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Eurozona nel pieno della recessione. Rapporto Ifo - Insee - Isae

Gli indicatori congiunturali segnalano un appesantimento della recessione nell’ultimo trimestre del 2008. La dinamica del PIL dovrebbe risultare negativa anche nella prima metà del 2009, pur se in misura più moderata per le politiche di stimolo adottate nell’area. La produzione industriale, in declino da diversi mesi, sarebbe nuovamente calata in T4 2008 (quarto trimestre 2008) del -2,3% nelle nostre stime; la discesa proseguirebbe in T1 e T2 2009 (-1,3% e -0,7%). Nonostante l’effetto favorevole della minore inflazione sul potere d’acquisto delle famiglie, i consumi dovrebbero flettere per un paio di trimestri (-0,2% in T4 2008 e -0,1% in T1 2009), per poi stabilizzarsi in T2 2009. Più rigide condizioni creditizie e domanda debole pesano sugli investimenti, che sarebbero scesi del -2,5% in T4 2008; essi calerebbero ulteriormente del -1,6% e -1,2% in T1 e T2 2009. Nel complesso, il PIL è destinato a contrarsi nell’orizzonte previsivo (-0,6% in T4 2008, e -0,4% e -0,2% in T1 e T2 2009). Nell’ipotesi che il prezzo del petrolio fluttui tra i 45 e i 50 dollari al barile e che il cambio del dollaro sull’euro si situi intorno a 1,40, l’inflazione si ridurrebbe in modo significativo, all‘1,2% in marzo e allo 0,6% in giugno 2009.

 Prosegue il calo dell’industria
Gli indicatori di ciclo segnalano un’industria in forte caduta. Il settore manifatturiero ha iniziato l’ultimo trimestre del 2008 in discesa (-1.2% a Ottobre), a seguito di forti contrazioni in Germania e Francia. In Italia, la flessione è stata più contenuta, facendo, però, seguito a un settembre peggiore che negli altri paesi
Le inchieste evidenziano un clima di fiducia delle imprese ai minimi storici, prefigurando un’intonazione ancora sfavorevole. Nelle nostre stime, la produzione industriale si sarebbe contratta del 2,3% in T4 (-0,7% nella media 2008); la riduzione proseguirebbe nella prima metà del nuovo anno, a ritmi del -1,3% e del -0,7% in T1 e T2 2009. La caduta produttiva risente dell’incertezza, del più difficile accesso al credito per imprese e famiglie e del calo della domanda estera.

Crescita del PIL ancora negativa
In T3, il PIL dell’area euro è diminuito per il secondo trimestre consecutivo (-0,2%) a causa delle contrazioni di investimenti ed esportazioni nette. Gli indicatori congiunturali delineano un peggioramento dell’attività economica nei prossimi trimestri.
Dopo essere risultati stazionari in T3, i consumi privati sono attesi in flessione sia in T4 2008 che in T1 2009, pur in presenza di un miglioramento del potere d’acquisto delle famiglie dovuto alla minore inflazione. La spesa per investimenti dovrebbe invece contrarsi lungo l’orizzonte di previsione, in misura meno accentuata nel primo semestre  2009.
Il persistente clima di incertezza sulle prospettive economiche di breve termine potrebbe indurre a un aumento del tasso di risparmio. Inoltre, il deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro, segnalato dalle minori intenzioni di nuove assunzioni da parte delle imprese, comprimerà la spesa delle famiglie. I consumi privati dovrebbero diminuire dello 0,2% in T4, dello 0,1% in T1 2009 mentre risulteranno stazionari in T2.

 L’irrigidirsi delle condizioni di finanziamento, domanda debole e diminuzione di capacità utilizzata dovrebbero indurre le imprese a ridurre la spesa per investimenti. Gli investimenti in costruzioni continueranno a contrarsi, a seguito della fase negativa del mercato immobiliare in numerose economie dell’area.
A riflesso di ciò, il PIL accuserà una marcata caduta in T4 (-0,6%), seguita da flessioni più contenute nei successivi trimestri (-0,4% in T1, -0,2% in T2). Il lieve miglioramento atteso nel primo semestre presuppone che i programmi governativi a sostegno dell’economia, intrapresi dai vari paesi dell’area euro così come nel resto del mondo, comincino a esercitare qualche influenza nel sostenere la fiducia degli operatori e ripristinare condizioni di “normale” funzionamento dei mercati. L’effettivo contributo dei piani nazionali al miglioramento delle condizioni macroeconomiche è tuttavia difficile da stimare a causa della forte incertezza relativa sia alla dimensione che alla tempistica di attuazione dei singoli programmi nazionali.

Significativa riduzione dell’inflazione
La marcata diminuzione del prezzo del petrolio in atto sin dal mese di luglio si è riflessa in un significativo rallentamento della dinamica dei prezzi. In S2 2008, la crescita dell’indice HICP è risultata in notevole decelerazione, passando da un massimo del 4% nel periodo giugno-luglio a 1,6% in dicembre. Nell’ipotesi che il prezzo del petrolio fluttui nell’intervallo 45-50 dollari per barile e che il tasso di cambio dollaro/euro oscilli intorno a 1,40, l’inflazione headline è attesa diminuire in misura considerevole lungo il periodo di previsione, scendendo a 1,2% in T1 2009 e allo 0,6% in T2. L’eccezionale caduta dei prezzi dei beni energetici, rafforzata da un favorevole effetto base dovuto ai rincari petroliferi osservati all’inizio dello scorso anno, dovrebbe fornire il maggior contributo alla discesa dei prezzi. La debolezza della domanda aggregata e il peggioramento del mercato del lavoro permetteranno un contenimento dell’inflazione core, che dovrebbe fluttuare intorno ai valori medi di settembre. Dicembre 2008.

 

Per un approfondimento su come l'Italia sia arrivata al limite del baratro si rimanda a
E. Caruso, L'estinzione dei dinosauri di stato.

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