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Onorio, il primo imperatore dell'impero romano d'occidente

I GRANDI PERSONAGGI STORICI - Imperatori romani


Ritengo che ripercorrere le vite dei maggiori personaggi della storia del pianeta, analizzando le loro virtu' e i loro difetti, le loro vittorie e le loro sconfitte, i loro obiettivi, il rapporto con i piu' stretti collaboratori, la loro autorevolezza o empatia, possa essere un buon viatico per un imprenditore come per una qualsiasi persona.

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Onorio

Flavio Onorio (Costantinopoli, 9 settembre 384 - Ravenna, 15 agosto 423 ) e'stato il primo imperatore dell'impero romano d'Occidente, dalla morte del padre Teodosio I (395) alla propria. Gia' nel 393 ricevette il titolo di augusto. Durante il suo regno, il fratello maggiore, Arcadio, resse l'Impero d'Oriente.
Definito "l'imperatore indifferente" da Edward Gibbon, dimostro' tutta la sua inettitudine nell'amministrare l'impero, indifferente dinanzi a invasioni, rivolte e perdite di alcune province. Fece uccidere l'unico difensore dell'impero, Stilicone. E' noto soprattutto per il fallimento della trattativa con il generale Alarico, che tenne in assedio Roma, il quale si era offerto di diventare generale dell'Impero Romano d'Occidente. Vistosi negato l'incarico, Alarico saccheggio' Roma dal 24 agosto al 27 agosto 410.
Onorio era il figlio dell'imperatore Teodosio I e di Elia Flaccilla; aveva un fratello maggiore, Arcadio, e una sorella morta in giovane eta', Pulcheria Teodosia. Il padre lo onoro' del titolo di nobilissimus puer e gli conferi' il consolato per l'anno 386, quando Onorio aveva due anni. Raggiunse il padre a Roma (389), poi torno' a Costantinopoli (391).
Nel 392 mori' l'augusto d'Occidente, Valentiniano II, e poco dopo il generale di origine barbara Arbogaste elevo' al trono Eugenio; Teodosio fece inizialmente intendere di accettare il nuovo collega, ma poi, il 23 gennaio 393, proclamo' Onorio, all'eta' di dieci anni, augusto d'Occidente, associandolo al trono come aveva fatto dieci anni prima con Arcadio e mettendolo in diretta opposizione a Eugenio. Il 6 settembre 394, Eugenio fu sconfitto nella battaglia del Frigido; in quello stesso anno, Teodosio convoco' Onorio alla corte di Milano.
Prima della morte di Teodosio (17 gennaio 395), quest'ultimo divise l'Impero tra i due figli: ad Arcadio ando' la parte orientale, a Onorio la parte occidentale. Questa divisione fu, dal punto di vista formale, solo amministrativa, essendo l'Impero ancora uno, ma fu anche un importante evento della storia romana, in quanto mai piu' un imperatore regno' sull'Occidente e sull'Oriente uniti.
Essendo Onorio ancora minore, la reggenza effettiva fu affidata a Stilicone, un generale di origine vandala; per rafforzare il proprio legame con l'imperatore, Stilicone diede in sposa a Onorio la propria figlia Maria (398 circa) e, dopo la morte di questa, l'altra figlia Termanzia (408).
L'impero d'Occidente fu sottoposto, durante il regno di Onorio, a una serie di spinte disgregatrici sia esterne che interne, con invasioni di popoli barbari e diverse ribellioni di usurpatori (le fonti ne ricordano nove).
Nel 397 il comes Africae Gildone si ribello' nell'Africa settentrionale, ma la sua rivolta fu soffocata un anno dopo (31 luglio 398).
Nel 402 e 403, Stilicone respinse le incursioni dei visigoti di Alarico. Proprio a causa dell'invasione dei visigoti, nel 402 Onorio sposto' la capitale da Mediolanum, piu' esposta, a Ravenna, considerata meglio difendibile in quanto circondata da paludi. La necessita' di difendere l'Italia costrinse Stilicone a sguarnire la Gallia. Nel 405, un esercito barbaro, al comando di Radagaiso, invase l'Italia, portando la devastazione nel cuore dell'Impero, finche' Stilicone non lo sconfisse nel 406.
Nel frattempo i romani esercitavano un controllo sempre piu' debole sulla Britannia romana; rimaste isolate, le guarnigioni romane di quella provincia sostennero diversi usurpatori, tra cui Marco (406 - 407), Graziano (407), e Costantino "III": questi invase la Gallia nel 407, occupando Arelate.
Il 31 dicembre 406 un grosso esercito di alani, suebi e vandali sfondo' la frontiera e invase la Gallia; questi popoli si mossero in Hispania nel 409. L'influenza politica di Stilicone cresceva a ogni vittoria militare conseguita, ma allo stesso tempo cresceva l'opposizione che il generale riscuoteva a corte, in particolare dal partito contrario alla negoziazione con i popoli barbari, guidato da Olimpio. Dopo la morte di Maria, Stilicone convinse Onorio a sposarne la sorella Termanzia (408), ma quello stesso anno Onorio sposo' la causa degli oppositori del comandante, entrando cosi' nella sfera d'influenza del cortigiano che lo convinse a liberarsi di quello condannandolo a morte, facendone uccidere anche il figlio.
L'eliminazione del piu' valido generale dell'Impero romano d'Occidente permise ad Alarico I e ai suoi visigoti la ripresa dell'offensiva militare. Durante lo stesso 408, Alarico chiese a Onorio il permesso di portare il proprio esercito dal Norico alla Pannonia, oltre a modesti versamenti, ma Onorio, consigliato dal proprio magister officiorum Olimpio, si rifiuto' di contrattare. I visigoti, allora, raggiunsero Roma ed estorsero ai notabili cittadini 5.000 libbre d'oro, 30.000 libbre d'argento, 4.000 tuniche di seta, 3.000 panni porpora e 3.000 libbre di pepe, mentre Onorio rimaneva inerte a Ravenna.
Nel 409 Alarico torno' a Roma dove, col sostegno del Senato romano, mise sul trono un uomo a lui piu' congeniale, Prisco Attalo. L'anno successivo, dopo aver ricevuto sei legioni dall'Impero romano d'Oriente, Onorio negozio' con Alarico, ottenendo che questi deponesse Attalo; i negoziati, tuttavia, a causa del tradimento dell'imperatore che tento' di tendere un'imboscata al generale barbaro, si interruppero e si giunse al sacco di Roma (410), durante il quale Alarico prese in ostaggio Galla Placidia, sorella di Onorio.
Intanto la rivolta dell'usurpatore Costantino "III" in Gallia era ancora in atto. In aiuto di Onorio venne la rivolta, nel 409, di Geronzio, generale di Costantino, che proclamo' un proprio imperatore, Massimo, in Hispania, e assedio' Costantino ad Arelate; qui i due ribelli furono raggiunti dal generale romano Flavio Costanzo (Costanzo III), il quale sconfisse in successione Geronzio e Massimo e poi Costantino (411).
La situazione in Gallia non era pero' ancora stabilizzata, e da li' giunse un altro pericolo per il potere di Onorio: subito dopo che le truppe di Costanzo erano tornate in Italia, Giovino si ribello' nella Gallia settentrionale, col sostegno di alani, burgundi e della nobilta' gallo-romana. Giovino cerco' l'alleanza con i goti di Ataulfo (412) ma si inimico' il re barbaro proclamando augusto il proprio fratello Sebastiano: Ataulfo cerco' di accordarsi con Onorio, il quale lascio' che il sovrano goto risolvesse il problema dell'usurpatore, sconfitto e ucciso nel 413. In quello stesso anno Costanzo sedo' un'altra rivolta, quella di Eracliano in Africa.
Nel 414 Costanzo attacco' Ataulfo, che rimise sul trono nuovamente Prisco Attalo, e sposo' Galla Placidia. Costanzo forzo' Ataulfo a ripiegare in Hispania e Attalo, avendo perso il sostegno dei visigoti fu catturato e deposto. La tattica di Costanzo di impedire ai Visigoti di ricevere i rifornimenti ebbe i suoi frutti: i goti soffrirono la fame e il nuovo re Vallia (415-418) accetto' di firmare un trattato di pace con i romani: Galla Placidia sarebbe stata restituita a Roma, e i visigoti, in cambio di 600.000 misure di grano e del territorio dell'Aquitania, si impegnavano a combattere in nome dei Romani i vandali, gli alani e i suebi in Hispania. I goti, condotti da Wallia, annientarono i vandali silingi nella Betica e gli alani in Lusitania e Cartaginense, riconsegnando le province conquistate all'Impero; in cambio, Costanzo premio' Wallia e i visigoti permettendo loro di stanziarsi in qualita' di foederati (alleati dell'Impero) nella Valle della Garonna, in Aquitania, dove ottennero terre da coltivare (418).
L'Aquitania sembra sia stata scelta come terra dove far insediare i visigoti per la sua posizione strategica: infatti era vicina sia alla Spagna, dove rimanevano da annientare i vandali ssdingi e gli svevi, sia al Nord della Gallia, dove forse Costanzo intendeva impiegare i visigoti per combattere i ribelli separatisti bagaudi nell'Armorica.
Per riallacciare i rapporti con i grandi proprietari terrieri gallici, alcuni dei quali, lasciati in balia dei barbari, avevano preferito trasferire la loro alleanza dall'Impero ai barbari per scongiurare una possibile confisca dei loro terreni da parte dei nuovi padroni, Costanzo spinse Onorio a istituire un concilio delle sette province (della Gallia a sud della Loira), che si riuniva ogni anno ad Arelate.
La prima seduta si tenne nel 418 ed e'possibile che abbia riguardato il problema delle terre da assegnare ai visigoti. Nel frattempo, nel 417 Costanzo invio' Exuperanzio in Armorica, per sedare la rivolta dei bagaudi e restituire la Gallia nord-occidentale all'Impero, mentre Castino fu inviato contro i franchi, ed e'plausibile che Costanzo abbia cercato di intervenire persino in Britannia.
In Ispania tuttavia la situazione si deterioro' di nuovo: nel 419 Gunderico, re dei vandali, rinforzato dagli alani superstiti che si erano uniti a lui, mosse guerra agli svevi: i romani, nel 420, reagirono, spingendo i vandali a trasferirsi in Betica. Infine, nel 420-422 un certo Massimo, forse da identificarsi con il candidato di Geronzio, sorse e tramonto' in Hispania. Probabilmente l'attacco dei romani ai vandali del 420 era volto a deporre Massimo, probabilmente innalzato al trono o dai vandali o dagli svevi; Astirio fu ricompensato per la cattura dell'usurpatore con il patriziato, mentre l'usurpatore fu condotto in catene di fronte a Onorio durante le celebrazioni per il 30 anno di regno di Onorio (422). Nel 422-423 fu allestita una spedizione per annientare i vandali in Betica: ma la discordia tra i generali Castino e Bonifacio spinse il secondo ad abbandonare la spedizione ritornando in Africa con le sue truppe, e le truppe del solo Castino non furono sufficienti a sconfiggere il nemico: sconfitto in battaglia, forse a causa di un presunto tradimento dei visigoti, Castino fu costretto al ritiro a Tarragona.
Onorio, spesso in contrasto con il fratello imperatore d'Oriente, cerco' l'alleanza con la Chiesa cattolica eliminando le ultime vestigia del paganesimo come, ad esempio, i giochi gladiatorii. Per rinforzarsi politicamente, Onorio si avvicino' a Costanzo, il quale prima sposo' Galla Placidia (417), sorella dell'imperatore, poi fu associato al trono nel 421. Nonostante un relativo indebolimento dell'Impero, la situazione stava migliorando decisivamente sotto la ferma guida di Costanzo e non e' implausibile che se Costanzo fosse vissuto piu' a lungo, l'Impero si sarebbe ripreso completamente. Tuttavia tale stratagemma fu reso vano dal decesso di Flavio Costanzo avvenuto durante il medesimo anno, cosi' che l'imperatore, sentendosi fondamentalmente inadeguato nell'affrontare la profonda e irreversibile crisi contingente, ritenne opportuno ritirarsi a Ravenna. Nel 422-423, litigo' con Galla Placidia, sua sorella, e la costrinse all'esilio:
"L'affetto di Onorio per la sorella fu tanto che, deceduto Costanzo, ... usava baciarla frequentemente sulla bocca, facendo nascere in molti il sospetto di una turpe intrinsichezza. Ma tanto amore si converti' poi in odio, ad istigazione specialmente di Spadusa e di Elpidia, nutrice di Placidia, persona a cui essa dava assai confidenza; e v'aggiungeva l'opera sua Leonteo, gran maestro della casa di lei. E le cose giunsero al segno che frequenti sedizioni scoppiarono a Ravenna, e tumulti, e risse con spargimento di sangue; poiche' a Placidia era ancora affezionata la turba de'Barbari [visigoti] a riflesso dei matrimonj di lei con Ataulfo e con Costanzo. Di modo che infine, prevalendo il fratello, per codeste inimicizie, e per l'odio succeduto al primo amore, Placidia co'suoi figliuoli venne confinata a Costantinopoli. ".
(Olimpiodoro, Storie, frammenti e riassunto di Fozio.)
Onorio mori' nell'anno 423, di edema. Aveva trentotto anni e regnava da ventotto; non avendo lasciato eredi, il suo trono fu prima usurpato dall'alto funzionario Giovanni Primicerio, poi recuperato da Valentiniano III, figlio di Galla Placidia.

I VISIGOTI
I Visigoti erano un popolo di origine scandinava, appartenente alla tribu' dei Goti, furono tra quei popoli barbari, che, con le loro migrazioni, contribuirono alla crisi e alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente. Dopo la fine dell'Impero Romano d'Occidente nel 476 (data canonica), i Visigoti giocarono un ruolo molto importante nello scacchiere europeo per altri due secoli e mezzo. Il nome Visigoti vuol dire "Goti nobili", mentre i Goti che si erano stanziati lungo il bacino del Dnepr furono detti Ostrogoti (Goti dell'Est, dal tedesco Ostgoten).
La storia dei Visigoti ha inizio, come storia del popolo autonomo e non piu'come parte della famiglia gotica indifferenziata, dopo la meta' del III secolo sul confine nordorientale dell'Impero Romano, sulla sponda sinistra del Danubio, in quella regione che era stata parte dell'impero ed era conosciuta come Dacia. I Visigoti, che erano stanziati tra la Moldavia e la Valacchia, condotti da Atanarico entrarono in contatto con l'Impero Romano, nel 369, quando l'imperatore romano, Valente, attraversato il Danubio, li sconfisse, ma Atanarico riusci' a negoziare una pace favorevole per i Goti. La maggior parte dei Visigoti era pagana della tradizione mitologica scandinava, e aveva come capo Atanarico, mentre una parte si era convertita al Cristianesimo, per la precisione al credo ariano e faceva capo a Fritigerno, per cui i Visigoti fecero capo ai due condottieri.
Gli Unni, che, giunti nel frattempo in Europa, avevano sconfitto gli Alani e sottomesso i Goti dell'est o Ostrogoti, cominciarono a premere sui confini ed a riversarsi nelle terre abitate dai Visigoti; a questo punto il gruppo di Visigoti guidato da Atanarico, incalzato dagli Unni, si ritiro' in Transilvania, dopo aver perso gran parte delle sue ricchezze; questo fatto causo' il passaggio di molti Visigoti dal gruppo di Atanarico a quello di Fritigerno, che imploro' l'ammissione in territorio romano e riusci' a persuadere Valente (anche l'imperatore era di religione ariana) a consentire a lui e alle sue genti, nel 376, di attraversare il Danubio e trovare salvezza nella provincia romana della Mesia. Secondo gli accordi, i goti sarebbero stati coscritti nell'esercito romano e a loro sarebbe stata concessa piena cittadinanza, ma in realta' non accadde niente di tutto questo. Anche gli Ostrogoti, senza essere invitati, erano entrati nei confini dell'impero. La presenza di troppe persone in un'area ristretta, come la provincia della Mesia, che era stata loro assegnata porto' a una penuria di cibo, che causo' l'inizio delle ostilita' tra Romani e Goti.
Dopo la clamorosa vittoria sui romani ad Adrianopoli, in cui l'imperatore Valente mori', i Goti invasero la Tracia e saccheggiarono i Balcani, arrivando sino in Grecia, ma alla fine persero la guerra. Atanarico riusci' a negoziare una pace, nel 381, con il nuovo imperatore Teodosio I, e ottenne che i Visigoti divenissero alleati ufficiali di Roma, concedendo alla nuova nazione dei Visigoti una autonomia che prima mai era stata concessa alle nazioni sottomesse dai romani. La pace fu ratificata solo l'anno dopo, nel 382, dai nuovi capi dei Visigoti, tra cui, Fravita ed il trattato valse fino alla morte di Teodosio nel 395.
I Visigoti rimasero in Mesia fino al 390, quando un giovane principe della dinastia dei Balti, il ventenne Alarico, guido' i Visigoti, gli Unni ed altre tribu' provenienti dalla sponda sinistra del Danubio nell'invasione della Tracia, saccheggiandola; l'imperatore romano, Teodosio I, nel 391, intervenne personalmente, ma cadde in un'imboscata sul fiume Maritsa, dove rischio' la vita. Nel 392, i Visigoti di Alarico vennero circondati sulla Maritsa dal generale Stilicone, ma Teodosio li perdono' e li lascio' tornare nella loro provincia (Mesia) rinnovandogli il trattato del 382. Le truppe visigote, alla battaglia del Frigido (tributario del fiume Isonzo), il 5 settembre 394, costituirono l'avanguardia, che subi' gravissime perdite, dell'esercito di Teodosio I, ma, alla morte dell'imperatore, il 17 gennaio 395, Stilicone invio' i Visigoti nella loro provincia e non fu piu'pagato loro il tributo annuale che Roma versava loro. Questi fatti contribuirono a compromettere la pace che era stata raggiunta tra Goti e Romani e a fare ricominciare le ostilita'.
I Visigoti, nel 395, proclamato re Alarico, invasero la Tracia, la Macedonia, e poi la Tessaglia, dove furono fermati dal generale Stilicone, reggente dell'Impero romano d'occidente, per conto dell'imperatore Onorio, ancora bambino. Ma l'imperatore d'oriente, Arcadio, intimo' a Stilicone di rientrare in Occidente, e all'esercito romano-orientale di rientrare a Costantinopoli, lasciando un contingente alle Termopili per difendere la Grecia. I Visigoti, forse per merito del tradimento, si impossessarono del famoso passo, attraversarono la Beozia e l'Attica, occuparono Il Pireo, e costrinsero Atene alla resa, senza saccheggiarla. Poi si diressero a Eleusi, dove distrussero il tempio di Demetra, determinando la definitiva interruzione delle celebrazioni dei Misteri Eleusini. Nel corso del 396, tutto il Peloponneso fu occupato; Corinto, Argo, Sparta e molti altri siti subirono la violenza e le devastazioni dei Visigoti.
Nel 397, Stilicone sbarco' a Corinto con un esercito e caccio' i Visigoti dall'Arcadia e li accerchio' ad Elice. Ma, ancora una volta, richiamato per una rivolta in Africa, fece con loro un'alleanza contro l'impero d'oriente, permettendogli di ritirarsi sulle montagne verso il nord dell'Epiro, dove Arcadio, nel 399, offri' loro del denaro e nomino' il loro re, Alarico, magister militum dell'Illiria, in pratica Governatore dell'Epiro gia' occupato, concludendo cosi' la pace. Alarico approfitto' della collaborazione con l'impero d'oriente per rafforzarsi, soprattutto riarmo' i Visigoti negli arsenali romani.
I Visigoti, passando da Aemona, nel 401 arrivarono in Italia, e da Aquileia si diressero su Milano, dove si trovava l'imperatore Onorio, ma furono fermati a Pollenzo (402), da Stilicone, che nomino' Alarico magister militum, purche' lasciasse l'Italia. Dopo essere usciti dall'Italia, i Visigoti non si allontanarono dai confini e, nel 403, rientrarono, assediando Verona, dove vennero sconfitti da Stilicone che li costrinse a rinnovare il patto di alleanza contro l'impero d'oriente e dovettero rientrare in Epiro. Ma presto abbandonarono l'Illiria per stabilirsi tra il Norico e la Pannonia, dove rimasero sino alla morte di Stilicone (23 agosto 408).
Tra il 400 e il 410, i Visigoti entrarono in Italia e per ottenere una sovvenzione e una provincia in cui stabilirsi, tentarono a piu'riprese un accordo con l'imperatore Onorio, che era trincerato a Ravenna, finche', spazientiti, ritornarono a Roma (per la terza volta) e, il 24 agosto 410, dopo che la porta Salaria era stata aperta a tradimento, entrarono e la saccheggiarono (Sacco di Roma), per tre giorni. I Visigoti lasciarono Roma carichi di bottino e tentarono di passare in Africa, il granaio dell'impero, per poi impadronirsi dell'Italia. Ma una tempesta disperse e affondo' le navi quando erano gia' in parte cariche e pronte a partire. Allora ripresero la via del nord; ma in Calabria, nei pressi di Cosenza, Alarico si ammalo' improvvisamente e mori'.
Poi i Visigoti continuarono ad avanzare verso la Gallia e, nella primavera del 412, passando per la via militare che da Torino portava al fiume Rodano attraversarono il Colle del Monginevro. Una volta arrivati in Gallia, i Visigoti si stabilirono tra la Provenza e l'Aquitania, e Ataulfo, in un primo tempo, appoggio' l'usurpatore Giovino, poi strinse un patto con Onorio: in cambio di rifornimenti, terre ed oro, gli avrebbe consegnato l'usurpatore e avrebbe liberato Galla Placidia, sorella di Onorio fatta prigioniera durante il Sacco di Roma del 410.
Il re visigoto mantenne la parola, ma Onorio non la mantenne, a causa dei problemi dovuti alla rivolta in Nordafrica di Eracliano. Il re visigoto, in risposta, non libero' Galla Placidia ed anzi attacco' prima Marsiglia (che gli resistette) e poi occupo' Narbona, Tolosa e Bordeaux. Nel gennaio del 414, Ataulfo sposo' Galla Placidia, e grazie all'influenza della moglie, progetto' una politica di fusione fra Goti e Romani, affinche' la forza dei primi rinforzasse la cultura e il nome dei secondi. Ma il generale Flavio Costanzo blocco' i porti gallici e costrinse i Visigoti ad arretrare prima a Narbona e poi, valicati i Pirenei, a ritirarsi verso la Tarraconense, occupando Barcellona.
Nel 415, i Visigoti tentarono nuovamente di impossessarsi del granaio romano dell'Africa. Ma la flotta visigota fu distrutta da una tempesta durante la traversata da Gibilterra; l'imperatore inoltre aveva inviato un distaccamento militare alle colonne d'Ercole che dissuase i goti.
Allora il nuovo re, Walia siglo' un trattato di pace con il generale Flavio Costanzo; in cambio di 600.000 misure di grano e del territorio della regione d'Aquitania, dai Pirenei alla Garonna, i Visigoti, in qualita' di foederati dell'Impero, si impegnavano a combattere in nome dei Romani i Vandali, gli Alani e i Suebi, che nel 406 avevano attraversato il fiume Reno e si erano dislocati nella provincia d'Hispania; le eventuali province recuperate le avrebbero restituite all'Impero. I Visigoti inoltre restituirono Galla Placidia all'imperatore. Nel 416 i Visigoti invasero l'Hispania, dove tra il 416 ed il 418 distrussero i Vandali silingi e sconfissero gli alani cosi' duramente che rinunciarono di eleggere il successore del defunto re Addac e si posero sotto il governo di Gunderico, re dei vandali Asdingi, che da allora ebbe il titolo di reges vandalorum et alanorum. E quando, nel 418, si accingevano ad attaccare i Vandali asdingi e i Suebi che si trovavano in Galizia, Costanzo li richiamo' in Gallia, permettendo ai Visigoti di stanziarsi nella Valle della Garonna, in Aquitania (l'Aquitania secunda, la zona di Tolosa). Questa donazione venne probabilmente fatta con il contratto di hospitalitas, l'obbligo di ospitare i soldati dell'esercito. La scelta dell'Aquitania come luogo di stanziamento dei Visigoti sembra motivata da ragioni di carattere strategico: infatti era un luogo poco distante sia dalla Spagna occupata in parte dai Barbari, sia dalla Gallia nord-occidentale, dove si erano rivoltati i gruppi autonomisti Bagaudi. Il primo insediamento formo' il nucleo del futuro regno visigoto che si sarebbe espanso fin oltre i Pirenei. Walia stabili' la propria corte a Tolosa, che divenne cosi' la capitale visigota per il resto del quinto secolo.
Durante il V secolo i possedimenti dei Visigoti oltre all'Aquitania e alla Provenza si estesero anche alla parte settentrionale della Penisola Iberica. Il secondo grande re visigoto, Eurico, uni' le varie fazioni in lotta tra di loro e, nel 475, obbligo' il governo romano a garantirgli piena indipendenza. Alla sua morte i Visigoti erano il piu'potente degli stati che presero il posto dell'Impero romano d'Occidente. I Visigoti divennero anche la potenza dominante in penisola iberica, sconfiggendo velocemente gli Svevi, che mantennero comunque il possesso della Galizia. Tra il 466 e il 480, re Eurico emano' un codice che da lui prende il nome, seguito pochi anni dopo dalla Lex Romana Visigothorum promulgata da Alarico II.
All'inizio del VI secolo i Visigoti furono sospinti dalla pressione dei Franchi fuori della Gallia (dove mantennero solo la fascia costiera mediterranea, chiamata Settimania) verso la Penisola Iberica, dove diedero vita a una societa' con una forte eredita' politico-amministrativa romana con capitale Toledo. In seguito, dopo la meta' del VI secolo, riuscirono ad espandersi a danni dei Suebi e del loro regno, ma subirono il tentativo di conquista da parte di Giustiniano I, che per breve tempo strappo' loro la Spagna meridionale (grossomodo la Betica e Granada). Il popolo visigoto, seguendo come di consueto la decisione del re, in questo caso Recaredo, si converti' dall'arianesimo al credo niceno nel 589 in occasione del Concilio di Toledo. Nel corso del VII secolo il potere regale lotto' per rafforzarsi ed imporre una successione dinastica in opposizione al sistema elettivo, e tutte le decisioni vennero ufficializzate al concilio di Toledo (se ne tennero diciotto). Nel 624 i Visigoti riuscirono ad espellere i Bizantini dalla Spagna, unificandola sotto il loro dominio. Infine all'inizio del VII secolo iniziarono le persecuzioni antiebraiche, che nel corso del secolo si intensificarono, facendo in modo che gli Ebrei (il 10% della popolazione della Penisola Iberica) durante l'invasione araba del 711, si schierassero a fianco degli invasori. Il regno dei Visigoti cadde a seguito della conquista effettuata dai Mori guidati dagli Arabi tra il 711 ed 713. I Visigoti resistettero, per poco, solo nella provincia Tarraconense (l'ultimo baluardo, Barcino cadde nel 717) ed in Settimania, che comunque fu occupata dai musulmani, tra il 720 ed il 725.

Eugenio Caruso - 27 luglio 2018

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