|
|
|
Inserisci una voce nel rettangolo "ricerca personalizzata" e premi il tasto rosso per la ricerca.
Boris Leonidovic Pasternak e il suo grande romanzo Il dottor Živago
«Eh caro! chi è il pazzo di noi due? Eh lo so: io dico TU! e tu col dito indichi me. Va là che, a tu per tu, ci conosciamo bene noi due. Il guaio è che, come ti vedo io, gli altri non ti vedono... Tu per gli altri diventi un fantasma! Eppure, vedi questi pazzi? senza badare al fantasma che portano con sé, in se stessi, vanno correndo, pieni di curiosità, dietro il fantasma altrui! e credono che sia una cosa diversa.»
Pirandello. Così è (se vi pare).
GRANDI PERSONAGGI STORICI Ritengo che ripercorrere le vite dei maggiori personaggi della storia del pianeta, analizzando le loro virtù e i loro difetti, le loro vittorie e le loro sconfitte, i loro obiettivi, il rapporto con i più stretti collaboratori, la loro autorevolezza o empatia, possa essere un buon viatico per un imprenditore come per una qualsiasi persona. In questa sottosezione figurano i grandi poeti e letterati che ci hanno donato momenti di grande felicità ed emozioni.
ARTICOLI PRECEDENTI. Omero - Dante - Virgilio - Boccaccio - Petrarca - Geoffrey Chaucer - Eschilo - Shakespeare - Carducci - Pascoli - Leopardi - Manzoni - D'Annunzio - Verga -Tasso - Balzac - Hemingway - Dostoevskij - Tolstoj - Dickens - Steinbeck - Hesse - Camus - De Cervantes - Màrquez - Joyce - Faulkner - Sienkiewicz - Kipling - Mann - Gide - Bellow - Shaw - O'Neill - Tagore - Yeats - Andric - Buck - France - Kafka - Proust - Mauriac - Hamsun - Pirandello - Pasternak -
Boris Leonidovic Pasternak
Boris Leonidovic Pasternak (Mosca, 10 febbraio 1890 – Peredelkino, 30 maggio 1960) è stato uno scrittore e poeta russo.
La data di nascita è il 29 gennaio 1890 secondo il calendario giuliano in vigore all'epoca in Russia, il 10 febbraio 1890 secondo il calendario gregoriano. Nato da agiata famiglia ebraica laica assimilata, trascorse l'infanzia in un ambiente intellettuale e artistico. Suo padre Leonid era artista e professore alla Scuola moscovita di pittura, mentre sua madre, Rosa Kaufmann, era pianista. Tra le personalità della cultura – musicisti, artisti e scrittori – Pasternak ebbe modo di incontrare a casa dei genitori anche Lev Tolstoj, per il quale suo padre Leonid illustrò i libri. Nel 1958 fu insifnito del premio Nobel "per i suoi importanti risultati sia nel campo della poesia contemporanea che in quello della grande tradizione epica russa” In Autobiografia e nuovi versi, Pasternak fornisce una descrizione memorabile e commovente della Mosca della sua infanzia:
«Alla fine del secolo Mosca conservava ancora la sua vecchia fisionomia di angolo remoto, tanto pittoresco da sembrare favoloso, con le caratteristiche leggendarie di una terza Roma e di una capitale dell'epoca eroica, nella magnificenza delle sue stupende, innumerevoli chiese.»
Fin dall'incontro con il compositore russo Skrjabin, Pasternak sognava di diventare pianista e compositore e si dedicava al piano, alla teoria di musica e la composizione. Compiuti gli studi al liceo tedesco di Mosca nel 1908, si iscrisse però alla facoltà di filosofia all'università di quella città. Durante il semestre all'Università di Marburgo, la Philipps-Universität, nell'estate del 1912 e dopo i viaggi in Svizzera e in Italia, maturò la sua decisione di dedicarsi alla poesia. In quegli anni scrisse le sue prime poesie, che uscirono nell'almanacco Lirika e mostrano l'influenza del simbolismo e del futurismo. Nel 1914 pubblicò la sua prima raccolta di poesie nel libro Il gemello delle nuvole, seguito da Oltre le barriere, che gli portò un riconoscimento ampio negli ambienti letterari. Dal 1914 fu membro del gruppo di poeti futuristi Centrifuga.
Nel 1922 Pasternak sposò Evgenija Vladimirovna Lourie da cui ebbe un figlio. Divorziarono nel 1931. Seguì un secondo matrimonio nel 1934 con Zinaida Nikolaevna Neuhaus; la famiglia si trasferì nel sobborgo moscovita di Peredelkino nel 1936. Tra le sue opere sono da segnalare anche diverse raccolte di poesie, alcune delle quali raccolte nel volume Autobiografia e nuovi versi, che poté pubblicare per la prima volta solo in Italia, e Il salvacondotto, sorta di opera autobiografica riferibile non tanto alle vicende della sua vita quanto alla sua vocazione intellettuale. Morì di cancro ai polmoni nella sua dacia la sera del 30 maggio del 1960.
«Vivere significa sempre lanciarsi in avanti, verso qualcosa di superiore, verso la perfezione, lanciarsi e cercare di arrivarci.»
(Boris Pasternak, Il dottor Živago)
Dopo la seconda guerra mondiale Pasternak mise mano al suo primo e unico romanzo: Il dottor Živago. Il romanzo venne rifiutato dall'Unione degli Scrittori, che ai tempi del regime bolscevico, non poteva permettere la pubblicazione di un libro che, fortemente autobiografico, raccontasse i lati più oscuri della Rivoluzione d'ottobre. La stesura dell'opera, che fu bandita dal governo, fu causa per l'autore di persecuzioni intellettuali da parte dei servizi segreti, che lo costrinsero negli ultimi anni della sua vita alla povertà e all'isolamento. A ogni modo il manoscritto riuscì a superare i confini sovietici e il libro, nel 1957, venne pubblicato per la prima volta in Italia, tra molte difficoltà, dalla Giangiacomo Feltrinelli Editore in un'edizione diventata poi storica, di cui subito parlò il critico letterario Francesco Bruno. Il libro si diffonderà in Occidente e nel giro di pochissimo tempo, tradotto in più lingue, diventerà il simbolo e la testimonianza della realtà sovietica. Ricordo l'emozione quando comprai una copia del romanzo edito da Feltrinelli, del quale parlava tutto il mondo della cultura e non; allora ebbi la sensazione che Pasternak avese seguito la tradizione dei grandi romanzieri russi come Tolstoj e Dostoevskij.
Nel 1958 Il dottor Živago frutterà a Pasternak il premio Nobel per la letteratura. Proprio l'assegnazione del premio scatenò una vicenda singolare che vide il coinvolgimento dei servizi segreti occidentali. Infatti il regolamento dell'Accademia Svedese, ente designato a scegliere il vincitore del Nobel per la letteratura, prevede che per ottenere il riconoscimento, l'opera in questione debba essere stata pubblicata nella lingua materna dell'autore, requisito di cui Il dottor Živago difettava. Pertanto, a pochi giorni dal momento in cui l'assegnazione avrebbe dovuto essere resa nota, un gruppo di agenti della CIA e dell'intelligence britannica riuscì a intercettare la presenza di un manoscritto in lingua russa a bordo di un aereo in volo verso Malta. Obbligarono così l'aereo a deviare, per entrare in possesso del manoscritto che, fotografato pagina per pagina, fu precipitosamente pubblicato su carta con intestazione russa e con le tecniche tipografiche tipiche delle edizioni russe, al fine di conformarsi alle regole per il conferimento del premio Nobel. La CIA, come il prezzemolo diceva mia madre, è sempre presente in qualche affare "strano".
Pasternak in un dipinto del 1910 del padre Leonid
Dapprima Pasternak inviò un telegramma a Stoccolma esprimendo la sua gratitudine attraverso parole di sorpresa e incredulità. Alcuni giorni più tardi, in seguito ad avvertimenti da parte del KGB circa la sua definitiva espulsione dall'Unione Sovietica e la confisca delle sue proprietà, lo scrittore con rammarico comunica all'organizzazione del premio la sua rinuncia per motivi di ostilità del suo Paese. Pasternak fu così costretto a rinunciare al denaro del premio e al riconoscimento che avrebbe trovato all'estero per non vedersi negata la possibilità di rientrare nell'URSS. Morirà due anni più tardi a Peredelkino, nei dintorni moscoviti, nel 1960.
Da questo capolavoro della narrativa novecentesca sarà tratto il film omonimo di successo (1965) con Omar Sharif, Julie Christie, Geraldine Chaplin, Alec Guinness, Rod Steiger. Una seconda versione filmata, più fedele al romanzo fu prodotta dalla BBC nel 2002, sotto la direzione di Giacomo Campiotti e con Hans Matheson, Keira Knightley e Sam Neill.
Il romanzo fu pubblicato legalmente in Russia solo nel 1988, durante le riforme introdotte negli ultimi anni dell'Unione Sovietica e promosse da Gorbacëv. Nel 1989 il figlio dell'autore Evgenij si recherà in Svezia per ritirare il premio spettante al padre 31 anni prima.
Evgenij Pasternak, il figlio dello scrittore, che ha dedicato la vita alla memoria del padre, pubblicando tra l'altro un'edizione critica in undici volumi dell'Opera Omnia e ripercorrendo il percorso esistenziale che aveva portato lo scrittore alla conversione cristiana, è morto a Mosca il 31 luglio 2012, all'età di 89 anni.
Opere scelte
- Il gemello tra le nuvole (Близнец в тучах, 1914, poesie)
- Oltre le barriere (Поверх барьеров, 1917)
- L'infanzia di Ženja Ljuvers (Детство Люверс, 1918, racconto)
- Mia sorella la vita (Сестра моя — жизнь, 1922, poesie); traduzione e cura di Paola Ferretti, Firenze: Passigli Ed.), 2021.
- Temi e variazioni (Темы и вариации, 1923, poesie); traduzione e cura di Paola Ferretti, Firenze: Passigli Ed), 2019.
- L'anno 1905 (Девятьсот пятый год, 1925/26, poemetto)
- Il tenente Schmidt (Лейтенант Шмидт, 1926/1927, poemetto)
- Il salvacondotto, Ricordi (1931)
- Seconda nascita (Второе рождение, 1932, poesie)
- Sui treni mattinali (На ранних поездах, 1943, poesie); traduzione e cura di Elisa Baglioni, Firenze: Passigli Ed2019.
- La vastità terrestre (Земной простор, 1945, poesie)
- Quando rasserena. Testo russo a fronte; (Когда разгуляется, 1956/1959, poesie); traduzione e cura di Alessandro Niero, Firenze: Passigli Ed.), 2020.
- Il dottor Živago (Доктор Живаго, 1957, romanzo); traduzione di Pietro Zveteremich, Milano: Feltrinelli1958, 1959.
- Autobiografia e nuovi versi
- Parole salvate dalle fiamme. Ricordi e lettere
- Quintessenza. Saggi sulla letteratura e sull'arte
- Le tue lettere hanno occhi
- Lettere agli amici georgiani
- Traduzione da Shakespeare di Amleto (Гамлет, 1939), Romeo e Giulietta (Ромео и Джульетта, 1942), Antonio e Cleopatra (Антоний и Клеопатра, 1943), Otello (Отелло, 1944), Enrico IV (Король Генрих Четвертый, 1945), Re Lear (Король Лир, 1947), Macbeth (Макбет, 1950)
- Temi e variazioni. Testo russo a fronte; (Темы и вариации, 1917, poesie), traduzione e cura di Paola Ferretti, Firenze: Passigli Ed2018.
- Storia di una controttava e altri racconti; a cura di Ljiljana Avirovic Rupeni (Storia di una controttava, La fanciullezza di Ženja Ljuvers, Il tratto di Apelle, Lettere da Tula) Gruppo editoriale Edizioni Mediterranee Hermes, Arkeios, Studio Tesi Roma 2021
Il dottor Živago
La trama
All'inizio dell'opera vengono presentati i protagonisti partendo dalla loro infanzia. In seguito tutti i personaggi troveranno posto nella trama con coincidenze dovute sia alle vicende dell'infanzia e dell'adolescenza ma anche a seguito di eventi fortuiti.
Il romanzo si apre col funerale della madre di Jurij Živago, a seguito di questo decesso Jurij viene affidato a uno zio. Non potendo prendersi cura del bambino qusti lo porta da altri suoi zii, i Gromeko, una famiglia colta che accoglie Jurij e gli permette di studiare. Qui vive con la cugina Tonja, sua futura moglie.
Lara appartiene a una famiglia di origine francese, i Guichard (Gišar), il padre è morto di recente e Lara si stabilisce con la madre a Mosca. Qui acquistano una sartoria che sarà il loro sostentamento economico. Conosce ancora bambina Pavel Antipov, suo futuro marito.
Jurij studia medicina, ma coltiva la sua passione per la letteratura. Poco dopo la laurea si ammala la zia con cui viveva, questa sul letto di morte consiglia a Jurij e Tonja di sposarsi.
Allo scoppio della prima guerra mondiale Jurij viene chiamato a prestare servizio in un'unità medica inviata al fronte. Durante un ricovero in ospedale insieme a Galiullin incontra per la prima volta Lara che è infermiera. Quando però lo scoppio della rivoluzione provoca il dissolvimento dell'esercito russo,Jurij rientra a Mosca. Gli basta poco per rendersi conto delle difficili condizioni di vita venutesi a creare in città; decide quindi di rifugiarsi, con la moglie Tonja, il figlio Saša e il suocero, a Varykino, un paesino sperduto sui monti Urali. Le prime difficoltà del viaggio sono il reperimento dei documenti necessari allo spostamento e la mancanza di treni. Durante il viaggio incontrano molte persone, ma una è particolarmente importante, Samdevjatov, che molto li aiuterà in futuro, soprattutto per i rifornimenti di cibo. A Varykino si stabiliscono in una casetta nella proprietà di Mikulicyn. Il villaggio è vicino a Jurjatin, la città dove vive Lara; Jurij inizia a frequentare la biblioteca di Jurjatin e rivede Lara. Riesce a procurarsi il suo indirizzo e si reca a casa sua, lei lo accoglie amichevolmente nella casa che abita con la figlioletta. I due iniziano a frequentarsi, sono innamorati. Živago vive la situazione con grandi dubbi e grande senso di frustrazione, rendendosi conto di voler ancora bene alla moglie, che nel frattempo è nuovamente rimasta incinta.
A interrompere la relazione ci pensano i partigiani rossi (il cosiddetto esercito dei boschi in lotta contro le forze bianche del generale Kolcak), che lo arruolano a forza, avendo bisogno di personale medico, e lo obbligano a seguirli nei loro continui spostamenti. Dopo un paio d'anni, quando la guerra sembra ormai vinta per i rossi, Živago (che nel frattempo aveva incontrato il comandante "rosso" Strel'nikov, riconoscendo in lui Pavel Antipov, il professore universitario, marito di Lara, creduto morto nel conflitto mondiale e invece votatosi alla causa rivoluzionaria, per la quale aveva cambiato nome e abbandonato, non senza dolore, la famiglia), riesce a fuggire.
Tornato a Jurjatin, Jurij ritrova Lara e viene a sapere che moglie e figlio sono tornati a Mosca e in seguito sono stati espulsi dall'Unione Sovietica e quindi si sono trasferiti a Parigi.
Prova con Lara a ritagliarsi un po' di normalità nei disagi dell'epoca: è questo il periodo più felice della vita di Živago, in cui anche la sua vena letteraria può esprimersi al meglio. I giorni felici durano poco, però, dopo un paio di mesi, sono raggiunti da Komarovskij, un losco avvocato che negli anni passati aveva abusato di Lara, costringendola a diventare la sua amante, e ora è riuscito a occupare un posto di rilievo nel nuovo regime bianco. I due vengono avvertiti del grave pericolo d'arresto che stanno correndo: Živago come disertore e Lara come moglie di Strel'nikov, che nel frattempo è stato accusato di tradimento. I due, tentando di sfuggire alla loro sorte, si spostano a Varykino nella casa occupata in precedenza da Jurij con la sua famiglia. I Mikulicyn sono spariti. Dopo pochi giorni vengono raggiunti di nuovo da Komarovskij che convince Jurij a separarsi da Lara per portarla in oriente. Facendo finta di partire anche lui fa montare Lara in slitta e li lascia allontanare.
Jurij rimane solo e dopo qualche giorno viene raggiunto da Strel'nikov in cerca di moglie e figlia. Non trovandole si trattiene a parlare tutta la notte con Jurij. La mattina dopo Jurij lo trova davanti a casa morto, si era sparato alla testa.
Il dottore torna a Mosca nel 1922, vivendo quasi come un mendicante, nonostante il suo nome stia diventando famoso negli ambienti letterari, anche se le sue opere hanno perlopiù una diffusione semiclandestina. L'unico suo obiettivo è di cercare di raggiungere la famiglia a Parigi, ma le difficoltà si dimostrano insormontabili. Incontra Marina, figlia del portiere del palazzo dove ha trovato uno squallido alloggio, che s'innamora di lui e con la quale avrà due figlie, ritrova anche gli amici Gordon e Dudorov, ricominciando una vita quasi normale ancorché piuttosto dura.
Dopo alcuni anni, in modo del tutto casuale, Živago reincontra il suo fratellastro, Evgraf (da sempre fervente bolscevico, egli aveva fatto carriera nell'Armata Rossa arrivando fino al grado di generale) che, resosi conto della difficile situazione del fratello, lo aiuta economicamente e si attiva per fargli occupare un posto degno in un grande ospedale, posto che però non potrà mai occupare, perché Živago, dopo pochi mesi, viene stroncato da un infarto. Ai funerali, tra la folla convenuta, segno che la fama di Živago era ben superiore a quanto anch'egli credesse, partecipa anche, sconvolta dal dolore, Lara arrivata da poco a Mosca e che abitava, senza saperlo, nelle vicinanze del dottore di cui continuava a essere innamorata.
Lara ed Evgraf, nei giorni successivi decidono di raccogliere e far pubblicare, in maniera sistematica, gli scritti di Živago, ma la donna non potrà portare a termine l'opera:
"Un giorno Larisa Fëdorovna uscì di casa e non tornò più. Evidentemente fu arrestata per strada. E morì o scomparve chissà dove, numero senza nome di qualche irrintracciabile elenco, in uno degli innumerevoli campi di concentramento comuni, o femminili, del nord".
L'epilogo del libro si ha nell'estate del 1943, durante la seconda guerra mondiale, quando Dudorov e Gordon, diventati ufficiali dell'esercito, durante un trasferimento incontrano la lavandaia Tanja che racconta loro la sua triste storia, dalla quale i due capiscono che ella è la figlia nata dalla relazione di Živago con Lara.
PRIMA PUNTATA
SECONDA PUNTATA
Copia dell'edizione russa tascabile de Il dottor Živago, pubblicata occultamente dalla CIA nel 1959 come arma contro il regime sovietico
7 marzo 2023 - Eugenio Caruso
Tratto da
|