo accentrato la liquidità disponibile nel corso della giornata operativa.
Lira. La lira origina da un peso, che i romani chiamavano libbra e che equivaleva circa a 325 grammi. Ma non era una moneta vera e propria. La trasformazione della libbra in unità del sistema monetario risale alle riforme di Carlo Magno, tra il 781 e il 794. Venne stabilito il monometallismo argenteo e istituito il denaro d’argento, come unica moneta legale. In teoria la libbra manteneva il carattere di peso, in pratica la gente, non avendo a disposizione un multiplo effettivo del denaro, trovò comodo usare la libbra come multiplo ideale di conto. In pratica, siccome da una libbra d'argento si ottenevano 240 denari, anziché dire 240 denari si cominciò a dire: una lira (proprio da libbra). Così cominciò la storia monetaria della lira, inesistente come unità materiale ma che rappresentò l'unità di misura riconosciuta da quasi tutto l'Occidente cristiano del tempo. Le conquiste territoriali dei Carolingi fecero dell'Occidente cristiano un'unica area monetaria, distinta da quella bizantina e musulmana. I confini dell'area della lira non abbracciarono però mai tutta l'Italia: il Meridione rimase sottoposto all'influenza monetaria bizantina o araba.
Il Duecento A metà del Duecento, nel Centro-Nord, erano sei le monete fondamentali a Nord di Roma: quelle di Venezia, di Milano, di Asti, della Savoia, di Genova e di Firenze. Alla fine del Quattrocento la lira di maggior valore era quella genovese che aveva una parità argentea di poco meno di 13 grammi di fino; la lira imperiale valeva 8,6 grammi, quella veneziana 6,2, quella fiorentina 5,7.
Il Settecento Il Settecento fu tempo di riforme e riorganizzazione, anche in campo monetario. In quel periodo esisteva una grande varietà di monete: in ogni stato si trovavano pezzi coniati in epoche diverse, di disparati valori intrinseci e a questi si aggiungevano le monete straniere.
Nello Stato di Milano, all'epoca del Beccaria, sembra che circolassero 22 monete d'oro e 29 d'argento. Si trattava, ovunque, di stabilizzare la parità metallica della moneta. Nel pieno dell'ondata rivoluzionaria francese, il 7 aprile 1795, una legge stabilì che l'unità monetaria avrebbe preso il nome di franco al posto di quello di lira usato fino ad allora. La nuova Francia aveva dunque un nuovo sistema monetario.
La lira napoleonica Il predominio economico e culturale francese in Italia durante il periodo napoleonico ebbe ricadute anche in campo monetario. Napoleone ordinò il 21 marzo 1806 che la moneta del regno d'Italia, pur conservando il nome di lira, fosse la replica del franco: una moneta che sul diritto recava l'anno di emissione e la legenda "Napoleone imperatore e re” e sul rovescio lo stemma del regno e l'indicazione del valore nominale. Questa fu la prima moneta coniata che portò l'indicazione di lira italiana. Le prime emissioni dalle zecche di Milano, Bologna e Venezia si ebbero nel 1807, con monete da 40, 5 e 2 lire; l'anno successivo vennero coniate anche monete da 20 lire e da 1 lira, caratterizzata da un peso di 5 g ed un titolo d'argento di 900/1000. Dopo la fine del Regno d'Italia nel 1814, la lira riappare nel 1815 nel Ducato di Parma e Piacenza con l'introduzione della monetazione decimale da parte della duchessa Maria Luigia di Asburgo. Il taglio delle monete era da 1, 2, 5, 20 e 40 lire.
La lira italiana Nel 1861, con la riunificazione dell'Italia sotto i Savoia, la lira torna ad essere la valuta italiana ed il 24 agosto 1862 ebbe corso legale e sostituì tutte le altre monete circolanti nei vari stati pre-unitari: 1 lira da 5 g di argento al titolo 835/1000 corrispondeva a 0,29 g d'oro fino oppure a 4,495 g d'argento fino. A causa della crescita del debito pubblico susseguente all'unificazione, nel 1866 per la lira viene stabilito il corso forzoso (vedi voce), con una limitata convertibilità ristabilita nel 1892. Nel 1893 viene messa in liquidazione la Banca Romana e creata la Banca d'Italia, con una copertura aurea di almeno il 40% delle lire in circolazione. L'ingresso dell'Italia nella prima guerra mondiale, con la conseguente penuria di metallo, fece ripristinare il corso forzoso, abolito nel 1909 e che durò fino al 1927, quando 1 lira corrispondeva a 0,07919 g di oro fino. L'obbligo della copertura in oro venne abolito nel 1935 e nel 1936 la valutazione venne portata a 0,04677 g. La convertibilità venne ripristinata nel 1960 grazie all'ammissione al Fondo Monetario Internazionale, con una lira corrispondente a 0,00142 grammi d'oro o a 625 lire per dollaro. Il 1º gennaio 1999 entrò in vigore l'Euro, il cui tasso di cambio irrevocabile con la lira era stato fissato il giorno precedente. Da quel momento la lira rimase in vigore solo come espressione non decimale dell'euro, anche se monete e banconote continuavano ad essere denominate in lire. Per tutte le forme di pagamento "non-fisiche" (trasferimenti elettronici, titoli, ecc.), invece, da quella data si adottò solo l'euro. Il 1º gennaio 2002, con l'entrata in circolazione delle monete e banconote in euro, si aprì una fase di doppia circolazione: le monete e banconote in lire vennero ritirate definitivamente dalla mezzanotte del 28 febbraio 2002, anche se quelle con corso legale fino a quella data, possono essere ancora scambiate presso le filiali della Banca d'Italia fino al 29 febbraio 2012. Quindi il 2002, fu l'ultimo anno nel quale vennero emesse le serie divisionali in lire di monete proof e fior di conio. Inoltre vennero emesse altre serie speciali per ricordare gli anni d'oro della valuta appena abbandonata. Il tasso di conversione irrevocabile è di 1.936,27 lire italiane per 1 euro.
Lista dei prezzi. Sistema elettronico che permette di rilevare e divulgare le oscillazioni di prezzo fatte registrare dai titoli presso le Borse valori degli Stati Uniti. Il termine definisce anche la sigla attribuita a un titolo per renderlo riconoscibile.
Liste di attesa. Meccanismo attraverso il quale gli ordini di trasferimento di fondi sono tenuti in sospeso finché sul conto di regolamento dell’ordinante non sia disponibile una copertura sufficiente. Possono essere di tipo accentrato, se gestite a livello di sistema dalla procedura che riceve l’ordine, e di tipo decentrato, se gestite dai singoli operatori prima di inviare l’ordine di pagamento. Le liste di attesa hanno fatto parte della procedura di regolamento lordo BI-Rel e, dal 16 giugno 2003, della nuova versione del sistema. Dal 19 maggio 2008 il servizio è disponibile nel sistema TARGET2.
Lista di controllo (Watch list). Elenco di banche, società finanziarie o titoli sotto osservazione. Possono essere titoli che un operatore consiglia di acquistare o vendere, oppure di organismi finanziari che le autorità stanno esaminando per controllare che l’attività risponda alle norme di legge.
Listino di borsa. Pubblicazione giornaliera sulla quale sono riportate le quotazioni di tutti i titoli di Borsa e le relative quantità trattate.
Listino ufficiale. Documento in cui sono riportate le quotazioni dei valori mobiliari trattati nel mercato ufficiale.
Livello (borsa) In gergo borsistico indica una buona quotazione non strettamente operativa, che prima di essere conclusa richiede un'ulteriore conferma. Viene utilizzato dall'intermediario per trovare una serie di prezzi al fine di soddisfare un ordine della clientela in più operazioni concluse separatamente.
Livello medio dei prezzi (L). E' la media tra cinque indicatoridel livello dei prezzi elaborati dalla Banca d'Italia.
LMBO (Leveraged Management Buy-Out). Meccanismo con cui i dirigenti di un'impresa acquistano la stessa basandosi sulle proprie risorse personali, ma soprattutto su finanziamenti ottenuti grazie al valore dell'impresa da acquisire.
Locazione (lease). Tipo di contratto attraverso il quale il proprietario di un bene lo concede in utilizzo a un altro soggetto dietro il pagamento di un canone. Si indica anche il collocamento sul mercato primario, e la vendita ai sottoscrittori.
Locazione a leva. E' un tipo di locazione finanziaria in cui interviene, oltre al locatore e al conduttore, anche un terzo soggetto, una banca o un'istituzione finanziaria, che fornisce al locatore una percentuale significativa, di solito la metà del totale, del capitale utile all'acquisto del bene offerto in locazione. Il locatore, potrà rimborsare il prestito e ottenere il margine di profitto attraverso i canoni che riceve dal conduttore.
Locazione aperta. Si intende quella locazione finanziaria, in cui le rate periodiche sono inferiori a quelle solite, ma devono venire compensate da un pagamento di dimensioni maggiori alla fine del contratto.
Locazione di capitale. Locazione di beni d'investimento a lungo termine, ottenuta attraverso una società finanziaria che inizialmente acquista il bene diventandone proprietaria e che lo cede successivamente in locazione all'impresa, dietro pagamento di quote periodiche.
Locazione finanziaria (leasing). Contratto tramite il quale il proprietario di un determinato bene lo concede in utilizzo a un altro soggetto dietro il pagamento di un canone, con la possibilità di acquistarne la proprietà al termine del periodo contrattuale dietro pagamento di un prezzo prestabilito.
Locazione finanziaria (financial lease). Tipo di leasing, o locazione finanziaria, dove la società finanziaria si impegna solamente a fornire la costruzione finanziaria dell'operazione, mentre rimangono a carico del cliente gli oneri assicurativi, i cosi di manutenzione e di gestione del bene in oggetto.
Locked in (Bloccato). Nel caso di investimenti in titoli, ci si riferisce a quegli investitori che non hanno intenzione di vendere i titoli in possesso perché non ancora scaduti i termini di legge minimi che permettono un trattamento fiscale più favorevole dei capital gain. Questo termine viene riferito anche al rendimento di un titolo (per esempio un certificato di deposito o un buono del Tesoro), che grazie alla sua struttura permette un risultato in termini d’interesse che non è influenzato dalla dinamica dei rendimenti di mercato.
Lock up. Accordo tramite il quale colui che offre parte della propria partecipazione al pubblico, si impegna nei confronti dei coordinatori dell'offerta a non effettuare operazioni di vendita per un determinato periodo di tempo, senza il preventivo consenso dei coordinatori.
Lodo atbitrale. Nell'arbitrato, la decisione emessa dagli arbitri riguardo alla controversia per la quale sono stati chiamati a pronunciarsi.
Londra-Milano. Il 23 giugno 2007 è stato siglato l'accordo di fusione tra la Borsa italiana e il listino inglese del London Stock Exchange (LSE). Lo hanno annunciato le due società in una nota, nella quale indicano in 4,9 azioni del LSE lo scambio per ciascuna azione di Piazza Affari, valutata così a 1,634 miliardi di euro. Il valore combinato dei due gruppi è stimato ora a 5,777 miliardi di euro. Le due borse rafforzano così la loro posizione nei confronti del gigante NYSE Euronext.
Long. Termine riferito a una posizione risultante dall'acquisto di un titolo o di uno strumento derivato.
L'ora delle streghe. Il giorno in cui alla Borsa di New York avviene la contemporanea scadenza dei contratti di opzione sui titoli, opzione su indici di Borsa e future su indici. In conseguenza dell'attività degli arbitraggi in quei giorni possono verificarsi intense oscillazioni dei prezzi. Queste situazioni si presentano quattro volte all'anno, il terzo venerdì dei mesi di marzo, giugno, settembre e dicembre.
Loss ratio. Ramo danni: il rapporto tra costo dei sinistri e sul premi netti di competenza (e non dell'esercizio). Combined ratio = expense ratio + loss ratio. Al netto della riassicurazione.
Lotto. Insieme di titoli trattati unitamente sul mercato.
Lotto minimo. Quantità minima negoziabile del titolo.
Lotto rotondo. È l’unità base di contrattazione dei beni di investimento, per esempio un numero minimo di titoli o di un controvalore minimo di contrattazione. Vengono chiamati invece Odd Lot gli ammontari inferiori e le spezzature.
LTRO. Le operazioni di LTRO (longer-term refinancing operation) sono operazioni finanziarie effettuate dalla Bce guidata da Mario Draghi a seguito dell'inizio della crisi del debito sovrano dei paesi europei. Tale operazione può essere riconducibile alle operazioni di quantitative easing (vedi voce) effettuate dalla Fed. LTRO consiste in un'asta di liquidità in cui la BCE concede un prestito alle banche richiedenti, della durata di 3 anni e con un tasso di interesse agevolato dell'1% annuo. In cambio la BCE riceve dalle banche una garanzia sul prestito, detta "collaterale". La garanzia è composta solitamente da obbligazioni governative (titoli degli stati membri dell'UE), la BCE accetta come collaterale anche titoli privi di valore (ad esempio quelli emessi dalla Grecia, dichiaratasi insolvente). La lista degli asset eligibili per essere usati come collaterale viene pubblicata sul sito della BCE ed è aggiornata più volte al mese. Le due tranches di operazioni sono avvenute:
- Il 22 dicembre 2011, 523 banche hanno partecipato all'asta LTRO, richiedendo 489,191 miliardi di euro.
- Il 29 febbraio 2012, 800 banche hanno partecipato all'asta LTRO, richiedendo 529,53 miliardi di euro.
La scelta di governance della Bce effettuata da Mario Draghi è stata positivamente vista dal mondo politico ed economico del vecchio continente (eccetto resistenze da parte della Germania), riuescendo a rimuovere lo spettro di una crisi bancaria di dimensioni enormi. Dall'altro lato però le operazioni non sono riuscite a far ripartire l'economia dell'eurozona.
Lucro cessante. Un sinistro (a esempio un incendio) comporta oltre ai danni reali il danno costituito dal mancato accrescimento patrimoniale, temporaneo o permanente, totale o parziale, che si sarebbe verificato qualora il sinistro non fosse avvenuto.
Lungo periodo. Si intende in macroeconomia una prospettiva temporale (generalmente dell'ordine di decenni) nell'ambito della quale si porta a compimento il processo di aggiustamento dell'equilibrio economico nel corso del medio periodo. Si parla di lungo periodo anche con riferimento alla prospettiva temporale nell'ambito della quale si determina il processo di crescita del sistema economico verso più elevati livelli di produttività, per effetto del progresso tecnologico.

M

M 1. Aggregato monetario più liquido, rientrano in questa categoria banconote, depositi a vista e traveler's cheque.
M 2. E' il secondo aggregato monetario, dato dalla somma di M1 più depositi vincolati e a tempo determinato, investimenti in fondi monetari di soggetti fisici, depositi e pronti contro termine in overnight.
M 3. Terzo aggregato monetario, dato da M2 più i pronti contro termine di grande controvalore, le quote di fondi monetari in possesso di investitori istituzionali, e i depositi vincolati di grande dimensione.
Macroeconomia. Ramo della scienza economica che ha lo scopo di individuare le relazioni esistenti tra le grandezze economiche che caratterizzano un sistema nella sua globalità. La macroeconomia studia, per esempio, la relazione tra i tassi d'interesse e le attività economiche, oppure la relazione tra reddito nazionale e disoccupazione. Lo studio della macroeconomia consente anche l'individuazione delle azioni più utili nel campo della politica monetaria e fiscale.
MACD. Il Moving Average Convergence Divergence (MACD) è un indicatore di momento che indica la relazione tra due medie mobili di prezzi. Più esattamente, il MACD è dato dalla differenza tra una media mobile esponenziale a 26 giorni ed una a 12 giorni. La media mobile esponenziale a 9 giorni (signal line) della prima linea viene poi tracciata per individuare le opportunità di acquisto o di vendita. In particolare si ha un segnale di acquisto quando il MACD buca dal basso la signal line, mentre si ha un segnale di vendita nel caso opposto. Questi incroci vengono definiti crossovers. In genere gli incroci importanti del MACD si verificano lontano dalla linea mediana dello zero. Gli incroci vicini alla linea dello zero, infatti, molto spesso non producono movimenti di rilievo, suggerendo poca reattività del mercato. Il MACD indica tra l'altro quando un titolo è ipercomprato o ipervenduto, mostrando probabili inversioni nella tendenza del prezzo. Se è maggiore di zero indica una situazione di ipercomprato, se è inferiore allo zero indica una situazione di ipervenduto.
Management buyin. È l'acquisizione di una società effettuata dai dirigenti di un'altra società o di una società dello stesso gruppo o, ancora, di una società fornitrice o acquirente, mediante un finanziamento esterno.
Management buyout. È l'acquisizione di una società effettuata dai suoi stessi dirigenti, mediante un finanziamento esterno.
Management fee. Compenso pagato dal fondo comune alla propria società di gestione per le scelte di investimento operate. Identifica anche il compenso che il contraente di un prestito paga alla banca capofila che lo ha organizzato.
M and A (Merger and acquisition). Fusioni e acquisizioni. Mentre le fusioni sono in genere frutto di un accordo tra le parti, le acquisizioni possono aver luogo con due modalità diverse: consensualmente o tramite scalata ostile, quest'ultima possibile solo se la società target è quotata e nessun azionista controlla la maggioranza assoluta delle azioni.
Mandato informatico. Titolo di spesa smaterializzato emesso da Amministrazioni dello Stato aderenti al sistema informativo integrato Corte dei conti-Ragioneria generale dello Stato, i cui dati dispositivi pervengono per via telematica alla Banca d’Italia, in qualità di istituto incaricato del servizio di tesoreria, per il pagamento della somma al creditore.
Magazzino. È rappresentato dagli investimenti non durevoli accumulabili in scorta esistenti in un determinato istante; prende anche il nome di rimanenze o di scorte.
Si tratta di:

  1. beni destinati ad essere impiegati nella produzione o nell'attività di impresa (materie prime, materie sussidiarie, scorte di consumo, componenti, cancelleria),
  2. prodotti in corso di lavorazione, compresi i semilavorati e i lavori in corso, su ordinazione,
  3. beni destinati alla vendita (prodotti finiti, sottoprodotti, merci),

Il magazzino costituisce la classe C I dell'attivo dello stato patrimoniale, in essa sono compresi, anche, gli acconti versati ai fornitori per l'acquisizione di materie o merci. Nel conto economico vanno indicate le variazioni delle rimanenze, ossia l'incremento o il decremento delle rimanenze finali rispetto a quelle iniziali. Per approfondimenti si rimanda al seguente testo.
Management buyin. Assunzione di un pacchetto di maggioranza di una società effettuata dai dirigenti di un'altra società, mediante un finanziamento esterno.
Management buyout. Assunzione di un pacchetto di maggioranza di una società effettuata dai suoi stessi dirigenti, mediante un finanziamento esterno.
Mandante. Mandante o persona che agisce in nome e per conto proprio in una transazione, anche in qualità di dealer o di market maker. È anche il valore capitale, cioè l’importo di un credito o di un debito esclusi gli interessi.
Marginal lending facility. Operazione che permette alle banche di ottenere liquidità overnight (da restituire cioè entro 24 ore) in qualsiasi momento, semplicemente consegnando collaterali adeguati (come titoli di stato). E' uno strumento di emergenza è ha un ciosto più elevato del tasso di riferimento per evitare che le banche vi facciano ricorso conn troppa disinvoltura.
Margine. 1. Nel linguaggio contabile significa differenza. 2. Il take down, nelle operazioni sindacate di sottoscrizione di titoli, generalmente obbligazioni municipali americane, è il guadagno della banca d’investimento che ha sottoscritto i titoli. È generato dalla differenza fra il prezzo di collocamento e il prezzo a cui i titoli verranno offerti agli investitori. Nelle emissioni, il take down è la quota dei titoli che viene attribuita a ognuna delle banche di investimento interessate al collocamento. 3. Quota utilizzo. Nelle operazioni bancarie commerciali, il termine sta a indicare la parte della linea di credito realmente utilizzata dal soggetto finanziato.
Margine di contribuzione. Differenza tra ricavi e costi variabili relativi ad un prodotto, a una linea di prodotti, ad un segmento di mercato. Ogni prodotto venduto fornisce un margine di contribuzione per la copertura dei costi fissi aziendali; la sommatoria di tutti i margini di contribuzione può essere superiore, uguale o inferiore al totale dei costi fissi determinando, pertanto, la condizione secondo cui l'azienda ha utili, esce in pareggio o in perdita. Il volume di vendita per il quale il margine di contribuzione uguaglia il totale dei costi fissi si chiama punto di pareggio (break-even point).
Margine di interesse/Margine di intermediazione. Indica la percentuale di ricavi derivante dall.attività creditizia tradizionale e permette di capire in che misura la banca è esposta all'andamento dello spread d'interesse e dei volumi d'intermediazione. Più l'indice è alto e più i ricavi dipendono dall'attività tradizionale.
Margine di interesse netto. Il margine di interesse netto è la differenza fra il margine di interesse lordo e le rettifiche nette di valore su crediti e su accantonamenti ai fondi rischi su crediti.
Margine di interesse lordo. Il margine di interesse è la fondamentale componente di reddito di una banca derivante dalla sua tradizionale attività di intermediazione (raccolta prestiti e titoli). Esso comprende i ricavi da raccolta (intesi come mark down x volumi) e i ricavi da impieghi (intesi come mark up x volumi); dove per mark down si intende il differenziale fra il tasso medio sui depositi e il rendimento medio lordo dei Bot in circolazione; per mark up il differenziale fra il tasso medio sugli impieghi e il rendimento medio lordo dei Bot in circolazione.
Margine di intermediazione. Il margine di intermediazione rappresenta i ricavi netti di un intermediario finanziario, come somma del margine di interesse lordo e del margine finanziario e di servizi.
Margine di profitto. Indice utilizzato in analisi finanziaria che descrive la relazione esistente tra profitto lordo e fatturato netto. Relazione espressa mediante il rapporto tra gli stessi, che indica quanta parte del fatturato si trasforma in profitto.
Margine di sicurezza. Nell'analisi dei rapporti di bilancio, è il margine prudenziale che viene considerato idoneo, per esempio un determinato livello massimo del rapporto tra indebitamento e mezzi propri. Per i titoli convertibili o redimibili anticipatamente, l'intervallo di tempo che va dall'emissione al momento in cui si può esercitare tali diritti.
Margine di solvibilità del gruppo da costituire. L'ammontare del margine di solvibilità del Gruppo da costituire ai sensi del D.Lgs 17/04/2001 n. 239
Margine di struttura. È la differenza tra il patrimonio netto e le attività fisse. Se il capitale proprio supera l'ammontare delle immobilizzazioni nette si può esprimere un giudizio positivo perché gli investimenti durevoli sono finanziati con mezzi propri, sostanzialmente disponibili a tempo indeterminato, quali sono, appunto, i mezzi propri.
Margine di tesoreria. È dato dalla relazione: Liquidità differita + liquidità immediata - passività correnti. Alcuni analisti ritengono questo parametro più significativo dal valore del capitale circolante netto per esprimere la capacità dell'azienda di fare fronte, con mezzi correnti liquidi o prontamente trasformabili in liquidi, alle passività correnti.
Margine di variazione. Deposito cauzionale aggiuntivo richiesto agli operatori che hanno subito durante la seduta di borsa una variazione sfavorevole di prezzo.
Margine finanziario. Il margine finanziario è la differenza tra profitti da operazioni finanziarie e perdite da operazioni finanziarie.
Margine finanziario e di servizi. Il margine finanziario e di servizi è la somma del margine finanziario e del margine di servizi. Il margine finanziario è la componente di reddito derivante dalla gestione del portafoglio titoli non immobilizzato e dalle operazioni su valute e metalli preziosi. Il margine di servizi è la componente di reddito che origina dall'area dei servizi erogati (banca come broker, dealer e asset manager).
Margine lordo. Per le banche rappresenta la differenza tra il ricavo dagli impieghi e dalle commissioni e il costo dovuto ai depositi e alle spese operative.
Margine lordo di contribuzione. È la differenza fra i ricavi e i costi variabili; si ottiene con il conto economico riclassificato a costi fissi e variabili. È importante conoscere il valore del margine lordo di contribuzione, perché questo parametro deve coprire i costi fissi e consentire di ottenere l'utile di esercizio.
Margine minimo. È il livello minimo di contante o titoli di Stato che deve essere mantenuto in un conto titoli aperto presso un intermediario, che permette di operare al margine, anche quando condizioni di mercato particolarmente vantaggiose permetterebbero di ridurre il margine in effetti necessario.
Margine netto. È il differenziale di tasso di interesse tra due strumenti finanziari denominati in due divise differenti, valutato al netto del costo della copertura della posizione in data futura.
Margine netto di interesse. È la differenza tra i ricavi espressi come la percentuale del totale degli impieghi e i costi espressi come la percentuale del capitale e dei depositi contratti dalla banca. Il margine netto di interesse è una delle misure fondamentali per calcolare la redditività di una impresa.
Margine operativo lordo (MOL) o Ebitda. È l'utile prima degli interessi, delle tasse, delle svalutazioni, degli ammortamenti. Si ottiene togliendo dal valore aggiunto il costo del personale e gli altri costi interni, come le spese generali; si rimanda al conto economico riclassificato a valore aggiunto.
Margine operativo lordo sulle vendite. È il rapporto tra il MOL e le vendite ed indica il risultato della sola gestione monetaria, confrontabile con quello di altre imprese.
Margine operativo netto. Vedi reddito operativo.
Margini di garanzia. La cassa di compensazione e garanzia stabilisce e controlla i margini per operazioni di borsa con strumenti derivati. Essi sono di due tipi: iniziali (versamento in denaro o titoli di Stato) e a mantenere (solo in denaro). Il margine di garanzia deve essere percentualmente costante (6 o 10% del capitale di rischio).
Market (dal latino mercatus). Termine generico che indica il luogo dove si incontrano domanda e offerta di uno o più beni o servizi, determinandone il prezzo.
Market maker. Ha vari significati, anche se letteralmente significa "colui che crea il mercato". 1. Un primo significato è quello di un dealer di titoli venduti al mercato ristretto pronto ad acquistare o vendere particolari azioni o gruppi di azioni, creando così un mercato per azionisti e potenziali azionisti. I prezzi sono negoziabili. 2. Nei mercati dei derivati finanziari, è colui che, emettendo prodotti derivati, ha l'obbligo di garantirne anche la liquidità.3. Soggetto (individuo o team) che opera sui mercati finanziari proponendosi come controparte di operazioni di compravendita. Il market maker fissa un prezzo al quale è disposto ad acquistare (bid) e uno al quale è disposto a vendere (ask) determinate attività finanziarie.
Market making. Ogni market maker ha l'obbligo di esporre in via continuativa, prezzi in acquisto e vendita durante tutto l'arco della negoziazione continua, quindi, Market Making è il soggetto che assicura continuità agli scambi e alla formazione dei prezzi.
Market timing. Identificazione dei più convenienti momenti di ingresso e di uscita dal mercato.
Marketing. Insieme delle attività di un'impresa atte ad attivare un circolo virtuoso tra l'impresa e il mercato.
Marking to market. Metodo di valutazione, utilizzato nell’ambito dei mercati dei futures e delle opzioni, in base al quale il valore della posizione netta di ciascun operatore viene determinato quotidianamente sulla base degli ultimi prezzi di mercato.
Mark to market. Con l'espressione "Mark to market" si intende un metodo di valutazione in base al quale il valore di uno strumento o contratto finanziario è sistematicamente aggiustato in funzione dei prezzi correnti di mercato.Vuol dire anche ‘valutare secondo il mercato'. Le attività finanziarie (ma anche quelle reali) possono essere valutate secondo il costo storico (o costo di acquisizione), secondo una procedura detta di ‘costo corrente', che sarebbe il costo storico riportato a oggi mediante un indice dei prezzi, o secondo il prezzo di mercato. Nell'ottica di stabilire la ‘verità dei bilanci' i principi contabili solitamente impongono di usare il mark to market per valutare attività e passività finanziarie. Questo principio diventa scomodo quando, come è successo nel 2007-2008 con la crisi dei mutui, il mercato per molti tipi di titoli diventa illiquido e la paura conduce a prezzi così bassi da creare massicce minusvalenze, erodendo profitti e capitale. Le procedure di valutazione, tuttavia, lasciano qualche margine per adottare prezzi diversi. La tecnica di "marking to market" viene prevalentemente utilizzata nei mercati dei futures e delle opzioni.
Mark-up. Termine che traduce l'italiano "ricarico", ed indica l'aggiunta al prezzo di costo di un prodotto di una certa parte percentuale di esso, a determinare il prezzo di vendita del prodotto stesso.
Massimale di tasso di interesse. Limite superiore imposto dalle autorità alla remunerazione di determinati strumenti finanziari.
Massimi ascendenti. Formazione di picchi di prezzo successivi, ciascuno dei quali è posto a un livello superiore rispetto a quello precedente.
Massimi discendenti. Termine utilizzato in analisi tecnica che definisce la formazione grafica nella quale i massimi di prezzo, progressivamente segnati da un titolo, sono sempre più bassi.
Massimo impegno. Nelle operazioni di emissione, clausola che obbliga i partecipanti al sindacato di collocamento a esercitare il massimo impegno per collocare sul mercato i titoli emessi, senza però costringerli a comprare quelli che eventualmente non dovessero essere assorbiti dal mercato.
Materia prima fisica (Cash commodity). Materia prima di cui si è effettivamente in possesso tramite un contratto d’acquisto correttamente eseguito. Al contrario i future relativi a materie prime si riferiscono a un obbligo d’acquisto o vendita fissato in data futura.
Materia prima spot (Spot commodity). Materia prima che viene trattata con l’intenzione di eseguire materialmente la consegna al momento dell’esecuzione del contratto di compravendita. Nel mercato dei future, invece, le posizioni vengono generalmente chiuse prima della scadenza con operazioni di segno opposto.
Materie prime (Commodity). Prodotti allo stato grezzo che sono trattati sui mercati finanziari. Possono essere oro, petrolio, cereali, succhi d'arancia e quant'altro.
Matriciale. A matrice, cioé per righe e colonne. In questo sito é usato nella pagina "Analisi e Commento" con riferimento all'indicatore matriciale.
Matif. Marché à terme des instruments financiers; è il mercato francese che dal 1986 opera con i derivati e dove si trovano futures e opzioni di tipo finanziario e sulle merci.
Maturità all'emissione. È la durata di un'emissione di titoli, calcolata al momento stesso dell'emissione. Rappresenta il periodo di tempo compreso tra il primo collocamento dei titoli e l'ultimo pagamento di cedola generato dal prestito. Viene invece definita maturità corrente l'intervallo di tempo tra il momento corrente e quello dell'estinzione.
MAV (Pagamento mediante avviso). Ordine di incasso di crediti in base al quale la banca del creditore (banca assuntrice) provvede all’invio di un avviso al debitore, che può effettuare il pagamento presso qualunque sportello bancario (banca esattrice) e, in alcuni casi, presso gli uffici postali. La banca esattrice comunica alla banca assuntrice l’avvenuto pagamento attraverso una apposita procedura interbancaria su RNI.
Max giornata. Prezzo massimo registrato dal titolo dall.inizio della seduta borsistica.
MCW. E’ il mercato telematico ufficiale dei covered warrants, operativo dalle ore 9.15 sino alle ore 17.30. Vi sono scadenze per la cosiddetta risposta premio il terzo venerdì di ogni mese e sono presenti market maker che garantiscono la liquidità (incontro domanda-offerta) e il giusto prezzo in questo mercato.
Media mobile (Moving average). Strumento di carattere statistico utilizzato in analisi tecnica che permette di smussare le oscillazioni irregolari nell'andamento di una serie temporale di dati, ed evidenziare in questo modo una dinamica più regolare del fenomeno. Le medie mobili più comunemente utilizzate sono quelle costruite sui prezzi di beni di investimento per potere inviduare il "trend", ovvero la tendenza di breve o lungo periodo del prezzo. Una media mobile semplice si costruisce facendo la somma dei prezzi di un numero fisso di giorni, e spostando in avanti lo stesso numero di giorni calcolando la media di intervalli successivi.
Media mobile esponenziale. Media mobile il cui metodo di calcolo conserva l'intera storia della serie attraverso l'attribuzione automatica dei pesi alle diverse rilevazioni, in funzione dell'ampiezza del dominio e della distanza temporale dall'epoca d'elaborazione.
Media ponderata (Weighted average). Media calcolata attribuendo ai differenti coefficienti pesi diversi in relazione all'importanza loro attribuita.
Mediare al rialzo. Tecnica operativa che prevede l'acquisto di quantità variabili di titoli man mano che il prezzo dello stesso sale, con l'obiettivo finale di avere un prezzo medio inferiore a quello di mercato.
Mediare al ribasso. L'acquisto di pacchetti del medesimo titolo in momenti successivi, quando il prezzo dello stesso diminuisce gradatamente, con lo scopo finale di avere un prezzo medio dei titoli inferiore a quello del primo acquisto.
Medio periodo. Per medio periodo si intende in macroeconomia una prospettiva temporale (generalmente di diversi anni, all'incirca 5) all'interno della quale è realistico assumere che vi possano essere variazioni nel mercato del lavoro per effetto di variazioni nella produzione aggregata; di conseguenza anche il livello generale dei prezzi entra a far parte delle variabili determinanti l'equilibrio economico. La considerazione dei prezzi permette inoltre di analizzare il meccanismo di aggiustamento che si determina nel corso del medio periodo a seguito di variazioni nell'equilibrio di breve periodo. L'analisi del passaggio dall'equilibrio di breve periodo all'equilibrio di lungo periodo, attraverso il processo di aggiustamento di medio periodo, è rappresentata dal modello AD-AS, che per l'appunto è un'evoluzione del modello IS-LM, ottenuta eliminando l'ipotesi (non più realistica nel medio periodo) di stabilità del mercato del lavoro e quindi dei prezzi. È opportuno sottolineare che il riferimento temporale (in termini di anni) del medio periodo non è uguale per tutti i sistemi economici, ma dipende dalla sensibilità con cui il mercato del lavoro di un certo paese reagisce alle variazioni di breve periodo e ai fattori che determinano l'aggiustamento di medio periodo.
Mendacio bancario. Dichiarazione fasulla fatta a una banca riguardo la situazione patrimoniale di una o più imprese interessate a ricevere prestiti.
Mercato. In economia, si intende per mercato il luogo (anche in senso non fisico) deputato all'effettuazione degli scambi economici del sistema economico di riferimento; secondo un'altra definizione più finalistica, il mercato è l'insieme della domanda e dell'offerta, cioè degli acquirenti e dei venditori. In termini equivalenti, il mercato è definito come il punto di incontro della domanda e dell'offerta. Con l'articolazione degli studi della disciplina, si sono nel tempo attribuite crescenti attenzioni allo sviluppo di specifiche branche del mercato, costituenti i mercati specifici per i quali valgano peculiarità funzionali, di andamento e di organizzazione tali da renderli analizzabili individualmente (ed anche in comparazione con gli altri). Si parla dunque al plurale di "mercati" poiché, non solo se ne avrà pluralità sinché persisterà una pluralità di sistemi economici indipendenti (a esempio i sistemi nazionali), ma anche all'interno stesso di un sistema economico possono individuarsi prevedibili ed analizzabili movimenti dei soggetti economici raggruppabili per categorie di localizzazione, tipologia, modalità ed innumerevoli altre caratteristiche. Si hanno così i mercati regionali (intendendosi per "regione" una porzione significativa, per qualità o quantità dei soggetti o degli scambi, del sistema generale), oppure i mercati internazionali. Un'antica partizione scolastica individuava intanto una prima distinzione tipologica merceologica generale, per il tipo di oggetto degli scambi, fra il mercato mobiliare (oggi più noto come mercato finanziario) ed il mercato immobiliare; le classificazioni merceologiche, infinite quanto le merceologie, hanno consentito di enucleare una quantità non inquadrabile di atomistici mercati, ad esempio "della piastrella in cotto di seconda scelta" o "delle punte intercambiabili per avvitatore a batteria", che nonostante l'apparente capziosità sono oggetto di utili studi da parte degli interessati. Altre differenziazioni possono riguardare il modo (anche pratico) di effettuazione degli scambi (a esempio il recente mercato telematico, distinto dal mercato tradizionale).
Mercato a pronti. Mercato dove tutte le operazioni di compravendita di attività finanziarie si concludono con l'effettiva consegna del bene oggetto della transazione e con pagamento in denaro a brevissimo termine.
Mercato afterhour. Mercato in cui vengono trattati valorimobiliari dopo la chiusura ufficiale della borsa.
Mercato azionario (Equity market). Mercato dove avvengono contrattazioni di titoli azionari.
Mercato bloccato. Mercato di market maker dove i prezzi di acquisto e di vendita di un bene d'investimento sono uguali. È una situazione di tipo transitorio che si verifica nel caso vi sia una grande attività con un gran numero di venditori e compratori, o nel caso in cui, come nel mercato dei cambi, le due controparti non posseggano linee di credito sufficienti a permettere la conclusione dell'affare. È anche chiamato "choice market" perché un terzo operatore può decidere di acquistare oppure di vendere allo stesso prezzo.
Mercato borsistico. Modalità organizzativa del sistema di negoziazione telematico della Borsa italiana. Il sistema è articolato in quattro architetture informatiche alle quali fanno capo: 1) Mercato azionario, Nuovo Mercato, Mercato Ristretto; 2) Mercato degli strumenti derivati azionari (Idem); 3) Mercato degli strumenti derivati sui tassi di interesse (Mif); 4) Mercato delle obbligazioni e dei titoli di Stato (Mot), Mercato dei premi (Mpr).
Mercato concorrenziale. Mercato nel quale il prezzo viene determinato dall'incontro tra la domanda e l'offerta, senza che vi partecipino soggetti aventi obiettivi differenti da quello della massimizzazione del profitto.
Mercato contante. Il mercato in cui vengono trattati titoli per immediata consegna. L'attuazione dell'operazione avviene con il pagamento e la consegna fisica del bene, generalmente da uno a più giorni dopo la stipula del contratto, per consentire sia il trasporto del bene sia l'esecuzione dei mandati di pagamento e consegna.
Mercato controllato. Mercato dei cambi in cui l'oscillazione delle valute è mantenuta entro margini prefissati da parte delle autorità monetarie dei Paesi coinvolti, e dove l'influenza del mercato è meno decisiva rispetto ai cambi totalmente liberi.
Mercato debole. Mercato in cui i prezzi hanno la tendenza al ribasso e le operazioni effettuate sono molto limitate.
Mercato dei blocchi. Mercato complementare a quello ordinario di borsa, limitato alle transazioni di titoli di importo particolarmente elevato rispetto a quello usuale. Il Consiglio di borsa determina per ogni titolo semestralmente il quantitativo minimo a partire dal quale la transazione può transitare sul mercato dei blocchi.
Mercato dei cambi. È il mercato dove sono quotate e trattate le valute differenti da quella nazionale. Estensivamente, lo stesso termine definisce ogni mezzo di pagamento che ha corso legale nei Paesi stranieri, o che si può impiegare per i pagamenti di tipo internazionale.
Mercato dei capitali. Così definito il mercato finanziario in senso stretto, nel quale vengono trattati capitali e titoli rappresentativi di capitale, a cui partecipano società, autorità pubbliche ed enti sovranazionali, in grado di offrire agli investitori un'ampia possibilità di scelta.
Mercato del dopo borsa (After-hours market). Contrattazioni in valori mobiliari compiute successivamente alla chiusura ufficiale di borsa.
Mercato del lavoro. Il concetto di mercato del lavoro è utilizzato di norma per indicare l'insieme dei meccanismi che regolano l'incontro tra i posti di lavoro vacanti e le persone in cerca di occupazione e che sottostanno alla formazione dei salari pagati dalle imprese ai lavoratori. Oggetto di studio multidisciplinare, il mercato del lavoro può essere considerato sia da un punto di vista economico che da un punto di vista sociologico. Il primo approccio si basa prevalentemente sull'analisi del meccanismo di mercato di domanda/offerta che regola lo scambio di lavoro in maniera sostanzialmente analago a qualsiasi altra merce; l'approccio sociologico, invece, si focalizza sui meccanismi istituzionali che regolano lo scambio di lavoro in contesti storico-geografici specifici.
Mercato del termine. Mercato nel quale sono quotati i prezzi per beni d'investimento la cui consegna va al di là della valuta spot. Le due controparti stabiliscono le condizioni del contratto al momento della stipula, condizioni che diverranno valide al momento dell'esecuzione.
Mercato di venditori. È il mercato dove, data l'elevata domanda, il prezzo di vendita di un bene è determinato solo dai pochi venditori esistenti che dominano la contrattazione.
Mercato efficiente. Si definisce efficiente un mercato nel quale le valutazioni espresse nei prezzi dei titoli rispecchiano tutte le informazioni pubblicamente accessibili.
Mercato europeo (Euromarket). Mercato internazionale, di carattere prevalentemente bancario, in cui sono trattati i depositi in eurodivise, le eurobbligazioni, i cambi e i crediti consorziati.
Mercato Expandi. Mercato della Borsa Italiana finalizzato alla quotazione di imprese a piccola e media capitalizzazione. Il mercato è stato istituito l’11 novembre 2003. Tra i principali requisiti posti per la quotazione su questo mercato figurano una capitalizzazione prevedibile non inferiore a un milione di euro e un flottante pari ad almeno il 10 per cento del capitale e comunque non inferiore a un milione di euro.
Mercato finanziario. È il mercato in cui sono scambiati capitale e credito, dove le principali componenti sono: il mercato monetario (riguardante gli scambi a breve termine), il capital market (riguardante gli scambi a medio e lungo termine), il mercato azionario e quello dei cambi.
Mercato grigio. Mercato non regolamentato, non ufficiale dove avvengono comunque degli scambi, a esempio delle azioni di una matricola ancora in fase di collocamento o appena collocata ma ancora non trattata nel mercato telematico e, quindi, di prossima emissione.
Mercato illiquido (Narrow market). Mercato finanziario caratterizzato da un basso volume di contrattazione e di strumenti negoziati.
Mercato interbancario dei depositi (e-MID). Mercato per la negoziazione di depositi interbancari attraverso il circuito telematico, al quale possono partecipare le banche. Sono negoziabili l'overnight, il tomorrow-next, lo spot-next, il call money (deposito a vista rimborsabile con preavviso di 48 ore), i depositi a tempo con valuta a pronti o differita (di due giorni) e i depositi vincolati a giorni (depositi fino a un massimo di 14 giorni di calendario). Dal 26 gennaio 1998 tali transazioni sono regolate in BIREL.
Mercato interno. Insieme delle contrattazioni aventi luogo nell'ambito del territorio economico di un paese.
Mercato italiano dei future(MIF). È il mercato italiano dei future, istituito con decreto del Ministro del Tesoro del 18.2.1992; si avvale dello stesso circuito usato per le negoziazioni dell’MTS.
Mercato liquido. È un mercato caratterizzato da un basso volume di contrattazione e da elevati differenziali di quotazione. In queste condizioni, operazioni di dimensioni limitate sono comunque in grado di provocare ampie oscillazioni di prezzo.
Mercato monetario. Componente del mercato finanziario dove vengono scambiati capitali e strumenti debito a breve termine, con scadenze che in maggioranza sono inferiori a un anno.
Mercato non regolamentato (Over the counter market - OTC). Rappresenta tutti i mercati dove vengono trattati beni di investimento in maniera non standardizzata, cioè senza l'intervento di una Borsa valori dove avvengono le contrattazioni.
Mercato per aste. Metodo di contrattazione di titoli che si basa sul trasferimento degli stessi e sulla formazione del prezzo in maniera da riflettere sempre le caratteristiche di un mercato il più possibile concorrenziale. I mercati borsistici sono solitamente "two sides" (a doppio lato) poiché le offerte di prezzo vengono fatte sia da chi vende che da chi acquista. I mercati per aste dei titoli di Stato sono, al contrario, di tipo unidirezionale, poiché le offerte di prezzo vengono fatte da vari soggetti in relazione a un unico offerente. Lo Stato, secondo il tipo di asta, può assegnare i titoli a chi ha offerto i prezzi più alti esaurendo l'ammontare totale dell'emissione scendendo gradatamente di prezzo.
Mercato piatto. Mercato privo di specifici interessi da parte degli operatori, e che quindi non presenta oscillazioni rilevanti dei prezzi.
Mercato primario. È il mercato dove si incontrano emittenti a titoli e soggetti interessati alla sottoscrizione e all'acquisto. Si differenzia dal mercato secondario, dove le operazioni di compravendita avvengono su titoli che sono già in circolazione.
Mercato primario dei valori mobiliari. Mercato nel quale vengono offerti i titoli di nuova emissione.
Mercato regolamentato (Regulated market). Mercato caratterizzato dalla presenza di autorità che definiscono le modalità di funzionamento, le condizioni di acceso, i criteri di quotazione e gli adempimenti informativi verso il pubblico e l'organo di controllo.
Mercato regolamentato dei pronti contro termine. È il mercato italiano telematico, gestito dalla società MTS, in cui vengono negoziati contratti pronti contro termine in titoli di Stato; è stato istituito con DM 24.10.1997 e le negoziazioni hanno avuto inizio il 12.12.1997. I contratti pronti contro termine consistono in una vendita di titoli a pronti e contestuale impegno di riacquisto a termine (per la controparte, in un simmetrico impegno di acquisto a pronti e vendita a termine); il prezzo è espresso in termini di tasso di interesse annuo. Esistono due tipi di contratti: general collateral e special repo. Il primo, per il quale non viene indicato il titolo sottostante, ha come finalità la concessione di un finanziamento garantito da titoli, che permette di ridurre i rischi di controparte; il secondo tipo, che presenta di norma tassi di interesse più bassi del primo, ha come obiettivo principale il prestito di un titolo specifico.
Mercato rialzista. Mercato in cui i prezzi tendono per la maggior parte al rialzo.
Mercato ribassista. Mercato in cui i prezzi tendono per la maggior parte al ribasso.
Mercato ristretto. Mercato complementare a quello ufficiale di Borsa specializzato in titoli che hanno un regime di circolazione anomalo e/o sono emessi da società con un'attività prevalentemente regionale. È destinato a essere pienamente sostituito dal Nuovo Mercato.
Mercato secondario. È il mercato in cui vengono trattati titoli emessi e sottoscritti nel mercato primario già posseduti dagli investitori, che una volta contrattati entrano a far parte del mercato secondario.
Mercato secondario dei valori mobiliari. Mercato nel quale vengono scambiati titoli già in circolazione.
Mercato sottile. Mercato dominato dall'inattività, con limitate operazioni realizzate e nel quale le quotazioni sono volatili con rilevanti differenze tra prezzo di acquisto e quello di vendita.
Mercato spot. È il mercato in cui tutte le operazioni di acquisto e vendita si concludono con l'effettiva consegna del bene oggetto della transazione. Per i future, al contrario, esiste unicamente l'obbligo per il venditore e per il compratore di concludere un contratto di compravendita a una data futura e alle condizioni fissate inizialmente.
Mercato stretto. Situazione di mercato caratterizzata da un elevato volume di contrattazioni, in cui gli spread fra prezzo di acquisto e di vendita di quel determinato bene d'investimento, sono molto bassi.
Mercato telematico azionario (MTA). Mercato finanziario italiano nel quale sono negoziati azioni ordinarie, privilegiate, di risparmio, obbligazioni convertibili, diritti di opzione, warrant, covered warrant, certificati rappresentativi di quote di fondi chiusi mobiliari e immobiliari. L'attività dell'Mta è iniziata nel 1991 con una rosa ristretta di azioni; nell'aprile 1994 è stato abbandonato il sistema "alle grida" e l'intero listino è entrato a regime (vedi corbeille).
Mercato telematico dei titoli di Stato (MTS). Mercato regolamentato per la contrattazione all’ingrosso di titoli di Stato, istituito nel 1988 e privatizzato nel 1997. È disciplinato dal decreto del Ministro del Tesoro del 13.5.1999, n. 219; si articola nei comparti cash (compravendite a pronti), repo (pronti contro termine) e coupon stripping (negoziazione separata di cedole e mantello).
Mercato telematico delle opzioni (MTO). Mercato istituito nel 1994 sul quale vengono negoziate opzioni sui Btp futures; si avvale dello stesso circuito telematico del Mif.
Mercato unico. È definito dall’art. 3 della versione consolidata del Trattato che istituisce la Comunità europea come un mercato caratterizzato dall’eliminazione, fra gli Stati membri, degli ostacoli alla libera circolazione di merci, persone, servizi e capitali. È entrato in vigore il 1º gennaio 1993.
Merchant bamk. Le società di merchant banking sono istituti specializzati nell'offrire servizi finanziari alle imprese di medie e grandi dimensioni. Intervengono nel capitale dell'impresa, per ragioni di assistenza finanziaria, quando questa si trova in una fase avanzata di sviluppo, attraverso ingenti apporti di capitale e con l'obiettivo principale di quotare l'impresa nel breve termine o vendere le quote ad altre società.
Mesa. Indicatore che anticipa i punti di svolta negli andamenti ciclici.
Mese del contratto. Il mese in cui si deve consegnare o ricevere il bene oggetto del contratto future. Front months sono i mesi vicini alla data attuale, Back months quelli più lontani.
Metodo della competenza. Pratica contabile nella quale i costi e i ricavi vengono assegnati all'esercizio in cui sorgono, senza considerare se ci sono state eventuali movimentazioni di contante. Al contrario il "Cash Basis" (Metodo di cassa) evidenzia i costi e ricavi di competenza dell'esercizio unicamente sulla base della reale movimentazione di fondi.
Metodo del patrimonio netto. Metodo per la redazione di bilanci consolidati, basato sull'adeguamento del valore delle partecipazioni in funzione della variazione del patrimonio netto delle società collegate.
Metodo di ammortamento a quote dimezzate. Procedimento di ammortamento di immobilizzazioni tramite il quale si attribuiscono come costi di esercizio quote di ammortamento che si dimezzano di anno in anno fino a raggiungere la concorrenza del valore di iscrizione in bilancio del bene in oggetto.
Metodo per conclusione dei contratti. In contabilità, pratica che prevede di imputare la totalità dei ricavi originati dalla conclusione di un contratto pluriennale nell'anno in cui questo è stato concluso, ma di imputare le possibili perdite nell'anno in cui sono state accertate o sono in previsione e quindi non sostenute effettivamente.
Metodo rateo. Indica il metodo utilizzato per il calcolo degli interessi. Per quanto riguarda i titoli del mercato monetario (BOT e PCT) il calcolo viene effettuato dividendo il numero dei giorni effettivi maturati per 360. Per quanto riguarda il mercato finanziario il calcolo del rateo di interesse prevede il rapporto tra i giorni effettivi maturati e i giorni effettivi (di anni, semestri, ecc.) previsti dal presito (ACT/ACT).
Mezzi propri. Patrimonio netto di un'impresa, dato dalla differenza fra il totale delle attività e il totale delle passività. Il finanziamento di un'impresa con mezzi propri si articola in due voci: 1. il capitale sociale, 2. l'autofinanziamento. Nelle società per azioni rappresentano il bene su cui gli azionisti possono far valere i loro diritti, ovvero il capitale di rischio degli azionisti. Il patrimonio netto costituisce la dotazione permanente in senso stretto; esso non ha una scadenza e, anche se variabile nel tempo, dura per l'intera vita dell'impresa. Allo scioglimento dell'impresa il patrimonio netto viene rimborsato in funzione del valore di liquidazione finale della società. Per approfondimenti si rimanda al seguente testo.
Mezzi propri effettivi. Totale fra i mezzi propri di un'impresa e il debito subordinato, cioè un debito che non è privilegiato.
Mezzi propri materiali. La differenza esistente tra le attività totali e le passività riportate in bilancio, al netto delle attività immateriali. Viene impiegata nell'analisi finanziaria per qualificare la struttura del capitale di un'impresa.
Mib.Indice generale che riassume in un unico valore le quotazioni ufficiali di tutti i titoli azionari quotati alla Borsa italiana. È calcolato quotidianamente; ha come base (pari a 1.000) la capitalizzazione di Borsa del 2 gennaio 1975.
Mib30. L’indice MIB30 di Borsa Italiana rappresenta le 30 società con maggiore capitalizzazione, questo indice come lo SP-MIB, il MIDEX e l’indice ALL STARS è calcolato ogni minuto in base ai prezzi degli ultimi contratti scambiati.
Mib30R. Indice sintetico della Borsa italiana calcolato sui 30 titoli più capitalizzati e scambiati sul listino. A differenza del Mib30 tiene conto dei prezzi di riferimento invece che di quelli ufficiali.
Mibo30. Contratto di opzione sull'indice Mib3O.
Mibtel. E' l'indice principale della Borsa italiana in quanto “riassume” tutte le azioni quotate su Mta (Mercato telematico azionario) e MTAX (Mercato telematico azionario per il settore tecnologico). L'indice Mibtel viene ricalcolato ogni minuto durante la fase di negoziazione continua sulla base dei prezzi degli ultimi contratti conclusi su ciascuna azione componente il paniere. La base dell'indice è stabilita in 10.000 punti e relativa al 3 gennaio 1994. Il Mibtel è un indice di prezzo, quoindi, non tiene conto dello stacco di dividendi o di eventuali frutti periodici pagati dalle società che lo compongono. Al termine della seduta viene anche calcolato in versione total return, tenendo conto dell'effetto del reinvestimento dei dividendi delle società in esso rappresentate; in questo caso è contrassegnato dal suffisso "TR”
Microeconomia. È il ramo dell'analisi economica che si occupa dell'interpretazione dei comportamenti e delle relazioni tra i singoli soggetti economici, e che quindi studia il comportamento dei consumatori, delle imprese, delle famiglie, ecc.
Midex. Indice dei corsi composto da 25 titoli selezionati tra quelli più scambiati e a maggior capitalizzazione sul mercato di borsa italiano, dopo quelli inclusi nello SandP/Mib (vedi). La composizione dell’indice viene rivista semestralmente, in concomitanza con quella dello SandP/Mib.
MIF. Il primo mercato creato in Italia degli strumenti derivati sui tassi di interesse; vi si negoziano futures sul Btp trentennale, e decennale e il future sul tasso Euribor a 1 mese. Da circa un anno l'operatività del Mif è in netto calo a favore dell'Eurex.
Min giornata. Prezzo minimo registrato dal titolo dall.inizio della seduta borsistica.
Mini max FRN. Obbligazione a tasso d'interesse variabile che è compreso tra un minimo e un massimo.
Minimo. 1. Bottom. Il punto minimo in una sequenza consecutiva di dati, come il prezzo minimo di un titolo in un preciso intervallo di tempo, o il valore minimo toccato da un indicatore di attività economica (in questo caso si parla di minimo del ciclo economico). 2. Low. Il prezzo più basso segnato da un determinato titolo in un certo arco temporale. 3. Trough. Con riferimento al ciclo congiunturale, punto in cui ha termine la fase discendente dell'attività economica
Minimo incremento. Incremento di prezzo, nelle operazioni in titoli, equivalente a quello minimo registrabile sul mercato. Per esempio una quotazione che passa da 10 a 11 euro.
Minusvalenza. Vedi plusvalenza.
Missing the market. Quando un intermediario non esegue, per negligenza, una contrattazione di Borsa, arrecando un danno di dimensioni variabili al cliente.
Modelli VAR. I modelli VAR sono stati introdotti da Christopher Sims in uno storico articolo pubblicato su Econometrica nel 1980, che proponeva una critica dei modelli strutturali di equazioni simultanee, allora il principale strumento di analisi econometrica nell'ambito della macroeconomia. In particolare, i modelli VAR risultano nel complesso più semplici rispetto ai modelli strutturali, e la loro performance in termini di capacità previsiva di variabili macroeconomiche appare migliore. Si rimanda comunque a testi specialistici, come,

  • Sims, C.A. (1980), Macroeconomics and Reality, Econometrica, 48(1), pp.1-48 - il contributo storico di Sims che ha introdotto l'uso dei modelli VAR.
  • Hamilton, J.D. (1994), Time Series Analysis, Princeton University Press ISBN 0-691-04289-6 - il testo di riferimento per l'analisi delle serie storiche; i modelli VAR sono trattati nei capitoli 11 e 12.

Modello. È una rappresentazione semplificata di una realtà economica (solitamente in termini quantitativi) utilizzata per interpretare il funzionamento di una struttura o effettuare previsioni sull'andamento di grandezze prese come riferimento, oppure per prevedere le reazioni di un aggregato al variare di altri aggregati economici. I modelli più comuni sono senz'altro quelli di estrazione statistico-matematica, chiamati modelli econometrici.
Modello AD-AS. Il modello AS-AD (Aggregate Supply – Aggregate Demand) è utilizzato per rappresentare l'equilibrio economico nei mercati finanziari, dei beni e del lavoro. Nel modello AS-AD l'equilibrio è rappresentato da un certo livello di produzione Y e da un certo livello dei prezzi indicato con P. Sono utilizzate due curve per la rappresentazione grafica di questo modello, la AS e la AD. Bibliografia: Elmer G. Wiens: Classical & Keynesian AD-AS Model - An on-line, interactive model of the Canadian Economy.

CURVA AS. La curva AS è data dall'equilibrio sul mercato del lavoro, che si verifica quando domanda e offerta di lavoro sono uguali. Le imprese domandano lavoro finché la produttività marginale (PML ossia il rendimento di un lavoratore aggiuntivo) è maggiore o uguale al salario reale (W/P ossia il salario rapportato al livello dei prezzi) che rappresenta il costo di un lavoratore aggiuntivo.

PML=W/P\,

I lavoratori offrono lavoro in base al salario reale W/P che viene loro offerto. Si determina così un equilibrio di mercato dove a un certo livello di occupazione L corrisponde un certo salario reale W/P. I salari W sono fissati tenendo conto del livello dei prezzi attesi Pe e in funzione del tasso di disoccupazione u e della presenza di eventuali protezioni sociali quali sussidi di disoccupazione z.

W=P^{e}*F(u,z)\,

I prezzi P sono determinati aggiungendo ai salari pagati ai lavoratori un certo ricarico (markup) μ.

P=(1+\mu)*W\,

Sostituendo i salari nell'equazione dei prezzi abbiamo l'equazione della AS:

P=(1+\mu)*P^{e}*F(u,z)\,

Possiamo sostituire al tasso di disoccupazione naturale u la formula 1-\frac{Y}{L}\,. Quindi l'equazione diventa:

P=(1+\mu)*P^{e}*F\left( 1-\frac{Y}{L},z \right)\,

La AS è inclinata positivamente poiché a livelli di produzione Y più alti corrispondono prezzi P più alti.

CURVA AD. La AD deriva dall'equilibrio sul mercato dei beni e su quello della moneta. Nel modello IS-LM tali equilibri sono rappresentati da due curve la IS per i beni e la LM per la moneta. L'equilibrio sul mercato dei beni è influenzato dal livello del reddito Y che a sua volta è determinato dalla spesa pubblica G meno le imposte T oltre che da consumi e investimenti privati. L'equilibrio sul mercato della moneta, supponendo che i prezzi siano costanti, dipende dall'offerta di moneta in termini reali da parte delle autorità monetarie M/P. Il modello IS-LM consente di determinare livelli di produzione Y e di tasso di interesse i che garantiscono l'equilibrio sui mercati dei beni e della moneta. I prezzi influenzano direttamente l'equilibrio sul mercato della moneta. Infatti a parità di offerta di moneta nominale M se i prezzi aumentano l'offerta reale M/P diminuisce. Ciò fa aumentare il tasso d'interesse di equilibrio e diminuire il reddito Y. Dunque è possibile individuare una relazione tra prezzi e livello di produzione: la curva AD è inclinata negativamente perché sui mercati dei beni e della moneta aumenti dei prezzi determinano riduzioni della produzione. L'equazione della curva Ad si può formalizzare così:

Y=Y\left (\frac{M}{P},G,T \right)\,

dove M/P e G influenzano positivamente la produzione e le tasse T influiscono in modo negativo. Equilibrio nel modello As-AD. Consideriamo ora congiuntamente le due curve di offerta e di domanda AS e AD: per un dato valore del livello atteso dei prezzi Pe e del markup μ (che entra nell'equazione di offerta aggregata), e per dati valori delle variabili di politica fiscale e monetaria, M, G e T (che entrano nell'equazione di domanda aggregata), queste due relazioni determinano i valori di equilibrio della produzione Y e del livello dei prezzi P.

Curve AD e AS
Modello dell'acceleratore. E' un modello (o meglio di una parte di un più generale modello) macroeconomico che tenta di spiegare l'evoluzione degli investimenti intrapresi dall'insieme delle imprese in un sistema economico. In breve, secondo questo modello, il livello degli investimenti netti sarebbe funzione (lineare nelle versioni più elementari del modello, di altro tipo in quelle più avanzate) della crescita delle vendite. Più in dettaglio il modello si basa (principalmente) sulle seguenti ipotesi:

  • gli operatori del sistema economico (in questo caso le imprese) agiscono secondo razionalità assoluta
  • non esistono ostacoli ad un rapido smobilizzo delle immobilizzazioni
  • le imprese perseguono la massimizzazione del profitto economico
  • le imprese hanno aspettative razionali sul futuro basate su informazioni comuni


Secondo il modello, le varie imprese stabilirebbero il livello della capacità produttiva più adeguato attraverso le decisioni di investimento in conformità delle prospettive future di vendita. Per semplicità di esposizione si possono distinguere i seguenti casi:

  • Si prevede un aumento delle vendite. In tal caso le imprese effettueranno investimenti tali da consentire di produrre secondo le aspettative e quindi si avrà un investimento netto positivo in quanto si dovrà instalare una maggiore capacità produttiva. L'investimento lordo sarà quindi tale da coprire per intero gli ammortamenti ed aggiungere quindi capacità produttiva al sistema economico.
  • Si prevedono vendite stabili. In questa situazione, non prevedendo aumenti nei consumi, si ha che la capacità produttiva del sistema economico sarà all'altezza delle richieste attese e quindi si necessita di mantenerla invariata. Ciò significa avere investimenti netti nulli e quindi investimenti lordi di ammontare pari a quello degli ammortamenti.
  • Si prevede una diminuzione delle vendite inferiore o uguale al tasso di deprezzamento del capitale (ammortamento). In queste circostanze le imprese si troveranno nella condizione di avere capacità produttiva in eccesso e quindi di volerla ridurre. Lo potranno fare coprendo solo parzialmente il deprezzamento del capitale con un flusso di investimenti lordi inferiore a quello degli ammortamenti. Da ciò conseguirà che gli investimenti netti saranno negativi.
  • Si prevede una diminuzione delle vendite superiore al tasso di deprezzamento del capitale (ammortamento). In tal caso si prevede una tale riduzione del livello delle vendite che si troverà necessario ridurre la capacità produttiva più di quanto non si verifichi "naturalmente" attraverso gli ammortamenti. Le imprese procederanno quindi ad uno smobilizzo di capacità produttiva e si avranno così investimenti netti e lordi negativi.

Questo modello è in grado di spiegare non solo la dinamica (almeno parzialmente) degli investimenti, ma soprattutto la ragione per la quale la loro variabilità è relativamente maggiore di quella dei consumi del sistema economico.
Modello di Baumol- Tobin. Il modello Baumol-Tobin crea le fondamenta per la discussione di politica economica sulla detenzione di moneta liquida con movente transattivo. Il modello, basato sulla teoria delle scorte, permette di determinare la domanda ottima di moneta liquida per motivo transattivo. Il contributo dato si concretizza in una comparazione dei benefici e i costi del detenere moneta liquida per le transazioni quotidiane invece che farla fruttare in un deposito, guadagnando un tasso di interesse i. Il modello Baumol- Tobin, identificato in una formula algebrica, indica la quantità di moneta da detenere per effettuare le transazioni, cosicché il beneficio sia pari o maggiore della perdita.
Modello di Black - Scholes - Merton. Il modello di Black-Scholes-Merton, spesso semplicemente detto di Black-Scholes, è un modello dell'andamento nel tempo del prezzo di strumenti finanziari, in particolare delle azioni. La formula di Black e Scholes è una formula matematica per il prezzo di non arbitraggio di un'opzione call o put di tipo europeo, che può essere derivata a partire dalle ipotesi del modello; lo stesso può dirsi per la formula di Black, per la valutazione di opzioni su futures. L'equazione alla base della formula è stata originariamente derivata da Fischer Black e Myron Scholes, in un lavoro del 1973, sulla base di precedenti ricerche di Robert Merton e Paul Samuelson. L'intuizione fondamentale del modello di Black e Scholes è che un titolo derivato è implicitamente prezzato se il sottostante è scambiato sul mercato. La formula di Black e Scholes è largamente applicata nei mercati finanziari. Merton e Scholes hanno ricevuto nel 1997 il Premio della Banca Centrale di Svezia per le scienze economiche. Il modello si basa sulle seguenti ipotesi.

  • Il prezzo del sottostante segue un moto browniano geometrico;
  • È consentita la vendita allo scoperto del sottostante, come dello strumento derivato;
  • Non sono ammesse opportunità d'arbitraggio non rischioso;
  • Il sottostante e lo strumento derivato sono scambiati sul mercato in tempo continuo;
  • Non sussistono costi di transazione, tassazione, né frizioni di altri tipo nel mercato;
  • Vige la perfettà divisibilità di tutte le attività finanziarie (è possibile scambiare frazioni arbitrariamente piccole di ogni titolo sul mercato);
  • Il tasso d'interesse privo di rischio \ r è costante, e uguale per tutte le scadenze.

Bibliografia: Hull, J.C. (2000), Options, Futures and Other Derivatives, Prentice-Hall, ISBN 0-13-02444-8; il testo introduttivo alla teoria degli strumenti derivati di riferimento, di livello universitario pre-dottorato (in inglese);
Hull, J.C. (2003), Opzioni, Futures e Altri Derivati, Il Sole 24Ore Libri, (edizione italiana del volume).
Modello di prezzo. Configurazione grafica prodotta dall'andamento del prezzo di un qualsiasi strumento finanziario o indice di mercato. I modelli di prezzo vengono classificati secondo caratteristiche comuni, che ne definiscono il significato. Le due categorie principali sono quelle dei modelli di continuazione e di inversione. I primi si verificano all'interno di una tendenza, i secondi ne caratterizzano il cambiamento di direzione. La loro interpretazione può fornire delle indicazioni di carattere previsivo.
Modello di sconto dei dividendi. Modello utilizzato per la valutazione del prezzo dei titoli azionari, dove il valore attuale dei dividendi futuri è uguale al prezzo massimo pagato da un investitore che vuole ottenere un certo rendimento dal titolo
Modello IS-LM. E' una rappresentazione sintetica del pensiero economico keynesiano. Bibliografia:

  • Blanchard, O. (2000), Macroeconomics, Prentice-Hall, ISBN 0-13-013306-x, il testo di riferimento per l'insegnamento della macroeconomia, di livello universitario;
  • Casarosa, C. (1998), Manuale di Macroeconomia, Carocci, ISBN 88-430-1080-8, un testo universitario italiano; propone una trattazione formale del modello IS-LM, con particolare attenzione ai problemi di microfondazione;
  • Mankiw, G. (2004), Macroeconomics, Worthpublishers, ISBN 0-7167-5237-4, un testo di carattere introduttivo sulla macroeconomia, adatto ad un corso del primo anno di livello universitario.

Modulo di trasferimento. Modulo, materialmente separato dal titolo, utilizzato per il passaggio di una obbligazione da un soggetto a un altro.
Moltiplicatore. È il concetto utilizzato per spiegare la dinamica di accrescimento di quei fenomeni economici sottoposti a shock. I moltiplicatori più usati sono quello del credito e quello del reddito. Il moltiplicatore del reddito spiega come un certo incremento degli investimenti provoca una crescita del reddito degli individui, che ne destineranno una parte ai consumi e una parte al risparmio, finanziando in questo modo ulteriori investimenti in un circolo virtuoso. Il moltiplicatore della moneta permette di determinare gli effetti di accrescimento sulla base monetaria di un aumento dell'offerta di moneta: una parte di moneta che una banca riceve viene accantonata a riserva, mentre l'altra resta in circolazione e potrà essere depositata in un'altra banca, la quale dopo avere accantonato la riserva rimetterà in circolo nuova moneta, e così via.
Moltiplicatore della moneta. Situazione creata dall'immissione di moneta nel sistema creditizio, che espandendosi tra le banche ed essendo trattenuta parzialmente come riserva obbligatoria, provoca un incremento dell'offerta di moneta superiore alla quantità immessa inizialmente.
Moltiplicatore keynesiano. E' uno strumento di analisi fondamentale della macroeconomia. Elaborato dall'economista inglese John Maynard Keynes, tale strumento permette di individuare l'effetto di un certo livello di consumo all'interno di un'economia sul reddito finale dell'economia stessa. Si identifichi come "c" il parametro detto "propensione marginale al consumo", che può variare da 0 a 1 ed indichi la percentuale del reddito che viene re-investita dai consumatori in consumo stesso. Nella sua forma standard il moltiplicatore prende questa forma:

1 / (1 − c)


Notiamo che all'aumentare di c, 1 - c diviene più piccolo, e di conseguenza tutto il moltiplicatore diviene più grande; il moltiplicatore moltiplica per l'appunto la somma dei parametri di domanda:

A: indica il consumo di sussistenza, ovvero quella parte di consumo di base che permette agli esseri umani che danno vita all'economia di sopravvivere. G: indica la spesa pubblica, ovvero il livello aggregato di investimenti statali. I: indica il livello di investimenti privati in attività produttive. X: indica il livello delle esportazioni. Nella sua forma base quindi il moltiplicatore si troverà generalmente in questa forma:

[1 / (1 − c)] * (A + G + I * X)

Di conseguenza, tanto più grande è la propensione marginale al consumo c, tanto più grande diviene il moltiplicatore [1/(1-c)], e tanto maggiore sarà l'espansione totale dell'economia. Questa analisi è tuttavia assolutamente basilare e non tiene conto di variabili importanti come il finanziamento della spesa pubblica G e e le attività finanziarie. Per una visione più completa, si guardi la voce modello IS-LM che tiene conto di entrambe le variabili escluse.
Moltiplicazione. Metodologia d'incremento della posizione di un soggetto, in titoli, ecc. tramite l'uso di finanziamenti a circolo chiuso, come l'ottenimento di finanziamenti presentando in garanzia crediti ottenuti presso altre istituzioni
Momento impositivo. E' il momento in cui giuridicamente sorge il debito d'imposta. In genere, ai fini dell'Imposta sul Valore Aggiunto (IVA), coincide con tali momenti: - per le cessioni di beni, nel momento della stipulazione se riguardano beni immobili e nel momento della consegna o spedizione se riguardano beni mobili; - per le prestazioni di servizi al momento del pagamento del corrispettivo. Esistono quindi delle deroghe a tali principi: a esempio, qualora sia emessa fattura, o sia pagato in tutto o in parte il corrispettivo, l'operazione si considera effettuata, limitatamente all'importo fatturato o pagato, alla data della fattura o a quella del pagamento
Momentum. È l'indicatore che in analisi tecnica rappresenta l'accelerazione del prezzo di un titolo. Un'azione con momentum elevato significa che ha prodotto grandi variazioni di prezzo in brevi periodi di tempo.
MON. Margine operativo netto.
Moneta 1. Per moneta si intende dunque ogni oggetto materiale o entità astratta che svolga le funzioni di:

  • misura del valore (moneta come unità di conto - vedi voce);
  • mezzo di scambio nella compravendita di beni e servizi (moneta come strumento di pagamento);
  • fondo di valore (moneta come riserva di valore - vedi voce);
  • riferimento per pagamenti dilazionati (funzione implicita nelle tre precedenti).

La funzione "centrale" della moneta è comunque quella di strumento di pagamento, visto che tutte le altre funzioni sono o conseguenza di tale funzione o condizione favorevole per lo svolgimento di questa funzione stessa. Mentre nell'antichità esistevano soltanto le monete metalliche, consistenti solitamente in dischi di varie dimensioni e composizione, usati come strumenti di pagamento o tesaurizzati, nelle economie moderne alla moneta metallica si è affiancata o sostituita la moneta cartacea, più facile da produrre e utilizzare, nonché diverse altre tipologie di "monete" immateriali, a cominciare dal deposito bancario (in quest'ultimo casi si parla di "moneta" intesa in senso lato, come strumento di pagamento complementare rispetto alla moneta in senso stretto.
Moneta 2. Gli aggregati monetari dell’area dell’euro comprendono: M1: circolante e depositi in conto corrente; M2: M1, depositi con durata prestabilita fino a 2 anni, depositi rimborsabili con preavviso fino a 3 mesi; M3: M2, pronti contro termine, quote di fondi comuni monetari, titoli di mercato monetario e obbligazioni con scadenza originaria fino a 2 anni. I contributi nazionali agli aggregati monetari M1, M2 e M3 sono calcolati escludendo il circolante, poiché, con l’introduzione dell’euro, non è più direttamente misurabile la quantità di banconote e di monete effettivamente detenuta in ciascun paese.
Moneta calda (Hot money). Capitali liquidi che si spostano molto velocemente da un paese ad un altro.
Moneta debole (Soft currency). Moneta tendenzialmente soggetta a deprezzamento a causa di permanenti squilibri economici interni o di bilancia dei pagamenti.
Moneta elettronica. Strumento di pagamento prepagato costituito da un valore monetario che rappresenta un credito nei confronti dell’emittente, memorizzato su un dispositivo elettronico, emesso dietro ricezione di fondi il cui valore non sia inferiore al valore monetario emesso, accettato come mezzo di pagamento da imprese diverse dall’emittente. Viene emessa da banche e Istituti di moneta elettronica (vedi).
Moneta forte (Hard currency) . Moneta caratterizzata da un tendenziale apprezzamento sul mercato dei cambi.
Moneta legale (Flat money) . Moneta che trae il proprio valore da una norma che le attribuisce potere d'acquisto.
Monetarismo. Il monetarismo è una teoria macroeconomica che si occupa principalmente degli effetti dell'offerta di denaro governata dalle banche centrali. Le teorie monetarie, in particolare, hanno come obiettivo il controllo dell'offerta di denaro e considerano l'inflazione come conseguenza di un'offerta di denaro superiore alla domanda. Oggi il monetarismo è associato principalmente all'opera di Milton Friedman, il quale è stato in gioventù keynesiano, per poi approdare a conclusioni molto lontane, se non opposte, dal pensiero keynesiano. Negli anni '60 Friedman e Anna Schwartz pubblicarono un importante lavoro, Monetary History of the United States 1867-1960, dove sostenevano che "l'inflazione è sempre e dovunque un fenomeno monetario". Il libro ebbe molte ripercussoni, influenzando il pensiero politico ed economico prima negli Stati Uniti e poi nel mondo. Il lavoro di David Laidler tra gli anni sessanta e gli anni settanta corroborò l'ipotesi di fondo del monetarismo, cioè che la domanda di moneta sia una funzione stabile di parametri economici conosciuti, aiutandolo così ad ottenere il successo che poi avrà. Sebbene molti monetaristi sostengano che sia l'azione governativa ad essere all'origine dell'inflazione, pochi di loro incoraggiano comunque un ritorno alla parità aurea. Friedman, per esempio, considerava la parità aurea come irrealistica. L'ex governatore della FED (Federal Reserve), Alan Greenspan, è generalmente considerato di orientamento monetarista. La Banca Centrale Europea basa ufficialmente la sua politica su precetti rigidamente monetaristi, dichiarando come esclusivo obbiettivo la stabilità dei prezzi (lotta all'inflazione) attraverso la regolazione dell'offerta di danaro. Tra i critici del monetarismo si possono annoverare i neo-Keynesiani, i quali sostenengono che la domanda di denaro è intrinsecamente collegata all'offerta, e diversi economisti conservatori, che sostengono invece l'impossibilità di predire la domanda di denaro. Joseph Stiglitz ha teorizzato che la relazione tra l'inflazione e l'offerta di moneta sia debole per l'inflazione ordinaria, in contrapposizione all'iperinflazione (ossia un tasso di inflazione superiore al 10% annuo), che è generalmente considerata un effetto della spesa pubblica in una situazione in cui la crescita del prodotto interno lordo non riesca ad assorbirla. In un'intervista al Financial Times del 6 giugno del 2003 Milton Friedman sembra ripudiare la politica monetarista, affermando che "l'uso della quantità di moneta come obbiettivo non è stato un successo ... non sono sicuro che oggi la incoraggerei con la stessa forza con cui l'ho fatto in passato." Sebbene il monetarismo sia comunemente associato all'economia di stampo Neoliberale (in italiano neoliberista), che in USA è soprattutto rappresentata nel Partito conservatore, non tutti gli economisti neoliberali sono monetaristi, e non tutti i monetaristi sono neoliberali. Si tratta, per così dire, di posizioni "ortogonali" tra loro.
Monetarista. Economista appartenente alla scuola di pensiero (Monetarismo) che ha come punto centrale della propria teoria economica l'offerta di moneta.
Money broker. Negli Usa intermediario che per conto dei suoi clienti, banche o altri enti finanziari, svolge attività di intermediazione in valute; in Gran Bretagna intermediario che al fine di ottenere un credito fa da tramite fra i suoi clienti e le banche o altre istituzioni finanziarie.
Monopolio. E' una forma di mercato dove un unico venditore offre un prodotto o un servizio per il quale non esistono sostituti stretti (monopolio naturale) oppure opera in ambito protetto (monopolio legale, protetto da barriere giuridiche). Deriva dal greco monos ( solo) e pòlein (vendere). Gestione esclusiva dei traffici commerciali. Una situazione di monopolio può crearsi come conseguenza di:

  1. esclusività sul controllo di input essenziali (es. diamanti grezzi De Beers);
  2. economie di scala, laddove la curva del costo medio di lungo periodo è decrescente, ossia che un aumento della produzione, diluendo i costi su più unità di prodotto, ne riduce l'incidenza media (questa condizione può dare luogo a un monopolio naturale); un esempio è il (discusso) caso delle ferrovie;
  3. brevetti.

I monopoli sono spesso caratterizzati in base alle circostanze da cui hanno origine. Tra le categorie principali si hanno monopoli che sono il risultato di leggi o regolamentazione (monopoli legali), monopoli che hanno origine dalla struttura dei costi di un dato sistema produttivo (monopolio naturale). I fautori del liberismo in economia sostengono che una classificazione più fondamentale dovrebbe distinguere tra monopoli che nascono e prosperano grazie a una violazione dei principî del libero mercato (monopolio coercitivo) e quelli che si mantengono tali grazie alla superiorità del prodotto o servizio offerto rispetto a quello dei potenziali concorrenti.
Monopolio legale (o de jure). Condizione dove un'impresa è l'unica offerente di un prodotto sul mercato grazie a una specifica disposizione legislativa, la quale oltre a rilasciare l'autorizzazione unica alla produzione, solitamente stabilisce norme obbligatorie di fissazione delle tariffe.
Monopolio naturale. Si chiamano monopoli naturali quei settori di attività economica che si caratterizzano per rendimenti marginali strettamente crescenti (il costo di produzione dell'ultima unità è inferiore a quello di tutte le precedenti) e di conseguenza per dei costi medi strettamente decrescenti (il costo medio diminuisce all'aumentare del volume di produzione poiché la curva del costo marginale è sempre al di sotto di esso). In tali settori un operatore unico è più efficiente di una pluralità di operatori. In generale si tratta di attività in cui i costi d'investimento (costi fissi) sono talmente alti che è possibile sostenerli solo se è presente un solo soggetto sul mercato. I costi medi decrescenti, dovuti alle cosiddette "economie di scala" impediscono l'applicazione delle regole della concorrenza pura e perfetta nonché della determinazione dei prezzi sulla base dei costi marginali. Gli esempi di monopoli naturali sono generalmente quelli legati alla realizzazione di infrastrutture: rete ferroviaria, rete stradale ed autostradale, rete per la distribuzione dell'acqua, del gas, dell'elettricità, porti, aeroporti, ecc. Attualmente sono veramente pochi gli esempi di monopolio naturale applicato "puramente": difatti la liberalizzazione (e non privatizzazione) di servizi, quali telefonia fissa e autotrasporto, ha minimizzato la diffusione di tale struttura economica a favore della icastica ricerca della concorrenza perfetta.
Montante. Vedi tasso di interesse.
Monte Titoli SpA. Società di gestione accentrata di strumenti finanziari che gestisce il sistema di liquidazione dei titoli Express II (vedi).
MOODY'S. Una delle maggiori agenzie di rating internazionali. I giudizi espressi da Moody sono valutazioni circa la solidità o meno della situazione patrimoniale e finanziaria di una società o di un ente sovrano.L'impresa realizza un omonimo rating per le attività che analizza. Un indice che misura la capacità di restituire i crediti ricevuti in base a una scala standardizzata e suddivisa tra debiti contratti a medio termine e a lungo termine.
MOT. Sigla di Mercato Obbligazionario Telematico. E' il mercato obbligazionario italiano organizzato e gestito dalla Borsa Italiana S.p.A.
MS. Margine di struttura.
MT. Margine di tesoreria.
MTA. Il Mercato telematico azionario è il più importante mercato finanziario italiano sul quale si giocano le sorti delle più importanti imprese italiane. Quando si pensa alla Borsa viene spontanea l’equivalenza con il mercato azionario, mentre in realtà la Borsa comprende altri comparti in cui non si negoziano solamente titoli azionari. Tale equivalenza non è però priva di fondamento e si basa sia su ragioni storiche, in quanto in Borsa sono state trattate per molti decenni solamente le azioni, sia su ragioni dimensionali, in quanto per numero di scambi e controvalore degli stessi il mercato azionario è notevolmente superiore agli altri comparti. In Italia, il maggior mercato azionario è rappresentato dal Mercato telematico azionario MTA, ovvero il mercato in cui si negoziano i titoli delle più importanti imprese italiane. Nel Mercato telematico azionario non si negoziano unicamente azioni, ma anche obbligazioni convertibili, diritti di opzione, warrant e quote o azioni di OICR. A parte le quote o le azioni di OICR e le azioni di Investment companies a cui è dedicato il segmento MTF, i rimanenti strumenti finanziari sono ripartiti da Borsa Italiana, in segmenti di mercato omogenei in funzione della loro capitalizzazione; inoltre, all’interno di ciascun segmento, gli strumenti finanziari possono essere ripartiti in classi omogenee per modalità e orari di negoziazione, tenendo conto della frequenza degli scambi e del controvalore medio giornaliero negoziato. Tale ripartizione è effettuata all’atto dell’ammissione delle azioni e monitorata con una certa periodicità. Le obbligazioni convertibili e i warrant sono negoziati nel segmento in cui sono negoziate le azioni ordinarie di compendio. In base a queste disposizioni, le azioni sono suddivise in base alla capitalizzazione di mercato in due gruppi: il primo, segmento blue-chip, è formato dalle azioni di società con capitalizzazione di mercato superiore a 1.000 milioni di euro (Large Cap), mentre il secondo, diviso a sua volta nei segmenti Standard e Star, è formato dalle azioni di società con capitalizzazione inferiore a 1.000 milioni di euro e superiore a 40 milioni di euro (Medium Cap). A sua volta, il segmento Standard è diviso in classe 1 e classe 2. La differenza tra Standard e Star deriva dal fatto che nello Star (Segmento Titoli con Alti Requisiti) sono negoziate le azioni di piccole e medie imprese con buone prospettive, che devono soddisfare requisiti aggiuntivi rispetto a quelli richiesti per l’ammissione allo Standard e rispettare impegni particolari in termini di liquidità, trasparenza e corporate governance. La riclassificazione delle azioni avviene in occasione della revisione ordinaria dell’indice SandPMib (marzo e settembre): la Borsa Italiana individua le società non comprese nel segmento blue-chip la cui capitalizzazione sia divenuta superiore ai 1.000 milioni di euro e le trasferisce al segmento blue-chip; contrariamente, se la capitalizzazione delle azioni di società del segmento blue-chip è scesa al di sotto di tale soglia, esse saranno declassate se entro sei mesi la capitalizzazione non tornerà a sopra il livello precedente. La revisione riguarda anche la ripartizione delle Medium Cap; infatti, nel caso in cui vengano meno le condizioni che hanno permesso l’inserimento nel segmento Star, le azioni sono trasferite nel segmento Standard.
MTAX. Nel settembre del 2005 Borsa Italiana, alla luce dei nuovi sviluppi legati al settore tecnologico, ha istituito il mercato azionario MTAX, il quale ha sostituito e rinnovato il Nuovo Mercato, determinandone di fatto la chiusura, con il conseguente passaggio dei titoli negoziati in quest’ultimo all’MTAX Il Nuovo Mercato era stato istituito nel gennaio del 1999 dalla Borsa Italiana, sull’onda del successo dei titoli della new economy e delle eccezionali prestazioni registrate dai listini del settore high-tech di tutto il mondo, tra i quali citiamo, per la sua notevole importanza, il Nasdaq (National Association of Securities Dealers Automated Quotation), l’indice dei principali titoli tecnologici della borsa americana. Il passaggio all’MTAX non è stato solo un evento formale: il Nuovo Mercato, nato per favorire la quotazione di società di piccole dimensioni operanti in settori tecnologici, prevedeva delle condizioni per l’ammissione al listino meno gravose rispetto a quelle richieste per l’ingresso nell’MTA, mentre ora le condizioni generali di ammissione e la struttura del mercato MTAX sono del tutto simili a quelle dell’MTA. L’elemento caratterizzante, che continua a differenziare i due mercati, è il settore di attività delle imprese quotate nell’MTAX, ossia il settore tecnologico. Gli strumenti finanziari negoziati, che possono essere emessi da emittenti italiani ed esteri, sono le azioni, le obbligazioni convertibili, i warrant e i diritti di opzione relativi alle stesse azioni. Per essere ammessi, gli strumenti finanziari devono rispettare le leggi, i regolamenti e ogni altra disposizione applicabile, essere conformi alle leggi e ai regolamenti ai quali sono sottoposti, poter essere oggetto del servizio di liquidazione e compensazione e, infine, essere liberamente trasferibili. Inoltre, possono essere negoziati per qualunque quantitativo, anche se Borsa Italiana può stabilire, per ogni singolo strumento finanziario, un quantitativo minimo negoziabile qualora lo richiedano esigenze di funzionalità del mercato, di agevole accesso da parte degli investitori e di economicità nell’esecuzione degli ordini. I contratti di compravendita, relativi ad azioni, obbligazioni convertibili, warrant e diritti di opzione, conclusi sono sottoposti ai servizi di riscontro e rettifica giornalieri e sono liquidati il terzo giorno di mercato aperto successivo alla stipulazione. Gli strumenti finanziari sono ripartiti in segmenti di negoziazione in maniera analoga a quella stabilita per l’MTA; la soglia di capitalizzazione rilevante è fissata in 1.000 milioni di euro: al di sopra di tale soglia il titolo è inserito infatti nel segmento blue-chip. Se inferiore, ma in ogni caso la capitalizzazione deve essere superiore a 40 milioni di euro, l’azione è inserita nel segmento Standard, ovvero nel segmento Star se soddisfa determinati requisiti qualitativi ulteriori. Una piccola precisazione, seppur la denominazione dei segmenti e la modalità di attribuzione dei titoli in ognuno di questi siano identiche per MTA e MTAX, tali segmenti non sono la stessa cosa, ossia, a esempio, il segmento Star dell’MTA è diverso dal segmento Star dell’MTAX nel senso che i titoli che ne fanno parte sono diversi.
MTO. Mercato telematico delle opzioni; mercato sul quale vengono negoziate opzioni su future sui titoli di Stato; si avvale dello stesso circuito telematico dell. MTF. Attualmente i contratti quotati all'MTO sono le opzioni call e put su Btp futures a 10 anni.
MTS SpA. Società che organizza e gestisce i mercati telematici all’ingrosso dei titoli di Stato e garantiti dallo Stato, dei titoli emessi da organismi internazionali partecipati da Stati e delle obbligazioni italiane ed estere.
Muda. Muda è un termine giapponese, sinonimo di sprechi nelle imprese. Mikel J. Harry ha elaborato una "catena del non valore nei processi aziendali" per eliminare gli sprechi. La catena si articola nei seguenti punti:
• La sopravvivenza di un'impresa è legata alla sua crescita nel business.
• La crescita nel business è determinata dalla soddisfazione del cliente.
• La soddisfazione del cliente è governata dalla qualità, prezzo e tempi di consegna.
• Qualità, prezzo e tempi di consegna sono controllati dalla capacità di processo.
• La capacità di processo, è fortemente condizionata dalle variabili di processo che devono essere costantemente controllate.
• Le variabili di processo portano a creare delle attività senza valore per il cliente denominate "Muda".
• Per eliminare le "Muda" bisogna applicare corrette metodologie e tecniche nel lavoro (knowledge).
• Per applicare corrette metodologie e tecniche nel lavoro bisogna conoscerle.
• Ne deriva che la conoscenza e l'applicazione di tutto il sapere disponibile (knowledge) da parte di tutto il personale dell'azienda sono l'unico modo per eliminare le "Muda" sopravvivere e crescere nei mercati.
La Toyota ha individuato sette tipi di Muda:
Difetti
I difetti presenti nel bene prodotto spingono il cliente a rifiutarlo. Lo sforzo impiegato per creare questi difetti è uno spreco. Nuovi processi per la gestione dello spreco devono essere aggiunti per provare a recuperare una parte del valore dal prodotto, che rischia di essere scartato al 100%.
Sovrapproduzione
La sovrapproduzione è la produzione o l'acquisizione di un oggetto prima che esso sia veramente richiesto. E' lo spreco più pericoloso per l'azienda perché nasconde i problemi della produzione. La sovraproduzione deve essere immagazzinata, gestita e protetta.
Trasporto
Ogni volta che un prodotto viene sottoposto ad un movimento rischia di essere danneggiato, perso, ecc, oltre ad essere un'attività di non-valore aggiunto. Il trasporto non comporta alcuna trasformazione al prodotto che il cliente sia disposto a pagare.
Attesa
Si riferisce sia al tempo trascorso dagli operatori aspettando che arrivino le risorse, sia il tempo che passa mentre aspettano che il prodotto venga portato via, sia il capitale investito in beni e servizi che non sono stati ancora consegnati al cliente. Spesso esistono dei processi ad hoc per gestire queste attese.
Scorte
Le scorte, che siano sotto forma di materie prime, di materiale in lavorazione (WIP), o di prodotti finiti, rappresentano comunque un capitale che deve ancora produrre un guadagno sia per il produttore che per il cliente. Ciascuna di queste tre voci che non sia ancora elaborata per poter produrre valore è uno spreco.
Movimento
A differenza del trasporto, il movimento si riferisce ai macchinari o agli operai, perché questi possono subire usure, danneggiamenti o avere problemi relativi alla sicurezza. Include anche gli investimenti e i costi del processo produttivo.
Sovraprocessare
Usare risorse più costose del necessario per le attività produttive o inserire funzioni aggiuntive oltre a quelle che aveva inizialmente richiesto il cliente produce solo sprechi. Qui nasce un problema particolare riguardo alle persone. Gli operatori che possiedono una qualifica superiore a quella richiesta per realizzare determinate attività, generano dei costi per mantenere le proprie competenze che vanno persi nell'esecuzione di attività che richiedono una qualifica minore.
Multinazionale. Un'impresa multinazionale, in ambito economico, è un'impresa che organizza la sua produzione in almeno due paesi diversi. È detta controllata l'impresa operante in un paese estero di cui la multinazionale controlla tra il 10 e il 50% delle azioni, filiale quella di cui controlla più del 50% delle azioni. Le maggiori imprese multinazionali possono avere budget maggiori di quelli delle economie dei paesi in via di sviluppo in cui operano; tali imprese giocano un ruolo importante nei processi di globalizzazione e hanno una forte influenza sulle relazioni internazionali degli stati coinvolti. Tuttavia vanno considerate "multinazionali" anche le piccole e medie imprese dotate di un impianto di produzione o di distribuzione all'estero (a esempio un calzaturificio del Nord Est con un impianto di produzione in Romania). Essere multinazionali è spesso la strategia ottimale per operare in un'economia globale integrata. L'ascesa delle multinazionali negli anni '90 va di pari passo con il processo di liberalizzazione regionale e globale del commercio. A causa della concorrenza internazionale, le imprese tendono a ridurre i costi di produzione e ricercare fattori di produzione a basso costo. Tuttavia le attività multinazionali possono svolgersi solo se esistono bassi costi commerciali per la commercializzazione internazionale dei semilavorati o la reimportazione in patria dei prodotti finiti.
Multioption facilities. Vedi: Note issuance facilities.
Multiplo del benchmark. E' il rapporto tra il valore dello strumento e l'indice benchmark.
Multirinnovo. È un certificato di deposito pluriennale composto da una serie di singoli certificati di deposito a scadenza inferiore all'anno, solitamente sei mesi, rinnovati man mano che scadono, lungo il corso dell'operazione.
Mutui a pagamento graduale. Si tratta di mutui a tasso fisso aventi la caratteristica di richiedere pagamenti minori nel periodo iniziale che crescono con il passare del tempo, allo scopo di favorire quei soggetti, generalmente giovani, che dispongono di un reddito che crescerà con il passare del tempo.
Mutui a partecipazione. Tipo di mutuo ipotecario nel quale il finanziatore dell'acquisto dell'immobile concede un prestito a tassi fissi, inferiori a quelli di mercato, ma si assicura la possibilità di partecipare all'aumento di valore dell'immobile con il trascorrere del tempo.
Mutui a termine. Tipo di mutuo ipotecario durante la vita del quale, vengono effettuati pagamenti a solo titolo di interesse, mentre il rimborso del capitale sottostante viene effettuato in un'unica soluzione alla scadenza.
Mutui per investimenti immobiliari. Sono mutui ipotecari che vengono emessi per finanziare gli investimenti nel campo dell'edilizia residenziale. Chi acquista i titoli, enti creditizi o investitori istituzionali, mette a disposizione il capitale necessario a costruttori di immobili residenziali che offrono in garanzia il bene di cui verrà realizzata la costruzione.
Mutui ipotecari. Sono titoli di debito a lungo termine, anche fino a 30 anni, garantiti da un diritto reale su un bene immobile, sul quale viene costituita un'ipoteca. Il soggetto finanziato si impegna a corrispondere regolarmente i pagamenti delle quote capitale e gli interessi del prestito ottenuto, fino a quando l'ipoteca verra estinta, e cioè nel momento in cui il piano di ammortamento del debito sarà ultimato.
Mutui ipotecari ad agggiustamento del montante. Genere di mutuo ipotecario il cui tasso d'interesse è fisso per tutto il periodo, mentre il montante residuo dell'operazione è aumentato sulla base dell'andamento di un indice dei prezzi, come per esempio l'inflazione.
Mutui ipotecari aperti. Permettono al soggetto finanziato di trarre ulteriori fondi dal bene ipotecato, che saranno equiparati in tutto a quelli ricevuti nel momento del finanziamento iniziale. Per esempio, la clausola permette al debitore di aumentare il debito tramite l'emissione di titoli garantiti dallo stesso bene, con una scadenza uguale a quelli iniziali, solamente dopo che sono state pagate con regolarità un certo numero di rate di rimborso.
Mutui ipotecari a rinnovo. Mutui ipotecari in cui le condizioni del prestito sono rinegoziate periodicamente, secondo le caratteristiche del contratto sottostante.
Mutui ipotecari chiusi. Prestiti garantiti da ipoteca su beni immobili, in cui i beni non possono essere utilizzati come garanzia per ulteriori finanziamenti e dove il rimborso anticipato è sottoposto al benestare dei possessori dei titoli di credito vincolati al prestito.
Mutui ipotecari commerciali. Finanziamenti a lunga scadenza, anche fino a 40 anni, che utilizzano come garanzia ipoteche su immobilizzazioni commerciali.
Mutui ipotecari convenzionali. Titoli obbligazionari, a tasso fisso o variabile, privi di garanzie da parte di qualsiasi autorità pubblica.
Mutui ipotecari trasferibili. È un genere di mutuo ipotecario che permette al beneficiario di trasferire l'ammontare rimanente del finanziamento, alle medesime condizioni di scadenze e tasso d'interesse, su un immobile differente, in caso di vendita della prima abitazione e riacquisto contemporaneo di una seconda casa.
Mutui junior. Operazione finanziaria in titoli connessa a un mutuo legato a un'ipoteca di secondo o terzo grado. Causa la minore garanzia di rimborso, dovuta alla presenza di una garanzia privilegiata derivante dall'ipoteca primaria, questi titoli offrono normalmente rendimenti superiori alla media di mercato per strumenti similari.
Mutui su pegno. Garanzia prestata su beni mobili, come gioielli, preziosi o autovetture, a fronte di un finanziamento personale.
Mutuo. Il mutuo è un contratto mediante il quale una parte, detta mutuante, consegna all'altra, detta mutuataria, una somma di denaro o una quantità di beni fungibili, che l'altra si obbliga a restituire successivamente con altrettante cose della stessa specie e qualità. Si tratta di un contratto reale e gratuito, che si perfeziona con la consegna al mutuatario. È inoltre un contratto tipico la cui nozione è accolta nel nostro ordinamento giuridico dall'art. 1813 del Codice Civile. La fattispecie regolata dall'art. 1813 è esclusivamente quella del mutuo gratuito, da non confondersi con i mutui finanziari, che possono validamente concludersi con il mero consenso. Una tra le figure più diffuse nella prassi è il mutuo immobiliare, concesso per soddisfare esigenze di denaro in qualche modo collegate all'acquisto di un bene immobile per compravendita (o, nel caso di fabbricati, anche per costruzione). Una particolare forma di mutuo immobiliare è il mutuo fondiario: si tratta di un mutuo immobiliare con particolari caratteristiche di durata (superiore a 18 mesi) e rapporto tra somma mutuata e valore della garanzia (non superiore all'80% secondo la legislazione vigente). In applicazione della precedente normativa sul credito fondiario, mutuo fondiario poteva venir concesso soltanto da alcuni (pochi) istituti di credito espressamente autorizzati, che svolgevano tale attività in via principale o disponevano al loro interno di una apposita Sezione Autonoma di Credito Fondiario (SACF); in seguito, anche in considerazione della crescente presenza di operatori stranieri sul mercato specifico, tale forma tecnica è stata consentita a tutti gli intermediari finanziari. In ogni caso, il mercato dei mutui, tuttora, resta pesantemente sbilanciato in favore dei mutuanti (in genere le banche), che propongono i loro prodotti in forma di offerta unilaterale, con scarsissimo margine di negoziabilità da parte del mutuatario in ordine alle condizioni economiche ed alle altre condizioni contrattuali. È vero per contro che lo snellimento delle procedure ha consentito la presentazione di una gamma di prodotti di buona articolazione.

N

NAFTA. North America Free Trade Agreement. Accordo stipulato nel 1989 fra Stati Uniti e Canada e in un secondo tempo (nel 1994) esteso al Messico. Il patto ha lo scopo di ridurre le barriere commerciali tra i tre stati aderenti e quelli a essi limitrofi.
NAIRU (Non accelerating inflation rate of unemployment). Livello di disoccupazione al di sotto del quale si determinerebbe un'accelerazione della dinamica dei prezzi.
NASD. Sigla di National Association of Securities Dealers. Associazione professionale dei dealers autoregolamentata e responsabile della gestione del Nasdaq. L'associazione ha anche lo spirito di garantire il pubblico degli investitori da atti fraudolenti.
NASDAQ. Sigla di National Association of Securities Dealers Automated Quotations system. Trattasi dell'indice di un mercato over the counter, che raggruppa titoli di società non quotate in Borse valori organizzate. Rappresenta altresì il sistema elettronico di negoziazione scelto dal NASD per facilitare il trading offrendo ai brokers e dealers prezzi in denaro e lettera. Nato nel 1968, è oggi fortemente specializzato nella contrattazione di titoli relativi a società operanti nel settore dell'information e communication technology. L'indice composito include oggi circa 4.000 società, delle quali le 100 con maggiore capitalizzazione compongono l'indice Nasdaq 100.
Nastro dei prezzi. Nastro sul quale venivano riportati i prezzi dei titoli fatti segnare in Borsa. Oggi il ticker tape è stato sostituito da sistemi elettronici. Infatti i simboli scorrono su un tabellone luminoso insieme ai relativi prezzi man mano che vengono comunicati dalle autorità di Borsa.
NAV. E' il Net Asset Value ovvero una stima del valore del patrimonio netto a prezzi di mercato. Se il valore di capitalizzazione della società quotata è inferiore al Nav la società è sottovalutata rispetto ai valori contabili.
NAV rettificato. La rettifica del Net Asset Value si rende necessaria in presenza di operazioni straordinarie quali il rimborso parziale delle quote del fondo.
Neckline. Linea il cui superamento, in un grafico, conferma il completamento di una figura di inversione (cfr. Tecniche di analisi - Analisi tecnica di base).
Negoziabile. Indica un titolo di debito che può essere trasferito da un soggetto a un altro sotto forma di denaro, o come pagamento di una obbligazione. Tipico è il caso dei certificati di deposito emessi in ammontari elevati e acquistati da investitori istituzionali, i quali possono decidere, in un secondo momento, di venderli sul mercato secondario. Assegni, tratte e cambiali sono tipicamente strumenti negoziabili.
Negoziazione continua. In questa fase le proposte di acquisto e vendita tra loro compatibili per prezzo e quantità sono automaticamente abbinate dal sistema telematico e concluse (matching automatico). In particolare, una proposta con limite di prezzo in acquisto è abbinata con una o più proposte di vendita aventi prezzo inferiore o uguale a quello della proposta immessa; una proposta con limite di prezzo in vendita è abbinata con una o più proposte di acquisto con prezzo pari o superiore a quello della proposta immessa. Una proposta senza limite di prezzo in acquisto (vendita) è abbinata con una o più proposte di vendita (acquisto) aventi prezzo uguale al miglior prezzo di vendita (acquisto) esistente al momento della sua immissione. Non è consentita l'immissione di proposte con limite di prezzo aventi prezzi superiori o inferiori ai limiti percentuali di variazione massima dei prezzi stabiliti dalla Borsa Italiana S.p.A.. Il prezzo di conclusione del contratto è pari a quello della proposta avente priorità temporale superiore.
Neoliberismo. Il neoliberismo è una dottrina economica che ha avuto grande impulso a partire dagli anni '80, soprattutto ad opera di Margaret Thatcher e Ronald Reagan. Essa sostiene la liberazione dell'economia dallo Stato, la privatizzazione dei servizi pubblici, la liberalizzazione di ogni settore non strategico e la fine di ogni chiusura doganale. I sostenitori del neoliberismo, portando come prova la notevole crescita economica registrata negli Stati che hanno adottato questa linea di sviluppo, spiegano che favorendo la libertà di mercato si ingenera nel lungo periodo una generale crescita dell'economia in termini di PIL e di livello di scambio tra paesi lontani: questo ciclo virtuoso accresce nel tempo il livello di benessere non solo delle classi agiate ma anche delle grandi masse. Tale miglioramento economico deve essere considerato anche sotto il profilo della difesa del diritto di ogni uomo a disporre autonomamente di sé e della propria vita. Queste tesi sono sostenute soprattutto dalle forze politiche, non strettamente conservatrici, che si ispirano al Liberismo ed al capitalismo. Critiche al Neoliberismo. Secondo i critici, il neoliberismo non ha portato benessere a tutta l'umanità, ma ha accentuato le disuguaglianze fra le differenti classi sociali all'interno dello stesso Paese e le sperequazioni esistenti tra i paesi ricchi ed il "sud" del mondo. Ovvero è aumentata la ricchezza di alcuni paesi e delle multinazionali a scapito della maggioranza dei poveri. Altri detrattori hanno sottolineato che questo processo di arricchimento generalizzato è avvenuto soprattutto a scapito del pianeta Terra distruggendo per sempre risorse non rinnovabili e creando di conseguenza esternalità negative.
Net asset value. Patrimonio totale di una società di un fondo meno tutte le passività e gli oneri precedenti. Il valore del patrimonio netto per azione è calcolato dividendo questa cifra per il numero d'azioni ordinarie di fondi in emissione.
Net present value (NPV.) Valore che si ottiene scontando il flusso monetario netto derivante da un progetto di investimento di capitale al tasso di interesse desiderato. Al posto del tasso di interesse desiderato si può inserire il tasso di interesse che frutterebbe se si investisse il capitale in un'altra opportunità. In entrambi i casi, se si ha un valore positivo l'investimento, teoricamente, è finanziariamente conveniente e viceversa. Il tasso di interesse da inserire è quello più appropriato in realazione all'obiettivo che si vuole conseguire; esso potrebbe anche essere il tasso di inflazione. Dalla mia pratica personale ho scoperto che l'uso frequente di questo parametro, consente, di maneggiarlo in modo sempre più appropriato. Vedi VAN.
Netto. Indica ciò che resta di una grandezza economica (micro o macro) dopo che sono state effettuate tutte le deduzioni necessarie. Per quanto riguarda le operazioni in titoli, il termine rappresenta la differenza tra il prezzo che viene pagato per acquistare un bene di investimento e il ricavato della vendita al netto delle commissioni di intermediazione.
New arrangements to borrow (Nab). Accordi tra I’FMJ e 25 paesi (quelli del G7, gli altri industriali e gli “emergenti” asiatici), concordati nel 1996 e in vigore dal 17 novembre 1998. Prevedono che, in particolari condizioni di crisi, o di pericolo per la stabilità, del sistema monetario internazionale, i partecipanti all’accordo forniscano all’FMI risorse di credito addizionali a quelle dei General Arrangements to Borrow (vedi), sino a un totale di 34 miliardi di DSP. L’Italia partecipa sino a un totale di 1.772 milioni di DSP. Gli accordi resteranno in vigore per 5 anni e potranno essere rinnovati.
New business value. Per il ramo vita: Stima del valore per l'assicurazione della nuova raccolta di portafoglio Vita nel periodo in esame.
New economy. Con questo termine vengono raggruppate l'economia delle telecomunicazioni, dei media, di internet, dell'informatica e delle biotecnologie. Questa è l'economia del futuro e anche del presente nata negli Stati Uniti e sbarcata in Europa. Una delle caratteristiche delle imprese della new economy è il tasso di crescita estremamente alto, ma spesso non sono ancora in grado di produrre utili. Sono imprese ad alto tasso di rischio e operano su mercati estremamente dinamici.
New York Stock of Exchange (Nyse). E' il maggiore mercato azionario del mondo con una capitalizzazione totale di circa 12.000 miliardi di dollari e la presenza di 500 società straniere per le quali l'ammissione alle quotazioni ufficiali di New York rappresenta un ambito riconoscimento. Nonostante l'importanza del mercato, il sistema di contrattazione usato dal Nyse è pur sempre quello tradizionale "alle grida". (vedi Nasdaq).
NIC. E' l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività nazionale: questo indice viene calcolato con riferimento all’intera popolazione presente sul territorio nazionale ed all’insieme di tutti i beni e servizi acquistati dalle famiglie ed aventi un effettivo prezzo di mercato; tale indice, che considera i consumatori italiani come un unico insieme omogeneo, misura quindi l'inflazione a livello dell'intero sistema economico e rappresenta pertanto, per il governo, uno dei parametri di riferimento per la progettazione delle politiche economiche: può, ad esempio, essere utilizzato per indicare nel DPEF il tasso d'inflazione programmata.
Nicchia. Si tratta di un segmento di mercato dalle dimensioni limitate in cui un'impresa è riuscita a raggiungere una quota di mercato dominante. Una banca di nicchia, invece, può essere un ente creditizio in grado di offrire servizi particolari per i residenti di una certa zona geografica, ma che per operazioni più complesse si appoggia a corrispondenti di più grandi dimensioni.
Nikkei 225. Indice storico della Borsa valori giapponese nato nel 1949; è formato dalla media delle quotazioni dei 225 titoli più importanti quotati nella prima sezione della borsa di Tokyo; viene calcolato giornalmente (vedi Topix).
Nome. Espressione gergale usata nelle operazioni finanziarie per indicare la controparte. Non poter fare un nome, ha il significato di non avere l’autorizzazione ad effettuare operazioni con una certa istituzione finanziaria.
Nominale di rimborso. È il valore facciale di un titolo obbligazionario che dovrà essere rimborsato alla scadenza del prestito, non considerando la cedola che può essere pagata nello stesso momento.
Non adjusting events. Eventi indicatori di condizioni sorte dopo la fine dell'esercizio e quindi non implicanti modifiche nei valori di bilancio.
Non rinnovabile. È un titpo di prestito obbligazionario in cui è presente una clausola che impedisce all'emittente di rimborsare i titoli tramite l'emissione di un altro prestito a differenti condizioni. In questa maniera i possessori dei titoli sono tutelati dalla possibilità di rimborso anticipato delle obbligazioni.
Non-underwritten facilities. Operazioni di finanziamento che non comportano né l’impegno a sottoscrivere i titoli non collocati,
né l’apertura di linee di credito (es. Euro-commercial paper e Medium-term note).
Norme antitrust. Leggi atte a evitare eventuali situazioni di monopolio o oligopolio industriale che possano nuocere al funzionamento del libero mercato.
Nota. Titolo di debito che rappresenta una promessa di pagamento di una certa somma a una certa data, o alternativamente in un momento qualsiasi della vita del titolo.
Nota a tasso variabile. Tipo di finanziamento a tasso variabile in cui l'interesse da riconoscere all'istituto di credito viene determinato di volta in volta, sulla base di un tasso di riferimento. Il più utilizzato è il prime rate.
Nota di accredito. Il documento, avente la forma della fattura, emesso dal cedente per l'effettuazione di una variazione in diminuzione in seguito al riscontro di inesattezze, o di operazioni inesistenti nella fattura originariamente emessa. Tale documento, che va numerato e deve contenere l'ammontare del minor imponibile, la relativa IVA, nonchè i dati della fattura originaria, in genere va registrato come segue: dal cedente (soggetto che la emette), nel registro IVA acquisti, per aumentare l'IVA detraibile, dal cessionario (soggetto che la riceve), nel registro IVA vendite, per aumentare l'IVA a debito.
Nota di pagamento. Documento che impone il pagamento di una nota di debito emessa precedentemente. La nota di pagamento viene comunicata al debitore con alcuni giorni di anticipo, riportando tutte le caratteristIche del debito/prestito contratto.
Nota integrativa. E' una parte integrante del bilancio d'esercizio che ha i seguenti scopi:

  • completare i dati dei prospetti contabili (Stato patrimoniale e Conto economico), fornendo ulteriori informazioni quantitative e descrittive;
  • motivare determinati comportamenti, soprattutto in merito alle valutazioni effettuate, alle deroghe a determinate disposizioni di legge, ecc.

In Italia, il contenuto informativo minimo della nota integrativa è prescritto dall'Art. 2427 del Codice Civile, nonché - in via indiretta - da una serie di altre disposizioni "sparse" (si vedano, ad esempio, il 3° e il 4° comma dell'art.2423, l'art. 2423-bis e l'art. 2423-ter). Per approfondimenti si rimanda al seguente testo.

Le disposizioni contenute nell'art.2427 richiedono una serie di indicazioni che si possono così raggruppare:

  1. indicazioni riguardanti i Criteri di valutazione. Le informazioni richieste consistono in una sintetica ma chiara e non equivoca illustrazione dei criteri applicati nella valutazione delle voci di bilancio, nelle rettifiche di valore (ammortamenti e svalutazioni) e nella conversione dei valori sorti in moneta estera.
  2. indicazione dei movimenti nelle voci del patrimonio. Devono essere esposti i movimenti intervenuti nelle immobilizzazioni (materiali, immateriali e finanziarie) partendo dalla consistenza iniziale per giungere alla consistenza di fine esercizio. È fatto obbligo, altresì, di evidenziare le variazioni intervenute nella consistenza delle altre voci dell'attivo e del passivo, esplicitando in particolare la formazione e gli utilizzi che riguardano il Patrimonio netto, i Fondi per rischi e oneri e il TFR di lavoro subordinato. Devono altresì essere indicate la misura e le ragioni delle riduzioni di valore che sono state applicate alle immobilizzazioni immateriali di durata indeterminata, facendo riferimento alla loro futura utilità e, se determinabile, al loro valore di mercato.
  3. composizione e dettaglio di talune voci del bilancio. Va indicata la composizione di alcune voci dell'attivo e del passivo patrimoniale, quali: i "costi di impianto e di ampliamento" e i "costi di ricerca, sviluppo e di pubblicità"; le partecipazioni in imprese collegate e controllate; i crediti e i debiti di durata superiore a 5 anni e i debiti assistiti da garanzie reali sui beni sociali; i ratei e i risconti (attivi e passivi); gli altri fondi e le altre riserve. Relativamente alle voci del Conto economico, devono essere esposti: se significativa, la ripartizione dei ricavi delle vendite per categorie di attività e per aree geografiche; la suddivisione degli interessi e altri oneri finanziari, indicati alla voce C17, relativi ai prestiti obbligazionari, verso le banche e altri; la composizione della voce proventi e oneri straordinari, quando il loro ammontare sia apprezzabile; l'ammontare degli oneri finanziari patrimonializzati; l'ammontare dei proventi da partecipazioni diversi dai dividendi; gli eventuali effetti significativi delle variazioni nei cambi delle valute estere verificatesi dopo la chiusura dell'esercizio. La Nota integrativa deve anche includere:
    • l'indicazione analitica delle voci di patrimonio netto, specificandone in appositi prospetti l'origine, le possibilità di utilizzazione o di distribuzione, nonché le utilizzazioni avvenute nei precedenti esercizi;
    • un prospetto delle differenze fiscali che determinano la rilevazione di imposte differite e anticipate, il quale fornisca una serie di informazioni su questo particolare aspetto.
  4. informazioni diverse. Riguardano gli impegni assunti non evidenziati nei conti d'ordine dello Stato patrimoniale, il numero medio dei dipendenti, i compensi agli amministratori e ai sindaci, le varie categorie di azioni, di obbligazioni e di altri titoli emessi dalla società.

Note al bilancio d'esercizio secondo gli IAS. Secondo lo IAS 1 nella sezione del bilancio relativa alle note esplicative e ai criteri contabili devono essere indicati, sia i princìpi di redazione del bilancio e gli specifici criteri contabili applicati per fatti e operazioni significative, sia le informazioni necessarie per una corretta rappresentazione di quanto non sia esposto nei prospetti del bilancio. Secondo gli IAS, le note al bilancio devono essere esposte in modo organico e devono includere descrizioni narrative o numeriche più dettagliate dei valori esposti nei prospetti di stato patrimoniale, di conto economico e di rendiconto finanziario. Inoltre, lo IAS 1 indica un ordine nella presentazione delle note al bilancio: - dichiarazione di conformità con i princìpi contabili internazionali, - sommario dei princìpi alla base della determinazione dei valori e dei criteri contabili adottati, - informazioni di supporto alle voci esposte nei prospetti di bilancio nell'ordine in cui ciascuna voce del bilancio e ciascun prospetto è presentato, - passività potenziali, impegni e altre informazioni finanziarie e non finanziarie, come gli obiettivi e le politiche di governo dei rischi. Lo IAS 1 precisa, inoltre, che devono essere distintamente illustrati i criteri per la determinazione dei valori scritti nella redazione del bilancio e ogni specifico criterio contabile adottato, in modo da rendere comprensibile al lettore del bilancio le valutazioni effettuate per ogni singola voce. La domanda se un criterio contabile vada illustrato o no merita sempre una risposta positiva se l'informativa aggiunta facilita i lettori nella comprensione del modo in cui le operazioni e i fatti sono stati esposti nel bilancio, indipendentemente dall'ammontare delle voci.
Note di contratto a capitale proprio (Equity contract notes). Sono titoli obbligazionari che vengono emessi da una società finanziaria o bancaria resi convertibili in titoli azionari specificati a un prezzo prefissato e a una data futura.
Note di obbligazioni a capitale proprio (Equity commitment notes). Sono titoli obbligazionari che vengono emessi da una società finanziaria o bancaria che vanno rimborsati dalla società stessa in un periodo di tempo anteriore alla scadenza, tramite proventi derivanti dall'emissione di nuove azioni.
Note indicizzate. Titolo di debito il cui tasso d'interesse viene solitamente fissato ogni sei mesi sulla base della rilevazione di un rendimento di mercato, normalmente quello dei titoli di Stato oppure il tasso Libor, la cui durata può arrivare anche a cinque anni.
Note issuance facility. È una facilitazione di credito pluriennale, a disposizione di un nome primario da parte di un pool di banche, consistente nella possibilità di emettere pagherò a breve scadenza. Queste banche garantiscono frequentemente la disponibilità dei fondi, impegnandosi ad acquistare gli effetti che non trovassero collocamento sul mercato o mettendo a disposizione del cliente un credito "stand by".
Notes. Strumenti finanziari a breve- medio termine emessi da una società commerciale o da un ente pubblico e con interesse scontato anticipatamente.
NOW (Negotiable order of withdrawal). Sono ordini di prelievo di fondi cedibili. I fondi su cui va a valere l’ordine sono depositati presso una banca, dove fruttano interessi attivi per il titolare del conto.
Nuda proprietà. In diritto, la nuda proprietà è un caso di proprietà privata alla quale non si accompagna un diritto reale di godimento del bene cui è relativa. Tipicamente si riferisce a beni immobili e altrettanto tipicamente è la condizione della proprietà menomata dalla vigenza di un diritto di usufrutto sul bene; è da taluni contestato il riconoscimento di nuda proprietà alle unità immobiliari la cui proprietà sia ridotta dalla correnza di un diritto di abitazione. Sebbene il caso più noto si riferisca a immobili adibiti ad uso di abitazione, può aversi nuda proprietà in tutti i tipi di beni sui quali siano possibili accensioni di gravame d'uso. Al cessare del gravame che menoma la piena proprietà, a esempio all'estinzione dell'usufrutto, la nuda proprietà si riunisce ipso facto ai diritti complementari, ricostituendo la pienezza potestativa. La disciplina giuridica della nuda proprietà si ricava avuta considerazione alla disciplina della proprietà, per differenza da quella emanata per la regolazione dell'usufrutto.
Nuova emissione. Titoli per la prima volta offerti al pubblico, azioni o obbligazioni, solitamente sottoscitti da banche di investimento che si occupano successivamente del collocamento presso gli investitori al dettaglio.
Nuova macroeconomia classica. La nuova macroeconomia classica emerge come scuola di macroeconomia durante gli anni '70. Opposta all'economia Keynesiana, costruì la propria analisi interamente su modelli di economia neoclassica. Specificatamente la nuova macroeconomia classica (NMC) sottolinea l'importanza delle azioni dei singoli individui quali agenti razionali, che basano le proprie scelte su modelli microeconometrici. La Nuova economia keynesiana si sviluppa in risposta alle assunzioni delle nuova macroeconomia classica. Alcune assunzioni sono comuni alla gran parte dei modelli della NMC. Innanzitutto si assume che tutti i soggetti sono razionali (tentano quindi di massimizzare la propria utilità) e possiedono delle aspettative razionali. Inoltre si assume che la macroeconomia ha un unico equilibrio di piena occupazione, che è stato raggiunto attraverso un aggiustamento dei prezzi e dei salari. La nuova macroeconomia classica è stata anche pioniera nell'uso di modelli con l'agente rappresentativo (vedi). Il più famoso modello neoclassico è quello della Real Business Cycles, sviluppato da Robert Lucas, Finn Kydland, e Edward C. Prescott, costruito sull'idea di John Muth. Bibliografia. Alan P. Kirman, "Whom or What does the Representative Individual Represent?" Journal of Economic Perspectives 6(2), Spring 1992: 117-136.
Nuova macroeconomia keynesiana. La nuova macroeconomia keynesiana (NMK) o nuova economia keynesiana (NEK) è una scuola di pensiero economico che, in risposta alle conclusioni della nuova macroeconomia classica riabilita l'economia keynesiana, riprendendone l'impostazione ma arricchendola di nuovi concetti. Tra le teorie principali possono annoverarsi la teoria insider-outsider di Assar Lindbeck e Dennis Snower, la teoria dei contratti periodici di Stanley Fischer e John Taylor, la teoria dei contratti impliciti (precedente alla nuova macroeconomia classica, ma riutilizzata nell'ambito della NMK), la teoria dell'isteresi di Olivier Blanchard e Lawrence Summers, la teoria dei salari efficienti, principalmente attribuita a Joseph Stiglitz e Carl Shapiro. Bibliografia. Bruno Jossa, Macroeconomia, Padova, Cedam, 2000. 515-546 ISBN 88-13-22280-7
Nuovo mercato. Il più giovane dei mercati regolamentati italiani (gennaio 1999); è destinato alle piccole e medie imprese con elevato potenziale di sviluppo. Vi si negoziano solo azioni ordinarie e diritti di opzione; è collegato con gli altri nuovi mercati europei.
NYBOR (New York Interbank Offered Rate). Tasso di interesse al quale le maggiori banche operanti sulla piazza finanziaria di New York sono disposte a mutuare fondi.
NYMEX. Acronimo di New York Mercantile Exchange, uno dei più grandi mercati mondiali per le commodities. Fondata nel 1872 per il trading su uova, burro e formaggio, ora è la borsa di riferimento per il petrolio. Altri importanti mercati mondiali di commodities sono: A Londra: - LME (London Metal Exchange) il mercato di riferimento per i metalli non ferrosi e l'acciaio. In futuro verrà inserito un contratto future anche per la plastica. - IPE (International Petroleum Exchange) , dove viene negoziato il petrolio del Mare del Nord. Negli USA: - COMEX (Commodity Exchange), è una divisione del NYMEX ed è conosciuta perchè vengono trattati i metalli preziosi. - CBOT (Chicago Board of Trade), il mercato mondiale più importante per i cereali. Fondata nel 1848 è la borsa più grande degli USA. - MIDAM (Midamerica Commodity Exchange), a Chicago, nota perchè vengono trattati i mini-contratti. Va bene per chi vuole iniziare a operare sui Futures rischiando poco capitale. Fa parte del CBOT. - CME (Chicago Mercantile Exchange), fondata nel 1874 col nome di Chicago Produce Exchange,ha questo nome dal 1919. - IMM (International Monetary Market), a Chicago, è una divisione del CME ed è famosa perchè vengono contrattati i Futures finanziari quali SandPe Nasdaq. Quindi tutt'altro che commodities. - NYCE (New York Cotton Exchange), è la piu' vecchia borsa merci di New York. Dal Giugno del 1998 si e' fusa col CSCE per formare il New York Board of Trade (NYBOT) - CSCE (Coffee, Sugar, Cocoa Exchange), dal Giugno del 1998 si è fusa col NYCE per formare il New York Board of Trade (NYBOT). - NYBOT (New York Board of Trade), nata dalla fusione, nel 1998, di CSCE e NYCE





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