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Nasce la customer satisfaction

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1.6 Nasce la customer satisfaction

Con il graduale passaggio dalla produzione per il magazzino della prima impresa fordista alla produzione su richiesta del cliente, il prodotto va sempre più trasformandosi in un servizio al consumatore, l’impresa orientata alla vendita si trasforma in impresa orientata al cliente. Nasce la customer satisfaction e, gradualmente ma costantemente, il consumatore diventa l’elemento che sempre più influenza e pilota scelte e strategie aziendali.
Il responso dello scaffale è sacro e, negli anni ’60-’70, viene assunto nelle imprese il principio della centralità del consumatore/cliente rispetto alla produzione. Tutta la letteratura scientifica americana ed europea di quegli anni pone in posizione centrale il consumatore e arriva a far coincidere l’operatività del marketing con l’obiettivo della customer satisfaction.
Gli strumenti del direct marketing, introdotti allo scopo di entrare in rapporto diretto con il cliente e sondarne i desideri, come il numero verde, il telemarketing (il contatto telefonico con un campione stratificato secondo i principali parametri socio-demografici), le tecniche di monitoraggio, i questionari, il door-to-door, la mailing list, sono l’esemplificazione dello sforzo condotto dalle imprese per conseguire la customer satisfaction.
Non è solo il sistema della produzione che adotta il criterio della customer satisfaction, ma anche il settore dei servizi entra in questo tipo di logica; un esempio, sia pure di tipo formale, è il modo con cui gli speaker di aeroporti e ferrovie si rivolgono oggi “alla gentile clientela” e non più “ai signori passeggeri”.
1.7.1 Eccessi della customer satisfaction
Nell’evoluzione del rapporto tra offerta e domanda la centralità del cliente viene portata alle estreme conseguenze. Il produttore si trasforma in un ricevitore passivo della domanda del consumatore; è il mercato e non la produzione che stabilisce il ciclo di vita del prodotto; a prescindere dalla sua perfezione tecnologica, il valore di un prodotto perde la sua oggettività, per dipendere da un numero di variabili che sfuggono al controllo della produzione.
Nel caso di prodotti tecnologici si instaura nel consumatore una frenesia verso la novità fine a sé stessa, mentre all’altro estremo, nel campo dei beni di consumo, il cliente è interessato ai buoni acquisto, ai sorteggi, ai bollini, alle vendite promozionali, al tre per due, alla visibilità pubblicitaria, piuttosto che alle caratteristiche e alla qualità del prodotto. Nell’organizzazione aziendale prevale il criterio della necessità di operare dal basso verso l’alto, dal cliente alla produzione; ogni segmento dell’azienda (ReS, engineering, produzione, amministrazione, acquisti, trasporti) viene organizzato in funzione delle esigenze del cliente.

Eugenio Caruso - 15 aprile 2019

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www.impresaoggi.com