La verità è più strana della finzione; la finzione deve almeno avere un senso.
Leo Rosten
Seguito di Bilancio d'impresa N. 1 ( i principi generali del bilancio) e di Bilancio d'impresa N. 2 (lo stato patrimoniale).
Lo schema scelto dal legislatore nazionale per il conto economico è riportato in sintesi in fig. 1.
Tra i quattro schemi proposti dalla IV direttiva è stato privilegiato lo schema in forma scalare con i costi classificati per natura. La forma scalare evidenzia in un'unica colonna e con andamento progressivo il modo in cui è stato prodotto il risultato dell'esercizio. In particolare lo schema prevede cinque macro classi contraddistinte da lettere maiuscole ed evidenzia, oltre al risultato finale, due risultati intermedi di rilevante valore informativo.
Ciascuna macro classe è articolata in livelli di dettaglio contraddistinti da numeri arabi e da lettere minuscole.
Giova notare che questo schema, pur essendo di natura civilistica fornisce importanti informazioni anche di tipo gestionale. In linea di massima, infatti, lo schema distingue quattro livelli della gestione aziendale.
- La gestione ordinaria con i ricavi, A) e i costi, B), legati all'operatività aziendale.
- La gestione finanziaria con l'indicazione dei costi delle fonti di finanziamento utilizzate e dei proventi derivanti dagli investimenti delle disponibilità liquide, macroclasse C).
- La gestione straordinaria costituita da ricavi e costi collegati ad azioni che l'impresa non svolge con continuità e che hanno, comunque, carattere straordinario, macroclasse E).
- La gestione fiscale con l'indicazione della quota di profitto assorbita dalle imposte sul reddito.
La possibilità di analizzare, separatamente, i quattro livelli della gestione dell’impresa consente di avere un'informazione immediata e sintetica del contributo che ciascuna gestione ha apportato alla formazione del risultato dell'esercizio.
Fig. 1 Schema di conto economico secondo la IV direttiva dell'UE. Articolo 2425 del c.c.
CONTO ECONOMICO |
A) Valore della produzione |
B) Costi della produzione |
Differenza tra valore e costi della produzione |
C) Proventi e oneri finanziari |
D) Rettifiche di valore di attività finanziarie |
E) Proventi e oneri straordinari |
Risultato prima delle imposte |
Imposte sul reddito dell'esercizio |
Risultato dell'esercizio |
Rimandando, per il momento, l'esame delle singole voci, è interessante sviluppare, innanzitutto, alcune considerazioni di massima.
1. Il valore della produzione A) rappresenta ciò che l'impresa produce nel corso di un esercizio. Può trattarsi di:
- ricavi dalla vendita di prodotti o di servizi ossia dell'attività tipica dell'impresa,
- incremento di valore di prodotti o di semilavorati in corso di produzione o di prestazioni di servizio in corso,
- incremento di valore delle immobilizzazioni effettuato con mezzi propri.
Il risultato che si ottiene è la somma di valori eterogenei, cioè, di ricavi da vendite e da prestazioni e di costi da incrementi delle scorte e da lavori interni sulle immobilizzazioni.
2. Le voci più significative del costo della produzione B) sono gli acquisti, le prestazioni di servizio ricevute, il costo del personale, gli ammortamenti, le svalutazioni, la diminuzione delle scorte, gli accantonamenti.
3. La macro classe C) comprende tutti i proventi e gli oneri di natura finanziaria suddivisi in relazione alle caratteristiche del provento o dell'onere e alla natura del soggetto con il quale si opera. La stessa natura hanno le voci del raggruppamento D).
4. La macro classe E) raccoglie i componenti reddituali di natura straordinaria, come,
- plusvalenze o minusvalenze da alienazioni, se straordinarie,
- imposte di precedenti esercizi,
- contributi governativi.
In fig. 2 è mostrato uno schema dettagliato di conto economico come dall'articolo 2425 del codice civile, e dai decreti legislativi 127/1991 e 6/2003
Fig. 2 Schema dettagliato di conto economico
CONTO ECONOMICO |
A) Valore della produzione
1. Ricavi dalle vendite e dalle prestazioni
2. Variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti
3. Variazioni di lavori in corso, su ordinazione
4. Incrementi di immobilizzazioni tramite lavori interni
5 Altri ricavi e proventi
- vari
- contributi in conto esercizio
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x
x |
x
±x
±x
x
x |
Totale valore della produzione |
|
X |
B) Costi della produzione
6. Per materie prime, sussidiarie, di consumo e merci
7. Per servizi
8. Per il godimento di beni di terzi
9.Per il personale
a)Salari e stipendi
b) Oneri sociali
c) Trattamento di fine rapporto
d) Trattamento di quiescenza e simili
e) Altri costi
10. Ammortamenti e svalutazioni
a) Ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali
b) Ammortamenti delle immobilizzazioni materiali
c)Svalutazioni delle immobilizzazioni
d) Svalutazione dei crediti compresi nell'attivo circolante e delle disponibilità liquide
11. Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci
12. Accantonamento per rischi
13. Altri accantonamenti
14. Oneri diversi di gestione |
x
x
x
x
x
x
x
x
x |
x
x
x
x
x
±x
x x
x |
Totale dei costi della produzione |
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X |
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|
|
Differenza tra valore e costi della produzione (A-B) |
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X |
C) Proventi e oneri finanziari
15. Proventi da partecipazioni
- da imprese controllate
- da imprese collegate
- altri
16. Altri proventi finanziari
a) Da crediti iscritti nelle immobilizzazioni
- da imprese controllate
- da imprese collegate
- altri
b) Da titoli iscritti nelle immobilizzazioni che non costituiscono partecipazioni
c) Da titoli iscritti nell'attivo circolante che non costituiscono partecipazioni
d) Proventi diversi dai precedenti
- da imprese controllate
- da imprese collegate
- da controllanti
- altri
17. Interessi e altri oneri finanziari
- verso imprese controllate
- verso imprese collegate
- da controllanti
- altri
17 -bis) Utili e perdite su cambi |
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x |
x
x
-x
±x
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|
Totale proventi e oneri finanziari
(15+16 -17±17-bis) |
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±X |
|
D) Rettifiche di valore di attività finanziarie
18. Rivalutazioni
- Di partecipazioni
- Di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni
- Di titoli iscritti nell'attivo circolante che non costituiscono partecipazioni
19. Svalutazioni
- Di partecipazioni
- Di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni
- Di titoli iscritti nell'attivo circolante che non costituiscono partecipazioni
|
x
x
x
x
x
x |
x
- x |
|
Totale rettifiche di valore di attività finanziarie (18 - 19) |
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± X |
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E) Proventi e oneri straordinari
20. Proventi
- plusvalenze da alienazione
- varie
21. Oneri
- minusvalenze da alienazioni
- imposte di esercizi precedenti
- varie
|
x
x
x
x
x |
x
- x |
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Totale delle partite straordinarie (20 - 21) |
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± X |
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Risultato prima delle imposte
(A-B±C±D±E) |
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X |
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22) Imposte sul reddito dell'esercizio, correnti, differite e anticipate |
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X |
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23) Utile (perdita ) dell'esercizio |
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X |
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A) Valore della produzione Ogni impresa acquista dall'esterno i fattori produttivi che non possiede (materie prime, componenti, materiali di consumo, know-how, brevetti) e li trasforma in beni o in servizi da vendere alla propria clientela.
Il valore della produzione, peraltro, rappresenta il valore contabile di tutto ciò che è stato prodotto dall'impresa, o che sia stato venduto, o che sia rimasto come patrimonio dell'impresa.
Contabilmente la produzione venduta viene valorizzata al prezzo di vendita quella non venduta al costo.
1. Ricavi delle vendite e delle prestazioni. Rappresentano i ricavi acquisiti a seguito della vendita di prodotti o della fornitura di servizi. I valori vanno espressi al netto di resi, abbuoni, sconti o altro.
2. Variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti. Questa voce è quantificata dalla differenza tra il valore delle rimanenze alla fine dell'esercizio (come risulta dall'attivo dello stato patrimoniale dell'anno cui il bilancio fa riferimento) e il valore delle rimanenze alla fine dell'esercizio precedente. La voce riguarda solo i prodotti in corso di lavorazione, i semilavorati e i prodotti finiti, ossia quegli elementi sui quali l'impresa ha svolto una qualche attività di trasformazione. Essa non riguarda, pertanto, le rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci che sono inserite nelle variazioni dei costi di produzione (punto 11). La voce può risultare positiva, e in tal caso l'impresa ha prodotto più di quanto ha venduto e l'eccedenza è stata riversata nel magazzino, o negativa, e in tal caso il "più" venduto è stato prelevato dal magazzino.
3. Variazioni di lavori in corso, su ordinazione. È una voce analoga alla precedente; le rimanenze riguardano lavori in corso su commessa.
4. Incrementi di immobilizzazioni tramite lavori interni. Si tratta di quegli investimenti ammortizzabili, non acquistati, ma prodotti dalla stessa impresa servendosi di attrezzature, macchinari, manodopera già a disposizione per le normali attività produttive.
Come già anticipato nell'analisi del conto patrimoniale questi costi possono non essere considerati componenti negativi dell'esercizio ma essere capitalizzati come elementi patrimoniali e dare luogo a costi frazionati nel tempo attraverso il processo di ammortamento. Le costruzioni interne dànno luogo a costi che vengono rilevati nelle varie voci del conto economico e che si confondono con quelli relativi alla gestione. Alla fine dell'esercizio, i costi connessi con l'incremento delle immobilizzazioni, tramite lavori interni, devono essere trasferiti dalla categoria degli impieghi consumati a quella degli impieghi in essere, mediante uno storno complessivo e indistinto dei costi, che viene operato iscrivendo il relativo importo tra i ricavi.
5. Altri ricavi e proventi. Si tratta di una voce che raccoglie i proventi che non rientrano nelle precedenti voci (le royalties ad esempio).
B) Costi della produzione Raggruppa tutte le risorse consumate nell'esercizio per produrre tutti gli elementi che concorrono alla voce A).
6. Costi per materie prime, sussidiarie, di consumo e merci. Questa voce rappresenta la somma degli acquisti di materie prime, componenti sussidiari, materiale di consumo e merci effettuati dalla società durante l'esercizio.
7. Costi per servizi. È il valore dei sevizi acquistati dalla società; possono essere di tipo industriale (lavorazioni esterne, manutenzioni, collaudi, certificazioni), commerciale (organizzazione di mostre e fiere, pubblicità, realizzazione di eventi, ricerche di mercato), amministrativi (consulenze fiscali, consulenze finanziarie, ricerca di risorse umane) o concernenti i servizi tecnici interni (per gli impianti idraulici, elettrici e civili, i traslochi, le pulizie, la mensa, la portineria, la vigilanza.
8. Costi per il godimento di beni di terzi. Raggruppa le voci relative all'utilizzo , da parte dell'impresa, di beni non di proprietà: ad esempio, affitto di locali o capannoni, autoparco aziendale, macchine fax e hardware informatico in leasing.
9. Costi del personale. Comprende gli stipendi, gli oneri sociali, gli accantonamenti per il TFR, gli accantonamenti ai fondi di quiescenza e accantonamenti simili.
10. Ammortamenti e svalutazioni. L'ammortamento delle immobilizzazioni è la parte dell'investimento che viene attribuita all'esercizio per la quota consumata nella gestione, ossia nella produzione di beni e servizi da collocare sul mercato. Le svalutazioni corrispondono anch'esse al consumo delle immobilizzazioni, ma si tratta di un fenomeno dipendente da fattori esterni (andamento del mercato, abbandono di produzioni, obsolescenza) e, pertanto, non legato al loro impiego all'interno dell'impresa.
11. Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci. Rappresenta la differenza tra il valore contabile delle succitate rimanenze all'inizio dell'esercizio, come risulta dall'attivo dello stato patrimoniale dell'anno precedente, e il valore contabile delle stesse voci alla fine dell'esercizio, come risulta dall'attivo dello stato patrimoniale dell'anno. Tale differenza può avere segno positivo o negativo; nel primo caso l'impresa ha consumato più materiali di quelli che ha ricomprato (la differenza è stata prelevata dal magazzino), nel secondo caso l'impresa ha comprato più di quanto abbia consumato per la produzione (la differenza è stata riversata nel magazzino).
12. Accantonamento per rischi. Rappresenta la quota accantonata nell'esercizio per rischi futuri e riversata nella relativa voce del passivo dello stato patrimoniale.
13. Altri accantonamenti. Sono altri accantonamenti finalizzati alla creazione di fondi particolari.
14. Oneri diversi di gestione. Raggruppa i costi di gestione ordinaria che non trovano collocazione nelle voci precedenti (compensi ai sindaci, iscrizioni ad associazioni di categoria).
C) Proventi e oneri finanziari. Questa macroclasse raggruppa i ricavi connessi con gli investimenti di natura finanziaria (depositi bancari, titoli di stato, partecipazioni) e i costi dei debiti contratti dall'impresa nell'esercizio.
15. Proventi da partecipazioni. Rappresentano i dividendi delle partecipazioni detenute dall'impresa, siano iscritte nelle immobilizzazioni finanziarie o nell'attivo circolante dell'attivo dello stato patrimoniale.
16. Altri proventi finanziari. Raggruppa tutti i ricavi di natura finanziaria diversi dai dividendi da partecipazioni (interessi bancari attivi, interessi di titoli di stato e di obbligazioni). In particolare ricavi di natura finanziaria provenienti da:
a) Crediti iscritti nelle immobilizzazioni
- da imprese controllate
- da imprese collegate
- altri
b) Titoli iscritti nelle immobilizzazioni che non costituiscono partecipazioni
c) Titoli iscritti nell'attivo circolante che non costituiscono partecipazioni
d) Proventi diversi dai precedenti
- da imprese controllate
- da imprese collegate
- da controllanti
- altri.
17. Interessi e altri oneri finanziari. La voce raggruppa tutti i costi delle fonti di finanziamento (ad esempio, interessi bancari passivi, interessi sui mutui, interessi passivi su obbligazioni emesse); con separata indicazione di quelle da imprese collegate, controllate e controllanti.
17 bis). Utili o perdite sui cambi. Questa voce può essere positiva o negativa.
D) Rettifiche di valore di attività finanziarie Gli investimenti di natura finanziaria, altroché generare rendimenti, possono subire, nel corso dell'esercizio, modifiche di valore. Quando un investimento subisce un incremento di valore il relativo ricavo è chiamato rivalutazione, se, invece, subisce una diminuzione di valore il costo di natura finanziaria è chiamato svalutazione.
In particolare si tratta di:
1. Rivalutazioni
a) Di partecipazioni
b) Di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni
c) Di titoli iscritti nell'attivo circolante che non costituiscono partecipazioni
2. Svalutazioni
a) Di partecipazioni
b) Di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni
c) Di titoli iscritti nell'attivo circolante che non costituiscono partecipazioni.
E) Proventi e oneri straordinari Questa macro classe raggruppa tutti i ricavi e i costi che non hanno a che vedere con la gestione ordinaria; il significato di straordinario non va, quindi, inteso come eccezionale, ma in relazione all'attività tipica dell'impresa. Le voci sono pertanto le plusvalenze e le sopravvenienze attive, per i proventi e le minusvalenze e le sopravvenienze passive, per i costi.
Plusvalenze e minusvalenze si hanno quando l'impresa decide di vendere un bene di proprietà realizzando un prezzo maggiore del valore contabile netto del bene (plusvalenza) o un prezzo inferiore (minusvalenza). Naturalmente, perché plusvalenze e minusvalenze possano essere classificate come proventi o oneri straordinari è necessario che il bene venduto non rientri nell'attività tipica dell'impresa. Ad esempio, la plusvalenza realizzata grazie alla vendita di un impianto che sia stato utilizzato per la produzione rientra tra i proventi ordinari, mentre la plusvalenza realizzata grazie alla vendita di un fabbricato adibito ad uso civile rappresenta un provento straordinario.
Le sopravvenienze attive e passive rappresentano ricavi e costi di natura straordinaria in quanto di competenza di esercizi precedenti. Esempi di sopravvenienze attive possono essere, crediti svalutati nei precedenti esercizi e recuperati pienamente, rimborsi non previsti, agevolazioni finanziarie maturate nel passato.
Il risultato prima delle imposte risulta pari ad:
A - B ± C ± D ± E
Questo risultato non va confuso con il reddito imponibile dell'esercizio, ovvero con il valore su cui andranno calcolate le imposte sul reddito dell'impresa. Questo, infatti, non emerge dal bilancio civilistico, ma dal bilancio fiscale che prevede, rispetto a quello civilistico l'applicazione di alcune norme fiscali che rendono, in alcuni punti, i due bilanci differenti.
Le imposte sul reddito (I), calcolate grazie al bilancio fiscale e sottratte al risultato prima delle imposte, portano alla determinazione dell'utile o della perdita dell'esercizio (R).
A - B ± C ± D ± E - I = R