Il nostro non è l’unico universo. Anzi, la teoria predice che un gran numero di universi sia stato creato dal nulla. La loro creazione non richiede l’intervento di un essere soprannaturale o di un dio, in quanto questi molteplici universi derivano in modo naturale dalla legge fisica: sono una predizione della scienza. Stephen Hawking e Leonard Mlodinow, Il grande disegno
La redazione riporta questo articolo per amore di conoscenza, pur essendo convinta che in questo campo siamo appena all'inizio.
La teoria di due scienziati è intrigante, perché propone una giustificazione scientifica di ambiti attualmente riservati alla spiritualità. Ma vediamo in pratica di cosa si tratta. Il professor Stuart Hameroff, americano, medico anestesista e docente presso l’Università dell’Arizona è divenuto famoso per gli studi sulla coscienza e i meccanismi alla base della sua essenza. Sir Roger Penrose è invece un matematico, fisico e cosmologo inglese di fama, professore emerito all'Istituto di matematica dell'Università di Oxford. Nel 1988 ha ricevuto, assieme a Stephen Hawking, il Premio Wolf per la fisica e, soprattutto, ha vinto nel 2020 il Premio Nobel. Bene, questi due studiosi hanno sviluppato nel 1996 una teoria quantistica, sostenendo che l’anima - la coscienza umana – risiede dentro i microtuboli, le cellule cerebrali interconnesse elettricamente.
Si tratta di una teorizzazione che non ha mancato di sollevare polemiche perché contro corrente e perciò definita, da alcuni, eretica. Ma cosa sostengono i due scienziati? In sintesi che il cervello umano è nient’altro che un computer biologico mentre la coscienza (che non è algoritmica) rappresenta il programma, gestito dal computer quantistico che alimenta il nostro cervello. La cosa più intrigante è che il programma, ovvero la coscienza, continuerebbe a esistere anche dopo la morte del corpo. In che modo?
Stando agli studi effettuati, quando le persone giungono alla morte clinica, i microtubuli del cervello perdono il loro stato quantico, ma conservano le informazioni trascendentali che vi sono contenute.
L’anima torna all’universo come energia
E dopo la morte biologica, l’anima torna (va a dissiparsi, sostengono i due studiosi), sotto forma di coscienza energetica, in una dimensione universale dove il tutto ha avuto inizio come energia pura. (Eugenio Caruso: ho sempre pensato che l'anima possa essere una forma di energia che, alla morte biologica, torna in qualche stato di energia universale).
Gli assunti delle antiche civiltà e Jung
Detta così la teoria risulta oltremodo affascinante e, in certo qual modo, riporta alla mente le convinzioni espresse da alcune antiche civiltà (come l’egizia) o i dettami di certe religioni e filosofie orientali. Ma qualche aggancio si potrebbe trovare anche nella teoria dell'inconscio collettivo di Carl Gustav Jung. Lo psichiatra e saggista svizzero non vedeva l’inconscio come una manifestazione personale dell’individuo. Al contrario, sulla base della sua pratica clinica e della sua esperienza, intuì una sorta di coscienza individuale molto più profonda. L’inconscio collettivo era visto come la notte cosmica o il caos primordiale da cui emergono gli archetipi e l’eredità psichica che tutta l’umanità condivide.
Qui però siamo di fronte a un approfondito sforzo di giustificazione scientifica di due grandi esperti e cattedratici. Sarà utile approfondire a questo punto le basi di quanto affermato da Hameroff e Penrose.
Microtuboli capaci di fare calcoli
Gli studi del primo partono da quando, all'Hahnemann University Hospital, conducendo ricerche sulle neoplasie, si interessò di divisione cellulare e ipotizzò che i microtuboli sarebbero capaci di fare dei calcoli dimostrando così una qualche forma di coscienza nella loro attività.
Nelle operazioni cellulari potrebbe esplicitarsi insomma uno schema di calcolo rapportabile a un vero e proprio criterio di coscienza. L’elaborazione di informazioni avverrebbe nei microtubuli e altre parti del citoscheletro fondamentali nel processo più dei neuroni stessi, cosa di cui Hameroff parla in una pubblicazione del 1987 intitolata Ultimate computing.
Il modello del collasso della funzione d’onda oggettiva
Qualche anno dopo invece Penrose dà alle stampe La mente nuova dell’imperatore, ricerca scientifica sulla coscienza umana e l’intelligenza artificiale. In base ai teoremi di incompletezza di Gödel l’autore sostiene che il cervello umano può svolgere funzioni non rapportabili alla logica formale, elaborando, in base ai principi della teoria dei quanti, un processo alternativo all’emergere della coscienza. Da qui la proposta del noto modello del collasso della funzione d’onda oggettiva (OR).
La collaborazione con Hameroff
Le teorie di Penrose, avversate da altri studiosi, impressionano immediatamente Hameroff. Inevitabilmente scaturisce una collaborazione tra i due scienziati e i microtubuli neurali vengono ritenuti assolutamente coerenti per spiegare l’elaborazione quantistica nel cervello. Dalla collaborazione tra i due studiosi nasce la formulazione della riduzione oggettiva orchestrata (Orch-Or) e il lavoro viene concentrato da Penrose nel saggio Ombre della mente, opera ovviamente avversata ma risultata alla fine fondamentale per i progressi delle neuroscienze.
Microtubulo
AUDIO
I microtubuli sono strutture intracellulari costituite da una classe di proteine chiamate tubuline. Sono complessi rigidi, labili e polari, formati da eterodimeri allineati in tubuli cavi con un diametro apparente di circa 25 nm. I microtubuli costituiscono, assieme ai microfilamenti e ai filamenti intermedi, il citoscheletro. Come tutti i componenti citoscheletrici, i microtubuli sono primariamente coinvolti nel mantenimento della forma della cellula: inoltre, essi giocano un ruolo importante nel trasporto intracellulare e nella divisione cellulare.
Le prime osservazioni dei microtubuli risalgono agli inizi del XX secolo, quando furono osservate strutture filamentose, chiamate col termine generico di fibrillae nei flagelli e nei fusi mitotici; bisognerà attendere però il 1953 perché due ricercatori, Eduardo De Robertis e C.Franchi, tramite l'uso dei primi microscopi elettronici, osservino distintamente nell'assonema di fibre mieliniche tali filamenti e, nel 1963, Myron C.Ledbetter e Keith R.Porter approfondirono gli studi affermando l'ubiquità e dando una descrizione accurata dei microtubuli, nonché il nome attuale.
Collocazione
I microtubuli sono maggiormente concentrati nella regione centrale della cellula; da qui vanno alla periferia in tutte le direzioni, senza però giungere a toccare il plasmalemma, da cui rimangono separati dal cortex actinico.
Origine
I microtubuli originano primariamente a livello di una struttura della cellula, che è il centriolo (organulo che si trova al centro della cellula), il principale MTOC.
Intorno al centriolo è presente del materiale di natura proteica, definito materiale pericentriolare. Importante all'interno di questo materiale è la presenza di anelli, che sono formati da un'isoforma della tubulina, ovvero la gamma-tubulina. Gli anelli sono formati da 13 molecole di gamma-tubulina: ogni gamma-tubulina è il sito di inizio della polimerizzazione dei dimeri di alfa- e beta-tubulina del protofilamento.
La regione della cellula formata da centriolo e materiale pericentriolare è detta centrosoma: da qui partono tutti i microtubuli, che poi si estendono in tutte le direzioni della cellula.
Poiché partono dal centriolo e poi si allontanano, separandosi fra di loro, nella zona del centriolo essi sono maggiormente concentrati: questo è il motivo per cui l'immunofluorescenza appare più marcata in questa regione centrale della cellula.
Polimerizzazione dei microtubuli
Struttura
I microtubuli sono costituiti da eterodimeri di due polipeptidi globulari di dimensioni 4 nm x 5 nm x 8nm e 55.000 Da di peso molecolare; le due subunità fanno parte entrambe della famiglia delle tubuline e sono l' a-tubulina e la ß-tubulina.
I dimeri polimerizzano in 13 protofilamenti affiancati, sfalsati a spirale, formando un cilindro cavo con diametro esterno di 25 nm e diametro interno di 15 nm circa. La polimerizzazione segue uno schema secondo polarità, orientandosi testa-coda con la subunità a verso un'estremità, il terminale -, la subunità ß verso l'opposto terminale +, determinando una diversità strutturale e chimica tra le due estremità.
Tale disposizione è dovuta a una terza proteina, la ?-tubulina: l'interazione fra le subunità ? e a, chiamata nucleazione produce una reazione di polimerizzazione. La nucleazione avviene nei "MicroTubules Organization Center" (MTOC), principalmente i centrioli ed i cinetocori del centromero dei cromosomi mitotici, dove la ?-tubulina è presente in strutture circolari chiamate "?-tubulin ring complex" (?TyRC).
Identificazione dei microtubuli mediante immunofluorescenza
Questo tipo di reazione può essere utile per osservare la distribuzione dell’apparato microtubulare all’interno della cellula marcando specificamente le tubuline, ovvero quelle proteine che costituiscono i microtubuli. Per fare ciò si può usare un anticorpo primario specifico anti-tubuline e poi un altro anticorpo, detto anticorpo secondario, legato ad una molecola fluorescente, spesso la fluoresceina che emette nello spettro visibile del verde. Quest’ultimo andrà a riconoscere l’anticorpo primario e di conseguenza le tubuline presenti.
Funzioni
I microtubuli hanno una serie di funzioni di natura trofica e meccanica: costituiscono l'impalcatura interna di centrioli, flagelli e ciglia e sono i responsabili del transito di organuli e vescicole all'interno della cellula. Durante la divisione cellulare i microtubuli vanno a formare il fuso mitotico indispensabile per operare la ripartizione dei set di cromosomi tra le cellule figlie.
I microtubuli servono per determinare il movimento intracellulare, oltre che a costruire una sorta di impalcatura della cellula. I microtubuli di per sé non hanno un’attività motoria, ma per garantire il movimento essi devono associarsi a delle proteine motrici con funzione di ATPasi. Queste sono in grado di scindere ATP producendo l’energia necessaria per interagire con le tubuline e muoversi lungo i microtubuli, trascinando con sé eventuali macromolecole, particelle o vescicole a esse legate. I microtubuli costituiscono quindi una sorta di binari diretti dal centro della cellula verso tutte le direzioni su cui avvengono tali spostamenti.
Esistono diverse famiglie di proteine motrici le quali possono avere un andamento preferenziale. Alcune di queste si muovono dall'estremità positiva all’ estremità negativa del microtubulo e sono dette dineine. Altre invece si muovono dall'estremità negativa all’ estremità positiva e sono dette chinesine.
I movimenti attivi di vescicole lungo i binari rappresentati dai microtubuli svolgono un ruolo importante, ad esempio, nella secrezione ghiandolare.
Allungamento
Il microtubulo, in prossimità delle sue due estremità, può essere soggetto ad allungamento e accorciamento. Tra le due estremità però, ne è presente una in cui prevale l'allungamento e un’altra in cui prevale l’accorciamento: un’estremità sarà più propensa dell'altra ad allungarsi o ad accorciarsi.
L’allungamento del microtubulo avviene tramite aggiunta di dimeri di a e ß tubulina, mentre l’accorciamento avviene per rimozione di tali dimeri.
I dimeri di a e ß tubulina polimerizzano a una delle due estremità. Si dice che quindi i microtubuli hanno una polarità; l’estremità in cui si ha perlopiù aggiunta di dimeri (che comporta l’allungamento del microtubulo), si dice polo positivo o estremità positiva. Fenomeni di depolimerizzazione, ovvero di rimozione di dimeri, avvengono invece sull’estremità opposta, di solito rivolta verso il MTOC di origine. Quest’ultima estremità è detta polo negativo o estremità negativa del microtubulo.
La distinzione di un’estremità positiva e di una negativa è dovuta a un preciso motivo: la polimerizzazione dei dimeri a- e ß tubulina, avviene in presenza di ione magnesio (Mg2+) e GTP (La guanosina trifosfato (GTP) è coinvolta nel trasferimento di energia entro la cellula: per ogni ripetizione del ciclo di Krebs, viene generata una molecola di GTP che viene subito convertita in ATP).
Succede che i dimeri a-ß legano il GTP, formando il dimero a-ß -tubulina-GTP.
Quando il dimero a-ß lega il GTP, esso risulta affine ad altri dimeri di tubulina, per cui avviene la polimerizzazione. Dopo un certo tempo però, si ha che il GTP viene idrolizzato a GDP, per cui si formerà un dimero a-ß -tubulina-GDP. In questo caso, ovvero quando il dimero lega il GDP, esso risulta essere meno affine agli altri dimeri di tubulina e avrà quindi una tendenza a staccarsi da questi. Poiché ci vuole un certo tempo per convertire GTP in GDP, è chiaro che i primi dimeri che si sono formati, avranno formato per primi il GDP rispetto ai nuovi, mentre gli ultimi dimeri che si sono formati avranno ancora legato a sé il GTP. I dimeri vecchi avranno quindi legato il GDP, quelli nuovi legheranno ancora il GTP. Si può quindi dedurre che la porzione vecchia sarà più soggetta a depolimerizzazione, in quanto i dimeri hanno minore affinità a legarsi tra di loro. Per cui essa sarà la regione in cui probabilmente avverrà l’accorciamento, in quanto ci sono dimeri che stanno perdendo la loro affinità per gli altri dimeri. La regione opposta, quella di nuova sintesi, ha invece ancora legato il GTP, per cui è ancora in grado di legare altri dimeri.
Equilibrio dinamico
In base a quanto detto sopra, i microtubuli del citoscheletro sono caratterizzati per un’intrinseca instabilità dinamica, in quanto soggetti continuamente ad essere allungati (polimerizzazione) o accorciati (depolimerizzazione), a seconda dell’esigenza della cellula.
L’instabilità dinamica dipende dalla concentrazione di GTP e (Mg2+):
Se la concentrazione di GTP è alta, allora si assiste a fenomeni di polimerizzazione, per cui il microtubulo si allunga: infatti, in questo caso i dimeri di tubulina che si aggiungono sono maggiori rispetto ai dimeri di tubulina che si staccano.
Viceversa, se la concentrazione di GTP è bassa i dimeri che si aggiungono sono minori rispetto ai dimeri che si staccano: per questo motivo si assiste a fenomeni di depolimerizzazione.
Un ulteriore modulatore dell’equilibrio dinamico è la concentrazione locale di (Mg2+), che la cellula può rapidamente variare quando ha necessità di rimodellare il proprio citoscheletro microtubulare.
Un caso estremo avviene quando per molto tempo la concentrazione di GTP è bassa: in questo caso tutti i dimeri di tubulina hanno legato la GDP. Per questo motivo si avrà il disassemblamento completo del microtubulo, che quindi scompare (si parla infatti di catastrofe del microtubulo).
I microtubuli di solito raggiungono il cosiddetto equilibrio dinamico, in cui la lunghezza del microtubulo rimane costante (il numero di dimeri che polimerizzano all’estremità + è uguale al numero di dimeri che depolimerizzano all’estremità -; il termine ‘dinamico’ sta appunto ad indicare che, anche se il microtubulo non varia in lunghezza, i dimeri che lo compongono non rimangono gli stessi.
Classificazione
Esistono diversi isotipi di tubulina con diverse funzioni; le isoforme umane della tubulina sono 6 per a-tubulina e 7 per ß-tubulina, espresse da altrettanti geni a vari livelli in differenti tessuti e cellule. In base al ruolo si possono identificare quattro tipi di microtubuli:
Proteine associate ai microtubuli (MAPs)
Le diversità funzionali dei microtubuli sono dovute a diverse caratteristiche, fra le quali la presenza di proteine associate ai microtubuli (MAPs), che convertono la rete instabile di microtubuli in una ossatura relativamente permanente con proteine che incapsulano le estremità del microtubulo impedendone la depolimerizzazione.
Le MAPs hanno affinità per la tubulina: per cui si associano al microtubulo e lo stabilizzano, impedendo alla tubulina di staccarsi.
Una volta terminato il loro compito di stabilizzazione per i microtubuli, le MAP devono potersi distaccare dal microtubulo stesso: per fare ciò intervengono le MAP-chinasi, le quali aggiungono gruppi fosfato alle MAP. Le MAP fosforilate perdono affinità per i microtubuli, per cui si staccano da essi: in questo modo i microtubuli possono di nuovo allungarsi o accorciarsi, a seconda delle esigenze cellulari.
Fra le MAPs più importanti troviamo: MAP-1, MAP-2, TAU e MAP-4.
Azione di farmaci
Alcuni farmaci agiscono alterando la dinamica dei microtubuli; essi comprendono i farmaci della classe del taxolo usati nella lotta contro il cancro, quali ad esempio il paclitaxel.
Il mebendazolo danneggia e impedisce lo sviluppo dei microtubili in alcune famiglie di vermi; per questo appartiene ai farmaci antielmintici. Il mebendazolo è stato sperimentato anche nella lotta contro il carcinoma del polmone e il carcinoma adrenocorticale (tumore delle ghiandole surrenali).
Patologie correlate
Patologie a carico dei microtubuli sono le taupatie: sono malattie che derivano da un non corretta interazione fra proteina TAU e microtubulo.
In particolare, la proteina TAU subisce delle modifiche post-traduzionali (come un’iperfosforilazione o una acetilazione), che la portano a ripiegarsi in maniera errata e ad aggregarsi, formando dei grovigli neurofibrillari.
In particolare, l’iperfosforilazione della proteina TAU, presente negli assoni dei neuroni, comporta il permanente distacco dei microtubuli dalla proteina stessa, che risulta essere meno affine ad essi: ritrovandosi privi del loro “cappuccio” di sostegno, i microtubuli non sono resistenti e quindi si disassemblano. Questo è ciò che accade nella malattia di Alzheimer: in questa patologia, infatti, non essendoci più i microtubuli, viene meno il trasporto dei neurotrasmettitori (che normalmente venivano trasportati tramite vescicole, grazie proprio ai microtubuli). In questo modo non c'è più una comunicazione fra un neurone e l'altro. Assieme alla deposizione di fibrille amiloidi extracelluari, questo fenomeno contribuisce al danno del tessuto nervoso che è alla base della sintomatologia ingravescente tipica di questi pazienti.
In sostanza i microtubuli sono le ferrovie della cellula. Sono costituiti da robusti filamenti che attraversano il citoplasma e hanno due funzioni: dànno stabilità strutturale alla cellula e costituiscono la via lungo la quale si muovono le proteine motrici chinesina e dineina. Le proteine motrici trascinano ogni tipo di carico attraverso la cellula, dalle piccole vescicole ai grandi mitocondri. Hanno anche un ruolo importante nel processo di divisione cellulare separando i cromosomi dopo la duplicazione e trasportandoli ai capi opposti della cellula per generare le due cellule figlie.
Roger Penrose
Conferenza di Roger Penrose
Penrose e Vahe Gurzhadyan hanno elaborato una teoria denominata cosmologia ciclica conforme (CCC). Secondo Penrose, in una teoria esposta nel libro Dal Big Bang all'eternità, la materia e l'energia si dissolveranno anch'esse, i buchi neri assorbiranno il restante, evaporando poi tramite la radiazione di Hawking; solo i fotoni continueranno a esistere, senza gravità. Alcuni scienziati, che accettano il modello, sostengono che il tempo si fermerà e si annulleranno le dimensioni e le distanze. Nel libro Dal Big Bang all'eternità, afferma che l'infinitamente piccolo allora equivarrà all'infinitamente grande, e l'universo apparentemente freddo e morto (o un universo disfatto) potrebbe così dare origine, per effetto dell'annullamento delle leggi fisiche precedenti, a un nuovo Big Bang (l'entropia sarebbe la stessa della nascita del primo universo), anche se diverso da quello della teoria del Big Bounce. L'attuale universo sarebbe uno degli infiniti "eoni" (ognuno della durata di 10esp100) che costituiscono un eterno universo.
«La cosa difficile da capire sulla CCC è proprio questa: in ogni eone l'universo si espande “da zero a infinito”, ma l'infinito futuro di ogni eone coincide esattamente con il Big Bang dell'eone successivo. Questo processo anti-intuitivo è possibile grazie alla scomparsa della massa – ovvero, delle masse a riposo delle particelle – negli estremi iniziale e finale dei due eoni. Senza massa a riposo non è possibile nessuna misura del tempo, e pertanto nessuna misura dello spazio.»
(Roger Penrose)
Eone è la categoria di rango superiore tra le suddivisioni della scala dei tempi geologici; la categoria di rango immediatamente inferiore è l'era. Gli eoni nella storia della Terra sono quattro: ? Fanerozoico ? Proterozoico ? Archeano o Criptozoico ? Adeano o Azoico.
Penrose afferma che la prova sarebbe contenuta nella radiazione cosmica di fondo, nei segni circolari solitamente attribuiti a fluttuazioni quantistiche da molti fisici, che sarebbero residui di esplosioni di buchi neri supermassicci pre-Big Bang. Prima di questo Penrose credeva che il Big Bang fosse necessariamente unico, e che non bisognasse domandarsi cosa ci fosse prima di esso, ma poi la sua idea si è evoluta nell'attuale, a partire dai primi anni duemila.
Questo universo infinito e con infinite possibilità implica molte nuove ipotesi e speculazioni sul principio antropico forte e su teorie come la civiltà eterna di Dyson o la teoria del punto Omega di Frank Tipler.
Nel 2015, Penrose ha proposto una soluzione al paradosso di Fermi (un famoso paradosso sulle civiltà extraterrestri), basata sulla propria cosmologia.
Penrose ha scritto vari libri divulgativi. In La mente nuova dell'imperatore e Ombre della mente, dopo aver descritto lo status attuale della fisica, egli affronta i limiti teorici dell'intelligenza artificiale e sostiene che esistono delle differenze intrinseche e ineliminabili fra l'intelligenza artificiale e l'intelligenza dell'uomo. In questi libri, egli cerca di dimostrare questa affermazione, osservando che l'uomo può compiere operazioni che non sono riconducibili alla logica formale, come sapere la verità di asserzioni non dimostrabili o risolvere il problema della terminazione. Queste affermazioni furono fatte in origine dal filosofo John Lucas del Merton College dell'Università di Oxford. Egli sostiene una forma di anti-riduzionismo in questo campo. (Il problema della terminazione, dall'inglese Halting problem, tradotto anche con problema dell'arresto o problema della fermata, chiede se sia sempre possibile, descritto un algoritmo e un determinato ingresso finito, stabilire se l'algoritmo in questione termina o continua la sua esecuzione all'infinito. È stato dimostrato che non può esistere un algoritmo generale in grado di risolvere il problema per tutti i possibili ingressi. La versione più nota del problema è quella proposta nel 1936 dal matematico Alan Turing, insieme alla dimostrazione della sua indecidibilità).
Penrose, prendendo come spunto alcune scoperte di Stuart Hameroff, ha elaborato una teoria della consapevolezza umana secondo la quale la coscienza potrebbe essere il risultato di fenomeni quantistici ancora ignoti, che avrebbero luogo nei microtubuli dei neuroni e che rientrerebbero in una nuova teoria capace forse di unificare la teoria della relatività di Einstein con la meccanica quantistica (teoria della coscienza quantistica o "riduzione obiettiva orchestrata", abbreviata in Orch-Or, da orchestred objective reduction). La teoria è stata ripresa da altri scienziati, ma è stata attaccata da un altro fisico, Max Tegmark, che in uno scritto pubblicato sulla rivista Physical Review E ha calcolato che la scala di tempo di attivazione ed eccitazione di un neurone nei microtubuli è più lento del tempo di decoerenza per un fattore di almeno 10.000.000.000. Nel gennaio 2014 Penrose e Hameroff hanno annunciato la scoperta, a opera di Anirban Bandyopadhyay del National Institute for Materials Science del Giappone, della presenza di reazioni quantistiche nei microtubuli. Uno studio, con revisione paritaria, dell'ipotesi è stato pubblicato nel marzo 2014 da Penrose e Hameroff. Tuttavia nel 2022 un gruppo di fisici ha replicato a tale articolo conducendo un esperimento nel quale si conclude l'implausibilità del meccanismo quantistico alla base della teoria.
Roger Penrose è ateo e non ha mai nutrito sentimenti religiosi. Ciò non gli impedisce di ipotizzare, con Hameroff, che la coscienza quantica di ogni essere vivente sia indipendente dal corpo stesso, e potrebbe sopravvivere alla morte fisica del cervello, per rimanere sotto varie forme nel multiverso, non in un aldilà, ma nell'esistenza infinita, in quanto l'informazione quantistica non può essere distrutta (in quanto soggiacente alla legge di conservazione dell'energia) e tale sarebbe la coscienza nella teoria Orch-OR (se effettivamente tale coscienza, paragonabile all'anima di molte religioni, esistesse davvero). Alcune sue concezioni fisiche richiamano alcuni celebri modelli della filosofia naturale del passato, nonché a varie reminiscenze artistiche come i dipinti dell'amico di famiglia Maurits Cornelis Escher. Penrose e Hameroff si propongono, con questa teoria di coscienza quantica, di spiegare anche le cosiddette esperienze ai confini della morte, senza negare o sminuire tali fatti, e contemporaneamente non abbandonare la razionalità scientifica. Per quanto riguarda la concezione della matematica, alcuni, tra cui l'amico Stephen Hawking, hanno definito Penrose come "un platonico".
Ignazio Dessi' - 3 febbraio 2023
IMPRESA OGGI 6 febbraio 2023
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