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La conflittualità tra fisici e ingegneri

Un ritrovo con i vecchi compagni d’università offre ad Alice una rivalsa sulla condiscendenza con cui spesso li trattano i fisici


Ingegneri vendicativi

Già da giovane studente universitario scoprii l'esistenza di un atavico dissidio tra fisici e ingegneri, anche se, poi, ebbi l'onore di gestire una decina di questi; questa storiella segue la stada di quel dissidio.

Con la mano già sulla porta del ristorante, Piotr si ferma, fa un passo indietro e dice a Rudy: «Ricapitoliamo un attimo, ti va?» Rudy alza gli occhi dalla pipa che sta svuotando e risponde senza parlare, con un distratto cenno di assenso. Piotr riprende a parlare, gesticolando: «Allora, per farla breve: Treccia stasera se ne è andata a una riunione con vecchi amici dell’università, quelle dove ci si rivede dopo decenni. È partita tre ore fa, io e te ci siamo goduti una cena gonfia di grassi monoinsaturi portata da un rider, il divano e le fusa reticenti di Gaetanagnesi. Poi, un quarto d’ora fa, ci ha mandato un messaggio ordinandoci di raggiungerla subito in questo locale. Ti torna tutto, fin qui?»
Rudy, appena un po’ più annoiato, concede al compare un altro distratto cenno d’assenso. «Okay, ti torna. Ma che senso ha? Non conosciamo nessuno dei suoi amici; saranno un plotone di ingegneri e la cena l’avranno ormai finita. Perché chiamarci qui?»
«Già, ormai saranno arrivati al caffè e al seguente ammazzacaffè »,
fa Rudy, meditabondo. «Ma forse conoscono la mia insuperabile competenza nei liquori francesi, e vogliono chiedermi quale sia il calvados più adatto.»
Doc rinuncia alla replica; sospira, spinge la porta ed entra, seguito da Rudy. Il ristorante è pieno, ma non è difficile capire quale sia il tavolo giusto: l’unico con più di 20 sedie, tutte occupate da persone che parlano a voce alta e ridono forte, e sembrano divertirsi molto. Nonostante il frastuono, la voce di Alice riesce a farsi sentire da tutti e a ottenere il silenzio, non appena esclama: «Eccoli qua, i miei due bei tomi! Fategli posto, gente!»

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A occhio e croce, seduti al tavolo ci sono più uomini che donne, tutti più o meno coetanei. I due nuovi arrivati si siedono su due sedie vicine, sistemate apposta per loro di fronte ad Alice. Piotr non riesce a trattenersi: accenna un piccolo fischio di stupore e chiede: «Orpo, tutti ingegneri?»
«Già», conferma alla destra di Piotr una signora rossovestita dagli occhi sorridenti. «Tutti ingegneri delle telecomunicazioni, a voler essere precisi.»
«È una precisazione importante», ribadisce un marcantonio di quasi due metri in gessato scuro e cravatta slacciata, «perché non tutti gli ingegneri hanno lo stesso disamore verso la teoria della probabilità che invece accomuna noi». Sta sorridendo, seduto alla sinistra di Rudy, ma persino il sorriso sembra un po’ minaccioso. Gli sguardi di Doc e Rudy corrono a cercare conforto l’uno nell’altro, ma il soccorso arriva dalla voce di Alice:
«Davvero, appena l’ho scoperto non ho potuto fare a meno di chiamarvi: sembra proprio che le probabilità non piacciano a nessuno, in questa grande tavolata. E forse abbiamo anche capito perché.»
I nostri eroi non si tranquillizzano, anzi: la sensazione di pericolo cresce, nel sentire le parole di Alice. Il marcantonio si avventura in spiegazioni:
«È ovvio, in fondo: per il nostro corso di laurea siamo costretti a studiare le probabilità fino alla nausea, ma resta il fatto che quella roba è utile solo a chi non ha certezze, mentre la nostra missione è proprio trasmettere certezze, senza errori.»
Con un tono di voce assai più languido, ma con pari decisione, la rossovestita conferma: «Noi viviamo di informazioni, signori: e le informazioni sono il nemico naturale dell’incertezza.»
Alice sorride: «Non vi pare una buona diagnosi? Sarà pure vero che noi ingegneri siamo un po’ più pragmatici di voi squisiti teorici, ma senza di noi stareste ancora cercando di dimostrare l’ipotesi di Riemann scolpendo le pareti delle caverne.»
«Squisiti teor...», biascica Piotr, prima di rivolgersi a Rudy. «Che sta succedendo, Capo?»
«Niente, Doc, non preoccuparti… talvolta l’atteggiamento di matematici e fisici nei confronti degli ingegneri può sembrare un po’ condiscendente, e credo che questo amabile consesso stia cercando di farcela pagare. Ma certo Alice e i suoi amici sanno che è solo uno scherzo, quindi…»
«Taglia corto, GC», ringhia Alice. «Preparati piuttosto a risolvere un problemino tu, una volta tanto: fa al caso giusto, perché sembra essere di probabilità e invece non è altro che un problema di informazione. Carina l’idea, vero?»
Rudy non risponde, Piotr non si sogna nemmeno di farlo, e Alice continua:
«Vedete questi bei quattro bicchieri rovesciati allineati sul tavolo? Sono opachi, non si vede se nascondono qualcosa, e a un certo punto qualcosa la nasconderanno, in effetti: un gran bel premio per voi due. In più, avranno tutti e quattro una moneta appoggiata sopra. Chiaro fin qui?»
Piotr supera il timore quel tanto che basta a confessare: «No, per niente…»
«Immaginavo», ridacchiano Alice e buona parte dei commensali. «Funziona così: uno di voi due uscirà dal ristorante, l’altro rimarrà qui a vedere cosa faccio. Io metterò questo mio prezioso distintivo da ingegnere sotto uno dei quattro bicchieri, poi lancerò quattro monete che daranno “testa” o “croce”, mettendone una sopra ognuno dei bicchieri. A questo punto, quello di voi due che ha osservato tutta l’operazione dovrà indicarmi una sola moneta a sua scelta, e io la rovescerò. A questo punto vi scambierete di posto: chi era fuori sarà fatto entrare e chi ha osservato la manovra sarà fatto uscire. Un paio dei miei amici più attenti e muscolosi si assicureranno che non possiate comunicare in alcun modo durante lo scambio. Il tapino appena rientrato sceglierà uno dei bicchieri, e se sotto ci troverà il mio distintivo vincerete il premio.»
Rudy e Doc si guardano, tutti gli altri ridacchiano divertiti.
«A me pare proprio una roba di probabilità, Capo… e con 3 probabilità su 4 di perdere», piagnucola Doc.
Rudy sospira: «Temo che si aspettino che troviamo una strategia per trasmetterci informazioni, Doc… ma per ora non mi viene in mente niente. Ma dimmi, Alice: il gioco vale la candela? Ci rifili il tuo distintivo, se vinciamo?»
«Neanche per idea, il distintivo non lo cedo per nulla al mondo. Ma ho qui un elenco dei lavoretti che vi aspettano per la prossima primavera: ne ho listati 113, ma se trovate il mio distintivo vi concederò di depennarne 13, così facciamo cifra tonda.».

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Rodolfo Clerico, Piero Fabbri e Francesca Ortenzio


16 febbraio 2025 - Eugenio Caruso

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Tratto da le scienze

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