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Anno 2000. Il governo Amato.


Il tuo spirito devi mutare, non il cielo sotto cui vivi.
Seneca, Lettere morali a Lucilio


Con questo articolo proseguo la pubblicazione di alcuni stralci del mio libro storico-economico L'estinzione dei dinosauri di stato. Il libro racconta i primi sessant'anni della Repubblica soffermandosi sulla nascita, maturità e declino di quelle grandi istituzioni (partiti, enti economici, sindacati) che hanno caratterizzato questo periodo della nostra storia. La bibliografia sarà riportata nell'ultimo articolo di questa serie di stralci. Il libro può essere acquistato in libreria, in tutte le librerie on-line, oppure on line presso la casa editrice Mind.
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Copertina

Le elezioni regionali del 16 aprile 2000 vedono, quindi, la sconfitta del centrosinistra. D'Alema, che ha combattuto sui due fronti interno ed esterno, mettendo in gioco il proprio futuro politico, il 17 aprile 2000 rassegna le dimissioni.
Il centro sinistra cerca una soluzione che consenta il passaggio del testimone dal presidente del consiglio al candidato delle elezioni politiche del 2001. Si fanno i nomi di Fazio, Bazoli e Monti, che rifiutano per svariati motivi, ma, forse, perché tutti sono convinti che si tratta di accettare l'incarico per il solo governo di fine legislatura.
Nell’aprile 2000, viene costituito il governo Amato II (Ulivo. Pdci, Udeur, Indipendenti; 25/4/2000-11/6/2001). Berlusconi aveva proposto di andare subito al voto, ma Ciampi, che vuole portare a termine la legislatura, si affida ad Amato che, come traghettatore, ha ottime credenziali. Che sia un governo di necessità si capisce chiaramente nei mesi successivi, quando, da Parisi, Veltroni e Castagnetti, in diverse interviste, vengono fatti i nomi più disparati per il candidato premier alle elezioni.
Queste interviste scatenano l'ira di Amato, che non rinuncia all'idea di poter essere lui il candidato e che minaccia le dimissioni. Tra fine giugno e fine settembre si apre un confronto sotterraneo e sottile tra gli unici candidati rimasti, Amato e Rutelli; nel mese di agosto alcuni giornali iniziano a parlare di "nomination" tra i due potenziali candidati.
Intanto la fitta tela cucita da Rutelli inizia a dare i suoi frutti; il centro sinistra è, oramai, convinto che vada rivitalizzato il progetto prodiano dell'Ulivo e che Rutelli sia il candidato più adatto. Il 25 settembre 2000, ospite di Vespa a Porta a Porta, Amato dichiara di ritirarsi per evitare un conflitto interno al centro sinistra. Il complesso di Crono ha eliminato, forse, l'unico candidato che avrebbe potuto fronteggiare Berlusconi, rappresentando un punto di riferimento stimato dall'elettorato moderato.
Rutelli, da parte sua, non vanta un bilancio molto lusinghiero, come sindaco di Roma deve far dimenticare la privatizzazione della Centrale del latte, venduta nel 1997 alla Cirio di Cragnotti per 106 miliardi e rivenduta da questi, nel '99, alla Parmalat per 765 miliardi. Però ha un aspetto gradevole, è popolare, è bravo nella comunicazione. L'11 ottobre 2000, i partiti centristi del centro-sinistra (Ppi, Udeur, Ri e Democratici) si raccolgono sotto il logo della Margherita, «Una formazione plurale nuova, aperta a cittadini e società civile, verso l'unità dell'Ulivo»; il leader è Rutelli. Lo stesso giorno, Sergio D'Antoni, annuncia a Porta a Porta, la decisione di dimettersi da segretario della Cisl e l'intenzione di fondare un partito di centro; sarà Democrazia europea (De).
Nel febbraio del 2001 aderiscono a De, il ministro dell'Università Ortensio Zecchino e il senatore a vita Giulio Andreotti, che escono dal Ppi; attorno all'iniziativa cresce l'entusiasmo degli orfani della grande Dc. D'Antoni si sente sicuro di creare un forte centro, equidistante dal Polo e dal centro sinistra, sperando di far breccia nel bacino dei quattro milioni di iscritti alla Cisl e in quello tradizionale di Andreotti e si accredita di un potenziale 8%. L'elettorato si rivelerà più maturo di politici di vecchio bordo. Alle politiche del 2001 Democrazia Europea, presentandosi senza apparentamenti, subirà, infatti, una sonora sconfitta dando un’ulteriore conferma al fatto che la Dc è, definitivamente, morta.

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21 settembre 2016

Eugenio Caruso da L'estinzione dei dinosauri di stato.


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Tratto da

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www.impresaoggi.com