Il realismo francese vede la verosimiglianza nell'avere uno spazio descritto realisticamente e dei personaggi ben tipizzati, al di là di un tempo in scena o di un numero di pagine assegnato a parti del romanzo in proporzione ad una loro durata effettiva: ovvero il romanzo può anche essere dispersivo, svolgersi in più luoghi anche contemporaneamente e in più giorni, mentre prima poteva svolgersi in un solo luogo, in un solo giorno con una trama molto lineare.
GRANDI PERSONAGGI STORICI Ritengo che ripercorrere le vite dei maggiori personaggi della storia del pianeta, analizzando le loro virtù e i loro difetti, le loro vittorie e le loro sconfitte, i loro obiettivi, il rapporto con i più stretti collaboratori, la loro autorevolezza o empatia, possa essere un buon viatico per un imprenditore come per una qualsiasi persona. In questa sottosezione figurano i più grandi poeti e letterati che ci hanno donato momenti di grande felicità ed emozioni. Io associo a questi grandi personaggi una nuova stella che nasce nell'universo.
FRANCESI
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France -
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Flaubert in un ritratto di Eugène Giraud
Gustave Flaubert, noto anche con lo pseudonimo di Flambert (Rouen, 12 dicembre 1821 – Croisset, 8 maggio 1880), considerato il maestro del realismo nella letteratura francese, è conosciuto soprattutto per essere l'autore del romanzo Madame Bovary e per l'accusa di immoralità che questa opera gli procurò; tuttavia Flaubert viene ricordato in ambito letterario anche per opere quali L'educazione sentimentale e Salammbô, oltre che per la sua passione per lo stile e l'estetica.
Nato a Rouen nel 1821 Gustave è il figlio quintogenito del chirurgo Achille-Cléophas Flaubert, originario della Champagne e discendente da una famiglia di veterinari, e di Anne Justine Caroline Fleuriot, la quale, rimasta orfana in tenera età, fu accolta come figlia dal cugino del padre (il medico Laumonier, primario dell'Hôtel-Dieu, l'ospedale locale).
I genitori si sposano nel 1812 e l'anno successivo hanno un primo figlio chiamato Achille come il padre, poi altri bambini, Caroline, Émile-Cléophas e Jules-Alfred, che muoiono presto, quindi Gustave e nel 1824 la sorella Caroline. Nel 1818 aquistano una proprietà a Déville-lès-Rouen, gestita con l'aiuto della domestica Julie (il cui vero nome era Caroline Hébert), molto legata a Gustave, al quale racconta molte favole.
Di indole pigra e con qualche difficoltà d'espressione, il piccolo Gustave si lega molto all'amico Ernest Chevalier, con il quale si propone di scrivere a due e che cerca di rendere partecipe dei primi sogni letterari, immaginando continuamente personaggi e scrivendo dialoghi e lettere, fino alle prime prove concluse, che risalgono agli anni passati nel Collège Royal di Rouen (dal 1831).
Nel 1834 fonda una rivista manoscritta, chiamata «Art et progrès». Complessivamente non ha buoni voti e gli insegnanti riferiscono la sua trascuratezza ortografica e l'eccesso di fantasia. Eppure legge molto, opere di storici, classici e contemporanei della letteratura francese (come Michelet, Brantôme, Hugo, Dumas, Beaumarchais, Voltaire, Rabelais) e inglese (Shakespeare e Walter Scott).
Durante le vacanze estive conosce diverse ragazze che lo colpiscono (tra cui Élisa Schlésinger, nata Foucault (1810-1888), di cui si innamora), ma l'inverno lo passa in solitudine a scrivere o con gli amici Alfred Le Poittevin (1816-1848) e Louis Bouilhet, con i quali condivide il linguaggio scurrile tipico dell'età e qualche personaggio di fantasia. Di qualche anno più grande, Le Poittevin lascia il collegio e va a dirigere il giornale locale «Le Colibri», sul quale Flaubert pubblica qualche racconto e dei ritratti letterari (dal 1837).
Ora legge Balzac, Montaigne e Byron, sviluppando uno spirito critico e un giudizio aspramente anticonformista, influenzato dalle parole degli amici e dalla vista delle operazioni chirurgiche dei vari medici amici del padre. Nel 1839 viene espulso dal collegio per insolenza e finisce l'ultimo anno di liceo preparandosi da privatista. Promosso al baccalaureato nell'agosto del 1840, parte per un viaggio premio al seguito di un amico medico del padre, visitando il sud della Francia (dove a Marsiglia ha una relazione clandestina con la bella creola Eulalie Foucaud, che gestisce l'albergo dove si ferma) e la Corsica, sognando tuttavia l'oriente.
Gustave Flaubert
Nel 1841, per volere del padre, si iscrive alla facoltà di diritto di Parigi dove si trasferisce l'anno successivo, ma rientra subito a Rouen, decidendo di proseguire gli studi in casa. Da questo momento alterna periodi nella città natale con altri nella capitale, inquieto, annoiato, famelico, con ristrettezze economiche che mal si adattano alle persone che frequenta, tra cui il nuovo amico Maxime Du Camp. A causa del manifestarsi di una forma di epilessia, rivelatasi nel 1844, abbandona gli studi universitari e si dedica alla letteratura, in particolare a L'educazione sentimentale.
Il padre nel frattempo rivende la proprietà di famiglia e fa ristrutturare una casa a Croisset, oggi nel comune di Canteleu, alcuni chilometri a valle di Rouen, il fratello Achille è diventato a sua volta medico, e la sorella Caroline sposa un vecchio compagno di collegio di Gustave, tale Émile Hamard. Durante il loro viaggio di nozze, accompagnati dai genitori di lei e da Gustave (che cerca di ritrovare i suoi amori, scoprendo che si sono trasferiti altrove) vanno anche a Genova, dove rimane colpito da un quadro di Bruegel raffigurante La tentazione di S. Antonio. In seguito alla morte del padre e della sorella (nel 1846), che lascia una bambina neonata (chiamata anche lei Caroline), tutto sembra crollare e Gustave si ritira con la madre e la nipotina a Croisset (ma tiene per sé anche un piccolo appartamento a Rouen), dove passerà gran parte della sua vita.
Durante una visita a Parigi nel luglio 1846, conosce la poetessa Louise Colet (nata Revoil), sposata a un flautista e amante del filosofo Victor Cousin, frequentatrice dei migliori salotti e spregiudicata. I due hanno subito una relazione molto coinvolgente, portata avanti fra contrasti dovuti in particolare al desiderio di indipendenza di Gustave, che conduce una vita giovanile abbastanza libertina, fino al 1855. Nel 1847 Flaubert, durante un viaggio con Maxime Du Camp, scrive un taccuino dal titolo Par les champs et par les grèves, pubblicato solo postumo. I due, percorrendo lunghi tratti a piedi o in carrozza, raggiungono la Bretagna e la Normandia.
Intanto il cognato dà segni di squilibrio: spende moltissimo, millanta di fare l'attore, rivuole la figlia Caroline, ma non gli viene concessa perché ritenuto pericoloso. L'amico Alfred Le Poittevin, invece, si è sposato e ha lasciato Rouen (morirà presto alcolizzato, con grande dolore da parte di Flaubert), però Gustave ritrova il vecchio compagno di collegio Louis Bouilhet, che ha abbandonato medicina e ha aperto una scuola per bambini con difficoltà. I due diventano quasi inseparabili e parlano molto di letteratura e dei fatti politici che stanno accadendo. Nel 1848 a Parigi, arrivano ad armarsi di fucili e a seguire la folla, assistono alla proclamazione della repubblica, ma poi perdono presto l'entusiasmo rientrando in provincia.
Passando attraverso varie redazioni, Flaubert ha intanto scritto L'Éducation sentimentale (1843-1845), opera con la quale dà un'approfondita descrizione della società francese di quegli anni. Si è impegnato nella redazione della Tentation de saint Antoine, il cui avvio risale al 1839 e che giunge a conclusione solo nel 1874. Nel 1849, tra dubbi e rimorsi per aver lasciato la madre, viaggia con Du Camp verso «oriente»; arrivano in Egitto, navigano sul Nilo, poi visitano Gerusalemme, Damasco, Tripoli, Beirut, Costantinopoli, Atene e il Peloponneso.
Quindi Napoli (dove dopo molto tempo si taglia la barba) e Roma dove la madre, impaziente di aspettarlo, lo raggiunge. Con la madre si reca poi a Firenze e a Venezia (Du Camp torna direttamente a Parigi). Tornato dal viaggio, Flaubert riprende in mano il suo capolavoro, Madame Bovary; frutto di una lunga gestazione, dal 1837 al 1856, rappresentando l'insoddisfazione della giovane moglie di un medico di provincia che sogna una vita diversa, affascinante e capace di appagarla sul piano dei sentimenti; la sua meta è Parigi, mentre il disgusto per il marito goffo, rozzo e dalla «conversazione piatta come un marciapiede» la travolge.
Casa natale di Flaubert a Rouen
Tutta la casa si riorganizza attorno al lavoro di Gustave: la madre, la domestica, il cameriere, la nipote rispettano i suoi riposi e gli eccessi. Lui scrive fino a tardi, torna sulle frasi molte volte, recita ad alta voce, si fa ossessionare dal libro; ne scrive a Louise Colet che vorrebbe si vedessero, però lui si rifiuta e la respinge fino agli ultimi incontri deludenti di novembre 1853 e febbraio 1854 a Parigi. La corrispondenza tra i due continua, ma senza vincoli affettivi, e all'inizio del 1855 lui nemmeno l'avverte di una sua visita in città. Lei viene a saperlo, si presenta in albergo ma non lo trova, gli lascia diversi biglietti, ma ormai è la rottura definitiva. La pubblicazione del romanzo su «La Revue de Paris» tra tagli, note d'autore, polemiche, tentativi di censura e discussioni porta Gustave a doversi difendere davanti al tribunale per offesa al buon costume.
Il 7 febbraio 1857 la sentenza d'assoluzione lo trova spossato più che felice; confida a un amico di non avere più voglia di pubblicare. Tuttavia il contratto per la pubblicazione in volume era firmato da tempo e il romanzo esce in aprile, in due volumi, presso l'editore Michel Lévy. Tornato alle sue abitudini di Croisset, si dedica a Salammbô, romanzo ambientato nell'antica Cartagine (per scrivere il quale fa ancora un viaggio in Tunisia). Ormai è famoso e frequenta il bel mondo (compreso il salotto di Mathilde). L'uscita del libro (il 20 novembre 1862), gode di un successo sociale e finanziario immediato, superiore a Madame Bovary e ispirò persino la moda del tempo. Tuttavia, non tutti lo apprezzano: il seguitissimo critico Sainte-Beuve, per esempio, che aveva ammirato il precedente, ne scrive male, lo considera enfatico, plateale, inutilmente erudito.
Se la stampa è feroce, alcuni colleghi scrittori lo difendono, tra questi Théophile Gautier, Victor Hugo, Charles Baudelaire, Leconte de Lisle, George Sand ecc. Nel 1864, su suo consiglio e di Madame Flaubert, l'adorata nipote Caroline si sposa con un commerciante di legnami, tale Ernest de Commanville, e lascia Gustave solo con la madre. La nipote si era innamorata del suo insegnante d'arte, ma venne convinta a preferire un "buon partito" dall'impeccabile reputazione borghese. Con la ferrovia Parigi è più facile da raggiungere, e la mondanità di Flaubert è al massimo. In questo periodo è come se avesse una doppia personalità: a Croisset quasi un selvaggio solitario e nella capitale un vero viveur. Frequenta soprattutto i fratelli Edmond e Jules de Goncourt, e diviene amico di George Sand, che gli dedica il suo romanzo Dernier amour, e gli fa visita più volte a Croisset, dove Flaubert ha ripreso in mano e riscritto da capo L'educazione sentimentale.
Il libro esce nel 1869, poco dopo la morte dell'amico Louis Bouilhet, e il trasloco del pied-à-terre parigino da Boulevard du Temple a Rue Murillo. Nuovamente la critica lo stronca e ora anche i colleghi evitano di parlarne (ma Émile Zola lo difende). Ci vorrà molto tempo perché anche questo romanzo venga considerato un capolavoro.
Dopo la guerra franco-prussiana, che causa il crollo del Secondo Impero francese, Flaubert commenta duramente i fatti della Comune di Parigi (1871); scrivendo a George Sand afferma di considerarla «l'ultima manifestazione del medioevo». Dichiarando di odiare la democrazia che è, secondo lui, «la negazione del diritto», si augura per la Francia «un governo di mandarini [...] un'aristocrazia legittima», dal momento che «il popolo è un eterno minorenne». Se la prende con l'istruzione: «Il sogno della democrazia è di elevare il proletario al livello di stupidità del borghese», così che «l'istruzione pubblica non farà che aumentare il numero degli imbecilli [...] l'istruzione primaria ci ha dato la Comune». Quanto al suffragio universale, esso «è più stupido del diritto divino». Monarchico, parteggia però più per l'orleanismo e Filippo VII che per il legittimista Enrico V, tra i due pretendenti che l'Assemblea Nazionale prende in considerazione nel 1873, prima di riconfermare la repubblica.
Finita la guerra, durante la quale ha dovuto viaggiare e abbandonare Croisset ai prussiani, nel 1871 può tornare a casa, ma la madre è sempre più malata e nell'aprile del 1872 muore. L'ammirazione di un giovane Guy de Maupassant (figlio della sorella di Alfred Le Poittevin e scrittore da guidare nei primi passi) lo aiuta a non cadere in depressione.
Poi si reca in visita a Nohant (oggi Nohant-Vic), da George Sand, con Turgenev. Sospende la scrittura di Bouvard et Pécuchet, che verrà infine lasciato incompleto, e prova a dedicarsi al teatro, scrivendo le pièces de Il sesso debole (1873), che non viene accettata per la rappresentazione, e del Candidato (1874), che è un vero fiasco (Flaubert deve persino rimborsare le prenotazioni).
Nel 1874 pubblica finalmente La tentazione di Sant'Antonio, ma nuovamente la critica lo stronca oppure lo ignora. Ha anche problemi economici a causa delle speculazioni azzardate del marito della nipote. Deve perciò lasciare la casa di Rue Murillo per abitare in un piccolo appartamento del Faubourg Saint-Honoré, accanto alla nipote (che però vive più stabilmente a Dieppe). Flaubert è sempre più smarrito, frequenta solo pochi amici, è ossessionato dai suoi e dai loro lutti continui (tra gli altri muore anche George Sand), ma scrive i Tre racconti (stampati nel 1877 in volume, questa volta la critica è indulgente, ma i lettori sono pochi).
Gli amici Alphonse Daudet, Edmond de Goncourt, Ivan Turgenev e Juliette Adam tentano di fargli avere un posto di bibliotecario, ma la loro raccomandazione viene intercettata e diventa pubblica. Flaubert si vergogna che si venga a sapere delle sue difficoltà e segue la vicenda dal letto di Croisset, dove è costretto per una gamba rotta. Intanto il marito di Caroline deve vendere la segheria (c'è il rischio che neanche questo ripaghi i debiti e si debba vendere la casa di Croisset), il fratello Achille, sopravvissuto a un colpo apoplettico, si è ritirato dal lavoro e vive a Nizza.
Ciononostante Flaubert si rimette al lavoro su Bouvard e Pécuchet, ma improvvisamente l'8 maggio del 1880, dopo aver fatto un bagno caldo, con le valigie pronte per tornare a Parigi, muore, probabilmente per un'emorragia cerebrale. Il «discepolo» Maupassant arriva subito e Flaubert viene sepolto a Rouen in presenza di pochi amici.
Cose che parlano
La lezione letteraria dell'autore di L'educazione sentimentale è che nel romanzo
«occorre far parlare le cose,.... far sì che dicano la loro realtà,... far sì che dicano la loro verità».
Erich Auerbach (noto critico letterario) lo definisce efficacemente quel «realismo naturale» che comporta grandi novità nel romanzo moderno:
- la scomparsa del narratore-onnisciente, che parlava al di sopra dei personaggi, in terza persona, e guidava il lettore nei primi romanzi dell'Ottocento, per diventare un osservatore del mondo esterno su cui modella i propri personaggi e le scene del romanzo, perdendosi in descrizioni meticolose di particolari (intere pagine dedicate a descrivere un oggetto)
- l'abbandono della dottrina delle tre unità aristoteliche per cui il romanzo e qualunque opera artistica dovevano essere verosimili e pertanto non seguire unità di tempo, di luogo, di azione.
Il realismo francese vede la verosimiglianza nell'avere uno spazio descritto realisticamente e dei personaggi ben tipizzati, al di là di un tempo in scena o di un numero di pagine assegnato a parti del romanzo in proporzione ad una loro durata effettiva: ovvero il romanzo può anche essere dispersivo, svolgersi in più luoghi anche contemporaneamente e in più giorni, mentre prima poteva svolgersi in un solo luogo, in un solo giorno con una trama molto lineare.
Opere
- Memorie di un pazzo (1838)
- Smarh (1839)
- Novembre (1842)
- L'educazione sentimentale (versione del 1845)
- La tentazione di Sant'Antonio (versione del 1849)
- Madame Bovary (1857)
- Salammbô (1862)
- L'educazione sentimentale (1869)
- Il sesso debole (opera teatrale,1873)
- Il candidato (opera teatrale, 1874)
- La tentazione di Sant'Antonio (1874)
- Tre racconti (1877)
- Un cuore semplice
- La leggenda di san Giuliano Ospitaliere
- Erodiade
- Il castello dei cuori (opera teatrale, 1880)
- Bouvard et Pécuchet (incompiuto e pubblicato postumo nel 1881)
- Dizionario dei luoghi comuni
- Catalogo delle idee chic
- L'album della marchesa
MADAME BOVARY
Madame Bovary. Mœurs de province, abbreviato normalmente in Madame Bovary, è uno dei romanzi più importanti di Gustave Flaubert, pubblicato dapprima a puntate sul giornale «La Revue de Paris» tra il 1 ottobre e il 15 dicembre 1856. La storia è quella della moglie di un medico di provincia, Emma Bovary, che allaccia relazioni adulterine e vive al di sopra dei suoi mezzi per sfuggire alla noia, alla banalità e alla mediocrità della vita di provincia. Si tratta di una delle maggiori opere della letteratura francese e mondiale. Appena uscì il romanzo, fu attaccato dai pubblici inquirenti del Secondo Impero per immoralità e oscenità. Il processo di Flaubert iniziò nel gennaio 1857 e rese la storia immensamente famosa. Dopo l'assoluzione dell'autore il 7 febbraio 1857, il romanzo fu pubblicato in libro, in due volumi, il 15 aprile 1857 presso Michel Lévy frères. La prima tiratura di 6750 copie ebbe immediato successo per l'epoca: fu esaurita in due mesi. Questo romanzo è considerato uno dei primi esempi di romanzo realista. Una delle prime edizioni fu illustrata dal pittore Charles Léandre. L'opera attinge alla vera arte nei dettagli e negli schemi nascosti: Flaubert era un perfezionista della scrittura e si faceva un vanto di essere alla perenne ricerca de le mot juste (la parola giusta). Per scrivere i suoi testi faceva affidamento sulle sue conoscenze mediche, per esempio quando parla di arsenico, veleno da lui utilizzato nell'arco della sua vita, seppur con parsimonia.
Genesi
Fu un amico a sollecitare Flaubert - dopo le stroncature ricevute per La tentazione di Sant'Antonio - a servirsi della storia di Eugène Delamare, un giovane medico dell'ospedale di Rouen, già allievo del padre di Flaubert: divenuto vedovo, sposò Delphine, figlia di un contadino normanno. Giovane e bella donna, dai gusti stravaganti, si stufò presto della vita di provincia offertale come moglie del medico, che disprezzava e tradiva continuamente. Egli, tuttavia, l'adorava e aveva sempre subíto senza reagire; lei spendeva cifre folli in abiti e gioielli finché, travolta dai debiti, si uccise avvelenandosi, ad appena 26 anni. Rimasto solo con la figlia, anche il vedovo depresso si uccise. Delle vicende accadute alla giovane donna di provincia e del suo suicidio nel 1848, Flaubert si interessò subito: il caso di cronaca era argomento sulla bocca di tutti in Francia. L'idea di chiamarla Madame Bovary - disse Flaubert - gli venne durante un'escursione alle cascate del Nilo, in compagnia dell'amico Maxime Du Camp nel 1849.
Dopo 4 anni e mezzo di duro lavoro, Flaubert aveva scritto 4500 fogli manoscritti, che poi tagliò fino a ridurre il libro di circa la metà e che consegnò a Du Camp. L'opera fu sottoposta ai redattori della rivista, i quali operarono altri tagli, eliminando 71 passaggi e una miriade di parole considerate troppo brutali.
Nel 1949, Gabrielle Leleu e Jean Pommier ricostruirono ingegnosamente la prima versione integrale non censurata di Madame Bovary, liberandola dalle censure e dai tagli redazionali. In Italia, la traduzione di questa versione è apparsa nel 2007, a cura di Rosita Copioli, per le Edizioni Medusa.
Trama
«Eravamo nell'aula di studio, quando il Rettore entrò, seguito da un nuovo in abiti borghesi e da un inserviente che portava un grosso banco. Quelli che dormivano si svegliarono, e ognuno s'alzò, come sorpreso nel lavoro.»
(Un estratto del romanzo)
Un ufficiale sanitario, Charles Bovary, dopo aver studiato medicina durante la giovinezza, sposa una donna più grande di lui, Héloïse Dubuc, che però muore prematuramente. Rimasto vedovo, si risposa con una bella ragazza di campagna, Emma Rouault, impregnata di desideri di lusso e romanticherie, vagheggiamenti che le provengono dalla lettura di romanzi. Charles viene da famiglia benestante ed è un uomo perbene, ma è anche noioso e maldestro. Egli dispensa ogni tipo di delicatezza alla giovane moglie, la quale però, nonostante non lo dimostri, comincia ad avere sempre più a noia la sua monotona vita matrimoniale, molto diversa da quella che si era immaginata leggendo romanzi romantici.
Il disprezzo di Emma viene ulteriormente rafforzato dal confronto con lo stile di vita dei ricchi aristocratici: i coniugi vengono infatti invitati per un ballo al castello di Vaubyessard, del marchese di Andervilles. Crogiolandosi nel ricordo delle raffinatezze che aveva potuto gustare per una notte, Emma perde ogni interesse per i suoi passatempi e cade in uno stato di inerzia che preoccupa molto il marito. Egli, sperando che un cambiamento d'aria possa giovare alla salute fisica e mentale della moglie, decide di trasferirsi da Tostes a Yonville, dove è disponibile una condotta. A marzo, quando i due partono da Tostes, Emma è già incinta.
A Yonville, Emma accetta il corteggiamento di una delle prime persone che incontra, un giovane studente di giurisprudenza, Léon Dupuis, che sembra condividere con lei il gusto per le "cose più belle della vita". Quando Léon se ne va per motivi di studio a Parigi, Emma intraprende una relazione con un ricco proprietario terriero, Rodolphe Boulanger. Confusa dai suoi fantasiosi vagheggiamenti romantici, Emma escogita un piano per fuggire con lui. Rodolphe però non è pronto ad abbandonare tutto per una delle sue amanti. Rompe quindi l'accordo la sera precedente a quella dell'architettata fuga, mediante una lettera sul fondo di un cesto di albicocche. Lo shock è tale che Emma si ammala gravemente e per qualche tempo si rifugia nella religione.
Una sera, a Rouen, Emma e Charles assistono all'opera e la donna incontra di nuovo Léon. I due iniziano una relazione: Emma si reca in città ogni settimana per incontrarlo, mentre Charles crede che lei prenda lezioni di pianoforte. Al contempo, Emma sta spendendo esorbitanti somme di denaro. I suoi debiti intanto raggiungono valori esplosivi e la gente inizia a sospettare l'adulterio. Dopo che i suoi amanti le hanno rifiutato il denaro per pagare il debito, Emma ingoia una dose di arsenico e muore, in modo penoso e lento. Il leale Charles è sconvolto, tanto più che ritrova le lettere che Rodolphe scriveva a Emma. Dopo poco tempo muore a sua volta e la figlia della coppia rimane orfana.
Capitoli
Prima parte
- Infanzia, periodo degli studi e primo matrimonio di Charles Bovary
- Charles incontra Rouault e la figlia Emma; muore la moglie di Charles
- Charles propone ad Emma di sposarlo
- Il matrimonio
- La nuova vita di coppia a Tostes
- Un resoconto dell'infanzia di Emma ed il suo segreto mondo fantastico
- Emma si annoia; invito al ballo presso il Marchese di Andervilliers
- Il ballo al castello La Vaubyessard
- Emma segue la moda; la sua noia preoccupa Charles, e decidono di trasferirsi; scoprono la sua gravidanza
Seconda parte
- Descrizione di Yonville-l'Abbaye: Homais, Lestiboudois, Binet, Bournisien, Lheureux
- Emma incontra Léon Dupuis, lo studente di legge
- Emma dà alla luce Berthe
- Una partita a carte; cresce l'amicizia tra Emma e Léon
- Viaggio per vedere la manifattura del lino; terreno di Lheureux; Emma è rassegnata alla sua vita
- Emma visita il prete Bournisien; Berthe si ferisce; Léon parte per Parigi
- La madre di Charles vieta le notizie; lo spargimento di sangue della manovalanza agricola di Rodolphe; Rodolphe incontra Emma
- La comice agricole (spettacolo agreste); Rodolphe incoraggia Emma
- Sei settimane dopo Rodolphe ritorna ed escono a cavallo; egli la seduce ed inizia la relazione
- Le strade di Emma e quelle di Binet s'incrociano; Rodolphe s'innervosisce; una lettera di suo padre fa pentire Emma
- Operazione al piede torto di Hippolyte; M. Canivet deve amputare; Emma ritorna da Rodolphe
- Gli stravaganti doni di Emma; lite con la matrigna; piani di fuga
- Rodolphe si dilegua; Emma si ammala gravemente
- Charles è oberato di debiti; Emma si dà alla religione; Homais e Bournisien litigano
- Emma incontra Léon alla rappresentazione della Lucia di Lammermoor
Terza parte
- Emma e Léon conversano; la torre della cattedrale di Rouen; corsa in carrozza censurata
- Emma va da Homais; l'arsenico; il vecchio Bovary muore; il conto di Lheureux
- Emma visita Léon a Rouen
- Emma riprende le "lezioni di piano" del giovedì
- Léon; il cantante girovago; Emma inizia a contraffare i conti
- Angoscia di Emma; la spirale dei debiti è incontrollabile
- Emma chiede denaro a varie persone
- Rodolphe non può salvarla; lei inghiotte l'arsenico; la sua morte.
- La veglia funebre
- Il funerale
- Charles trova le lettere; la sua morte; avvenimenti successivi nel paese; il destino della figlia
Personaggi
Emma Bovary
Emma è la protagonista del romanzo. Sogna di consacrarsi all'agio, alla passione ed all'alta società. Proprio il contrasto fra siffatti ideali romantici, maturati attraverso le letture dell'adolescenza, e la realtà asfissiante del suo paese costituisce il filo conduttore di buona parte del romanzo, il fattore che indurrà Emma a due relazioni extra-coniugali nonché a contrarre quella mole insormontabile di debiti che alla fine ne causerà il suicidio. Emma è una donna sognatrice i cui desideri non possono venire soddisfatti da un uomo semplice come Charles.
Flaubert tratta la protagonista in modo ambivalente. Ridicolizza le sue tendenze romantiche e le stigmatizza non solo come impraticabili, ma alla fine anche perniciose. Allo stesso tempo, tuttavia, Flaubert non sembra mai porre alcun biasimo su Emma di per sé, quanto invece sui romanzi tardoromantici, stucchevoli, che hanno avuto un influsso negativo sulle sue fantasie, così come su tante donne borghesi contemporanee di Flaubert. Invero, Emma stessa, inconsapevole di ciò, si chiede con sgomento perché sia incapace di essere felice della propria vita. Inoltre, nonostante la visione critica della protagonista, Flaubert è altrettanto critico nei ritratti dei borghesi di provincia che circondano Emma, opprimendola.
Charles Bovary
Il marito di Emma, Charles Bovary, è un uomo molto semplice e ordinario. È un ufficiale sanitario per professione, ma anche in ciò, come in ogni altro campo, non è molto abile. In effetti non è abbastanza qualificato per essere uno specialista, ma è piuttosto un officier de santé, cioè un "ufficiale di sanità". Quando viene convinto a tentare una difficoltosa operazione chirurgica sul piede torto di un paziente, il risultato è disastroso e il malcapitato dovrà farsi amputare la gamba da un medico migliore. Questo suo fallimento non farà che aumentare il disprezzo che Emma nutre nei suoi confronti.
Charles adora sua moglie e la trova innocente, malgrado l'ovvia dimostrazione del contrario. Non sospetta in alcun modo le sue relazioni e le concede il pieno controllo dei propri averi, in tal modo procurandosi la bancarotta con le proprie mani. A dispetto della completa devozione di Charles ad Emma, quest'ultima lo detesta, giudicandolo il perfetto esempio di tutto ciò che è noioso e comune. Quando Charles scopre gli inganni di Emma - dopo la morte di quest'ultima - ne è completamente devastato e muore di lì a poco. È interessante notare come la morte della moglie coincida, nel romanzo, con un'improvvisa rivalutazione della figura di Charles stesso che, da persona sciocca e priva di spessore, si trasformerà nell'unico personaggio veramente positivo e meritevole di compassione di tutta la storia.
Monsieur Homais
Monsieur Homais è il farmacista della cittadina. Si ritiene un brillante, moderno uomo di mondo, benché non abbia mai oltrepassato Rouen, e cerca sempre occasioni per dire il suo punto di vista. Disprezza la borghesia (pur appartenendovi) e il clero, e per questo motivo si trova sempre in contrasto con il prete del paese. Fervente sostenitore di ideali positivisti e del progresso, si dà un gran da fare per promuovere se stesso (è tanto geloso quanto fiero delle sue "alchimie") e scrive di continuo articoli scientifici per la gazzetta del capoluogo; non manca mai di intavolare discussioni su qualsiasi argomento, specialmente la sera all'osteria-albergo di Yonville. È egocentrico, ma ciò non gli impedisce di considerarsi sempre e comunque un "uomo qualunque" di classe sociale media. Il suo desiderio di ottenere la Legion d'onore si fa ossessivo, ma alla fine vi riesce. L'arsenico che assume Emma proviene proprio dalla sua farmacia: il signor Homais dà dunque prova di non conservare con la dovuta attenzione il potente veleno. Rappresenta l'uomo borghese di provincia, limitato e cieco di fronte ai propri difetti.
Léon Dupuis
Prima amicizia di Emma appena giunta a Yonville, Léon fin dall'inizio sembra perfetto per lei: sebbene faccia il praticante notaio, condivide con lei gli ideali romantici e il disprezzo per la vita comune. Adora Emma ma a causa della propria timidezza non riesce a dichiararle il suo amore, poi sconsolato decide di andarsene a studiare legge a Parigi. Un incontro fortuito ricongiunge i due a Rouen, parecchi anni più tardi, e ne scaturisce la relazione. Dupuis, così timido ai tempi della provincia, a Parigi è riuscito a creare una maschera che nasconde la debolezza del carattere. Superata l'euforia iniziale, l'idillio mostra le sue crepe e gli amanti non riescono a mantenere le reciproche aspettative romantiche.
Rodolphe Boulanger
Rodolphe è un benestante dongiovanni del luogo che seduce Emma aggiungendola alla sua lunga lista di conquiste. Superficialmente attratto da Emma, egli prova ben poco sentimento nei suoi confronti. Nulla al confronto di ciò che ella riversa su di lui. Al crescere della disperazione di Emma, Rodolphe perde ogni interesse verso di lei, ed anzi è preoccupato per la sua imprudenza. È lui che pone termine alla loro storia d'amore. Verso il finale sembra avere barlumi di coscienza: alla morte di Emma si limita a inviare un biglietto; tuttavia qualche tempo dopo, l'incontro casuale con Charles, che ormai ha appreso dei fatti passati, tradisce un certo imbarazzo.
Monsieur Lheureux
Un commerciante scaltro e manipolatore che riesce a convincere Emma a comprare sempre più beni di valore a credito e contrarre mutuo presso di lui. Lheureux raggira Emma magistralmente e alla fine la spinge così in fondo nel baratro dei debiti da determinarne la rovina finanziaria e il conseguente suicidio.
Ambientazione
L'ambientazione è cruciale nell'economia del romanzo per due ragioni: In primo luogo è importante perché è funzionale allo stile realistico ed alla critica sociale di Flaubert e in secondo luogo per come l'autore si mette in relazione con la protagonista Emma Bovary.
Il romanzo inizia nell'ottobre 1827 e termina nell'agosto 1846. Siamo intorno all'era che va sotto il nome di "Monarchia di luglio", ovvero il regno di Luigi Filippo. Si tratta di un periodo di netta ascesa della classe medio-borghese. Flaubert detestava la borghesia. Molta parte del suo lavoro di descrizione dei costumi della Francia rurale può essere interpretata come critica sociale.
Flaubert si sforza intensamente di assicurarsi che i suoi ritratti della vita comune siano accurati. In ciò è agevolato dal fatto di aver scelto un argomento a lui particolarmente familiare. Sceglie, difatti, di ambientare la storia nella città di Rouen (Normandia) e nelle immediate vicinanze, ossia nei luoghi della sua nascita e infanzia. La cura e il dettaglio che Flaubert infonde nell'ambientazione sono determinanti per lo stile di tutto il romanzo. È questa verosimiglianza degli elementi mondani della vita rurale che ha meritato al libro la sua reputazione di pietra miliare del movimento noto come realismo.
L'autore usa anche deliberatamente l'ambientazione per creare contrasto coi protagonisti. Le fantasie romantiche di Emma sono drammaticamente soffocate dalla prosaicità della vita di tutti i giorni. Flaubert si serve di tale giustapposizione per dare luce a entrambi i soggetti. Emma diventa più capricciosa e assurda alla cruda luce della realtà quotidiana. Ma al contempo, nondimeno, l'autoreferenziale banalità della gente del posto è amplificata dal confronto con Emma, che, seppur nella sua astrattezza, dimostra comunque una sensibilità per la bellezza e la grandezza che pare del tutto ignota ai "benpensanti".
Stile
Il libro, largamente basato sulla biografia di un compagno di scuola divenuto medico, è stato scritto per insistenza degli amici, che cercavano di distogliere Flaubert da un viscerale romanticismo assegnandogli un soggetto modesto e deprimente e sfidando lo scrittore a renderlo interessante senza l'aggiunta di alcun evento straordinario. Anche se Flaubert non apprezzava particolarmente lo stile di Honoré de Balzac, il romanzo è considerato oggi come un esempio tipico di realismo, fatto che ha contribuito al processo per oscenità (peraltro largamente motivato da un attacco politico del governo contro la rivista liberale che dapprima pubblicò il testo a puntate, ovvero La Revue de Paris).
Flaubert, come autore della storia, non giudica direttamente la moralità di Emma Bovary e si astiene dal condannarne esplicitamente l'adulterio. Fece molto discutere, anche durante il processo "per offese alla morale pubblica e religiosa" del 1857, una frase presente nel sesto capitolo della terza parte:
«Lei era disgustata da lui quanto lui era stanco di lei. Emma ritrovava nell'adulterio tutte le piattezze del matrimonio». Durante il processo il pubblico ministero Ernest Pinard, citando questa frase, affermò che la contrapposizione tra "le piattezze del matrimonio" e la "poesia dell'adulterio" costituiva un'offesa gravissima a una delle istituzioni fondamentali della convivenza civile. Aggiungendo: «Queste, signori, sono le situazioni che il signor Flaubert ama dipingere, e malauguratamente le dipinge fin troppo bene».
Tale decisione indusse qualcuno ad accusare Flaubert di esaltare l'adulterio e creare uno scandalo (un biasimo piuttosto infondato, ove si tengano presenti l'eterna insoddisfazione di Emma e il suo infelice destino).
Il realismo flaubertiano mira alla verosomiglianza, ovvero a dare l'illusione della realtà. Flaubert odiava essere considerato il capofila del realismo in quanto la sua estetica mirava a una riproduzione non mimetica della realtà (la cosiddetta realtà immaginata). Il suo realismo ha però una solida base documentaria; nulla è da Flaubert inventato, la fabula si intesse di sapere euristico. La sua estetica si oppone comunque a quella dell'idealismo romantico, che nel romanzo è il tipo di pensiero che governa le azioni di Emma. L'eroina, protagonista del romanzo è sempre più insoddisfatta, poiché le sue fantasie - che trascendono la vita - per tautologica definizione, non potranno evidentemente realizzarsi.
Madame Bovary è un commento all'intera cultura dell'epoca in cui visse Flaubert, e ciò è reso palese dall'accento nettamente posto sull'assurdità delle figure scientifiche "razionali", sull'inutilità dei riti della Chiesa, sull'auto-indulgenza borghese di Lheureux (che raggira Emma ottenendo che acquisti merce da lui a credito).
Tematiche
L'inadeguatezza del linguaggio
«... e la parola umana è come un paiolo fesso su cui andiamo battendo melodie da far ballare gli orsi mentre vorremmo intenerire le stelle»
(Gustave Flaubert)
Madame Bovary esplora la possibilità che la parola scritta non riesca a coglier neppure una minima parte della vita umana. Flaubert usa una varietà di tecniche per mostrare come il linguaggio sia spesso un mezzo inadeguato per esprimere emozioni e idee. La frequente inettitudine dei personaggi alla comunicazione interpersonale è emblematica del fatto che le parole non descrivono perfettamente ciò che significano. Nel primo capitolo, ad esempio, l'insegnante di Charles crede che egli si chiami "Charbovari". Egli non riesce a far intendere il proprio nome. L'inadeguatezza del discorso è qualcosa che Emma incontrerà ripetutamente nel tentare di palesare il proprio malessere al prete o di esprimere il proprio amore a Rodolphe. Si manifesta anche quando Charles legge la lettera di Rodolphe e la fraintende come un messaggio di affetto platonico. Le bugie di cui abbonda Madame Bovary contribuiscono al senso d'inadeguatezza del linguaggio nella novella e al concetto che le parole possano essere più efficaci nel mascherare la verità o a trasmetterne il contrario, piuttosto che nel rappresentare la verità medesima. La vita di Emma è descritta come "un tessuto di bugie". Inventa storie su storie per impedire al marito di scoprire i suoi tradimenti. Analogamente, Rodolphe racconta così tante bugie sul suo amore per Emma da arrivare a supporre che nemmeno lei sia sincera. Flaubert mostra che, mentendo, gli amanti rendono impossibile che le parole possano anche solo sfiorare la verità fattuale. Il forte senso d'inadeguatezza del linguaggio fa parte di una reazione contro la scuola del realismo. Sebbene Flaubert fosse in un certo senso un realista, credeva anche che fosse errato pretendere che il realismo fosse in grado di raffigurare la vita più efficacemente del romanticismo. Fa ricorso a ironiche descrizioni romantiche per stabilire una tensione tra le esperienze degli eventi dei vari personaggi e gli aspetti autentici della vita. Combinando romanticismo ironico e narrazione realistica letterale, Flaubert cattura i suoi personaggi e le loro lotte più pienamente di quanto avrebbe permesso uno stile letterale in senso stretto o - per converso - uno stile integralmente romantico.
L'impotenza delle donne
«Ma una donna ha continui impedimenti. A un tempo inerte e cedevole, ha contro di sé le debolezze della carne e la sottomissione alle leggi. La sua volontà, come il velo del suo cappello tenuto da un cordoncino, palpita a tutti i venti, c'è sempre un desiderio che trascina, e una convenienza che trattiene.»
(Madame Bovary)
La speranza di Emma di aver concepito un maschio - perché "una donna è sempre impedita" - è solo uno dei tanti passi del romanzo in cui Flaubert dimostra un'intima comprensione dei problemi che assillano le sue contemporanee. Attraverso Madame Bovary vediamo come i compagni di Emma possiedano il potere di cambiarle la vita nel bene e nel male - un potere che di per sé ella non ha. Perfino Charles concorre nel determinare l'impotenza di Emma. La sua indolenza gli impedisce di diventare un buon dottore e la sua incompetenza gli impedisce di avanzare verso un più alto strato sociale che potrebbe soddisfare le aspirazioni di Emma. Di conseguenza, Emma è invischiata in un paesotto, con pochi quattrini in tasca. Rodolphe, che ha i mezzi economici per far librare Emma dalla sua vita, la abbandona ed ella, in quanto donna, è incapace di fuggire autonomamente. Léon, a tutta prima, sembra simile ad Emma. Ambedue sono insoddisfatti dell'ambiente rurale, ambedue sognano cose maggiori e migliori. Ma poiché Léon è uomo, ha davvero il potere di inverare il suo sogno di trasferirsi in una città importante, laddove Emma deve rimanere a Yonville, incatenata al marito ed alla figlia. Alla fine, comunque, la struttura morale del romanzo postula che Emma assuma la responsabilità delle proprie azioni. Non può scaricare la colpa di tutto sugli uomini che la circondano. Sceglie liberamente di essere infedele a Charles, e i suoi tradimenti finiranno per ferirlo mortalmente. D'altro canto, nella situazione in cui si trova Emma, ha solo due scelte: cercare amanti o restare fedele a un ottuso marito. Una volta sposato Charles, la scelta di commettere adulterio è il solo mezzo di Emma per esercitare un qualche potere sul proprio destino. Mentre gli uomini hanno accesso all'agiatezza ed alla proprietà, l'unica moneta che Emma possieda per influenzare gli altri è il proprio corpo, una forma di capitale che ella può commerciare solo in segreto al prezzo della vergogna e con il costo aggiuntivo dell'inganno. Mentre ella elemosina disperatamente soldi per far fronte ai debiti, gli uomini offrono denaro in cambio di favori sessuali. Alla fine, tenta di recuperare Rodolphe come amante, nella speranza che costui le paghi i debiti. Anche l'atto finale del suicidio è consentito da una transazione fondata sul suo incanto fisico, profuso nei riguardi di Justin, che le permette di entrare nel magazzino in cui è custodito l'arsenico. Perfino per togliersi la vita, deve far ricorso al potere della sua sensualità.
Il fallimento della borghesia
Le inquietudini di Emma scaturiscono in gran parte dalla sua insoddisfazione riguardo all'ambiente borghese francese. Aspira ad avere un gusto molto più raffinato e sofisticato di quello della classe cui appartiene. Questa frustrazione riflette una tendenza storica e sociale crescente nella seconda metà del XIX secolo.
Al tempo in cui scrive Flaubert, il lemma "borghesia" si riferiva alla classe media: persone che - seppur non possedevano l'indipendente agiatezza e la genealogia della nobiltà - tuttavia esercitavano professioni che garantivano il sostentamento senza imporre il giogo del lavoro fisico. I loro gusti si caratterizzavano per il vistoso materialismo. Si coccolavano secondo i propri mezzi, ma senza discernimento critico. La mediocrità borghese era frustrante per Flaubert ed egli usò il disgusto di Emma Bovary per la propria classe come un mezzo per proiettare il proprio odio verso la classe media. Madame Bovary mostra quanto ridicole, soffocanti e potenzialmente perniciose possano essere le convenzioni e le trappole della borghesia. Nei discorsi prolissi e saccenti del farmacista Homais, Flaubert sbeffeggia le velleità borghesi in materia di conoscenza ed apprendimento, così come la fede, tutta borghese, nel potere di quella tecnologia che in realtà essa non comprende appieno. Ma Homais non è solo buffo: è anche pericoloso. Quando persuade Charles a provare un nuovo procedimento medico su Hippolyte, il paziente sviluppa una gangrena e poi perde la gamba.
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4 aprile 2024 - Eugenio Caruso
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