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Le statistiche di genere

Tutto ciò che è verità è anche una mia proprietà: continuerò a proporti concetti di un nostro avversario, Epicuro, affinchè quei tali che giurano sulle parole del proprio maestro e non giudicano la loro sostanza, ma considerano solo chi le ha pronunciate, sappiano che i principi migliori costituiscono un patrimonio comune.

Seneca Lettere morali a Lucilio.


Produrre, diffondere e promuovere l’uso di statistiche articolate per genere è tra le priorità dell’Istat. Utilizzare una prospettiva di genere significa riscontrare disparità tra uomini e donne sulla base di differenze collegate al sesso (le differenze biologiche) e al genere appunto (le differenze sociali e culturali). Le statistiche di genere, pertanto, investono molti aspetti e molte sfere della società: le attività tra uomini e donne, le loro reciproche relazioni, le differenze nell’accesso e nell’uso delle risorse, le reazioni ai cambiamenti culturali, economici e sociali.

Per descrivere adeguatamente queste differenze è necessario prendere in considerazione le diverse realtà socio-economiche che investono uomini e donne. Per questo, l’Istat non si limita a raccogliere e analizzare i dati relativi agli individui distintamente per sesso, ma osserva anche i fattori che influenzano i comportamenti di uomini e donne, o che hanno su di loro un impatto differente. Particolare attenzione viene usata ai fattori sociali e culturali che possono introdurre distorsioni di genere anche negli stessi processi di raccolta e analisi dei dati.

Ripercorrendo in un’ottica di genere le trasformazioni della società italiana, è possibile prendere atto che, in Italia, negli ultimi trent’anni, molte cose sono cambiate.

Con l'obiettivo di rendere accessibile a diversi tipi di utilizzatori l’informazione statistica prodotta, l'Istat mette a disposizione 23 schede, raggruppate in otto temi.
 
Ogni scheda è esposta su due pagine affiancate: quella di sinistra, a carattere testuale, si articola in una breve introduzione, nella definizione degli indicatori utilizzati, in un commento centrato sulla posizione dell'Italia nel contesto dell'Unione Europea, nell'illustrazione del fenomeno in Italia e dei più importanti differenziali territoriali, nelle fonti e in una lista di riferimenti.
La pagina di destra presenta grafici e tabelle, dedicati alla comparazione internazionale e ai confronti regionali all'interno del paese. Dove possibile, la scheda è corredata da un cartogramma.

Popolazione


1. Numeri delle donne
  Un profilo demografico in mutamento
2. Longevità
  Vivere di più, ma non sempre in buona salute

Figli e famiglia
3. Matrimonio
  Meno matrimoni, pochi divorzi
4. Età delle madri
  Madri sempre più tardi
5. Fecondità
  Bassa fecondità: i segni di un'inversione di tendenza?
6. Le forme della vita familiare
  Come cambia la famiglia delle donne
7. I tempi delle donne
  Famiglia e lavoro: strategie di conciliazione

Capitale umano
8. Istruzione
  Le giovani donne più istruite degli uomini
9. Formazione universitaria
  Poche studentesse nelle discipline scientifiche

Lavoro
10. Occupazione
    Donne meno svantaggiate se istruite
11. Tempo determinato e part-time
    Più donne nelle nuove tipologie di lavoro
12. Settori di attività e professioni
    Libere professioni e cariche dirigenziali: crescono le donne
13. Occupazione e famiglia
    Più figli, meno occupazione. Ma solo per le donne
14. Disoccupazione
    Diminuisce la disoccupazione. Restano le differenze di genere
15. Inattività
    Molte non cercano un'occupazione, ma vorrebbero lavorare

Redditi
16. Differenziali retributivi
    Ancora differenze di genere nelle retribuzioni

Partecipazione politica e sociale
17. Rappresentanza parlamentare
    Poche donne nel Parlamento italiano
18. Partecipazione sociale
    Le giovani donne verso il superamento delle disparità di genere

Salute
19. Prevenzione
    Screening sui tumori: da sensibilizzare le meno istruite
20. Fattori di rischio
    Stili di vita e comportamenti alimentari: le donne rischiano
    meno
21. Cause di morte
    Malattie cardio-vascolari nelle età anziane. Tumori in età non
    avanzata

Sicurezza
22. Donne e carcere
    Le donne una minoranza nelle carceri
23. Violenze
    Troppo silenzio sulle violenze domestiche

8 marzo 2007


COMMENTO DI IMPRESA OGGI

L’indagine condotta dall’ISTAT è molto interessante ed estremamente chiara. Riteniamo che queste statistiche possno essere utili per migliorare la gestione dell'impresa; infatti, avere l'indicazione dell'andamento dei parametri sociologici del paese, sull'arco di 35 anni, può dare indicazioni su come si muove il Paese e, conseguentemente, come deve muoversi l'impresa.
Il confronto tra i dati del 1970 e quelli del 2005 mostra, infatti, differenze notevoli, specialmente per quanto riguarda le donne.
La loro vita media è salita dal 74,9 anni a 83,2.
L’età matrimoniale dai 24 anni ai 28.
Il numero medio di figli è sceso da 2,2 a 1,3.
Le donne laureate sono salite dal 42% del totale al 57%.
Il tasso di occupazione è salito dal 20% al 45,3%.


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Tratto da Statistiche ISTAT

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