GRANDI PERSONAGGI STORICI - Ritengo che ripercorrere le vite dei maggiori personaggi della storia del pianeta, analizzando le loro virtù e i loro difetti, le loro vittorie e le loro sconfitte, i loro obiettivi, il rapporto con i più stretti collaboratori, la loro autorevolezza o empatia, possa essere un buon viatico per un imprenditore come per una qualsiasi persona. Gli imperatori romani figurano in un'altra sezione.
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I PIU' ANTICHI (oltre il 1000 aC)
Gilgames - prime iscrizioni nel 2500 aC
Sargon - 2335/2279 aC
Shamshi Adad I - 1813/1781 aC
Hammurabi - 1792/1750 aC
Akhenaton - 1375/1333 aC
Tutanchamon - 1341/1323 aC
Ramsete II - 1303/1213 aC
Assurbanipal
Assurbanipal o Sardanapalo (in accadico: Aššur-bani-apli; in siriaco: Ashur Ban Apal; "Ashur è il creatore di un erede"; Ninive, 668 a.C. – Ninive, 626 a.C.) fu re degli Assiri (667-626 a.C.). È menzionato nei testi biblici: come Asenappar nei libri di Esdra 4:10; o Osnapper. Figlio secondogenito di Asarhaddon e Naqi'a-Zakutu, divenne principe ereditario alla morte del fratello maggiore Sin-iddina-apla; l'altro fratello Shamash-shum-ukin divenne invece re di Babilonia.
Così Aššur-banisuca-apli si descrive in un'iscrizione:
«Ho appreso ciò che il saggio Adapa ha portato [agli uomini], il senso nascosto di tutta la conoscenza scritta. Sono iniziato ne[lla scienza dei] presagi del cielo e della terra. Sono in grado di partecipare a una discussione in un consesso di sapienti, di discutere la serie epatoscopica con gli indovini più esperti. So risolvere i "reciproci" e i "prodotti" che non hanno soluzione data. Sono esperto nella lettura dei testi eruditi, il cui sumerico è oscuro e il cui accadico è difficile da portare alla luce. Penetro il senso delle iscrizioni su pietra anteriori al Diluvio, che sono ermetiche, sorde e ingarbugliate.»
(Iscrizione "L" righe 13-18. Traduzione di René Labat in Storia Universale Feltrinelli vol. 4, Milano, Feltrinelli, 1969, p. 93)
Assurbanipal a caccia, ca 645 a.C., bassorilievo, alabastro calcareo, dal Palazzo Nord di Assurbanipal a Ninive
La salita al trono del re assiro Assurbanipal non fu facile, essendo egli inviso a buona parte della popolazione, della corte regale e del clero: per questa ragione il padre, ancora in vita, aveva redatto veri e propri contratti (adê, come trattato di vassallaggio) coi quali si prometteva la futura lealtà per il proprio successore. Ciò malgrado, Assurbanipal viene descritto (particolarmente da Diodoro Siculo, ma è citato anche da Orosio, Giovenale e perfino Dante) come ricco e potente, colto, anzi capace di leggere e scrivere (dote rara fra i sovrani dell'epoca): inoltre istituì a Ninive la prima raccolta dei testi in scrittura cuneiforme di cui gli Assiri avessero copia. La raccolta, ordinata per la prima volta secondo criteri classificativi sistematici (sia pure rudimentali), innovativamente si distingueva dai disordinati depositi archivistici sino ad allora in uso, e raccolse un corpus di testi (di cui molti sono oggi al British Museum di Londra) che spaziavano dalle raccolte di tradizioni astronomico-religiose alla repertazione di glosse sulla lingua sumera. Dalla biblioteca di Ninive vengono ad esempio i testi più completi sull'epopea di Gilgamesh. Promosse anche la lavorazione artistica della pietra, sia nell'arte della scultura, sia nell'architettura.
Assurbanipal fu l'ultimo grande re di Assiria che con lui raggiunse l'apogeo prima della decadenza. Leggendario fondatore di Tarso (la città di san Paolo, oggi in Turchia, in realtà già esistente dall'età del bronzo), di cui si narrò una leggendaria fondazione in un giorno solo, entrò in guerra contro Babilonia, retta dal fratello Shamash-shum-ukin, che aveva aggregato una coalizione di popoli (della Mesopotamia, ma anche dell'Egitto) contro Ninive. Assurbanipal sconfisse Babilonia, si espanse sui territori arabi e punì i collusi elamiti, distruggendone la capitale Susa. A governare Babilonia pose Kandalanu quale reggente assiro.
La sua biblioteca scoperta da Austen Henri Layard negli anni 1843-52.
La Biblioteca Reale di Assurbanipal, o semplicemente Biblioteca di Assurbanipal, è una collezione di migliaia di tavolette d'argilla e frammenti contenenti testi di ogni tipo datati al VII secolo a.C. Tra i ritrovamenti figura anche la famosa Epopea di Gilgamesh. A causa dell'iniziale maltrattamento del materiale originale ritrovato, gran parte della biblioteca è irrimediabilmente rovinata, rendendo impossibile per gli studiosi di discernere e di ricostruire molti dei testi originali, anche se alcuni sono rimasti intatti.
I materiali furono rinvenuti presso il sito archeologico di Kouyunjik (antica Ninive).
La biblioteca è stata una scoperta dell'archeologo britannico Austen Henry Layard; la maggior parte delle tavolette furono portate in Inghilterra e si trovano ora presso il British Museum, ma un primo rinvenimento fu fatto alla fine del 1849 nel cosiddetto Palazzo sud-ovest, che era il Palazzo Reale di Re Sennacherib (705 a.C.–681 a.C.).
Tre anni dopo, l'assiriologo siriaco Hormuzd Rassam, assistente di Layard, scoprì una "biblioteca" simile nel palazzo del Re Assurbanipal (668 - 627 a.C.), nella parte opposta del tumulo. Sfortunatamente, i ritrovamenti non vennero registrati e subito dopo esser arrivati in Europa, la tavolette vennero irrimediabilmente mischiate tra di loro e con altre provenienti da diversi siti. È quindi oggi quasi impossibile ricostruire i contenuti originali di ciascuna delle due "biblioteche".
Assurbanipal era istruito e un appassionato raccoglitore di testi e tavolette. Inviava scribi in ogni regione del suo impero, a raccogliere testi antichi. Ingaggiava studiosi e scribi per copiare i testi, principalmente quelli di fonti babilonesi.
Assurbanipal non disdegnava di usare bottini di guerra per rifornire la sua biblioteca. Poiché era rinomato sia come studioso che come sovrano crudele coi nemici, Assurbanipal fu in grado di usare minacce per ottenere forniture da Babilonia e dintorni.
I frammenti della biblioteca reale includono iscrizioni reali, cronache, testi mitologici e religiosi, contratti, concessioni e decreti reali, lettere reali e documenti amministrativi vari. Alcuni dei testi contengono divinazioni, presagi, incantesimi e inni a diversi dei, altri trattano di medicine, astronomia e letteratura. L'Epopea di Gilgamesh, un capolavoro della poesia babilonese, fu rinvenuta nella biblioteca, insieme alla storia della Creazione di Enûma Eliš e al mito di Adapa primo uomo, sacerdote e figlio del dio Enki.
I testi erano prevalentemente in lingua accadica con scrittura cuneiforme.
Ninive fu distrutta nel 612 a.C. da una coalizione di babilonesi, sciti e medi, un antico popolo iraniano. Si pensa che durante l'incendio del palazzo, un grande fuoco abbia devastato la libreria, provocando la parziale cottura delle tavolette di argilla. Paradossalmente, questo evento potenzialmente distruttivo aiutò a conservare le tavolette. Oltre alle tavolette d'argilla, alcuni testi sarebbero stati scritti su tavole di cera che naturalmente vennero fuse dal fuoco e quindi perdute per sempre.
La banca dati della collezione del British Museum conta 30.943 "tavolette" dell'intera biblioteca di Ninive, e il Consiglio direttivo del museo propone di pubblicare un catalogo aggiornato come parte del "Progetto della Biblioteca di Assurbanipal". Se vengono sottratti i frammenti più piccoli che appartengono allo stesso testo, si stima che la "biblioteca" possa aver incluso circa 10.000 testi in tutto. Tuttavia i documenti originali della biblioteca, che avrebbero compreso scrolli di cuoio, tavole di cera, e forse anche papiri, contenevano sicuramente uno spettro molto più ampio di conoscenza di quello che si conosce attualmente dai testi superstiti iscritti nelle tavolette d'argilla cuneiformi.
Assurbanipal uccide un leone con la spada
Così il giuramento di fedeltà richiesto da Esarhaddon ai Medi in occasione della designazione di Assurbanipal quale erede al trono d'Assiria:
«Patti che Esarhaddon re d'Assiria ha stabilito con voi di fronte ai grandi dèi del cielo e della terra, riguardo al principe ereditario Assurbanipal, figlio di Esarhaddon re d'Assiria, vostro signore, che egli ha nominato e insediato come principe ereditario. Quando Esarhaddon re d'Assiria andrà al suo destino, voi insedierete il principe ereditario Assurbanipal sul trono regale. Egli eserciterà la regalità e signoria d'Assiria sopra di voi. Voi lo proteggerete in campagna e in città. Voi combatterete e morirete per lui. Voi parlerete a lui nella verità dei vostri cuori. Voi gli darete consigli nella pienezza dei vostri cuori. Voi metterete la buona strada sotto i suoi piedi. Non gli sarete ostili, e non insedierete sul trono d'Assiria, al suo posto, uno dei suoi fratelli – maggiori o minori che siano –. La parola di Esarhaddon re d'Assiria non cambierete e non modificherete. Servirete soltanto il principe ereditario Assurbanipal che Esarhaddon re d'Assiria, vostro signore, [ha stabilito] eserciterà regalità e signoria sopra di voi.
Voi proteggerete il principe ereditario Assurbanipal, che Esarhaddon re d'Assiria vi ha designato e vi ha detto, e riguardo al quale ha stabilito e reso costrittivi con voi i patti. Non peccherete nei vostri cuori, né porterete le vostre mani su di lui con cattiveria. Non eseguirete contro di lui azioni ribelli o parole non buone. Non scalzerete dalla regalità d'Assiria e non farete prendere il trono, al posto suo, ad uno dei suoi fratelli – maggiori o minori che siano. Non porrete sopra di voi alcun altro re o signore. Non presterete giuramento ad alcun altro re o signore.
Non ascolterete né nasconderete alcuna parola non buona o non confacente riguardo alla regalità, che sia ostile e pregiudizievole contro il principe ereditario Assurbanipal, sia [che venga] dalla bocca dei suoi fratelli o dei suoi zii o dei suoi cugini, della sua famiglia, della sua discendenza paterna, sia [che venga] dalla bocca di notabili o dei governatori, sia dalla bocca degli ufficiali o degli eunuchi, o dalla bocca dei sapienti o dalla bocca di tutta la gente, quanta ce n'è. Ma invece andrete e la denuncerete al principe ereditario Assurbanipal.
Se Esarhaddon re d'Assiria va al suo destino quando i suoi figli sono ancora piccoli, voi farete prendere il trono d'Assiria al principe ereditario Assurbanipal, e insedierete sul trono regale di Babilonia Shamash-shum-ukin suo fratello gemello, principe ereditario di Babilonia. La regalità di Sumer e Akkad, di Karduniash [: Babilonia] tutta quanta sottometterete a lui. Tutti quanti i doni che Esarhaddon re d'Assiria gli ha fatto, egli porterà via con sé, neppure uno ne tratterrete»»
Anche il privato di Assurbanipal divenne pubblico, perché (non si sa con quanto fondamento) per secoli fu descritto, se non proprio come omosessuale, almeno come uomo non virile, e la tradizione storiografica lo distinse come simbolo di effeminatezza e (in un'accezione negativa) di voluttà. Per contro, altre visioni, non meno indignate, lo volevano semplicemente dedito alla crapula in senso più "convenzionalmente" orgiastico. Si sa che viveva chiuso nel suo palazzo di Ninive, pare quasi sempre rinserrato all'interno di un nutrito gineceo con un numero ragguardevole di ospiti. Il re è citato nell'opera di Aristotele, l'Etica Nicomachea, quando analizza il comportamento dell'uomo dinanzi alla felicità e al piacere. Tutte queste informazioni sono state trovate in tavolette in cui Assurbanipal scrive i propri desideri di amore, verso però figure maschili. Pur essendo un grande sovrano, non ha mai condiviso con nessuno questo suo segreto che è stato scoperto solo dopo la sua morte.
«E tu gli ornavi del tuo riso i canti
che il lombardo pungean Sardanapalo
cui solo è dolce il muggito de' buoi,
che dagli antri abdüani e dal Ticino
lo fan d'ozi beato e di vivande.»
(U. Foscolo, Dei Sepolcri, vv. 57-61)
La leggenda vuole che la sua morte sia stata in varia misura, secondo le differenti versioni, causata dalle sue scandalose abitudini. Un satrapo di nome Arbace sarebbe giunto a palazzo dal territorio dei Medi per avere udienza e lo avrebbe trovato coinvolto in pratiche peccaminose. Scandalizzato, fece ritorno ai suoi possedimenti, giurando che non avrebbe più obbedito a un simile sovrano. Istigato da Belesys, un religioso caldeo, organizzò una spedizione di conquista su Ninive e ingaggiò un lungo conflitto in cui, secondo alcune versioni, Assurbanipal avrebbe vinto tre battaglie. Soddisfatto, il sovrano si sarebbe rituffato nelle usuali gozzoviglie: profittando della distrazione, Arbace avrebbe a quel punto avuto gioco facile nel catturarlo e condurlo in ceppi insieme alle concubine in Media. Qui il re si sarebbe mantenuto, grazie alle sue abbondanti ricchezze, in dorata prigionia finché, abbandonato da seguaci e alleati, isolato dall'esterno, la vita gli sarebbe venuta a noia e si sarebbe fatto bruciare su una pira funeraria con la sua favorita Mirra, insieme alle altre concubine. Tale episodio venne immaginato e figurato da Eugène Delacroix nel celebre dipinto La morte di Sardanapalo.
Tra le articolatissime tradizioni della leggenda e la ricostruzione storica moderna non sono pochi i punti di divergenza. Ad esempio, nonostante le piccanti insinuazioni sulle sue inclinazioni sessuali, pare accertato che abbia avuti o adottati dei figli (Assur-etil-ilani, Sin-shar-ishkun e Sin-shumu-lishir), i quali alla sua morte si sarebbero contesi il Regno assiro, mentre quello di Babilonia sarebbe stato conquistato dal loro fratello Nabopolassar.
Il nome di Sardanapalo è diventato per antonomasia sinonimo di «persona che vive nel lusso, nei piaceri e nella dissipatezza». Forse in quell'epoca un imperatore che fosse anche un grande intellettuale non era credibile e doveva avere qualche difetto.
Eugène Delacroix, La morte di Sardanapalo, 1827, Parigi, Louvre
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Eugenio Caruso
- 16-12-2021
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