Occorre meditare su ciò che procura la felicità, perchè se c'è abbiamo tutto, se non c'è facciamo di tutto per averla.
Epicuro, Lettera a Meneceo
Il contrasto al dissesto idrogeologico
è una priorità assoluta di questo
governo. Di fronte alla fragilità
strutturale del nostro territorio, che si
manifesta con eventi naturali drammatici
mettendo a rischio la vita dei cittadini,
stiamo lavorando dal primo giorno
con determinazione su due fronti:
affrontando a viso aperto le emergenze
e programmando allo stesso tempo
un grande piano di messa in sicurezza
del suolo con una mole di risorse
economiche senza precedenti.
Siamo partiti dalle inaccettabili
contraddizioni con cui l’Italia fa i conti
da anni: iniziando cioè a recuperare
quei 2,3 miliardi di euro, una cifra
enorme, già disponibili per finanziare le
opere e rimasti impantanati in cattive
burocrazie che hanno di fatto fermato
per troppo tempo la battaglia al dissesto.
In otto mesi abbiamo recuperato oltre
un miliardo di euro e con questi fondi
aperto o riaperto 783 cantieri. Contiamo
di arrivare entro la fine di quest’anno
a recuperare tutti i soldi rimasti fermi
e dare il via alle altre opere bloccate.
Un’altra contraddizione era quelle
delle competenze, i cui rimpalli hanno
determinato solo confusione e stasi nella
gestione degli interventi: con il nostro
provvedimento sulla Competitività,
il Dl 91, abbiamo reso i presidenti di
Regione commissari straordinari al
dissesto, attribuendo poteri più chiari e
prevedendo una notevole semplificazione
degli adempimenti burocratici.
E poi abbiamo lanciato il nostro grande
progetto per il paese, in collaborazione con
la Struttura di missione costituita a Palazzo
Chigi: mai nessun governo aveva messo in
campo sette miliardi in sette anni (cinque
dai fondi di sviluppo e coesione e due dal
cofinziamento regionale) per rimettere in
sicurezza l’Italia.
Come primo intervento operativo ci
siamo concentrati sulle grandi aree
metropolitane, con 600 milioni di euro
destinati agli interventi più urgenti. Un
primo stralcio del piano nazionale che
vale 1,2 miliardi e prevede oltre 7000
opere pianificate in tutte le regioni.
Questa è innanzitutto una grande
sfida culturale. Abbiamo davanti a noi
un percorso lungo e difficile: perché il
problema del dissesto idrogeologico
non si risolverà in pochi mesi. Avrà
bisogno di tempo, di vera e paziente
programmazione proprio come quella
che stiamo facendo. Avrà necessità
soprattutto di un nuovo approccio al
problema da parte di tutti, istituzioni e
cittadini. Chiudendo innanzitutto una
volta per tutte la stagione dei condoni
edilizi che hanno devastato il nostro
territorio e messo a rischio migliaia
di persone. Ragionando a una nuova
gestione del territorio, valorizzando
quello che c’è e non utilizzandone di
nuovo: il disegno di legge sul consumo
del suolo in discussione in Parlamento
va proprio alla ricerca di un nuovo
approccio virtuoso alla questione.
E ancora, lavorando insieme senza
divisioni per ottenere gli obiettivi: va in
quest’ottica l’accordo raggiunto con le
organizzazioni sindacali per nuovi e più
flessibili turni di lavoro nei cantieri, che
danno la possibilità di accorciare i tempi
di realizzazione degli interventi.
Tutti insomma devono sentirsi
protagonisti, nessuno escluso. Perché il
contrasto al dissesto è anche una questione
di credibilità per le istituzioni e per
l’intero sistema Paese. La scommessa che
dobbiamo vincere – e siamo in grado di
farlo – è ancora più ambiziosa: rimettere in
moto l’Italia puntando sulla sostenibilità,
che significa scelte green in ogni ambito
della nostra economia e dunque anche
messa in sicurezza e protezione del
territorio, bonifica delle aree inquinate
e conseguente restituzione ai cittadini
delle zone a rischio, trasparenza e legalità
in un settore da sempre nel mirino delle
ecomafie, educazione dei giovani alle
buone pratiche ambientali.
La strada, come ho detto, è lunga e
impervia: guai però a non percorrerla. Dal
governo non mancherà mai l’impegno e
insieme la speranza di farcela. Mettiamo
in sicurezza il territorio, facciamo
franare i progetti criminali sull’ambiente,
restituiamo agli italiani la certezza di
vivere in un territorio sicuro.
Gian Luca Galletti • Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare.
da www.arpa.emr.it/ecoscienza 3/15
Impresa Oggi - 25 luglio 2015
Tratto da