Secondo l’Indicatore elaborato dall’Ufficio Studi Confcommercio, a luglio si registra il quinto mese consecutivo di riduzione della spesa delle famiglie.
Alla luce di questo ulteriore calo le previsioni di crescita 2008 per PIL e consumi avranno quasi certamente il segno meno. L’ICC (indicatore dell’andamento dei consumi) segnala, dunque, a luglio 2008 il permanere di uno stato di forte criticità sul versante della domanda delle famiglie, con una riduzione, rispetto all’analogo periodo del 2007, dell’1,0%. Il dato segue il –4,3% registrato a giugno che rappresenta il valore più negativo evidenziato dall’ICC dal 2001. Nel complesso dei primi sette mesi del 2008, l’ICC mostra una riduzione del 2,2% a fronte del +1,3% registrato nell’analogo periodo del 2007.
Le difficoltà riscontrate sul versante della domanda interna per consumi continuano a determinare un’evoluzione produttiva molto contenuta. Stando agli ultimi dati di Confindustria, la produzione industriale si è ridotta, a luglio, dello 0,9% in termini congiunturali, mese nel quale l’indagine rapida ha registrato anche un deciso calo degli ordinativi, a indicare come la fase critica non sia esaurita.
Il dato di luglio dell’ICC continua a riflettere un’evoluzione negativa della domanda di beni (-1,7% in quantità rispetto all’analogo mese del 2007) a cui si è associata una modesta crescita per quella relativa ai servizi (+0,4%). L’andamento dell’ultimo mese, che ha portato ad una stagnazione della domanda per servizi nei primi sette mesi del 2008 a fronte del +2,2% del 2007, conferma la tendenza delle famiglie a comprimere una parte di consumi ritenuti meno necessari in un periodo di difficoltà economica.
Per quanto riguarda i prezzi del paniere di beni e servizi considerati nell’ICC, nel mese di luglio la loro dinamica permane più elevata rispetto a quanto registrato lo scorso anno, in ragione dei movimenti dei prezzi al consumo tanto dell’aggregato “alimentari, bevande e tabacchi” quanto dei beni e servizi per la mobilità.
Sotto il profilo delle quantità, il dato di luglio evidenza e conferma una tendenza riflessiva della domanda per quasi tutti i beni e servizi che compongono l’ICC, con le uniche eccezioni rappresentate dai beni e servizi per le comunicazioni e, in misura più contenuta, dai beni e servizi per la cura della persona.
La domanda di beni e servizi ricreativi continua a registrare, in termini quantitativi, un’evoluzione negativa, con una flessione a luglio del 5,2% rispetto all’analogo mese dello scorso anno (-8,5% a giugno). Il dato, pur risentendo di alcuni effetti stagionali, è sintomatico delle difficoltà in cui versano le famiglie. Va peraltro rilevato come nell’aggregato non sono considerate alcune tipologie di concorsi a pronostico, quali le lotterie istantanee e le scommesse anche via internet, di più recente diffusione, le quali stanno registrando comunque una crescita, difficilmente quantificabile data la difficoltà a reperire informazioni esaustive in corso d’anno.
La stima per luglio 2008 della domanda per i servizi di ristorazione e d’alloggio mostra una modesta crescita della domanda (+0,6% rispetto all’analogo periodo del 2007) imputabile in parte alla decisione delle famiglie di anticipare le vacanze estive in un periodo nel quale i prezzi risultano più contenuti.
I beni e i servizi per la mobilità hanno registrato anche a luglio una riduzione della domanda del 6,7% (-11,9% tendenziale in giugno) confermando lo stato di forte difficoltà in cui versa il settore da alcuni mesi e che colpisce in misura particolarmente accentuata gli acquisti di autovetture e di motocicli da parte delle persone fisiche. Tale tendenza non si è ancora arrestata, vista la flessione, ad agosto 2008 delle immatricolazioni di auto a persone fisiche e a imprese, del 26,4%, il dato peggiore da maggio del 2005. A questo andamento si è aggiunta, a luglio, anche la riduzione della domanda per i trasporti aerei su cui cominciano a pesare gli effetti dei consistenti aumenti del carburante.
La domanda relativa ai beni e servizi per le comunicazioni si è confermata anche a luglio 2008 la componente più dinamica della spesa delle famiglie, con una variazione dei volumi acquistati del +9,2%, con una ripresa rispetto alla tendenza al rallentamento evidenziata nei mesi precedenti. L’andamento registrato dall’aggregato continua ad essere influenzato da un’evoluzione dei prezzi, soprattutto per la componente relativa ai beni, particolarmente favorevole (-7,2%). (L'incremento in termini di spesa risulta pertanto modesto n.d.r.).
La domanda per i beni e servizi per la cura della persona ha evidenziato, anche a luglio 2008, un aumento (1,7% in quantità). Va però sottolineato come nel mese di giugno questo aggregato abbia segnalato, per la prima volta dopo alcuni anni, una riduzione derivata in larga misura dalla decisa contrazione della domanda per articoli di profumeria e cura della persona.
Il segmento relativo agli articoli d’abbigliamento e calzature ha registrato anche a luglio una riduzione delle quantità acquistate dalle famiglie (-2,1%). Anche nel periodo dei saldi le famiglie hanno dunque assunto un atteggiamento particolarmente prudente. Il dato segue la riduzione del 6,0% di giugno. Nella media dei primi sette mesi la flessione della domanda per i prodotti del settore è stata del 3,0%.
Relativamente ai consumi di beni e servizi per la casa, a luglio 2008 la domanda da parte delle famiglie è stata caratterizzata da una riduzione delle quantità acquistate dell’1,6% rispetto allo stesso mese del 2007. All’interno di questo aggregato si conferma lo stato di accentuata difficoltà del settore mobili, casalinghi e articoli per la casa.
Anche a luglio 2008 la domanda delle famiglie per i prodotti alimentari e i tabacchi ha mostrato, dopo la pesante riduzione di giugno (-6,7%), un’evoluzione negativa, con una flessione delle quantità acquistate del 2,4% rispetto a luglio 2007 (-3,6% nella media dei primi sette mesi del 2008).
In termini mensili i dati destagionalizzati segnalano a luglio una moderata crescita (+0,2%) dell’ICC, dato che va considerato con estrema cautela in quanto potrebbe essere rappresentativo, non tanto di un’inversione di tendenza nei comportamenti delle famiglie quanto del tentativo di non comprimere ulteriormente i consumi reputati aver raggiunto un livello particolarmente basso.
Il modesto miglioramento registrato rispetto ai dati di maggio e giugno è imputabile esclusivamente alla componente relativa ai beni (+0,4%).
In ulteriore diminuzione è peraltro risultata sia la domanda di alimentari bevande e tabacchi e sia quelle per alberghi, pasti e consumazioni fuori casa.
In prospettiva futura, il dato ISAE di agosto sulla fiducia delle famiglie (da 97,3 di luglio a 100,8) getta un po’ di luce su uno scenario dei consumi che appare particolarmente cupo. Nel dibattito mediatico non sembra esserci adeguata consapevolezza che solo un rilancio della produttività del sistema economico italiano consentirà di uscire da questo stato di salute precaria.
Ufficio Studi Confcommercio
Commento di Impresa Oggi
Il calo dei consumi è la diretta conseguenza di due parametri: l’aumento dei prezzi e la diminuzione del potere di acquisto delle famiglie, in particolare di quelle a reddito fisso.
Da tempo andiamo affermando che si rende indispensabile un sensibile calo della pressione fiscale; l’alternativa è che il paese si imbozzoli in una crisi che potrebbe avere le caratteristiche dell’irreversibilità; per il prossimo anno le prime stime valutano in 700 euro l’incremento dei costi che dovrà affrontare una famiglia media.
Non è più tempo di pannicelli caldi e di furbate per proteggere questa o quella corporazione e sottostare a questo o a quel sindacato. Vanno individuate le risorse attuando due azioni: caccia seria all’evasione fiscale e drastica riduzione del costo della pubblica amministrazione e del pubblico impiego in generale. Non è più tempo di compagnie di bandiera, di gioielli di stato, di scellerato corporativismo, di presenza del paese nei punti caldi del pianeta, di orgoglioso buonismo e di fasulla grandeur. E’ venuto il momento di fare dell’Italia un paese serio, affidabile e competitivo.
Il disastro viene dalla politica, dal sindacato e dalla pubblica amministrazione è ora giunto il momento che politica, sindacato e pubblica amministrazione si rendano conto della gravità della situazione e vi pongano riparo.
Eugenio Caruso
7 settembre 2008
Per un approfondimento su come l'Italia sia arrivata al limite del baratro si rimanda a
E. Caruso, L'estinzione dei dinosauri di stato.