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Persone che vivono in povertà assoluta in Italia
Nonostante la timida ripresa economica che ha caratterizzato gli ultimi anni, le persone che vivono in povertà assoluta in Italia hanno sfondato quota 5 milioni nel 2017. E' il valore più alto registrato dall'Istat dall'inizio delle serie storiche, nel 2005, e in qualche senso un antipasto l'avevamo assaggiato con le cifre sul boom di domande per il Reddito di inclusione, delle quali l'Inps ne ha accolte solo la metà e in due terzi dei casi ha destinato gli assegni per combattere la povertà al Sud.
Oggi l'Istituto di statistica definisce ancor meglio i contorni del fenomeno e stima che le famiglie in povertà assoluta siano 1 milione e 778mila; al loro interno, vivono 5 milioni e 58 mila individui. L'incidenza della povertà assoluta è del 6,9% per le famiglie (era 6,3% nel 2016) e dell'8,4% per gli individui (da 7,9%). Gli statistici attribuiscono all'inflazione due decimi di punto della crescita annua di entrambi i valori, che sono i più alti della serie storica e il vicepremier Luigi Di Maio rilancia subito su Facebook la partita: "Record di poveri in Italia! Il reddito di cittadinanza è un diritto da riconoscere subito!", dice il leader M5s.
Per "poveri assoluti", l'Istat intende coloro che non possono affrontare la spesa mensile sufficiente ad acquistare beni e servizi considerati essenziali per uno standard di vita minimamente accettabile (e che varia dunque in base ai componenti del nucleo e al territorio). Di fatto, si tratta di avere un'alimentazione adeguata, un'abitazione - di ampiezza consona alla dimensione del nucleo familiare, riscaldata, dotata dei principali servizi, beni durevoli e accessori - e il minimo necessario per vestirsi, comunicare, informarsi, muoversi sul territorio, istruirsi e mantenersi in buona salute. Ad esempio, per un adulto (di 18-59 anni) che vive solo, la soglia di povertà è pari a 826,73 euro mensili se risiede in un'area metropolitana del Nord, a 742,18 euro se vive in un piccolo comune settentrionale, a 560,82 euro se risiede in un piccolo comune del Mezzogiorno. La soglia della povertà relativa è invece - per una famiglia di due componenti - pari alla spesa media per persona nel Paese: nel 2017 è stata di 1.085,22 euro mensili.
Ancora una volta, a soffrire maggiormente è il Mezzogiorno dove l'incidenza della povertà assoluta aumenta sia per le famiglie (da 8,5% del 2016 al 10,3%) sia per gli individui (da 9,8% a 11,4%), "soprattutto per il peggioramento registrato nei comuni Centro di area metropolitana (da 5,8% a 10,1%) e nei comuni più piccoli fino a 50mila abitanti (da 7,8% del 2016 a 9,8%)". Ma, annota l'Istituto, anche nelle aree metropolitane del Nord - sia nei centri che nelle periferie - la povertà è aumentata.
Uno sguardo preoccupato va ai minori, tra i quali la povertà assoluta seppur in lieve miglioramento "permane elevata e pari al 12,1% (1 milione 208mila, 12,5% nel 2016); si attesta quindi al 10,5% tra le famiglie dove è presente almeno un figlio minore, rimanendo molto diffusa tra quelle con tre o più figli minori (20,9%)". A questo aspetto si somma un'altra indicazione preoccupante per i più giovani, ovvero che l'incidenza della povertà assoluta ha un livello maggiore quando più è bassa l'età della persona di riferimento in famiglia: sotto i 35 anni si arriva al 9,6%.
Si nota che la povertà aumenta tra i non occupati e quando il capo-famiglia ha un livello d'istruzione minore. Nei nuclei con persona di riferimento operaio, l'incidenza della povertà assoluta (11,8%) è più che doppia rispetto a quella delle famiglie con persona di riferimento in pensione (4,2%). Soffrono maggiormente gli stranieri. Come ci spiegano dall'Istituto, 1,61 milioni di individui stranieri sono colpiti dalla povertà assoluta: l'incidenza di povertà assoluta tra gli individui stranieri si attesta dunque al 32,3%. Anche se si guarda alla rielaborazione dei dati per famiglie e nazionalità è chiaro il quadro: l'incidenza della povertà assoluta - che come visto era in generale al 6,9% - sale al 29,2% tra le famiglie di soli stranieri e nel Mezzogiorno supera addirittura il 40%. Per le famiglie miste il valore dell'incidenza è del 16,4%, in calo rispetto al 2016. Per quelle di soli italiani, la povertà assoluta incide al 5,1% (in salita dal 4,4% del 2016).
Quanto pesa la povertà quando ci sono stranieri
PRESENZA DI STRANIERI IN FAMIGLIA |
Nord |
Centro |
Mezzogiorno |
Italia |
2016 |
2017 |
2016 |
2017 |
2016 |
2017 |
2016 |
2017 |
Famiglie di soli italiani |
2,6 |
3,1 |
3,5 |
3,3 |
7,5 |
9,1 |
4,4 |
5,1 |
Famiglie miste |
22,9 |
20,3 |
* |
* |
* |
* |
27,4 |
16,4 |
Famiglie di soli stranieri |
27,9 |
27,7 |
20,0 |
23,8 |
29,7 |
42,6 |
25,7 |
29,2 |
Anche la povertà relativa cresce rispetto al 2016: l'anno scorso ha riguardato 3 milioni e 171mila famiglie residenti (12,3%, contro 10,6% nel 2016), e 9 milioni 368mila individui (15,6% contro 14,0% dell'anno precedente). Come la povertà assoluta, è più diffusa tra le famiglie con 4 componenti (19,8%) o 5 componenti e più (30,2%), soprattutto tra quelle giovani: raggiunge il 16,3% se la persona di riferimento è un under35, mentre scende al 10,0% nel caso di un ultra sessantaquattrenne. Si confermano le difficoltà per le famiglie di soli stranieri: l'incidenza raggiunge il 34,5%, con forti differenziazioni sul territorio (29,3% al Centro, 59,6% nel Mezzogiorno).
Indicatori di povertà assoluta per ripartizione geografica
Anni 2016-2017, stime in migliaia di unità e valori percentuali
|
Nord |
Centro |
Mezzogiorno |
Italia |
|
2016 |
2017 |
2016 |
2017 |
2016 |
2017 |
2016 |
2017 |
Migliaia di unità |
|
|
|
|
|
|
|
|
Famiglie povere |
609 |
661 |
311 |
271 |
699 |
845 |
1.619 |
1.778 |
famiglie residenti |
12.306 |
12.338 |
5.299 |
5.315 |
8.192 |
8.212 |
25.797 |
25.865 |
Persone povere |
1.832 |
1.928 |
871 |
771 |
2.038 |
2.359 |
4.742 |
5.058 |
Persone residenti |
27.562 |
27.538 |
12.001 |
11.995 |
20.763 |
20.688 |
60.326 |
60.220 |
Composizione percentuale |
|
|
|
|
|
|
|
|
Famiglie povere |
37,6 |
37,2 |
19,2 |
15,3 |
43,2 |
47,5 |
100,0 |
100,0 |
Famiglie residenti |
47,7 |
47,7 |
20,5 |
20,5 |
31,8 |
31,7 |
100,0 |
100,0 |
Persone povere |
38,6 |
38,1 |
18,4 |
15,2 |
43,0 |
46,6 |
100,0 |
100,0 |
Persone residenti |
45,7 |
45,7 |
19,9 |
19,9 |
34,4 |
34,4 |
100,0 |
100,0 |
Incidenza della povertà (%) |
|
|
|
|
|
|
|
|
Famiglie |
5,0 |
5,4 |
5,9 |
5,1 |
8,5 |
10,3 |
6,3 |
6,9 |
Persone |
6,7 |
7,0 |
7,3 |
6,4 |
9,8 |
11,4 |
7,9 |
8,4 |
Intensità della povertà (%) |
|
|
|
|
|
|
|
|
Famiglie |
21,8 |
20,1 |
18,6 |
18,3 |
20,5 |
22,7 |
20,7 |
20,9 |
Recentemente abbiamo parlato dell'economista T. Piketty, autore del best seller internazionale Il capitale nel XXI secolo che riprende i temi dei suoi studi sulla concentrazione e sulla distribuzione della ricchezza negli ultimi 250 anni. Nel libro, Piketty, sostiene la tesi secondo cui, nei paesi sviluppati, il tasso di rendimento del capitale è stato sempre maggiore del tasso di crescita economica, una circostanza che sta portando e porterà in futuro a un aumento della disuguaglianza in termini di ricchezza e disponibilità di beni e servizi. Questa può essere la ragione dell'incremento nel numero dei poveri nei paesi occidentali. Per affrontare questo problema, Piketty propone di attuare una redistribuzione della ricchezza attraverso una tassa globale sulla ricchezza.
ISTAT 27-06-2018
Tratto da
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