Il tuo spirito devi mutare, non il cielo sotto cui vivi.
Seneca, Lettere morali a Lucilio
Con questo articolo proseguo la pubblicazione di alcuni stralci del mio libro storico-economico L'estinzione dei dinosauri di stato. Il libro racconta i primi sessant'anni della Repubblica soffermandosi sulla nascita, maturità e declino di quelle grandi istituzioni (partiti, enti economici, sindacati) che hanno caratterizzato questo periodo della nostra storia. La bibliografia sarà riportata nell'ultimo articolo di questa serie di stralci. Il libro può essere acquistato in libreria, in tutte le librerie on-line, oppure on line presso la casa editrice Mind.
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Il Governo Berlusconi II, varato all'indomani delle elezioni politiche del 2001, è rimasto in carica fino al 23 aprile 2005. Il Berlusconi II ha mutato la propria composizione nel corso della legislatura a seguito della sconfitta del centrodestra alle elezioni regionali del 2005, che hanno visto i partiti del centro sinistra schierati sotto il simbolo dell’Unione e della crisi di maggioranza seguita all'uscita dal governo dei ministri dell’Udc.
Casini, coerente con il suo motto «in Italia sono tutti contro tutti», e quindi tutto è permesso, per ostacolare Berlusconi sostiene che il governo ha trascurato i problemi del mezzogiorno. Al Berlusconi II segue, pertanto, il Berlusconi III fino alla fine della legislatura (17 maggio 2006). Il 16 ottobre 2005 si svolgono le elezioni primarie per la scelta "ufficiale" del capo dell’Unione (dei partiti della sinistra) per le elezioni politiche del 2006. A proporre questo genere di consultazioni, organizzate per la prima volta in Italia, è Romano Prodi, che, pur godendo del sostegno dei maggiori partiti dell'Unione, vuole l'approvazione dell'elettorato di centro sinistra, oltre a quella degli apparati burocratici dei partiti che lo compongono. Prodi si impone a stragrande maggioranza, ottenendo il 74,1% dei consensi (su oltre 4 milioni di voti). La consultazione si risolve in un successo personale di Prodi, anche nei confronti dei settori politici della coalizione più dubbiosi della sua leadership.
Il 16 febbraio 2005 Prodi crea a Bologna la "Fabbrica del Programma". La fabbrica consiste fisicamente in un capannone in cui chiunque può portare un contributo al fine di una sua valutazione e inclusione nel programma finale che verrà presentato per le elezioni politiche. Secondo la definizione dello stesso Prodi «La fabbrica è nata per comprendere un paese, per interpretare i suoi bisogni, per rispondere alle sue attese. Perché se si vuole migliorare una nazione bisogna prima conoscerla, ascoltarla. E io desidero davvero il concorso di tutti».
Il 9 aprile l’Unione vince le elezioni politiche 2006 con uno scarto inferiore ai 25.000 voti. La sua coalizione ha conquistato 340 seggi alla Camera dei deputati e 159 seggi al Senato. Il limitato margine di preferenze con cui L'Unione ha prevalso nelle elezioni dà adito a numerosi reclami e ricorsi, alla fine respinti dalla Cassazione che conferma la vittoria di Prodi; questi riceve l'incarico dal presidente Giorgio Napolitano il 16 maggio 2006, accettando con riserva. Il giorno dopo, 17 maggio 2006 scioglie la riserva, comunicando la lista del Consiglio dei ministri.
Vicepresidenti sono D’Alema e Rutelli, agli esteri va D’Alema, all’interno Amato, alla giustizia Clemente Mastella, all’economia Tommaso Padoa Schioppa, allo sviluppo economico Pierluigi Bersani, alla difesa Arturo Parisi, alla pubblica istruzione Giuseppe Fioroni. Il Prodi II è il governo più numeroso nella storia della Repubblica (102 tra ministri, viceministri e sottosegretari); questa caratteristica rispecchia l’ampia articolazione in partiti, partitini e movimenti che concorrono alla vittoria dell’Unione. Con l'elezione di Franco Marini alla presidenza del senato e Fausto Bertinotti alla Camera si completa il quadro.
Con il passaggio all'opposizione del senatore eletto nelle liste dell’Italia dei Valori, Sergio De Gregorio, al senato la situazione diventa di 157 a 157 (infatti il presidente del senato, per prassi, non vota) diventando, pertanto, determinante il voto dei senatori a vita. Con la situazione creatasi al Senato, il governo va in minoranza in alcune votazioni in aula e in commissione. In un caso, anche in una votazioni sulla fiducia. Il voto favorevole di alcuni dei sette senatori a vita (Andreotti, Ciampi, Colombo, Cossiga, Levi-Montalcini, Pininfarina, Scalfaro) è spesso decisivo. Romano Prodi, nel corso del suo secondo esecutivo, si è trovato ad affrontare due crisi di governo. Il 21 febbraio 2007 Prodi rimette il suo mandato nelle mani del Presidente della Repubblica. Al Senato, infatti, la risoluzione della maggioranza per l'approvazione delle linee guida di politica estera, con particolare riferimento alla presenza italiana nelle forze Nato operanti in Afghanistan, non aveva ottenuto il quorum di maggioranza, pur non essendo questo voto costituzionalmente vincolante all'apertura di una crisi di governo. Va rilevato che in questa circostanza si è trattato di un grave errore di valutazione da parte di D’Alema. Il ministro degli esteri, infatti, per esercitare una pressione psicologica sulla sinistra riottosa, il giorno precedente, aveva dichiarato che un voto contrario al Senato sulla politica estera avrebbe costretto il governo alle dimissioni.
Napolitano, dopo le formali consultazioni, il 24 febbraio rigetta le dimissioni di Prodi, rinviando il Governo alle Camere per il voto di fiducia. Il 28 febbraio il Senato, con 162 voti a favore e 156 contrari, rinnova la fiducia al governo Prodi. Significativo è stato, in questo caso, il passaggio alla maggioranza del senatore dell’Udc, Marco Follini. La prima crisi di governo si chiude definitivamente il 2 marzo con il voto di fiducia alla Camera.
La seconda e definitiva crisi di governo si verifica il 24 gennaio 2008, a seguito dell'uscita del ministro della Giustizia Clemente Mastella e della propria lista Udeur dalla maggioranza. Lo strappo di Mastella è motivato della mancata difesa del ministro da parte del governo in seguito a un'inchiesta che coinvolge la moglie del ministro. Viene chiesto alle aule il voto di fiducia: dopo il voto favorevole alla Camera del 23 gennaio, il governo non ottiene la fiducia al Senato, con 156 sì, 161 no e un astenuto. Oltre al voto contrario dell'Udeur (fatta eccezione per il senatore Stefano Cusumano), contrari sono anche alcuni senatori di altre liste: Lamberto Dini, Domenico Fisichella, Sergio De Gregorio e Franco Turigliatto. Dopo la mancata fiducia a Palazzo Madama, il Presidente del Consiglio si reca al Quirinale per rassegnare le dimissioni.
In realtà il governo Prodi cade per l’incompatibilità di coesistenza sotto lo stesso tetto dei Bertinotti e dei Cossutta, con i Dini e i Mastella. Come già detto in precedenza la sinistra italiana è schiava della sindrome di Crono.
I provvedimenti più significativi dell’azione di governo sono stati i due decreti Bersani sulle liberalizzazioni. Il primo con l’obiettivo in primo luogo di rendere più dinamico il mercato, tutelare i consumatori (abbattendo i privilegi di alcune categorie sociali e aumentando la concorrenza in quei settori) e, in secondo luogo, di agevolare la lotta all'evasione fiscale (attraverso alcune procedure obbligatorie nei pagamenti). Il secondo con l'intento di promuovere la concorrenza e snellire le pratiche burocratiche. Tra i provvedimenti si annoverano l'abolizione dei costi di ricarica per la telefonia mobile, la libera installazione di impianti per la distribuzione di carburanti, la liberalizzazione delle edicole. Del governo Prodi, ricorda Renato Brunetta « …il centro sinistra degli anni 2006-2007, in un momento di crescita sostenuta, spreca una grande occasione. In questo periodo avrebbe pototo azzerare, come ha fatto la Germania, il deficit di bilancio e ridurre drasticamente il debito. I cosiddetti successi della finanza pubblica del governo Prodi, se letti alla luce degli andamenti degli ultimi dieci anni, non sono altro che il più grande spreco di finanza pubblica mai realizzato e proprio perché c’era l’occasione dell’azzeramento del deficit …». (Brunetta , 2011).
Caduto il governo i partiti si organizzano per le nuove elezioni. Tra rancori e reciproche accuse, L'Unione si scioglie e le forze che l'avevano composta dànno vita a varie formazioni. Il Partito Democratico decide di fare a meno della quasi totalità degli ex-alleati, inoltre, il partito precisa che avrebbe accettato alleanze solo con i partiti che condividano integralmente, e senza riserve, il proprio programma elettorale. Unica alleanza mantenuta dal Pd è quella con l'Italia dei Valori che, secondo gli accordi, avrebbe mantenuto il proprio simbolo nella corsa elettorale per poi formare gruppi parlamentari unificati con l’alleato di coalizione. Candidato presidente è Walter Veltroni. I Radicali italiani, dopo una lunga trattativa, accettano l'accordo proposto dal Pd per inserire propri candidati nelle liste di quest'ultimo. Altri quattro partiti: Rifondazione Comunista, il Partito dei Comunisti Italiani, i Verdi, Sinistra Democratica colgono l'occasione per unificarsi sotto la lisrta La Sinistra L’Arcobaleno e per esprimere un'unica candidatura a Palazzo Chigi, Fausto Bertinotti. Il Partito Socialista, che aveva sostenuto il Governo Prodi, mantiene, fin dall'inizio, l'intenzione di presentare il proprio simbolo nella competizione e questa è la ragione principale del mancato accordo con il Partito Democratico che aveva, invece, chiesto al Partito Socialista di sciogliersi e convergere nel Pd. L'Udeur, abbandonato definitivamente il centro-sinistra, e posizionatosi al centro, nonostante qualche perplessità iniziale, prende la decisione di presentarsi senza entrare in nessuna coalizione.
Per quanto riguarda il centro-destra, anche nel campo della ex-Casa delle Libertà lo scenario proposto agli elettori risulta mutato rispetto a quello del 2006. Dopo la scelta del Partito Democratico di correre con una coalizione ristretta, Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini decidono che anche i rispettivi partiti, Forza Italia e Alleanza Nazionale, si sarebbero presentati sotto l'unico simbolo del Popolo della Libertà, in coalizione con la Lega Nord, che avrebbe presentato le sue liste solo al Centro-Nord, e con il Movimento per l'Autonomia, che lo avrebbe fatto nelle altre regioni. Varie formazioni minori dànno il proprio assenso all'ingresso nel Popolo della Libertà, come la Dc per le Autonomie, i Liberaldemocratici e Azione sociale. Inizialmente anche la Democrazia Cristiana di Giuseppe Pizza esprime la volontà di coalizzarsi al Senato con il Popolo delle Libertà ma il suo simbolo viene ritenuto troppo simile a quello dell'Unione di Centro e quindi bocciato dalla Commissione Centrale elettorale. La Destra, in disaccordo con la strategia di Berlusconi di creare un partito unico, stringe un accordo col Movimento Sociale Fiamma Tricolore: i due partiti presentano un'unica lista, con un proprio candidato premier. Anche all'Unione dei Democratici Cristiani e di Centro (Udc) viene proposto di confluire nel Popolo della Libertà, prospettiva che l'Udc, nonostante una spaccatura dovuta alla scelta di singoli esponenti come Carlo Giovanardi di aderire al PdL, non condivide; l'Udc quindi si presenta da sola, con un proprio candidato premier.
Le elezioni politiche del 2008 si tengono il 13 e 14 aprile e vengono vinte dalla coalizione composta da Il Popolo della Libertà, Lega Nord e Movimento per l'Autonomia, che ottiene la maggioranza relativa dei voti e, la maggioranza assoluta grazie alla legge elettorale del 2005, formulata da Robero Calderoli e da lui stessa definita “una porcata” per le innumerevoli modifiche che fu costretto a inserire nel progetto originario. Il centro destra (PdL, Lega e MpA) conquistano 344 seggi alla camera e 174 al Senato; la coalizione guidata da Pd e IdV ottiene 247 seggi alla Camera e 134 al Senato, altri rispettivamente 39 e 7 seggi. I risultati elettorali consegnano alle aule parlamentari una composizione che non vede rappresentanze dei partiti della sinistra tradizionale - socialisti e comunisti - per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana. La pesante sconfitta subìta dalla lista, che è stata votata solo da un quarto del proprio bacino elettorale, è stata addebitata principalmente a un travaso di consensi in favore del Partito Democratico e in misura minore all'astensionismo. Ciò ha determinato l'abbandono del progetto di costituzione di una formazione unitaria di sinistra. Il processo di ridimensionamento drastico del bacino elettorale, con la conseguente perdita della rappresentanza parlamentare, in ogni caso, ha riguardato quasi tutti i partiti minori, fatti salvi quelli rappresentativi delle minoranze linguistiche e l'Udc.
I flussi elettorali hanno premiato solo le due coalizioni maggiori che hanno ottenuto il voto di grandissima parte dell'elettorato. Il Popolo della Libertà, pur essendosi imposto come partito di maggioranza relativa, ha confermato la percentuale di consensi ottenuta nelle precedenti elezioni dalla somma delle forze che lo hanno composto. D'altra parte, il centrosinistra, considerato nel suo insieme, ha subìto una netta diminuzione nelle preferenze elettorali. Nella coalizione del centro-destra ha suscitato sorpresa la significativa crescita elettorale della Lega Nord che, pur non essendo presente in circa metà delle circoscrizioni, ha superato a livello nazionale l'8% dei voti, quasi raddoppiando i consensi ottenuti alle elezioni politiche del 2006, imponendosi come primo partito in vaste aree del Veneto e della Lombardia e rafforzando la sua posizione comunque in tutto il Nord Italia. In termini di voti, per la Lega Nord si è trattato del miglior risultato di sempre dopo quello delle elezioni politiche del 1996; in termini di seggi l'affermazione elettorale ha reso i parlamentari leghisti per la prima volta determinanti per la maggioranza in entrambi i rami del Parlamento, accrescendo anche in termini programmatici l'influenza del partito sull'esecutivo. Alcuni commentatori hanno evidenziato il legame che sembra esistere fra la crescita dei consensi per la Lega Nord soprattutto nelle zone dell'Italia Settentrionale a maggiore tradizione operaia, in concomitanza con l'indebolimento delle forze di sinistra.
La nuova legislatura, infine, si segnala per un sensibile aumento della rappresentanza femminile. I ministeri più importanti vanno a Giulio Tremonti (Economia e Finanza), Roberto Maroni (Interno), Franco Frattini (Estero), Angelino Alfano (Giustizia), Ignazio La Russa (Difesa); Mariastella Gelmini (Istruzione), Gianni Letta è sottosegretario di stato. Gianfranco Fini è Presedente della Camera, Renato Schifani è Presidente del Senato.
L’8 maggio 2008 entra in carica il Berlusconi quater; tre mesi dopo, il 15 settembre 2008, la banca d’affari usa Lehman Brothers dichiara bancarotta, la più grave della storia economica americana e con effetto domino la crisi investe tutto il pianeta. Tutto il periodo della legislatura sarà caratterizzato da una lunga e grave crisi economica.
Le elezioni regionali del 2010, si sono tenute domenica 28 e lunedì 29 marzo. La consultazione ha interessato tredici regioni a statuto ordinario. Nella stessa data, si è inoltre tenuta una tornata di elezioni amministrative in diverse aree del Paese, 4 provincie e 463 comuni. La tornata elettorale conferma il voto delle politiche: 6 regioni (le più importanti) vanno al centro destra (Veneto e Piemonte ai candidati leghisti Zaia e Cota) e 7 al centro sinistra: Liguria, Emilia, Toscana, Marche, Umbria, Puglia e Basilicata. La campagna elettorale è caratterizzata da una violenza inaudita da entrambe le parti, lo stesso Berlusconi, che solitamente mostra una solidità rassicurante, questa volta si mostra aggressivo, collerico, rabbioso, ringhiante, come se avesse sentore di una prossima caduta. Pansa dice invece di Bersani «Mi è sembrato spento, esausto incapace di offrire una scossa al proprio elettorato. E soprattutto ha trasmesso la sensazione di aver abdicato a favore di poteri esterni, ben più forti di lui: a cominciare da Repubblica, per finire ad Annozero e a Di Pietro, che dopo la sconfitta gli presentano il conto. Dicendo “La colpa è tua, non hai aggredito il Caimano come dovevi”» (Pansa, 2011); evidentemente Bersani si era sgonfiato per quel suo salire e scendere dai tetti delle università per dare il suo appoggio al partito dei bamboccioni. Più duro era stato Carlo De Benedetti che intervistato da Paolo Guzzanti aveva definito Bersani «… un leader totalmente inadeguato» (Guzzanti. 2010).
L’insanabile dissidio tra Berlusconi e Fini sfocia, il 30 luglio 2010, nella formazione di un nuovo gruppo parlamentare, denominato Futuro e Libertà per l'Italia. Gli elementi scatenanti saranno il deferimento ai probiviri del PdL di tre "fedelissimi" di Fini (Italo Bocchino, Fabio Granata e Carmelo Briguglio, che non perdono occasione per criticare il governo) e l'approvazione di un documento, redatto dall'Ufficio di Presidenza del PdL, in cui viene sancita l'incompatibilità di Gianfranco Fini con i principi fondanti del partito. A Mirabello, il 5 settembre, il presidente della Camera pronuncia un discorso che chiude definitivamente le porte della riconciliazione tra finiani e PdL. Il PdL, secondo Fini, non esiste più. Durante il discorso, il leader della nuova forza politica, usa parole di fuoco contro il Giornale e Libero, che lo attaccano duramente (definiti «infami») e critica l'operato e il pensiero del governo, in particolare, sulla legge elettorale, sulla giustizia e sul processo breve. Il 5 ottobre 2010 viene decisa la trasformazione del movimento in partito politico e il 2 novembre viene presentato il simbolo provvisorio di Fli. Il "Manifesto per l'Italia" è presentato a Bastia Umbra (Pg) alla prima Convention nazionale di Futuro e Libertà del 6 e 7 novembre, dove Fini annuncia il ritiro della delegazione del Fli dal governo e chiede a Berlusconi di presentare le dimissioni per formare un nuovo governo di legislatura insieme all'Udc.
Il 15 dicembre Futuro e Libertà aderisce al Polo della Nazione, ridenominato, il 25 gennaio 2011, Nuovo Polo per l'Italia, coalizione nata con Alleanza per l'Italia (Rutelli), Movimento per le Autonomie (Lombardo), Unione di Centro (Casini) e Liberal Democratici (Melchiorre). I finiani commettono subito un grave errore chiedendo la verifica della fiducia al governo: il 14 dicembre Berlusconi incassa per pochi voti la fiducia grazie all’appoggio del “gruppo dei responsabili” e da quel momento molti parlamentari cambiano casacca salendo sul carro del vincitore. Il 20 gennaio 2011 nasce ufficialmente il gruppo dei responsabili, il gruppo viene rafforzato da un certo numero di parlamentari del Pdl e Lega che dànno ai responsabili il numero legale che consente di designare due deputati per ciascuna delle 14 Commissioni di Montecitorio. I 29 deputati di Iniziativa Responsabile provengono 14 dai partiti di governo, 10 dall’opposizione di sinistra, 4 da Fli e 1 dal gruppo misto.
SINTESI DEGLI AVVENIMENTI DEL DECENNIO E VARIE
2000
Il caso SME. a novembre il tribunale di Milano elevano a carico di Silvio Berlusconi l’accusa di corruzione in atti giudiziari. E’ l’ennesimo filone giudiziario che vede imputato Silvio Berlusconi. La moltiplicaione dei processi a carico del candidato a Presidente del Consiglio appare sempre di più come un fattore di inquinamento grave della politica italiana: il ruolo politico diviene non solo la copertura per evitare i processi ma anche lo strumento per cambiare le leggi e i rapporti tra potere politico e potere giudiziario. La grande disponibilità di mezzi di informazione permette a Berlusconi di mobilitare una poderosa campagna anti-magistratura, presentandosi come un perseguitato il leader del centrodestra.
Il giubileo – In occasione del giubileo del 2000, convergono a Roma oltre due milioni di giovani (e non solo giovani) fedeli cattolici. Ancora una volta emerge il forte carisma del Papa Giovanni Paolo II nel contesto globale.
Grande successo in campo scientifico: viene decodificato il genoma umano. Si apre l’epoca della biogenetica.
2001
Scoppia il caso della “Mucca pazza”. È il primo allarme di natura alimentare degli anni duemila. Nuove paure si affacciano sul nuovo millennio. Nuovi meccanismi di allarmismo mediatico si intrecciano con forti interessi commerciali di multinazionali: un rompicapo a cui né i cittadini né i governi sembrano saper far fronte. Sarà poi il turno della Sars (2003), influenza Aviaria, pandemia influenzale nel 2009.
13 maggio – Come ampiamente annunciato da tutti i sondaggi la coalizione guidata da Silvio Berlusconi vince nettamente le elezioni. Il G8 di Genova. In occasione del Summit internazionale dei capi di stato il movimento di opposizione alla globalizzazione neoliberista – definito dai media “no global” – svolge una serie di manifestazioni imponenti che si concludono in un corteo di trecentomila attivisti provenienti da tutto il mondo. La gestione della piazza lascia esterrefatti gli inviati internazionali accorsi in numero abnorme nel capoluogo ligure. Amnesty International definisce i fatti di Genova la più grave violazione dei diritti umani di massa dalla fine della guerra in Europa. I numeri parlano di un morto, centinaia di feriti, e violenze da parte di carabinieri e polizia per strada, alla scuola Diaz, alla caserma di Bolzaneto. Ottobre – Il parlamento italiano, con il voto anche dell’opposizione moderata, finanzia la missione militare in Afghanistan. 10 novembre – La Cina entra nel Wto.
2002
1° gennaio – entra in vigore l’euro, la moneta unica europea. I vantaggi relativi alla stabilità e al valore della moneta – soprattutto per l’acquisto sul mercato internazionale del petrolio e delle altre materie prime, sono inficiati per buona parte della popolazione italiana dalla mancata gestione del passaggio tra una moneta e l’altra: a dispetto degli indici di inflazione i prezzi risultarono aumentati in maniera consistente nel giro di pochi mesi.
19 marzo. Le nuove Br uccidono Marco Biagi consulente del ministero del Lavoro. 18 aprile. Silvio Berlusconi da Sofia, in viaggio diplomatico, accusa due giornalisti Rai e un comico – Santoro, Biagi e Luttazzi - di “uso criminoso della Tv”. È il celebre editto bulgaro, che si tradurrà in censura nel giro di alcuni mesi. Luglio – Nuova legge sull’immigrazione. La Bossi-Fini, dal nome dei due firmatari, restringe il campo dei diritti per gli immigrati, complica la regolarizzazione e favorisce la caduta in clandestinità di centinaia di migliaia di stranieri già presenti sul territorio italiano. La retorica dei respingimenti, già presente nella Turco-Napolitano, occupa quasi l’intero campo del problema dell’immigrazione e dell’integrazione. Il 23 marzo, intorno alla questione dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, Sergio Cofferati leader della Cgil raccoglie al circo Massimo tre milioni di persone. È la più grande manifestazione avvenuta in Italia e causa il ritiro del provvedimento da parte del governo. A metà legislatura sembra la piazza il maggior oppositore di Berlusconi. A settembre i Girotondi richiamano un numero altrettanto vasto di esponenti della classe media critici verso il governo Berlusconi e l’immobilismo del centrosinistra (considerato incapace di scelte vere e profonde per riforme di ampio respiro in chiave progressista). A Novembre per la giornata conclusiva del Social Forum Europeo di Firenze (un successo clamoroso con sessantamila accreditati ai lavori nelle assemblee e nei workshop) vede la partecipazione di un milione di persone. Quest’ultima non può essere considerata una manifestazione anti-berlusconiana, se non fosse che il Presidente del Consiglio ha fatto di tutto per impedirne la realizzazione, con una campagna mediatica allarmistica.
2003
Dopo l’Afghanistan l’Italia va pure in Iraq. In virtù di una solida amicizia personale con il presidente statunitense Silvio Berlusconi impegna l’esercito italiano nel terribile scenario iracheno, sconvolto dalla guerra voluta da Bush. A novembre 19 soldati muoiono in un attentato alla sede militare di Nassyria (insieme a loro anche sette iracheni). L’avventura in Iraq costerà all’Italia la vita di oltre trenta persone tra militari e civili.
Il 15 febbraio, rispondendo all’appello lanciato a novembre nel social forum di Firenze, tre milioni di persone a Roma protestano contro il probabile attacco americano all’Iraq. La manifestazione contro la guerra segnerà il punto più alto della mobilitazione popolare contro l’establishment del potere mondiale: in tutti i paese da oriente ad occidente si assiste a manifestazioni imponenti (stimati in oltre cento milioni di persone). Il New York Times definì l’opinione pubblica mondiale la “seconda superpotenza mondiale”.
Crac Parmalat – a dicembre viene arrestato il proprietario Callisto Tanzi per bancarotta fraudolenta. Anche la Cirio dell’affarista Sergio Cragnotti fa crac nello stesso anno. Entrambi presidenti di squadre di calcio vincenti mettono a nudo la natura fraudolenta di un certo modello di nuovo capitalismo italiano, assai incline alla finanziarizzazione e alla speculazione.
2004
Direttiva Bolkestein – La Commissione europea impone agli stati membri l’obbligo di privatizzazione dei servizi. La direttiva, assai controversa, è accolta con favore dai partiti moderati di centrodestra e centrosinistra. L’esecuzione però trova fortissime resistenza sia nella cittadinanza che in alcuni amministratori locali. Una dinamica che si ripete un po’ in tutto il continente. Giugno – elezioni europee e amministrative. Il centrosinistra vince nettamente raccogliendo lo scontento degli italiani per il governo Berlusconi. In luglio si interrompe, dopo 143 anni, il servizio militare di leva. I giovani diciannovenni non avranno più l’obbligo di “servire lo stato” (da alcuni anni era in vigore l’opzione tra servizio militare e servizio civile) in quella specie di rito di iniziazione che ha rappresentato la leva per milioni di uomini in Italia. Sia l’anno di servizio civile sia l’arruolamento nei diversi corpi delle Forze Armate diventa una scelta privata. Se per la rete di enti e associazioni inserite nel programma del servizio civile nazionale la fine dell’obbligatorietà ha significato un drastico calo di operatori, per l’esercito la costruzione di un corpo ridotto nel numero ma molto più professionale è risultato molto più funzionale ai nuovi scenari internazionali di intervento militare (ridotta presenza sul territorio nazionale, e sempre più “missioni” in campo internazionale).
2005
Il 2 aprile muore Giovanni Paolo II. Suo successore sarà Joseph Ratzinger eletto con il nome di Benedetto XVI. 4 marzo – nell’ambito della liberazione della giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena, rapita in Iraq nella zona di Falluja, viene ucciso l’agente del Sismi Nicola Calipari a un checkpoint americano nei pressi dell’aeroporto internazionale di Bagdad. 16 ottobre – Nel giorno delle Primarie dell’Unione (vittoria schiacciante di Prodi) viene ucciso nella Locride il consigliere regionale della Margherita Francesco Fortugno. La N’drangheta e la Camorra sono le organizzazioni criminali degli anni Duemila. Se Cosa Nostra ha subito il duro attacco dello Stato, le altre strutture criminali si sono ristrutturate sulla società moderna, andando al di là del vecchio sistema di scambio con il potere politico. Il libro del giovane scrittore Roberto Saviano “Gomorra”, traccia uno straordinario quadro del nuovo modo di agire della criminalità organizzata in Italia. Novembre – In Val di Susa il comitato NoTav inaugura la lunga stagione della resistenza ai lavori. Il contrasto – a volte anche violento – tra gruppi di cittadini e autorità statali intorno alla costruzione di grandi opere diventa un aspetto endemico della politica italiana. Il Mose di Venezia, l’Alta Velocità in Val di Susa, il Ponte sullo stretto, le decine di termovalorizzatori da installare, gassificatori, discariche, autostrade e così via. Prevale l'effetto NIMBI. Dicembre – Si dimette il presidente della Banca d’Italia Antonio Fazio, responsabile secondo le indagini e le intercettazioni pubblicate di un uso indebito delle informazioni in suo possesso al fine di favorire la Banca Popolare di Lodi nella gara all’acquisto della Banca Antonveneta.
2006
Il 9 aprile si svolgono le elezioni politiche. La coalizione dell’Unione guidata da Romano Prodi vince le elezioni politiche con un risultato in realtà sorprendente. A differenza di quanto registrato da tutte le agenzie di sondaggio – compresi gli exit poll – lo scarto tra le due coalizioni non è del 5% ma dello 0.01% cioè di venticinquemila voti. In virtù della legge elettorale i due rami risultano ampiamente sbilanciati con una chiara maggioranza alla Camera e una sostanziale parità al Senato. Il secondo governo Prodi sarà ancora più precario del primo: una capacità dell’esecutivo eroso dai nove partiti di coalizione, da posizioni individuali massimaliste. Un percorso di sopravvivenza che ha minato la credibilità del Centrosinistra e ha portato a tensioni crescenti tra i componenti radicali e moderati della coalizione. Della legislazione, conclusa a inizio 2008 per il mancato appoggio del minuscolo partito di centro dell’Udeur di Clemente Mastella, si ricorda solo il tentativo di Pierluigi Bersani – ministro dello sviluppo economico – di introdurre un vasto piano di liberalizzazioni per scardinare meccanismi corporativi incrostati nel sistema economico. Da ricordare anche la efficace iniziativa del ministro degli esteri Massimo D’Alema nel promuovere e sostenere, con una conferenza di pace internazionale, il cessate il fuoco tra Israele e gli Hezbollah del Libano meridionale (guerra di 34 giorni scoppiata nell’estate 2006). A seguito dell’accordo un contingente Onu a guida italiana si è interposto nel confine Libano - Israele. La guerra è finita, il contingente internazionale non ha mai subito attacchi e la pace, con mille problemi, nel confine nord di Israele, ha tenuto. Il 10 aprile, il giorno stesso dei risultati elettorali, viene arrestato il superlatitante (ricercato dal 1963) Bernardo Provenzano capo assoluto di Cosa Nostra. Febbraio – Olimpiadi invernali a Torino. 10 maggio – Giorgio Napoletano è l’undicesimo Presidente della Repubblica. Maggio – Scoppia lo scandalo “calciopoli” che vede implicati i dirigenti della Juventus, e in particolare Luciano Moggi, in una rete di illeciti sportivi al fine di manipolare i risultati della serie A. La disciplinare sportiva sanziona la retrocessione in serie B della Juventus e una forte penalizzazione a Fiorentina, Reggina e Milan. Il mondiale di calcio alle porte arriva tra le polemiche, anche per i rapporti stretti del C.t. Marcello Lippi con la dirigenza juventina. Il 9 luglio l’Italia diventa per la quarta volta campione del mondo di calcio. Autunno – Ritiro graduale delle truppe italiane in Iraq, come promesso nel programma elettorale. Continua invece l’impegno in Afghanistan.
2007
Febbraio – allo stadio di Catania gli ultras ingaggiano una vera e propria guerriglia urbana contro le forze dell’ordine causando la morte del comandante Raciti. La violenza di piazza degli anni duemila è quella legata al tifo: altri episodi (come la morte di Gabriele Sandri supporter laziale raggiungo da un proiettile accidentale sparato da un poliziotto ad un autogrill nei pressi di Arezzo; o la dura protesta compiuta dai tifosi di tutta Italia contro la “tessera del tifoso”) attireranno l’attenzione sulla questione del tifo violento. La disoccupazione tocca il minimo storico dal 1993: il 6.8%. Maggio – il centrodestra promuove la manifestazione “Family day” contro la proposta del governo Prodi di istituire i registri comunali per legalizzare i rapporti di convivenza (l’acronimo è “Dico”). Partecipano quasi 1 milione di persone sancendo un blocco tra cattolici e destra politica in grado di ostacolare l’iter della legge fino al punto di farla decadere. 8 settembre – il comico e blogger Beppe Grillo indice una grande manifestazione nazionale definita V-day (“vaffanculo-day”) svolta in varie città italiane, con una partecipazione straordinaria (forse oltre il milione di persone). La giornata arriva al culmine di una campagna di opinione condotta tramite il seguitissimo blog (www.beppegrillo.it) e alimentata dalla pubblicazione del best seller “La Casta” a firma dei giornalisti Rizzo e Stella, che accomuna tutta la classe politica in un giudizio di assoluto sdegno a causa dell’evidente sprezzo per la legalità, il frequente ricorso a privilegi e uso privato del ruolo pubblico. Nell’occasione viene promossa una raccolta firme contro l’autorizzazione a sedere in parlamento per i condannati in via definitiva (una specificità del Parlamento italiano, che ne può vantare alcune decine) e per limitare a due mandati la presenza alla Camera o al Senato. La richiesta di rivedere le norme giace ancora in parlamento in attesa di essere presa in esame. Novembre – Nasce il Partito Democratico. L’evoluzione ovvia della lunga alleanza tra ex Dc di sinistra e ex Pci moderati (autodefinitisi “riformisti”) porta, in seguito a consultazioni nelle sezioni dei DS e alla nomina con elezioni primarie del segretario, al varo di un nuovo soggetto politico sganciato dai modelli politici del Novecento. Primo segretario è Walter Veltroni, eletto in base ai risultati di elezioni primarie, suo primo sponsor già dagli anni Novanta. Dicembre – Silvio Berlusconi con il “discorso del predellino” annuncia lo scioglimento di Forza Italia e la nascita di un nuovo soggetto politico unico per l’intera destra italiana: il Partito (o popolo) della Libertà (Pdl). 8 dicembre – Greve incidente alla Thyssen Group di Torino: muoiono otto operai, riproponendo la questione della sicurezza sul lavoro. Malgrado le molte misure annunciate, gli incedenti sui luoghi di lavoro provocano in Italia un numero impressionante di morti e feriti ogni anno.
2008
il 24 gennaio cade il governo Prodi. Se nel 1996 era stato Bertinotti a togliere l’appoggio al “professore”, stavolta è Clemente Mastella e il suo minuscolo gruppo dell’Udeur a determinare la fine dell’Unione. L’impossibilità di formare un nuovo esecutivo porta allo scioglimento delle Camere e a nuove elezioni previste per il 13 e 14 aprile. Intanto a Napoli scoppia l’emergenza rifiuti: le immagini di strade riempite di spazzatura non raccolta rimbalzano sui media di tutto il mondo. Un intreccio tra interessi di camorra, incapacità politica e carenza cronica di strutture ricettive crea un problema che apparirà nell’arco dei tre anni successivi praticamente irrisolvibile. La soluzione dell’emergenza sarà uno il filo rosso della nuova legislatura berlusconiana; con efficace effetto scenico Berlusconi porterà il nuovo governo nei luoghi dei disastri: prima Napoli, per dare un segnale di intervento per togliere la spazzatura; poi l’Aquila dove un terribile terremoto sconvolgerà il 6 aprile 2009 l’intera provincia; quindi Lampedusa soggetta a ondate di flussi migratori, in particolare nel 2010. 13-14 aprile – Alle elezioni politiche Walter Veltroni decide di cambiare lo schema che domina la politica italiana dal 1994: rompe con la sinistra radicale e si presenta come soggetto partitico autonomo. Per superare la contrapposizione giocata intorno al ruolo e alla figura di Silvio Berlusconi (idea base delle coalizioni antiberlusconiane) gioca la carta dell’indifferenza; la campagna elettorale è caratterizzata dal fatto di ignorare completamente l’avversario (addirittura evitando di nominarlo durante i comizi e gli interventi pubblici) con un proposta politica in grado di raccogliere – in un riformismo moderato e indefinito in alcuni tratti (ad esempio la questione della laicità dello stato) – l’eredità della multiforme coalizione dell’Unione. La svolta però non ottiene i risultati sperati. Il Pd raggiunge il 33% dei consensi a scapito non del Partito della Libertà bensì dell’alleanza a Sinistra (scesa sotto quota 3% e fuori dal Parlamento). Silvio Berlusconi invece non mancherà di rispolverare il consueto armamentario fatto di insulti e promesse appariscenti (l’abolizione dell’Ici e la svolta nella sicurezza anti-immigrati sono probabilmente le voci più importanti della tornata elettorale ‘08). E sarà proprio il Cavaliere il trionfatore delle elezioni, ottenendo una maggioranza schiacciante in entrambi i rami del parlamento (malgrado le valutazioni in senso opposto dei maggiori analisti della stampa quotidiana). L’alleanza Berlusconi-Bossi-Fini torna pertanto al governo per la terza volta dal 1994. Casini, con il nuovo centro, entra in parlamento. Alle amministrative clamoroso successo di Gianni Alemanno ex Msi ex An confluito nel Pdl alla carica di sindaco di Roma. Tra i nomi dei ministri spiccano quelli dello sconosciuto guardasigilli under 40 Angelino Alfano (estraneo alle vicende pregresse di Berlusconi) e della ministra delle Pari Opportunità Mara Carfagna, ex showgirl delle televisioni di Berlusconi senza alcuna esperienza politica. Architrave del governo rimane il Ministro del Tesoro (economia + finanza) Giulio Tremonti. Altri nomi di rilevo dell’esecutivo sono il leghista Roberto Maroni agli interni, Ignazio La Russa alla difesa. 8 agosto – si aprono le olimpiadi di Pechino. L’Italia vincerà 8 medaglie d’oro. Per la prima volta è la Cina a vincere il medagliere scavalcando gli Stati Uniti. In agosto il governo, sotto la regia di Giulio Tremonti, ministro dell’economia e delle finanze, licenzia il D.L. 133 che prevede un taglio per il comparto istruzione: ben 8 miliardi di euro in meno a disposizione di scuola, ricerca e università. La contestazione al provvedimento da parte di studenti, insegnanti, ricercatori e ausiliari porta ad ottobre un milione di persone a Roma e all’esplosione di un nuovo movimento studentesco denominato “l’onda”. Tra l’estate e la fine dell’anno esplode in Italia il fenomeno Facebook. Il social network registra una crescita annua del 960%. La moltiplicazione di canali di comunicazione costruiti come rete dal basso, sta pian piano spostando i processi di diffusione di informazioni e opinioni anche in Italia. Non solo Facebook, ma anche Youtube, Twitter, Myspace, blog ecc. un mondo virtuale che sempre di più si intreccia con la vita reale delle persone, cambiando le modalità di relazione tra le persone, tra cittadini e istituzioni, tra i politici e i cittadini. Una nuova frontiera della democrazia, secondo alcuni, una pericolosa e caotica anarchia culturale secondo altri. 15 settembre – Fallimento della Lehman Brothers. Si diffonde il panico tra i listini borsistici mondiali. Si teme che gli spregiudicati investimenti – che hanno fruttato fino a quel momento immensi guadagni speculativi – inneschino una spirale di fallimenti dei maggiori istituto di credito del pianeta. I cosiddetti “mutui subprime” degli Stati Uniti sarebbero i maggiori responsabili di questa gigantesca bolla borsistica: improvvisamente i titoli di credito, venduti come derivati ad alto tasso di profitto sui mercati internazionali, non hanno più garanzia di copertura scatenando una corsa alla vendita e un crollo dei valori delle azioni. Istituzioni finanziarie, governi, opinionisti si dividono nell’indicare responsabilità e possibili vie d’uscita. Tutti concordano nell’indicare una ripercussione lunga, pesante e imprevedibile sull’economia reale e le società di tutto il mondo. 4 novembre – Barak Obama vince con largo margine le elezioni presidenziali statunitensi. Per la prima volta un afroamericano siede sul gradino più alto dell’amministrazione più potente del mondo. Un evento percepito come storico, anche in Italia.
2009
Il governo Berlusconi domina la scena sovrapponendo problemi reali del paese a problemi personali e delle proprie aziende. Da una parte la crisi economica. Inizialmente "snobbata" tocca l’apice proprio nel 2009 con un Pil che crolla del 5.9% nel primo trimestre e del 5% nel dato annuale. Anche l’occupazione inizia a diminuire sensibilmente e il governo deve ricorrere in maniera massiccia ai sussidi di cassa integrazione. 6 aprile – drammatico terremoto in Abruzzo con epicentro L’Aquila. I morti saranno 308, 1500 i feriti oltre 6000 gli sfollati. Polemiche per i troppi edifici crollati a causa della ignobile pratica di risparmiare nella costruzione eludendo le norma di sicurezza. In piena crisi economica, Berlusconi rilancia l’attività del governo spostando il previsto G8 dalla sede La Maddalena in Sardegna proprio nella martoriata L’Aquila.
2010
Per Silvio Berlusconi i problemi sembrano moltiplicarsi. Mentre procedono tra le polemiche le poche riforme introdotte – come quella della scuola e università composta essenzialmente di tagli e riduzioni di opportunità – il premier viene investito pesantemente da una serie di scandali sessuali. In particolare è il caso Ruby a indignare l’opinione pubblica mondiale. Una giovane diciasettenne marocchina viene tirata fuori dai guai giudiziari da Berlusconi in persona inventandosi una improbabile parentela con il presidente dell’Egitto Hosni Mubarak. L’inchiesta della magistratura per una eventuale istigazione alla prostituzione minorile fa emergere un mondo di festini erotici (il Bunga Bunga) svolti nelle residenze del cavaliere alla presenza di decine di giovani e giovanissime ragazze-immagine, reclutate da loschi faccendieri. Malgrado le smentite dei più fedeli collaboratori il comportamento privato del Primo Ministro sembra mettere in difficoltà crescente la credibilità e l’autonomia dell’esecutivo. A novembre quando il sito WikiLeaks , (scatenando le ire di tutte le diplomazie mondiali) pubblica migliaia di informazioni riservate, il poco che riguarda l’Italia si riferisce proprio ai “festini selvaggi” di Berlusconi. Ad agosto Gianfranco Fini lascia definitivamente il Pdl e fonda una nuova formazione politica “Futuro e Libertà”. A settembre vota la fiducia per il rilancio dell’azione di governo, ma a dicembre è pronto a sostenere un nuovo governo che vada contro il governo paralizzato dai problemi personale del premier. Solamente una “campagna acquisti” capace di recuperare una ventina di parlamentari ai gruppi parlamentari di opposizione salva per pochi voti il governo Belrusconi. Simbolo di questa “transumanza” politica è l’onorevole Domenico Scilipoti, eletto nelle liste (bloccate) dell’Idv, fondatore insieme a Calearo (industriale eletto nel Pd come simbolo della rivoluzione veltroniana) e Romano (ex Udc) del cosiddetto “gruppo dei responsabili”.
2011
In Nord Africa spira un forte vento di rivoluzione democratica. Migliaia di manifestanti occupano la piazza principale di Tunisi ottenendo le dimissioni del presidente di Ben Alì (uno spietato dittatore in ottimi rapporti personali con Berlusconi). Sull’onda della Tunisia sarà l’Egitto a dare vita ad una ostinata opposizione di piazza che causa – dopo un mese e alcune centinaia di manifestanti uccisi – l’allontanamento dal potere di Hosni Mubarak (altro dittatore amico del Primo Ministro italiano). Quindi è la Libia ad entrare in subbuglio, scivolando rapidamente nella guerra civile. La Francia e la Gran Bretagna promuovono un’azione di guerra (ufficialmente per proteggere la popolazione civile delle città liberate di Misurata e Bengasi) contro il vecchio dittatore Muhammar Gheddafi. L’Italia con molte ambiguità si accoda all’alleanza internazionale e ripudia il rapporto preferenziale con Gheddafi. In agosto le truppe di Gheddafi sono in rotta e i ribelli conquistano la capitale Tripoli. Marzo – Il terremoto/maremoto del Giappone causa un guasto molto serio alla centrale nucleare di Fukushima. La paura e l’incertezza legata all’imprevedibilità delle forze della natura e alla manifesta incapacità di garantire la sicurezza diffondono una profonda inquietudine nell’opinione pubblica mondiale. Il pomposo programma di ripresa del nucleare lanciato dal governo Berlusconi viene messo in discussione da più parti, al punto da essere sospeso in attesa del referendum – indetto nel 2010 – previsto per giugno proprio sul tema del nucleare. 2 maggio – Viene ucciso dalle forze speciali Usa in un blitz notturno in Pakistan il terrorista internazionale, presunto mandante degli attentati dell’11 settembre, Osama Bin Laden. Un successo straordinario per il presidente Obama. 2 giugno – Alle elezioni amministrative sorprendenti vittorie di Giuliano Pisapia – esponente di Sinistra e Libertà il nuovo partito di Sinistra guidato da Nichi Vendola – a Milano, e di Luigi de Magistris dell’Italia dei Valori a Napoli. Il Pd, che aveva appoggiato in entrambe le circostanze i candidati di altri partiti, vince a Torino, a Bologna e in molte altre realtà minori. Ridimensionati tutti i partiti di governo. In particolare la Lega Nord che soffre l’alleanza, sempre più compromettente, con il Pdl. 12 giugno - Il referendum sul programma nucleare italiano porta interessanti novità nel panorama politico. Le nuove tecnologie, e in particolare social network e blog indipendenti, sostituiscono i media tradizionali nella promozione politica dei quesiti referendari. Lo schiacciante successo dei Si (che equivale a bloccare il varo del nucleare in Italia) si porta dietro anche lo stop alla privatizzazione dell’acqua da parte degli enti locali e l’abrogazione della legge sul legittimo impedimento (una delle tante leggi “ad personam” varate con l’obiettivo di impedire l’iter giudiziario nei confronti di Berlusconi
12 ottobre 2016
Eugenio Caruso da L'estinzione dei dinosauri di stato.
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