«Umana cosa è aver compassione degli afflitti; e come che a ciascuna persona stea bene, a coloro è massimamente richiesto, li quali già hanno di conforto avuto mestiere, et hannol trovato in alcuni: fra’ quali, se alcuno mai n’ebbe bisogno, o gli fu caro, o già ne ricevette piacere, io son uno di quegli.»
(Giovanni Boccaccio, Decameron, Proemio)
GRANDI PERSONAGGI STORICI Ritengo che ripercorrere le vite dei maggiori personaggi della storia del pianeta, analizzando le loro virtù e i loro difetti, le loro vittorie e le loro sconfitte, i loro obiettivi, il rapporto con i più stretti collaboratori, la loro autorevolezza o empatia, possa essere un buon viatico per un imprenditore come per una qualsiasi persona. In questa sottosezione figurano i grandi poeti e letterati che ci hanno donato momenti di grande felicità.
ARTICOLI PRECEDENTI. Omero - Dante - Virgilio - Boccaccio - Petrarca - Geoffrey Chaucer - Eschilo - Shakespeare - Carducci - Pascoli - Leopardi - Manzoni - D'Annunzio - Verga -Tasso - De Balzac - Hemingway - Dostoevskij - Tolstoj - Dickens - Steinbeck - Hesse - Camus - De Cervantes - Màrquez - Joyce - Faulkner - Sienkiewicz - Kipling - Mann - Gide - Bellow - Shaw -
George Bernard Shaw
Ritratto
George Bernard Shaw (Dublino, 26 luglio 1856 – Ayot St Lawrence, 2 novembre 1950) è stato uno scrittore, drammaturgo, linguista e critico musicale irlandese che
nel 1925 vinse il Premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione:
«per la sua opera carica di idealismo e umanità, la cui satira stimolante è spesso infusa di un'originale bellezza poetica.» Giova notare che il Nobel viene dato spesso a letterati comunisti, a volte meritatissimo a volte meno. In ogni caso, George Bernard Shaw, pur accettando il riconoscimento, restituì il premio in denaro e dichiarò: «Posso perdonare Alfred Nobel per aver inventato la dinamite, ma solo un demone con sembianze umane può aver inventato il Premio Nobel».
Nel 1939 ricevette l'Oscar alla migliore sceneggiatura per il film Pigmalione, ispirato alla sua omonima commedia; è stato l'unico ad aver vinto sia il Premio Nobel sia il Premio Oscar fino al 2016, anno in cui fu assegnato il Nobel per la letteratura a Bob Dylan, che nel 2001 aveva vinto l'Oscar alla migliore canzone. Ricordo ancora con nostalgia e piacere il My fair lady rappresentata dalla compagnia di Corrado Abbati al teatro Carcano di Milano nel gennaio del 2016.
Shaw nel 1876 lasciò la casa paterna in l'Irlanda e raggiunse la madre a Londra. Tra il 1879 e il 1883 si dedicò alla stesura dei suoi primi romanzi, Cashel's Byron Profession, An Unsocial Socialist (Un socialista asociale), Love Among the Artist (Amore fra gli artisti), The Irrational Knot (Il vincolo irrazionale) e Immaturity, raccolti più tardi in Novels of My Nonage (Romanzi della mia minore età). Dal 1884, dopo aver letto il Capitale di Karl Marx, aderì al movimento socialista Fabian Society e scrisse nel 1887 i Saggi fabiani.
George Bernard Shaw, ispirandosi a Percy Bysshe Shelley, scelse sin da giovane di diventare vegetariano per motivi etici, e fu poi grazie all'amicizia con Henry Salt (autore di A Plea for Vegetarianism) che iniziò a recensire libri per la Pall Mall Gazette dove acquistò notorietà e iniziò a farsi un nome. Fu inoltre un noto antivivisezionista, genericamente avverso alla sperimentazione animale.
In seguito scrisse vari articoli di critica letteraria e artistica e dal 1888 si dedicò alla critica musicale per The Star. Dopo aver composto The quintessence of ibsenism (La quintessenza dell'ibsenismo, 1891), Shaw scrisse per la Saturday Review articoli e saggi di critica drammatica, polemizzando contro le convenzioni del teatro inglese.
Nel 1895 è cofondatore della London School of Economics and Political Science.
A metà degli anni trenta, a seguito di un viaggio in URSS in cui conobbe personalmente Josif Stalin, divenne un fervente sostenitore della Russia stalinista; ciò è testimoniato dal fatto che l'11 ottobre 1931, durante un periodo di grande depressione economica negli Stati Uniti, affermò in una radio americana che "ogni operaio specializzato (...) di età adeguata e un buon carattere sarebbe stato accolto e assunto in Unione Sovietica": in seguito a questa dichiarazione un centinaio di statunitensi lasciarono gli USA per raggiungere l'URSS.
La prefazione della sua opera Fra gli scogli (1933) costituisce soprattutto un tentativo di giustificare i pogrom condotti dalla Direzione Politica di Stato (OGPU). In una lettera aperta inviata al quotidiano di Manchester The Guardian asserì che le notizie di carestie ricorrenti in URSS fossero solo chiacchiere messe in giro con lo scopo di ingannare e sfruttare i lavoratori. In un'altra lettera inviata al Labour Monthly, infine, espresse il suo sostegno a Stalin nella campagna di supporto a Trofim Denisovic Lysenko, lo scienziato sovietico che criticava la genetica mendeliana.
L'alfabeto shaviano prende il nome proprio da Bernard Shaw.
I suoi primi tentativi di scrittura, una serie di novelle su rivista, furono un fallimento. Iniziò così a dedicarsi al teatro, cercando di emulare l'impresa di Henrik Ibsen, il drammaturgo norvegese. Nel 1884 Shaw aderì al fabianesimo, un'organizzazione socialista che sosteneva la graduale introduzione delle riforme sociali. Le opere di Ibsen che esponevano l'ipocrisia e la corruzione della classe media, convinsero Shaw che l'arte del teatro fosse lo strumento più efficace di propaganda morale[9] perché in grado di svegliare la coscienza sociale delle persone.
Shaw considerò Ibsen un riformatore sociale, non centrando però il suo tema principale, il conflitto psicologico tra il dovere della società e il proprio; gli attribuì i principi sociali che ispirarono i suoi primi lavori, nei quali mostrò il benessere di una classe dirigente corrotta ottenuto dallo sfruttamento delle classi più povere. Nel 1898 Shaw sposò l'irlandese Charlotte Payne Townshend, che gli fornì la sicurezza personale e finanziaria necessaria per dedicarsi esclusivamente ai suoi lavori, lasciando il giornalismo che fino ad allora gli aveva dato da vivere.
La notorietà che ottenne dalle sue prime opere si trasformò in una fama internazionale basata su un'enorme produzione di lavori. Pubblicò le sue prime opere in due volumi, opportunamente chiamate Plays Unpleasant (Commedie Sgradevoli: Widower's Houses, The Philanderer, Mrs. Warren's Profession), chiamate in tal modo perché, secondo le sue stesse parole, "il loro potere drammatico è usato per forzare lo spettatore ad affrontare fatti sgradevoli", e Plays Pleasant (Commedie gradevoli: Arms and the Man, Candida, The Man of Destiny, You Never Can Tell). Shaw iniziò a scrivere per il teatro prendendo i problemi sociali, politici e religiosi come soggetti delle sue opere e mostrandosi interessato alla vita reale. La sua energia mentale e l'impulso creativo continuò senza sosta fino ai suoi 70 anni. Morì nel 1950 e, per sua espressa volontà, venne cremato, e le sue ceneri vennero disperse nel suo stesso giardino che aveva coltivato con passione fino ai suoi ultimi giorni.
Mrs. Warren's Profession
In questa opera Shaw affronta, in piena epoca vittoriana, il tema della prostituzione senza retorica o falsi moralismi. Il nome reale della professione non viene mai menzionato, ma il pubblico comprende da una serie di allusioni nei discorsi dei personaggi che la protagonista fu prima una prostituta e poi la direttrice di un bordello. Il motivo che la portò a intraprendere quella professione fu la povertà che patì durante la sua gioventù e l'impossibilità di trovare un'occupazione decente. Questo quadro esemplifica una caratteristica tipica presente in molte opere di Shaw, ovvero l'uso del dialogo tra i personaggi per sviluppare una tesi. Il discorso di Mrs. Warren è stato attentamente costruito da un punto di vista retorico.
La sua discussione inizia con esempi tratti dalla vita reale e da questa base trae le sue conclusioni, arrivando alla convinzione che la prostituzione è un reato creato e sfruttato da una società ipocrita. Shaw in realtà assolve Mrs. Warren dal reato sociale di preferire la prostituzione alla povertà e nell'opera mette nella bocca di Mrs. Warren le sue parole, facendole dire ciò che lui pensa con lo scopo di attaccare la società Vittoriana per la sua ipocrisia nel condannare ciò che lei stessa ha creato, e per favorire invece la riforma sociale. Questa accusa è anche confermata nella prefazione, nella quale lo scrittore chiaramente espone quali fossero le motivazioni e gli obiettivi che lo hanno portato a scrivere l'opera.
Critiche
Da un lato la critica spesso ha attaccato Shaw per aver utilizzato l'arte drammatica ai fini della propaganda sociale e per aver messo in scena spesso personaggi che si mostravano come brillanti oratori ma privi del calore che contraddistingue gli esseri umani. I loro conflitti erano razionali, non umani, meri dibattiti tra visioni opposte, mentre lo humour era usato per rendere il messaggio più incisivo e comprensibile a un pubblico non intellettuale.
Dall'altro lato, Shaw è conosciuto per aver avuto un notevole ruolo nello sviluppare un genere di commedia capace di esplorare le conseguenze del capitalismo tanto quanto altri importanti temi del tempo, come la guerra e la parità dei sessi. A Shaw è riconosciuto il merito di aver gettato le basi per una nuova forma di teatro che doveva farsi veicolo di idee, "una fucina di pensieri, una guida per la coscienza, un commentario della condotta sociale, una corazza contro la disperazione e la stupidità e un tempio per l'Elevazione dell'Uomo".
OPERE
L'opera drammatica
Dopo il debutto teatrale con Le case del vedovo (1892), Shaw continuò a scrivere opere teatrali con crescente successo, che culminò con il Premio Nobel per la letteratura, assegnatogli nel 1925 con la motivazione: "Per il suo lavoro intriso di idealismo ed umanità, la cui satira stimolante è spesso infusa di una poetica di singolare bellezza".
Tra i tanti lavori teatrali, si segnalano:
- The Philanderer (Il cascamorto, 1893)
- Mrs. Warren's Profession (La professione della signora Warren, 1894) dove Shaw affronta con sarcasmo il problema della prostituzione
- Arms and the Man (Le armi e l'uomo, o L'eroe 1894)
- Candida (1895)
- The Man of Destiny (L'uomo del destino, 1896)
- You Never Can Tell (Non si sa mai, 1897)
- The Devil's Disciple (Il discepolo del diavolo, 1897)
- Captain Brassbound's Conversion (La conversione del capitano Brassbound, 1899)
- Caesar and Cleopatra (Cesare e Cleopatra, 1893)
- Santa Giovanna (1923)
I temi politici e religioso-filosofici
Nella seconda fase della sua ricca produzione letteraria si trovano opere che trattano temi politici e religioso-filosofici:
- The Perfect Wagnerite (Il wagneriano perfetto, 1898)
- John Bull's Other Island (L'altra isola di John Bull, 1904)
- Major Barbara (Il maggiore Barbara, 1905)
- The Doctor's Dilemma (Il dilemma del dottore, 1906)
- Pygmalion (Pigmalione, 1912)
- Androcles and the Lion (Androclo e il leone, 1913)
- Man and Superman (Uomo e superuomo, 1903)
- Heartbreak House (Casa Cuorinfranto, 1919)
- Back to Matuselah (Torniamo a Matusalemme, 1920)
L'ultima produzione
L'ultima fase dell'opera di Shaw è caratterizzata da un'accentuata satira politica, che permea gli ultimi drammi:
- L'imperatore d'America (The Apple Cart, 1927); ed. it. Mondadori, Milano, 1930
- Too True to Be Good (Troppo vero per essere bello, 1931)
- On the Rocks (Fra gli scogli, 1933)
- Idillio villereccio (Village Wooing, 1934)
- La miliardaria (The Millionairess, 1935)
- Genevra (Ginevra, 1938)
PIGMALIONE
Eliza vende fiori
Pigmalione (Pygmalion) è una commedia ispirata al mito di Pigmalione come tramandato da Ovidio. Racconta la storia di Henry Higgins, professore di fonetica (basato sulla figura del fonetista Henry Sweet), che scommette con l'amico colonnello Pickering di poter trasformare la popolana fioraia Eliza Doolittle in una raffinata donna della buona società insegnandole semplicemente l'etichetta e l'accento usato nelle classi più elevate. Higgins e Doolittle si avvicinano l'uno all'altro, ma alla fine lei rifiuta i suoi modi dispotici e annuncia che sposerà Freddy Eynsford-Hill, un gentiluomo nobile, ma povero. Shaw scrisse la parte principale per Mrs. Patrick Campbell (anche se solo quarantanovenne era considerata da alcuni troppo vecchia per il ruolo, dato che Eliza è rappresentata come una ragazza). A causa di ritardi nell'allestimento della produzione londinese e del coinvolgimento della Campbell in un incidente stradale, la prima rappresentazione in inglese non ebbe luogo che qualche tempo dopo la "prima" nel teatro Hofburg di Vienna, il 16 ottobre del 1913; per l'occasione venne rappresentato un adattamento in lingua tedesca preparato dallo stesso Shaw. Fu invece l'11 aprile del 1914 che, presso lo His Majesty's Theatre di Londra, venne rappresentata per la prima volta, sotto la direzione dello stesso autore, la versione in lingua inglese, con Mrs. Patrick Campbell nel ruolo di Eliza e Sir Herbert Beerbohm Tree in quello di Henry Higgins.
Trama
Atto primo
Covent Garden, ore 23:00. Alcune persone si stanno riparando dalla pioggia; tra queste, anche la famiglia Eynsford-Hill, sciocca e arrivista, rappresentata dalla giovane Clara e dalla madre. Il fratello Freddy invece entra in scena senza aver trovato un taxi che li riporti a casa; il suo è un personaggio debole e incapace: la sorella si comporta prepotentemente nei suoi confronti, e le piace farlo apparire ridicolo. Non appena si allontana di nuovo in cerca di un taxi, si scontra con una fioraia, Eliza; i fiori di cui ha bisogno per sopravvivere cadono nel fango di Covent Garden, per venir raccolti poco dopo da un gentiluomo, il colonnello Pickering. Mentre Eliza prova a vendere i suoi fiori al colonnello, un passante la informa che un uomo sta prendendo nota di tutto quello che dice; il personaggio in questione è il professor Henry Higgins. Non appena Higgins rivela alle persone dove sono nate (cosa che crea stupore e irritazione), scoppia una zuffa: ad esempio, un passante particolarmente sarcastico lo accusa di provenire da un manicomio, lo Hanwell Insane Asylum.
Gradualmente diventa evidente che sia Higgins che Pickering si interessano di fonetica; scoprono inoltre che entrambi avevano già intenzione di incontrarsi. Higgins dice a Pickering di poter trasformare una fioraia in una duchessa; queste parole da smargiasso destano l'interesse di Eliza, che vorrebbe migliorare la propria condizione (anche se per lei questo significa semplicemente lavorare come commessa nel negozio di una fiorista). Alla fine dell'atto, Freddy torna dopo aver trovato un taxi, per scoprire invece che sia la madre, sia la sorella se ne sono andate, lasciandolo solo con la sua vettura appena rintracciata. La furba Eliza decide di prenderlo al posto suo, lasciando Freddy con un palmo di naso.
Atto secondo
Laboratorio di Higgins, il giorno dopo. Appena Higgins finisce di mostrare a Pickering i propri strumenti di lavoro, la governante, Mrs Pearce, annuncia che una giovane ragazza vuole incontrarlo; viene fatta salire e, con suo disappunto, è Eliza. Higgins non è interessato a lei, ma la ragazza afferma di voler pagare per ricevere lezioni che la possano far parlare come la commessa di un negozio di fiori. Il professore sostiene di poterla trasformare in una duchessa; a partire da queste parole, Pickering gli lancia una sfida, e dice che pagherà lui le lezioni della ragazza, dopodiché Eliza viene accompagnata via dalla stanza affinché faccia un bagno.
Mrs Pearce dice ad Higgins come comportarsi in presenza della ragazza: deve smettere di imprecare e migliorare il proprio modo di stare a tavola; il professore poi non riesce a capire come mai Eliza si senta maltrattata da lui. In seguito giunge Alfred Doolittle, il padre di Eliza, col solo obiettivo di estorcere denaro a Higgins; non è per niente interessato alla figlia come padre. Si considera come un "povero inutile", e intende continuare a esserlo. Ha un'eccentrica visione della vita, determinata dalla sua intelligenza, ma anche dalla sua mancanza d'istruzione. È anche aggressivo: quando Eliza, al suo ritorno, gli fa una linguaccia, vorrebbe picchiarla, ma è bloccato da Pickering. La scena si conclude con Higgins che dice a Pickering come il lavoro che si trovano tra le mani sia veramente difficile.
Eliza Doolittle disegnata da George Luks 1908
Atto terzo
Salotto di Mrs Higgins. Higgins dice alla madre che ha con sé una giovane ragazza comune alla quale ha dato lezioni; ma la donna non è molto impressionata dal tentativo del figlio di ottenere la sua approvazione, perché quello è il suo "giorno delle visite", nel quale deve intrattenere gli ospiti; in questo caso, si tratta degli Eynsford-Hill. Al loro arrivo, Higgins si comporta da maleducato. Arriva poi Eliza e subito partecipa alla conversazione sul tempo e sulla sua famiglia. L'umorismo deriva dalla conoscenza che gli spettatori hanno di Eliza, della quale invece gli Eynsford-Hill non sanno niente. Quando sta per andarsene, Freddy Eynsford-Hill le chiede se ha intenzione di camminare nel parco, domanda alla quale risponde: "Camminare! Certamente no..." (nel testo originale: Walk! Not bloody likely...: è la più famosa battuta della commedia). Dopo che lei e gli Eynsford-Hill se ne vanno, Higgins chiede alla madre il suo parere. Mrs Higgins dice che la ragazza è impresentabile, ed è molto preoccupata per quello che le accadrà; ma né Higgins né Pickering la capiscono, e se ne vanno fiduciosi ed eccitati per l'ascesa sociale di Eliza. Ciò fa esasperare Mrs Higgins, che dice: "Uomini! Uomini!! Uomini!!!". È certo un lavoro molto difficile, ma è anche vero che i due sono concentrati su questa scommessa!
Atto quarto
Laboratorio di Higgins. È mezzanotte, e Higgins, Pickering ed Eliza sono tornati da un ballo. Il colonnello si congratula col professore per aver vinto la scommessa. Quando vanno a dormire, Higgins chiede dove siano le sue pantofole, e mentre torna nella sua stanza Eliza gliele lancia addosso. Il resto della scena si occupa della ragazza, che non sa cosa farà nella vita, e di Higgins, che non capisce appieno i suoi problemi. Il professore dice che si potrebbe sposare, ma Eliza crede che con queste parole Higgins stia esprimendo l'intenzione di venderla come prostituta. "Eravamo al di sopra di quello, all'angolo di Tottenham Court Road". Infine lei restituisce i suoi gioielli a Higgins, come se stesse tagliando i suoi legami con Higgins.
Atto quinto
Salotto di Mrs Higgins. Higgins e Pickering, hanno scoperto che Eliza se n'è andata piantandoli in asso, sono sconvolti. Doolittle, ritorna, vestito stavolta con un abito da sposo e trasformato in un membro di quel ceto medio nel quale si sente "intimato". La scena si conclude con un altro confronto tra Higgins ed Eliza, che fondamentalmente è una ripetizione dell'atto precedente. La commedia termina con tutti i personaggi che se ne vanno per assistere al matrimonio di Doolittle, e Higgins viene lasciato da solo.
Conclusione
Nonostante il forte rapporto, nella parte centrale, tra Eliza e Henry, la versione originale del Pigmalione si conclude con lei che parte per sposare l'appassionato giovane Freddy Eynsford-Hill. Shaw, infastidito dalla tendenza degli spettatori, degli attori e anche dei direttori a cercare "romantiche" reinterpretazioni della sua conclusione, in seguito scrisse un saggio da includere nelle successive edizioni, nel quale spiegava precisamente perché fosse impossibile che la storia terminasse col matrimonio tra Higgins ed Eliza.
Alcuni successivi adattamenti hanno cambiato questo finale. Nonostante la sua iniziale insistenza affinché la conclusione originale rimanesse intatta, Shaw diede al film del 1938 una fine più ambigua: invece di sposare Freddy, Eliza apparentemente si riconcilia con Henry nella scena finale, lasciando aperta la possibilità di un loro matrimonio. Il musical "My fair lady" e la sua versione cinematografica del 1964 hanno similmente conclusioni felici.
My Fair Lady
VIDEO
E' il musical di Frederick Loewe su libretto di Alan Jay Lerner, tratto dal Pigmalione. Così come la pièce di Shaw, il musical racconta della rozza fioraia cockney Eliza Doolittle che prende lezioni dal fonetista Henry Higgins per poter diventare una vera signora e aprire un negozio.
Il musical, diretto da Moss Hart, con costumi di Cecil Beaton e scene di Oliver Messel, debuttò a Broadway nel 1956 e fu un grande successo di critica e pubblico: My Fair Lady rimase in scena per 2717 repliche, diventando così il musical più longevo dell'epoca, e vinse sei Tony Award, tra cui miglior musical. Il musical si rivelò uno straordinario successo anche a Londra, dove rimase in scena per 2281 repliche al Theatre Royal Drury Lane. In entrambe le produzioni i ruoli dei due protagonisti furono interpretati da Rex Harrison e una giovane Julie Andrews. Harrison tornò a recitare anche nell'adattamento cinematografico Premio Oscar di George Cukor del 1964, con Audrey Hepburn (doppiata nel canto da Marni Nixon) nel ruolo di Eliza. Il musical fu successivamente riproposto sulle scene londinesi e newyorchesi in numerosi revival e si guadagnò l'appellativo di "musical perfetto".
A metà degli anni trenta, il produttore Gabriel Pascal acquistò i diritti cinematografici di diverse opere di Shaw, tra cui Pigmalione. Tuttavia, Shaw era rimasto insoddisfatto dall'operetta viennese Der tapfere Soldat, tratta dal suo Arms and the Man, e rifiutò categoricamente che Pigmalione diventasse un musical. Dopo la morte di Shaw nel 1950, Pascal contattò il librettista Alan Jay Lerner per portare alla luce il progetto e il librettista coinvolse il compositore Frederick Loewe per il musical. Tuttavia, il duo realizzò presto che Pigmalione si prestava poco a un adattamento musicale, dato che gli mancavano diversi elementi caratteristici del genere: l'assenza di una storia d'amore tra protagonisti e di un sub-plot, la mancanza di ruoli per l'ensemble. Rodgers e Hammerstein, che avevano già provato ad adattare Pigmalione, sconsigliarono agli autori di andare avanti col progetto, ritenendo la pièce inadattabile. Conseguentemente, Loewe e Lerner abbandonarono il progetto per due anni. Due anni dopo, Lerner lesse il necrologio di Pascal mentre riadattava Li'l Abner per le scene, e decise di riprovarci con Pigmalione. Dopo aver ricontattato Loewe, i due decisero di cambiare la trama del dramma per renderla più simile a quella dei musical più tradizionali. Dopo la morte di Pascal, la Chase Manhattan Bank ottenne i diritti delle opere di Shaw e quelli di Pigmalione furono combattuti tra Lerner e la Metro-Goldwyn-Mayer. Mentre la banca prendeva la sua decisione, i due compositori decisero di andare avanti con la scrittura del musical e ne scrissero colonna sonora e libretto per cinque mesi prima di ottenere i diritti. Lerner intanto decise il titolo, My Fair Lady, che richiamava uno dei titoli provvisori scelti da Shaw per la sua pièce, My Fair Eliza, e l'ultimo verso della celebre canzoncina London Bridge Is Falling Down. Il musical di George e Ira Gershwin, Tell Me More, si intitolava My Fair Lady durante il periodo di rodaggio fuori da New York, e così anche il numero principale dello spettacolo; dopo aver fatto una chiamata di cortesia ad Ira Gershwin, il titolo del musical fu finalmente annunciato al grande pubblico.
Il ruolo di Henry Higgins fu inizialmente offerto a Noël Coward, che rifiutò la parte ma consigliò a Lerner e Loewe di ingaggiare il collega Rex Harrison. Intanto, a Mary Martin fu offerto il ruolo di Eliza, ma anche l'attrice rifiutò e la parte di Eliza venne affidata alla giovanissima Julie Andrews, fresca del trionfo in The Boy Friend. Philip J. Lang e Robert Russell Bennett furono ingaggiati per le orchestrazioni, mentre Moss Hart accettò di curare la regia; il poster e il programma di sala erano disegnati da Al Hirschfeld. Il libretto del musical combinava il testo originale di Shaw con la sceneggiatura dell'adattamento cinematografico del 1938, da cui fu tratta la scena dell'ambasciata e il finale.
Julie Andrews e Rex Harrison in My Fair Lady
La professione della signora Warren
Rappresentazione a New York nel 1918 - Internet Broadway Database
L'opera ha per protagonista la signora Warren, una prostituta, e la sua pudica figlia Vivie, a cui ha dato un posto nella società borghese . Vivie si è appena laureata in Matematica a Cambridge. La donna vorrebbe far sposare la figlia con un uomo di sua scelta, ma lei è già innamorata di Frank Gardner, figlio del reverendo Samuel Gardner. Il religioso però è stato l'amante della signora Warren, e c'è la possibilità che i due giovani siano fratelli. La donna infatti ha deciso di sfruttare la prostituzione per poter dare un futuro migliore a sua figlia. Inizialmente la figlia è perplessa dalla posizione della mamma, ma poi le due paiono riavvicinarsi. La vana ricerca di una riconciliazione con la figlia si conclude nel finale quando Vivie scopre che la madre continua a gestire dei bordelli nonostante non ne abbia più bisogno. Vivie decide di intraprendere le sue scelte, in dissenso con i piani della madre. La giovane accetta un lavoro d'ufficio in città, lascia Frank e rinnega sua madre, che disperata, stava già pensando di poter invecchiare con sua figlia accanto.
Dall’incipit del libro:
Un pomeriggio estivo nel giardino di una villetta sul declivio orientale di una collina un po’ più al sud di Huselmere nel Surrey. Guardando in su per la collina si vede la casina all’angolo sinistro del giardino, con il tetto di paglia, un portico, e una grande finestra a losanghe a sinistra del portico. Più indietro è stata costruita un’ala che fa angolo col muro a destra. Dall’estremità di quest’ala parte una palizzata che recinge interamente il giardino, salvo il punto ov’è il cancello a destra. Oltre la palizzata fino all’orizzonte si stendono in salita terreni a pascolo. Sotto il portico, appoggiati alla panca, ci sono alcuni pliants; sotto la finestra, appoggiata al muro, c’è una bicicletta da signora. Un po’ a destra del portico un’amaca è sospesa a due pali. Un grande ombrellone di canne, infisso a terra, protegge dal sole l’amaca, nella quale è stesa una signorina in atto di leggere e prendere appunti. Ha la testa dalla parte della casina e i piedi verso la cancellata. Accanto all’asta dell’ombrellone, a portata di mano v’è una sedia da cucina che regge un mucchio di volumi dall’aspetto grave, e un pacco di carta da scrivere. Un signore che traversa i campi s’avanza di dietro la casina. È un uomo sulla quarantina; ha l’aspetto di un artista; è vestito accuratamente, ma senza ricercatezza; porta i baffi senza barba; ha il fare vivace e disinvolto e modi molto gentili e premurosi. Ha i capelli lisci e neri, e comincia ad incanutire. Le sopracciglia sono bianche, i baffi neri. Sembra incerto sulla via da percorrere. Guarda al di sopra della palizzata, e vede la signorina.
Ricordo di aver visto La professione della signora Warren, con la regia di Giorgio Albertazzi, con Franca Rame (La signora Warren), Mariella Lo Giudice, Gabriele Antonini, Gabriele Ferzetti, Luca Dal Fabbro, Franco Graziosi; trasmessa dalla Rai il 21 dicembre 1981.
Eugenio Caruso - 2 novembre 2022
Tratto da