Diceva Attalo "Una cattiva coscienza beve essa stessa la maggior parte del suo veleno".
Seneca, Lettere a Lucilio
L’ambiente diventa finalmente, a
pieno titolo, fattore fondamentale
di un’idea di sviluppo nuova e
coraggiosa per il paese, non più vincolo
o freno alla crescita economica, ma
elemento essenziale per intraprendere
la strada di una ripresa che faccia della
sostenibilità ambientale l’orizzonte da
perseguire.
Per la prima volta in una legge dello
Stato il titolo riporterà le parole green
economy; è il segnale che la stagione delle
riforme avviata nel paese passa anche
dall’ambiente, per un futuro che dovrà
segnare un radicale cambiamento.
Il cambiamento, per essere efficace,
richiede norme che semplifichino la vita
alle imprese che scelgono di operare in
questo settore, consentendo alla pubblica
amministrazione di essere più verde, di
ridurre l’impatto ambientale del proprio
agire, di organizzare servizi ambientali
efficienti per i cittadini e di avviare un
processo di decarbonizzazione dal basso.
Le norme devono andare anche nella
direzione di premiare i comportamenti
virtuosi dei cittadini, oltre che delle
imprese e delle amministrazioni, in modo
di dare un contributo fattivo allo sviluppo
della green economy.
In campo ambientale, al legislatore
si richiede di costruire una semplice
architettura normativa all’interno della
quale le imprese innovatrici e rispettose
delle regole possano trovare i riferimenti
per affermarsi nel mercato. Poche norme
e certe che consentano di contrastare
le imprese malavitose e combattere la
corruzione.
Quindi favorire una nuova economia,
che faccia dell’ambiente il perno dello
sviluppo futuro per il nostro paese, che
solo puntando su innovazione e qualità
può sperare di giocare un ruolo da
protagonista all’interno di un sistema
sempre più globalizzato.
Sono molte le materie sulle quali la legge
221/2015 va a incidere: dalle procedure di
valutazione ambientale ai provvedimenti
nel campo dell’energia, della difesa
del suolo e delle risorse idriche; dalla
riorganizzazione delle Autorità di bacino
accorpandole in Autorità di distretto,
dalle misure per la mobilità dolce, dagli
interventi nel settore degli acquisti “verdi”
e della gestione dei rifiuti alle misure
sul capitale naturale e sulla contabilità
ambientale.
Insieme alla riforma delle Agenzie
ambientali e all’introduzione dei
reati ambientali nel codice penale, il
collegato ambientale alla legge di stabilità
costituisce un pacchetto di riforme
indispensabili per costruire la strada del
nostro futuro. È una prima proposta
organica e concreta, che va in una nuova
direzione e coglie molti indirizzi politici
contenuti nelle recenti comunicazioni
al Parlamento europeo da parte della
Commissione europea, per citare le
più significative Un’Europa efficiente
nell’impiego delle risorse e Verso un’economia
circolare: programma per un’Europa a zero
rifiuti.
Dopo un primo approfondito passaggio
alla Camera, al Senato il provvedimento
è stato significativamente arricchito nel
numero degli articoli. L’approvazione in
terza lettura alla Camera ha consentito
di varare un provvedimento veramente
organico e incisivo.
Alessandro Bratti
Deputato Partito democratico, presidente
della Commissione parlamentare di inchiesta
sulle attività illecite connesse al ciclo dei
rifiuti e su illeciti ambientali a esse correlati
Tratto da Ecoscienza - 1/2016
Impresa Oggi - 14 marzo 2016
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