Per vivere più felicemente l'uomo saggio vive più virtuosamente
Seneca, Lettere morali a Lucilio
La carne rossa che è cancerogena e va bandita dalla tavola, la carne rossa che invece si può mangiare, lo dice il ministero della Salute… La Dukan che fa miracoli, salvo che poi Pierre Dukan viene radiato dall’ordine dei medici francesi… Siamo sempre più bombardati da notizie contraddittorie sul cibo. Parafrasando una poesia di W. H. Auden sull’amore, viene da dire «la verità, vi prego, sull’alimentazione». Qualcosa di scientifico, se possibile.
Non la dieta dell’ananas. Conforta, perciò, leggere un nuovo libro, non il primo con la parola “dieta” nel titolo, eppure il primo a proporre una dieta con un marchio scientifico, quello dello Ieo, l’Istituto Europeo di Oncologia. La dieta Smartfood, edito da Rizzoli, è scritto dalla giornalista, autrice del blog di iodonna.it Il bene che mi voglio, Eliana Liotta, che lo firma con Pier Giuseppe Pelicci e Lucilla Titta. Pelicci è direttore della ricerca allo Ieo, celebre per aver scoperto il primo gene dell’invecchiamento nei mammiferi. La Titta, nutrizionista, coordina il progetto Smartfood allo Ieo. Parlare di dieta, tuttavia, è riduttivo. La Smartfood promette non solo di tenerci in linea, ma di proteggerci dalle malattie, cancro incluso, e di allungarci la vita. In effetti, Eliana Liotta è il ritratto della salute e della forma fisica.
Leggo che le armi della dieta Smartfood sono: cibi che dialogano con il Dna, cibi che imbavagliano i geni dell’invecchiamento, cibi che mimano il digiuno. Sembra fantascienza. Invece?
Invece, sono scoperte della nutrigenomica. Alcuni cibi sono in grado di arrivare al nucleo delle nostre cellule, interagendo con il Dna. Le loro molecole sembrerebbero silenziare i geni dell’invecchiamento, detti gerontogeni, e attivare i geni della longevità. Si tratta dei Longevity Smartfood. Suonano come i liofilizzati di AstroSamantha nello spazio. Al contrario. Sono venti cibi comunissimi: arance rosse, asparagi, cachi, cavoli rossi, ciliegie, cipolle, fragole, frutti di bosco, lattuga, melanzane, mele…
In pratica, come funzionano?
Alcune delle loro sostanze attivano i geni che allungano la vita, come Sirt, e imbavagliano i geni che ci fanno invecchiare, come Tor. Sono le vie genetiche che regolano il metabolismo: i gerontogeni si esprimono dopo un pasto abbondante e ordinano che si iperproduca energia e si immagazzini grasso, due cose che innescano decadimento fisico e malattie. Al contrario, se c’è carenza di cibo, i gerontogeni “tacciono” e “parlano” i geni della longevità, imponendo che non si accumuli grasso e che si usi l’energia disponibile per riparare i danni dei tessuti e dunque per mantenerci in salute.
E qui siamo ai cibi che mimano il digiuno.
Lo mimano tutti i Longevity Smartfood. Se li mangiamo è come se non mangiassimo.
Qual è il suo Longevity Smartfood preferito?
Quello che non ti aspetti in una dieta, il cioccolato fondente al 70 per cento: due quadratini al giorno abbassano la pressione, regolano i livelli
di colesterolo, migliorano elasticità dei vasi e fluidità del sangue. La molecola smart, intelligente, è un flavonoide, la quercetina, presente anche in asparagi, capperi, cipolle e lattuga, così come i benefici effetti di arance rosse, cavoli rossi, frutti di bosco, melanzane, patate viola, prugne nere, radicchio, uva nera si devono alle antocianine che, fra l’altro, proteggono il cuore.
C’è un Longevity Smartfood per eccellenza?
L’arancia rossa di Sicilia. Test su cavie dicono che impedisce l’accumulo lipidico addirittura in presenza di una dieta ricca di grassi.
Il libro battezza anche i Protective Smartfood.
Sono cibi che non chiacchierano col Dna, ma che comunque proteggono da malanni e chili di troppo. Oltre a tutta la frutta fresca, la verdura d’oliva e gli oli di semi spremuti a freddo, i cereali integrali… Uno studio europeo sui diabetici ha dimostrato, per dire, che consumare 80 grammi in più al giorno di vegetali riduce il rischio di morte del 6 per cento.
Dobbiamo diventare vegetariani?
Quella è una scelta etica, ma due porzioni a settimana di carne bianca o rossa non fanno male.
Sono “protective” anche semi oleosi e frutta a guscio, ma non sono ipercalorici?
Ragionare esclusivamente sulle calorie è superato. Le noci, per esempio, prevengono l’Alzheimer e contengono grassi fantastici che fanno abbassare il colesterolo. Se ne possono mangiare 30 grammi al giorno. I semi sono integratori eccezionali. Quelli di lino contengono omega-3: un cucchiaio copre il fabbisogno giornaliero…
In cosa consiste la Dieta Smartfood?
Prevede due fasi: Start e Smart. La prima comprende una serie di test di autovalutazione, la seconda guida a uno schema alimentare facile, con le porzioni consigliate e nessun cibo escluso, neanche pane e pasta. L’importante è organizzare ogni pasto con metà di frutta e verdura, più verdura che frutta, un quarto di proteine e un quarto di cereali, meglio se integrali.
Un suggerimento per abituarsi?
Cominciare dalla spesa. Non chiediamoci cosa comprare di primo e cosa di secondo, ma partiamo dalla nuova pietanza principale. Ovvero: che verdure mangiamo oggi?
Dove ci porterà la ricerca sugli Smartfood?
Allo Ieo, a cui è devoluto un euro del prezzo del libro, si lavora per sviluppare farmaci che nascono dai cibi e inibiscono i gerontogeni. E, migliorando il nostro rapporto con la tavola, potremo potenzialmente vivere fino a 120 o 130 anni.
Candida Morvillo - www.iodonna.it
IMPRESA OGGI. Giova sottolineare che la dieta proposta dallo IEO non è una dieta dimagrante ma un dieta per la longevità, specie in quella parte in cui si parla di cibi che mimano il digiuno, proposta dal dott. Walter Longo.
Impresa Oggi - 27 febbraio 2016
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