1. Elenco delle principali novità introdotte dalla finanziaria 2008
IRES, IRAP E ICI: Sono state introdotte misure fiscali a vantaggio delle imprese. L'Ires a partire da gennaio si riduce di 5 punti passando dal 33 al 27,5%, mentre l'irap scende dal 4,25% al 3,9%. Uno sconto sull'ICI fino ad un massimo di 200 euro scatterà dal 2008 a prescindere dal reddito (inizialmente il disegno di legge prevedeva che lo sconto fosse riservato a chi ha un reddito inferiore a 50.000 euro).
AFFITTI: Gli inquilini potranno detrarre dall'IRPEF una quota del canone d'affitto dell'abitazione principale. E' però prevista una soglia di reddito (non si deve superare il reddito annuo di 15.493,71 euro per avere una detrazione di 300 euro mentre per i redditi fino a 30.987,41 lo sconto sarà di 150 euro).
CASE POPOLARI: Verrà finanziato nel limite di 550 milioni di euro, un programma per l'edilizia residenziale pubblica finalizzato al recupero e all'adattamento funzionale di alloggi degli ex IACP o dei Comuni.
SICUREZZA TABACCAI: Previsto un credito di imposta di 3.000 euro in favore dei tabaccai che si dotano di telecamere di sicurezza e di sistemi di pagamento elettronico.
STABILIZZAZIONE PRECARI: Prevista la stabilizzazione dei precari della Pubblica amministrazione attraverso una selezione di tipo concorsuale.
COSTI DELLA POLITICA: Limitazione del numero dei ministri che già dal prossimo Governo sarà al massimo di 12. Non sarà possibile, in ogni caso, superare il tetto di 60 tra ministri, vice ministri e sottosegretari.
Niente più stipendi a consiglieri (comunali, provinciali e delle circoscrizioni) a cui verrà assegnato un gettone di presenza per la partecipazione ai consigli e alle commissioni.
CLASS ACTION: Arriva la Class Action (azione collettiva risarcitoria) a tutela dei consumatori.
FORFAIT PER LE IMPRESE: Prevista un'aliquota del 20% a forfait per le imprese con un fatturato inferiore ai 30mila euro.
TICKET: Abolito il ticket di 10 euro sulla specialistica e la diagnostica.
CANONE RAI: Abolito il Canone Rai per chi supera i 75 anni e ha un reddito familiare non superiore a 516,56 euro al mese.
MERCATO DEL LAVORO: Il protocollo prevede un’esplicita dichiarazione della centralità del rapporto di lavoro a tempo indeterminato secondo le direttive europee, ulteriori strumenti per la lotta al sommerso, riconoscimenti al ruolo della contrattazione collettiva, misure per la stabilizzazione del lavoro. In particolare per il lavoro a tempo parziale sarà la contrattazione collettiva a definire clausole elastiche e flessibili, saranno incentivati i part-time lunghi e agevolati i rapporti a tempo pieno a tempo parziale richieste per comprovati compiti di cura. Per i contratti a termine si afferma il diritto di precedenza per i lavoratori anche stagionali entro 12 mesi dalla scadenza del contratto, si fissa un tetto massimo di 36 mesi di durata e l’attivazione di un'eventuale procedura presso le direzioni provinciali di lavoro, saranno soggetti ai tetti massimi stabilti i contratti di durata inferiore a 7 mesi e quelli attivati per intensificazione dell’attivita’ produttiva. Verra’ cancellato il lavoro a chiamata e istituito un tavolo con le parti sociali sullo staff leasing e verrano migliorati l’apprendistato e il contratto d’inserimento. Sono previste poi misure per i collaboratori in coerenza con l’aumento di 3 punti nel triennio 2008-2010 della loro aliquota previdenziale e saranno migliorate le norme sui disabili.
MUTUI CASA: Aumentano le detrazioni sui mutui per la prima casa.
ASILI NIDO: Proroga delle detrazioni fiscali sulle spese sostenute dai genitori per gli asili nido.
BONUS IN TREDICESIMA: Previsto un assegno di 150 euro a persona per gli incapienti, ossia per coloro che hanno un reddito inferiore a 7500 euro. La somma andrà a beneficio di circa 12,5 milioni di persone. I dipendenti riceveranno il bonus con la tredicesima mentre gli autonomi scaricheranno l'importo nella dichiarazione dei redditi.
ROTTAMAZIONE: Proroga degli incentivi alla rottamazione con modalità da definire.
RISTRUTTURAZIONI EDILIZIE: Proroga per altri tre anni della detrazione Irpef del 36%.
2. Politica della redistribuzione
Il governo, specie nelle componenti che si definiscono di sinistra, ha posto tra i propri obiettivi prioritari quello della redistribuzione della ricchezza, in modo da dare, come più volte affermato, più ossigeno alle classi a basso reddito a svantaggio di chi sta meglio.
Una delle iniziative intraprese è la revisione dell’Irpef.
Ecco una simulazione dell'effetto redistributivo formulata dai tecnici che hanno messo a punto la Finanziaria e relativa a una famiglia composta da lavoratore dipendente con moglie e due figli a carico:
- Reddito annuo lordo 21.500 euro, stipendio 1.468 al mese, beneficio 61 euro netti al mese
- Reddito annuo lordo 25.000 euro, stipendio 1.651 euro al mese, beneficio 52 euro netti al mese
- Reddito 28.000, stipendio 1.807, beneficio 43 euro netti al mese
- Reddito 50.000 euro, stipendio 2.829, aggravio 30 euro netti al mese
- Reddito annuo 80.000, stipendio netto 4.133, aggravio 66 euro netti al mese
- Reddito annuo 200.000 euro, stipendio 9.432 euro, aggravio 137 euro netti al mese.
L’intervento sull’Ici è diventato ancora più corposo di quanto deciso in commissione, perché di fatto rivolto alla grande maggioranza dei proprietari - sono escluse solo le abitazioni di lusso - senza vincoli di reddito né di ampiezza della casa. Non si comprende per quale motivo i vincoli di reddito rimangano invece per gli affittuari, tra i quali è noto che si concentrano le persone e le famiglie a reddito più modesto.
La finanziaria 2008 è stata presentata con lo slogan: “cento buone notizie per gli italiani”. Le buone notizie sarebbero legate all’attuazione di una politica redistributiva. Infatti, sotto l’incalzare della protesta popolare il governo AVEVA inserito nella finanziaria una norma in base alla quale gli stipendi dei manager della pubblica amministrazione non potevano superare lo stipendio del primo presidente della Corte di Cassazione, vale a dire 274 mila euro l'anno.
- Poi è arrivata una prima correzione, che ha escluso dal tetto tutti i contratti di natura privatistica già in corso.
- Poi un'ulteriore modifica. Per i manager con contratto di diritto pubblico la norma si applica solo per i contratti futuri, per quelli in essere lo stipendio verrà ridotto gradualmente: 25% l'anno in modo che nel giro di quattro anni si arrivi al famoso tetto.
- Ancora una limitazione. Dal tetto restano escluse le Authority, Bankitalia, gli Organi costituzionali, i contratti d'opera (da Pippo Baudo, a Bruno Vespa, da Piero Angela a Simona Ventura), le società quotate e le attività di natura professionale.
- E poi ci sono poi 25 “superfortunati” che, per la loro posizione di alto livello di responsabilità, non saranno costretti a rientrare nel tetto.
- Non è finita, perché anche il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa ha chiesto una modifica specifica per la Rai perchè si tratta di un'azienda in concorrenza e dunque che “deve essere in grado di pagare i prezzi della concorrenza”. Lo stesso concetto ha ribadito il direttore generale della Rai, sostenendo che il principio del tetto crea “confusione ai funzionari che devono fare i contratti”. Giova notare che sono più di 50 i soggetti che in RAI guadagnano più del tetto.
Un emendamento del Governo alla Finanziaria, approvato dalla Camera, ha introdotto il tetto di 500mila euro ai compensi annui lordi del «legale rappresentante e dei dirigenti » delle «società non quotate partecipate dal ministero dell'Economia».
L’emendamento ha creato un muro tra due categorie di amministratori.
I dirigenti delle società quotate in Borsa, anche se controllate dallo Stato (come Eni, Enel, Finmeccanica, Alitalia), sono alla destra del muro, dove gli stipendi sono liberi.
I dirigenti delle società pubbliche non quotate sono rimasti “intrappolati” a sinistra del muro: a loro si applica il calmiere di 500mila euro l'anno. In quest’area ci sono Fs, Rai, Poste, Anas, Fintecna, Tirrenia, Cassa depositi e prestiti, Poligrafico, Sviluppo Italia, Enav, Eur Spa, Consap, Consip, Coni Servizi e altre minori.
Il tetto dei 500mila euro/anno si applicherà solo«per il conferimento dei nuovi incarichi ».
Sono consentite eccezioni al tetto, con «autorizzazioni in deroga» del ministro competente, di concerto con il ministro dell'Economia, «per comprovate ed effettive esigenze».
Da quanto visto la redistribuzione scalfisce appena il costo della politica, non incide sugli stipendi dei manager delle aziende controllate dallo stato, non tocca i dirigenti della pubblica amministrazione, ma, chi ha uno stipendio superiore ai 50.000 euro lordi vedrà intaccata la propria busta paga, già abbondantemente saccheggiata dallo stato.
Ma quali sono le cento buone notizie per gli italiani?
06-12-2007