Quel che è Stati è Stati: dieci giorni a gozzovigliare, diciamo le cose come stanno, risultati: non pervenuti. I grillini da Quarto Stato a Stati Generali, da classe dirigente a digerente: stuzzichini e champagne, roba per palati fini, quanto ai piddì, loro ci sono abituati. L’orgia del potere ha partorito la solita conferenza stampa sull’imperial-cartonato: parole, parole parole, caramelle non ne vogliamo più, la luna e violini dalli a Casalino. Tanti confronti, cioè banchetti, e proposte concrete una e una sola: se ne riparla a settembre.
Quando, auspicabilmente, il paese sarà definitivamente steso e, dovesse ancora agonizzare, è pronta la seconda ondata made in virology. Si assiste a dibattiti surreali, Giuseppi: “Si potrebbe tutti quanti abbassare un po’ l’Iva”, il Pd: “No tu no, intanto facciamo la patrimoniale”. Fortemente indeciso a tutto, salvo che a durare, Conte ha finito le idee meravigliose; la preziosa ricerca di Colao cestinata senza neanche guardarla, i mugugni di Confindustria irrisi nel consueto stile alla cafona, in compenso largo spazio a giullari, guitti, istrioni e star da deep state, dagli archibugi Fuksas e Boeri ai professionisti della narrazione un tempo renziana come Baricco, fino alle coscienze artistiche, Guerritore, Tornatore: serenate a cura di Elisa, creazione di Caterina Caselli, che a questo punto dovrebbe avere, se c’è giustizia a questo mondo, l’estate rigurgitante di serate di piazza targate Pd e 5 Stelle lockdown permettendo, ma si sa che anche quello coi nemici si applica, coi compagni si interpreta.
Intanto, fuori. Fuori Villa Pamphilj, monopattini assassini cinesi falciano passanti. Pregiudicati blindati (dal Pd) importano carne umana nell’assoluta impunità. La magistratura corrosa si scioglie nel suo stesso acido. La filiera produttiva nazionale, che per l’80% è piccola per noi, troppo piccolina per sopravvivere allo scempio dell’isolamento, si dissolve. L’assistenza di stato non si vede ma il presidente dell’Inps grillino dice che gli imprenditori sono dei lazzaroni abituati alla pigrizia. Gli ipocriti globali del Black Lives Matter Antifà, cioè neobrigatisti diffusi, finanziati dai soliti burattinai, sfasciano statue e memorie passando già ai viventi. La Ue, nostra signora del sussidio e del tormento, si rimangia per l’ennesima volta le allettanti promesse. Stragisti islamisti ammazzano a fil di lama tre incolpevoli e altrettanti ne feriscono, ma non è terrorismo anzi lo è ma figlio del disagio mentale. Ce ne sarebbe da preoccuparsi a questo mondo, ma alla nobiltà stracciarola degli Stati Generali intenta a rincorrersi tra urletti divertiti, che gli frega?
Il paese sprofonda nella rassegnazione, non vede vie d’uscita, i cittadini non si scrollano di dosso una sindrome da isolamento che continua con altri mezzi ma nella stessa strategia, quella del terrore, dell’allarme, della dannazione per chi osa respirare; impossibile pensare a una risalita in queste condizioni psicologiche. Ma a Conte che gli frega? Lui è qui per resistere, Mattarella non dà segni di vitalità, tutto pare scivolargli addosso, ha appena fatto un incredibile appello a importare più clandestini, detti migranti, in assoluta consonanza con questo incredibile pontefice e c’è chi maligna: non è che ha voluto mandare un messaggio, continuate a difendere il Pd e le sue politiche oltre ogni limite, costi quel che costi?
Magari no, ma, in assenza di alternative logiche, il sospetto è l’unica cosa che rimane. Dieci giorni di Stati Generali son volati, son serviti a perdere tempo per prendere tempo ma è ancora troppo presto per le ferie d’estate, tocca inventarsi qualche altra cosa come quando si bigiava a scuola: morte di una nonna, gomme dal tram bucate, marziani, forse l’ultima è reclutare Greta e rilanciare l’allarme sul riscaldamento globale alimentato dal coronavirus alimentato dal riscaldamento globale. Se è vero che la luminare in treccine ha appena proclamato su Instagram, con la lucidità che la contraddistingue: “Si scopre che tutta la nostra società è solo un grande partito per nudisti”.
È vero, il re è nudo ma se a dirlo è il re, non serve a niente. Greta è spogliata, Giuseppi è spogliato, chi ha avuto avuto, chi ha dato ha dato, tutto il potere non al popolo armato (di pazienza esagerata), ma al ministro chitarrista, Bella Ciao Gualtieri! In America buttano giù le statue dei padri della patria da Washington a Lincoln a, ultimo rimosso (da De Blasio, quello con figlia antifà) Roosevelt, in Germania tirano su quella di Lenin “pioniere della libertà e della democrazia”.
La storia riscritta con l’LSD, ma ecco l’idea! Un bel rave party, che duri almeno una settimana, e dentro tutti: da Giuseppi a Di Battista, da Casarini a Casalino, da Cesare Battisti, guest star, a Christian Raimo, Jovanotti, Fiorella, svariati figli d’arte senz’arte né parte, Silvia Aisha, una gradita delegazione del governo venezuelano, il pilota Hamilton che giustamente grida alla discriminazione etnica guadagnando appena 120 milioni l’anno e, naturalmente, non può mancare Sergio Sylvestre, ugola nobile, ultima vittima del razzismo montanelliano. L’intendenza seguirà, come diceva Napoleone, quello che si credeva Giuseppi.
Max Del Papa - 23 giugno 2020
Tratto da nicolaporro.it