Che cosa faccio nel mio ritiro? Curo la mia piaga.
Seneca, Lettere a Lucilio
Una delle grandi rivelazioni del
mio primo anno da Commissario
europeo per l’ambiente è stato
il grado di accordo esistente riguardo
all’idea di una transizione a un’economia
più circolare. Questo non è limitato a
qualche settore della società, a qualche
particolare stato membro o a qualche
particolare industria. È come se ci fosse
qualcosa nell’aria, un’idea diffusa il cui
tempo adesso è arrivato.
In tutto il mondo, le persone sono
stanche dell’approccio tradizionale
“prendi, produci, consuma e butta”. Il
modello economico di ieri ha portato una
ricchezza enorme, ma ha lasciato anche
un’eredità che non possiamo ignorare.
Il nostro pianeta si sta riscaldando, le
specie scompaiono e le risorse da cui
dipendiamo stanno diventando più scarse.
Spostarsi verso un’economia circolare
può rompere questi schemi. Possiamo
reinventare il nostro modello economico
e costruire una nuova generazione
di imprese europee, producendo ed
esportando prodotti e servizi puliti in
tutto il pianeta. Questo è il pensiero alla
base del pacchetto sull’economia circolare
adottato dalla Commissione a inizio
dicembre.
Le proposte sono costruite intorno a
un’idea semplice: invece di un processo
lineare, che va dall’estrazione alla
produzione alla discarica, il modello di
economia circolare mantiene i materiali
e il valore in circolazione all’interno
del sistema economico il più a lungo
possibile, in modo da minimizzare
costantemente le perdite.
L’inizio del processo circolare non può
che essere la progettazione. Se vogliamo
passare a prodotti più durevoli, riparabili
e più efficienti nell’uso delle risorse, allora
devono essere progettati per mantenere
il proprio valore più a lungo. Riuso,
riparazione e riproduzione portano
maggiori benefici rispetto al riciclo e una
migliore progettazione è la chiave per
permettere questo cambiamento.
Uno strumento chiave sarà la direttiva
Ecodesign, che la Commissione rivedrà,
tenendo ogni volta attentamente in
considerazione le specificità dei diversi
tipi di prodotti. Un primo esempio
concreto saranno i nuovi requisiti per i
display elettronici, che la Commissione
adotterà a breve.
Gli schemi di responsabilità estesa del
produttore sono un altro importante
strumento che influenza il design. Essi
possono fornire incentivi importanti,
perché influiscono sul contributo
finanziario dei produttori quando un
prodotto raggiunge la fine della propria
vita. Questo dà ai produttori un vero
incentivo per progettare prodotti che
durino più a lungo.
Dopo la progettazione, viene la
produzione. Le azioni qui includeranno
la promozione dell’efficienza nell’uso
delle risorse in specifici settori industriali
e la spinta verso una migliore gestione
dei rifiuti, dal momento che si tratta
di misure win-win per le imprese e per
l’ambiente. Ci saranno anche sforzi
maggiori per facilitate la “simbiosi
industriale”, per cui i rifiuti o sottoprodotti di un’industria diventano l’input
per un altro processo produttivo.
Ci sarà uno sforzo rinnovato per
garantire che le fonti di materie prime
siano sostenibili. Questo troverà
applicazione anche sui materiali che
entrano nell’Unione europea dal mercato
globale. La Commissione promuoverà
il dialogo e il partenariato politico e
applicherà politiche commerciali e di
sviluppo per massimizzare la sostenibilità.
Le economie moderne ruotano attorno
alle scelte dei consumatori. Le ricerche
hanno mostrato che i consumatori
moderni desiderano informazioni
migliori e hanno bisogno di migliori
informazioni per essere in grado di
effettuare scelte più informate. Questo
significa che l’etichettatura dovrà avere
un ruolo fondamentale. Per questo
il pacchetto prevede una revisione
del sistema europeo di etichettatura
energetica, con la possibile inclusione di
informazioni sulla durabilità nell’etichetta
energetica, che è già obbligatoria.
Anche le misure volontarie come
l’Ecolabel saranno riviste e verranno
potenziate. Stiamo inoltre testando una
metodologia per il calcolo dell’Impronta
ecologica, che è un’altra strada per
mandare segnali sulla performance
economica dei prodotti.
Nel dialogo con gli stakeholder sul
pacchetto per l’economia circolare, è
emersa spesso la questione relativa
all’obsolescenza programmata. Questa è
un’altra area su cui la Commissione sta
considerando di realizzare un programma
di test indipendenti per identificare
e contrastare tali pratiche. Anche le
organizzazioni dei consumatori saranno
coinvolte nell’iniziativa.
Gli acquisti da parte degli enti pubblici
sono un grande settore di consumo
nell’Ue, in quanto rappresentano quasi
il 20% del Pil dell’Unione. Essi possono
pertanto giocare un ruolo vitale nella
transizione verso un’economia circolare. La
Commissione rafforzerà i criteri volontari
esistenti per il green public procurement,
favorendo la formazione per promuovere
la diffusione di queste pratiche.
Il nucleo del pacchetto sull’economia
circolare è una serie di misure che entrano
in gioco quando un prodotto raggiunge
la fine della sua vita utile. Lo scopo
fondamentale, naturalmente, è eliminare
il più possibile rifiuti e sprechi e diventare
una società del riciclo e del riuso.
Se guardiamo all’Ue, solo il 40% dei
rifiuti prodotti dalle famiglie viene
attualmente riciclato. Questi dati medi
nascondono ampie variazioni, con
valori che arrivano all’80% in alcune
zone e sotto al 5% in altre. Ciò che la
Commissione propone è una visione
di lungo termine per aumentare quella
media, a tutto campo, pur tenendo conto
delle differenze tra gli stati membri.
In particolare, il ricorso alla discarica
è in fase di radicale revisione. Il nuovo
obiettivo è di ridurre l’ingresso di rifiuti
in discarica al 10% entro il 2030 e di
vietare lo smaltimento in discarica di
rifiuti raccolti in modo differenziato. In
pratica, questo garantirà che tutto ciò che
è riciclabile non possa finire in discarica.
Questo sarà un obiettivo obbligatorio,
che dovrà essere raggiunto da tutti gli
stati membri.
L’idea è che entro il 2025 le azioni
comprese nel pacchetto sull’economica
circolare siano in atto e che siamo in
grado di rivederle se gli obiettivi saranno
innalzati. Qualsiasi revisione, secondo
il testo di legge, non potrà diminuire il
livello degli obiettivi, che potranno solo
essere incrementati o rimanere uguali.
Il pacchetto contiene obiettivi di
riciclo più ambiziosi per i materiali
da imballaggio in carta, vetro, plastica,
metalli e legno. La ragione è semplice:
i prezzi delle materie prime stanno
crescendo e rappresentano già più
del 30% della struttura dei costi delle
industrie manifatturiere europee.
Incrementare gli obiettivi rappresenterà
una vittoria nel lungo periodo, che farà
risparmiare soldi alle industrie europee
che usano materie prime secondarie.
Questi obiettivi di più lungo termine
significheranno anche una maggiore
certezza per le imprese. Ci sono pochi
incentivi a investire senza certezze;
scadenze chiare e obiettivi concreti
forniscono invece quella rassicurazione
che gli investitori richiedono e
l’ambizione di cui abbiamo bisogno.
Le materie prime critiche sono di grande
importanza economica e la Commissione
affronta questa partita incoraggiando
il riciclo dei rifiuti elettronici. Sono in
preparazione anche misure specifiche
sulle biomasse e sui prodotti a base
biologica. Il settore della costruzione
e demolizione è un altro punto chiave
di attenzione, non solo per garantire il
recupero di risorse importanti, ma anche
nella misurazione della performance
ambientale degli edifici.
Ma la domanda di materie prime
secondarie si svilupperà solo se la qualità
del riciclato sarà sufficiente. Per questo,
dobbiamo fissare standard di qualità, da
definire in collaborazione con l’industria,
e individuare meccanismi migliori
per rilevare la presenza di sostanze
potenzialmente pericolose. Più le
informazioni che i riciclatori avranno sui
materiali da riciclare saranno affidabili,
più essi saranno in grado di fornire
materie secondarie di buona qualità.
Questo è anche un passo ovvio per avere
un elevato livello di protezione della
salute umana e dell’ambiente.
Abbiamo anche annunciato una
strategia specifica sulla plastica, un tema
importante e complesso: oggi solo il 25%
dei rifiuti plastici viene riciclato, mentre
la metà va in discarica, con pesanti
conseguenze economiche e ambientali. E
come sappiamo fin troppo bene, troppa
plastica finisce nei mari e negli oceani
come rifiuti marini. Ci occuperemo di
questi temi nel lavoro a venire.
Per realizzare tutto questo, la
Commissione sta fortemente sostenendo
l’innovazione. La creazione di nuovi
modelli tecnologici ed economici che
daranno forma al nostro futuro avrà
anche una componente finanziaria. Nel
programma di lavoro 2016-2017 di
Horizon 2020 metteremo sul tavolo 650
milioni di euro per progetti dimostrativi
di innovazione. Le misure che stiamo
proponendo hanno una buona possibilità
di successo. Un recente rapporto di Ellen
MacArthur Foundation, McKinsey
Center for Business and Environment e
Sun (il fondo di dotazione tedesco per
l’economia ambientale e la sostenibilità)
prevede che l’Europa usi nuove
tecnologie circolari per trasformare la
propria economia e creare un profitto
netto aggiuntivo di quasi 1.000 miliardi
di euro entro il 2030. Questo si traduce
in un aumento del 7% del Pil, con un
dimezzamento delle emissioni di anidride
carbonica rispetto ai livelli attuali.
L’evoluzione è un processo inarrestabile
e l’economia mondiale sta affrontando
un periodo di rapido cambiamento. La
Commissione ha dato delle risposte
e adesso tocca alle altre istituzioni (e
alla società europea) trasformarle in
realtà. Non sottovalutiamo il potere
di queste proposte, pensate e adattate
per il nostro periodo di cambiamento.
Prese tutte insieme, contribuiranno a
far sviluppare l’Unione europea come
un’economia sostenibile, a basso tasso di
carbonio, efficiente nell’uso delle risorse
e competitiva. Questa è l’occasione
migliore che abbiamo per trasformare
la nostra società e per generare vantaggi
competitivi nuovi e sostenibili per le
industrie europee.
Karmenu Vella
Commissario europeo per l’Ambiente,
la pesca e gli affari maritti
Traduzione di Stefano Folli
Tratto da Ecoscienza
Impresa Oggi - 23 gennaio 2016
Tratto da