La verità non si dà mai il caso di dirla, come quando la si inventa.
Pirandello
Seguito di Bilancio d’impresa N.1 (I principi generali del bilancio), Bilancio d’impresa N. 2 (Lo stato patrimoniale), Bilancio d’impresa N. 3 (Il conto economico). Bilancio d’impresa N. 4 (La nota integrativa), Bilancio d’impresa N. 5 (Le altre relazioni del bilancio), Bilancio di impresa N. 6 (Il bilancio consolidato), Bilancio d’impresa N. 7 (Gli indici del bilancio), Bilancio d’impresa N 8 (Rendiconto del cash-flow).
L'Unione europea, mediante l'applicazione di princìpi contabili internazionali, grazie alla trasparenza e alla comparabilità dei bilanci e degli altri report finanziari che tali princìpi dovrebbero introdurre, intende rafforzare la fiducia nei mercati finanziari, agevolare la negoziazione "transfrontaliera" dei valori mobiliari e accrescere l'efficienza del mercato.
1 Il contesto
Il documento della Commissione europea, datato 13 giugno 2000 e intitolato La strategia dell'UE in materia di informativa finanziaria: la via da seguire, propone che tutte le società dell'Ue quotate (che fanno appello al pubblico risparmio) siano obbligate, al più tardi dal 2005, ad elaborare i bilanci consolidati conformemente ai princìpi contabili internazionali.
Il Consiglio Ecofin del 17 luglio 2000 ha accolto favorevolmente il documento della Commissione, sottolineando che la comparabilità dei bilanci delle società quotate, degli istituti finanziari e delle imprese d'assicurazione costituisce un fattore essenziale d'integrazione dei mercati finanziari.
Giova osservare che le società interessate sono favorevoli all'adozione di standard internazionali in quanto ciò dovrebbe facilitare la commercializzazione dei valori mobiliari, le fusioni e le acquisizioni transfrontaliere, nonché le operazioni di finanziamento.
La legislazione contabile comunitaria degli anni '70 ha richiesto di essere rivoluzionata perché il sistema di comunicazione finanziaria delle società quotate deve soddisfare le richieste degli attuali investitori (vedi ad esempio i fondi pensioni), che pretendono, principalmente, di avere soddisfatta la condizione della chiarezza.
È sembrato, pertanto, logico obbligare le società quotate a pubblicare i loro bilanci conformemente a princìpi internazionalmente accettati.
Uno dei primi passi realmente importanti verso l'adozione di princìpi contabili internazionali è stato il cosiddetto endorsement da parte dell'International Organization of Securities Commissions (IOSCO), avvenuto nel 2000, ossia la raccomandazione che le commissioni di borsa e altre istituzioni di regolamentazione permettessero a società emittenti multinazionali, quotate sui mercati regolamentati nel mondo, l'adozione dei princìpi contabili internazionali per la preparazione di bilanci, per scopi d'offerta o di quotazioni transfrontaliere.
Tale raccomandazione si ebbe quando l'allora International Accounting Standards Committee lanciò un progetto di totale revisione dei princìpi contabili esistenti; tale revisione, inoltre, rafforzò l'impegno di Usa e Giappone.
2 Le priorità
Le priorità individuate dalla Commissione Europea, al fine di attivare la transizione verso i nuovi princìpi contabili, sono:
- Instaurare le condizioni per un mercato dei capitali integrato ed efficace rendendo i bilanci maggiormente confrontabili, anche allo scopo di accrescere la concorrenza e di agevolare la circolazione dei capitali.
- Adottare un regolamento in modo che tutte le società quotate dell'Ue applichino correttamente i princìpi contabili internazionali entro il 2005.
3 Cosa sono i princìpi contabili internazionali
I princìpi contabili internazionali sono un insieme di regole di contabilità emanate allo scopo, sia di facilitare il confronto internazionale dei bilanci, delle performance aziendali e di tutti i report finanziari, sia di rispettare alcuni princìpi di trasparenza e corretta attribuzione di valore.
Giova sottolineare che vengono considerati princìpi contabili internazionali:
- gli International Accounting Standards (IAS),
- gli International Financial Reporting Standards (IFRS), introdotti in sostituzione degli IAS,
- le modifiche di questi e le relative interpretazioni, emesse dall'International Financial Reporting Interpretation Committee (IFRIC), subentrato allo Standard Interpretation Committee (SIC).
Gli IAS sono stati messi a punto dall'International Accounting Standards Committee (IASC), che si proponeva di sviluppare un corpo di princìpi contabili validi su scala mondiale.
Nel 2000 lo IASC ha deciso di decadere e di essere sostituito, per l'emissione di princìpi contabili internazionali dallo "International Accounting Standards Board (IASB)": Contestualmente i princìpi contabili internazionali, gli IAS, sono stati ridenominati International Financial Reporting Standards (IFRS), i quali, peraltro, si aggiungono agli IAS emanati dallo IASC.
Il vertice della piramide dei soggetti cui compete l'emanazione dei princìpi contabili internazionali è, oggi, costituito dallo IASC Foundation (International Accounting Standards Committee Foundation).
Nel maggio del 2000, infatti, il board dello IASC ha nominato i membri del nuovo soggetto che è entrato in funzione il 6 febbraio 2001 e che ha approvato la propria Costituzione l'otto luglio 2002.
L'atto costitutivo dello IASC Foundation prevede che la fondazione svolga i seguenti compiti.
- Sviluppare, nell'interesse pubblico, un corpo di princìpi contabili di alta qualità che consentano di ottenere trasparenza e confrontabilità tra i bilanci e gli altri report finanziari, al fine di facilitare le decisioni agli operatori nel mercato dei capitali.
- Promuovere l'utilizzo e una rigorosa applicazione di tali princìpi.
- Trovare soluzioni adeguate perché princìpi contabili nazionali e internazionali trovino una convergenza.
I membri della Fondazione, provenienti da aree geografiche differenti e da aree funzionali diverse, sono diciannove:
- 6 del Nord America
- 6 dell'Europa
- 4 dell'area Asia/Pacifico
- 3 di altre aree
e i loro compiti principali sono:
- Nominare i membri dello IASB.
- Nominare i membri dello IFRIC.
- Nominare i membri del SAC.
- Approvare annualmente le proprie strategie.
- Stabilire le procedure operative di IASB, IFRIC e SAC.
Lo IASB (International Accounting Standards Board), subentrato ufficialmente allo IASC nel febbraio 2001, è composto da 14 membri caratterizzati da notevoli competenze nel settore; la loro selezione non è basata, pertanto, sulla provenienza geografica.
Compiti principali dello IASB sono:
- Avere la completa responsabilità nell'emissione di standard contabili internazionali.
- Pubblicare, periodicamente, rapporti sul proprio operato.
- Prendere contatto con altri soggetti nazionali o internazionali allo scopo di discutere e approfondire le problematiche.
- Fare degli "esperimenti in campo" per accertarsi che gli standard proposti possano lavorare bene in ambienti diversi.
Il SAC (Standard Advisory Council) supporta lo IASB sulle decisioni in agenda e sulle relative priorità, fra l'altro veicolando allo IASB le opinioni degli organismi contabili nazionali membri.
L'IFRIC (International Financial Reporting Interpretations Committee), subentrato al SIC (Standing Interpretations Committee), sviluppa "interpretazioni" dei princìpi contabili internazionali (che si aggiungono a quelle del SIC), per aspetti nuovi che non siano stati specificatamente affrontati o dei quali, nella prassi, si siano sviluppate interpretazioni non soddisfacenti, conflittuali, divergenti o inaccettabili.
L'EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) è un soggetto tecnico europeo, fondato nel 2001 e composto da 11 membri. Esso si articola in due organi: il Gruppo tecnico di esperti e il Consiglio di vigilanza. L'EFRAG supporta la Commissione europea con le seguenti attività:
- Offre consulenza tecnica alla Commissione nel processo di omologazione dei princìpi contabili internazionali proposti dallo IASC Foundation.
- Partecipa al processo di formazione dei princìpi.
- Coordina nell'Ue lo sviluppo di visioni condivise sui princìpi contabili.
La Commissione europea è assistita anche dall'ARC (Accounting Regulatory Committee), organismo politico presieduto dalla Commissione stessa e composto da rappresentanti degli stati membri dell'Ue (per l'Italia: Banca d'Italia, Consob, Ministero economia, Isvap). L'organismo esprime un parere sulle proposte della Commissione europea riguardanti il recepimento di un principio contabile o su una interpretazione.
In Italia, infine, nel novembre del 2001, è stato costituito, come Fondazione, l'Organismo Italiano di Contabilità (OIC). I suoi membri sono rappresentanti delle maggiori istituzioni contabili e finanziarie (CNDC, ABI, CONSOB, Confindustria). All'OIC sono stati affidati i seguenti compiti:
- Interfacciarsi con IASB ed EFRAG.
- Produrre princìpi contabili per ambiti non regolati da quelli internazionali.
- Produrre princìpi contabili per organizzazioni "no profit" e pubbliche amministrazioni locali e nazionali.
- Dare un supporto nell'applicazione dei princìpi internazionali, in Italia.
Nella tabella 1 viene proposta una visione d'insieme dei vari organismi che concorrono alla formazione dei princìpi contabili internazionali.
Tab. 1 Gli organismi internazionali che concorrono alla creazione dei princìpi contabili internazionali
ENTE |
CHE COSA FA |
IASC Foundation (International Accounting Standards Committee Foundation). I membri del board sono 19 e sono scelti in base alle aree geografiche ed alle competenze |
Nomina i membri dello IASB, dell'IFRIC e del SAC.
Stabilisce le strategie |
IASB (International Accounting Standard Board). Ha sostituito lo IASC (International Accounting Standards Committee), in vita dal 1973. I membri del board sono 14 e sono scelti in base alle loro competenze |
Redige gli IFRS (International Financial Reporting Standards) che si aggiungono agli IAS (International Accounting Standards) emanati dallo IASC. Collabora con i referenti nazionali per una convergenza di standard contabili nel mondo |
SAC (Standard Advisory Council) |
Supporta lo IASB sulle decisioni in agenda e sulle relative priorità veicolando le opinioni degli organismi contabili nazionali |
IFRIC (International Financial Reporting Interpretations Committee) |
Sviluppa "interpretazioni" dei princìpi contabili internazionali, le IFRIC Interpretations, che si aggiungono a quelle della precedente SIC (Standing Interpretations Committee) |
EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) |
Supporta la Commissione nella valutazione tecnica e nell'omologazione dei princìpi |
ARC (Accounting Regulatory Committee) |
Offre la propria consulenza politica alla Commissione Europea prima dell'omologazione dei princìpi
contabili |
Giova notare che nella prassi anglosassone GAAP (General Accepted Accounting Principles) è un termine indicante un corpo di princìpi contabili e di linee guida di reporting finanziario usati per preparare i conti e per redigere i bilanci in un "dato ambiente".
Si tratta di un concetto dinamico, nel senso che i GAAP evolvono nel tempo con il mutare dell'ambiente di business. Infatti, sono, generalmente, promulgati da un'istituzione autorevole, ma possono essere anche non promulgati. Possono consistere anche in pratiche di generale accettazione che rappresentano una prassi prevalente in un particolare settore industriale o la diffusa applicazione a circostanze specifiche. Tali casi, per lo più, possono verificarsi qualora le istituzioni proposte non riescano a rispondere tempestivamente a temi emergenti. I GAAP diventano di generale accettazione per accordo, più o meno tacito, piuttosto che per formale derivazione da un insieme di postulati e princìpi.
Le fonti GAAP possono variare da paese a paese ed includere princìpi emessi da ordini professionali o gruppi industriali, oppure essere delle leading practices.
La normativa europea prevede, per i GAAP, un processo di adozione all'interno dei princìpi contabili internazionali, secondo la procedura prevista dal Regolamento n. 1606/2002.
Giova notare che il CERS (Committee of European Securities Regulators), a seguito di una richiesta della Commissione europea, ha intrapreso un lavoro di comparazione tra gli IAS/IFRS e gli USGAAP. Inoltre, lo IASB e l'omologo FASB statunitense hanno stilato un memorandum of understanding avviando un percorso di armonizzazione mirato a risolvere le incompatibilità rimanenti.
4 I requisiti per un principio contabile internazionale.
Per adottare un principio contabile internazionale da applicare nella Comunità europea, è necessario, in primo luogo, che esso rispetti il requisito di base stabilito dalle direttive del Consiglio Europeo, vale a dire che la sua applicazione comporti un'autentica ed equa visione della posizione finanziaria e delle performance di un'impresa.
In secondo luogo, è necessario che, in ossequio alle conclusioni del Consiglio del 17 luglio 2000, il principio contabile contribuisca all'interesse pubblico e, infine, che rispetti i criteri fondamentali per quanto riguarda la qualità dell'informazione prevista per le dichiarazioni finanziarie di cui si avvalgono gli utenti.
5 Perché sono nati.
Non occorre citare gli scandali recenti circa la non diligente amministrazione di numerose società quotate per capire l'importanza di princìpi contabili comuni e condivisi, soprattutto nel caso, appunto, delle aziende quotate: il "vecchio" sistema, basato sulla certificazione di bilanci è apparso debole, e soggetto a potenziali conflitti di interesse.
L'obiettivo dei princìpi contabili internazionali è di permettere alle imprese di fornire informazioni finanziarie ed economiche utili a tutti i potenziali investitori per le loro decisioni di investimento.
In un certo senso l'obiettivo primario dei princìpi contabili internazionali è favorire la fiducia, su cui si basa il sistema capitalistico, e migliorare, quindi, contestualmente, le possibilità finanziarie per le stesse aziende.
Nel nuovo bilancio vanno inseriti non solo i dati e le descrizioni di ciò che è accaduto, ma anche le prospettive operative che l'azienda intende sviluppare nel futuro e, soprattutto, viene data maggiore importanza agli aspetti finanziari. Dovranno emergere informazioni finanziarie attendibili, significative, trasparenti e complete, per consentire una maggiore consapevolezza a chi deve prendere decisioni finanziarie relative all'impresa.
Per le imprese, l'allargamento a tutto il pianeta dell'area d'utilizzo di princìpi contabili omogenei faciliterà.
- La raccolta di capitali esteri sui mercati mondiali.
- La riduzione dei costi globali connessi all'investimento estero e alla riformulazione dei bilanci secondo le regole richieste dai mercati di quotazione.
- Il miglioramento dell'immagine aziendale, della competitività, della trasparenza finanziaria e della visibilità internazionale.
- Un linguaggio contabile comune, con informazioni comprensibili, trasparenti, comparabili e di alta qualità i cui effetti si riverberano anche all'interno della società.
I vantaggi per la comunità finanziaria sono:
- Migliora la comparabilità delle informazioni contabili attraverso le varie giurisdizioni.
- Si realizza una base di completezza, integrità e affidabilità per le analisi finanziarie.
È opportuno infine sottolineare che i princìpi contabili internazionali interpretano il bilancio in chiave evolutiva (dinamica) e, seppure nel rispetto del principio di competenza, il risultato di esercizio è visto quale indicazione delle performance aziendali future, al fine di fornire agli investitori la possibilità di stimare la capacità di generare utili futuri e di interpretare eventuali rischi connessi all’investimento, nella misura in cui gli stessi siano causa di obbligazioni effettive verso soggetti determinati alla data di riferimento del bilancio, in modo tale da poter assumere decisioni in campo economico finanziario.
5.1 Le principali barriere alla diffusione degli IAS/IFRS
I principali ostacoli che trova l'applicazione degli IAS/IFRS si riscontrano nei seguenti aspetti.
- Vincoli o necessità di adeguamento al quadro normativo nazionale possono, in generale, costituire un fattore limitativo del processo di diffusione degli IAS/IFRS, soprattutto in paesi dove la legittimazione impositiva necessita di un adeguamento del diritto positivo. Teoricamente, qualora non si possano modificare o derogare statuti o norme impositive locali, in situazione di conflitto, si renderebbe necessaria, essendo sempre consentito, la redazione di doppi bilanci, sia locali, sia secondo i princìpi IAS/IFRS, con ovvi aggravi dei costi gestionali.
- Il recepimento degli IAS/IFRS è, spesso, subordinato alle implicazioni fiscali locali.
- In alcuni paesi la diffusione degli IAS/IFRS è esplicitamente non permessa oppure ne è richiesta la riconciliazione con i princìpi nazionali.
- Gli IAS/IFRS sono stati a lungo accusati negli Usa di mancare di giusto rigore e dettaglio e di permettere trattamenti contabili alternativi che, di fatto, avrebbero minato la comparabilità tra i bilanci. La situazione è cambiata dopo le revisioni apportate dallo IASB negli ani 2003 e 2004. Gli IAS/IFRS iniziano ad essere percepiti, anche in Usa, come forieri di soluzioni innovative mutuate, anche, dagli stessi princìpi contabili Usa.
- Gli IAS/IFRS hanno copertura di casistiche particolari (specialized industry GAAP) molto limitata, nonostante recenti miglioramenti effettuati dallo IASB per gli assicurativi, l'agricoltura e l'industria mineraria.
- Una certa resistenza al cambiamento attribuibile ad un eventuale periodo di confusione all'interno delle aziende, ai costi di conversione, nonché al timore di perdere eventuali flessibilità offerte dai princìpi contabili nazionali o di perdere vantaggi competitivi a causa dell'estensione dell'informativa obbligatoria dei bilanci.
6 L'applicazione e la nuova disciplina.
L'evoluzione in atto nell'ordinamento contabile comporterà la necessità, per le società interessate, sia di acquisire la necessaria conoscenza per la corretta applicazione di tali princìpi, sia di effettuare profondi cambiamenti nei sistemi contabili che forniscono i dati necessari per la redazione del bilancio.
Gli Stati membri dell'Ue potranno differire al 2007 l'applicazione di talune disposizioni per le società i cui titoli sono negoziati in un mercato pubblico nella Comunità e in un mercato regolamentato di un paese terzo e che già applicano un altro insieme di princìpi internazionalmente riconosciuti come base principale dei loro conti consolidati, nonché per le società i cui titoli di debito sono negoziati unicamente in un mercato regolamentato.
È ritenuto cruciale che, al più tardi nel 2007, un insieme unico di princìpi contabili internazionali sia applicato a tutte le società dell'Ue i cui titoli sono negoziati in un mercato pubblico regolamentato della Comunità.
La prima applicazione dei princìpi contabili internazionali, da parte delle società, sarà regolata dal nuovo e specifico principio contabile denominato "first time application", onde garantire uniformità tra i vari paesi membri dell'unione e il riconoscimento sul piano internazionale di eventuali sanzioni.
Dalla lettura di tale nuovo principio emerge altresì che la prima data di riferimento per l'applicazione degli IAS/IFRS è il 1 gennaio 2004, con le scritture di apertura del bilancio dell'esercizio 2004, che sarà utilizzato come comparativo a quello del 2005.
Tra i princìpi ritenuti più rilevanti ricordiamo gli IAS 36 e 39 che hanno acceso numerosi dibattiti. Lo IAS 36 fa riferimento ad un nuovo sistema per la cosiddetta "riduzione di valore di attività" (impairment test), la svalutazione ad esempio del valore di un'attività economica nel momento in cui si cedano quote di una determinata società che la esercita.
Lo IAS 39, invece, introduce il concetto di fair value nella determinazione dei valori correnti del bilancio societario, che dunque limita le valutazioni "soggettive" degli amministratori. Fair value consiste in quel corrispettivo al quale un'attività può essere scambiata, o una passività estinta, tra parti consapevoli e disponibili. Per gli strumenti finanziari, ad esempio, il valore di mercato, e cioè il valore di scambio in un mercato attivo, è dunque il miglior indicatore del fair value: si fa dunque riferimento a criteri oggettivi e matematici.
7 Come si trasformerà l'area della contabilità aziendale
Da quanto illustrato, è evidente come l'applicazione dei nuovi princìpi contabili internazionali si basi in modo pesante su un supporto informativo e, quindi, informatico.
Numerosi e diversi sono gli strumenti che dovranno supplire alle necessità imposte dal nuovo quadro normativo: sicuramente, si aprono importanti spazi per le applicazioni gestionali/contabili integrate (in particolare, i sistemi Erp), che dovranno agire da motore per la raccolta e l'erogazione dei dati relativi all'andamento dell'azienda. In secondo luogo, strumenti di business intelligence, data warehousing, data mining e consimili troveranno sicuramente una vasta applicazione laddove i responsabili dovranno poter conoscere, sotto viste diverse, la situazione reale del loro business.
In tutto questo panorama, trovano uno spazio particolare i servizi, sia in termini di consulenza e di formazione, che di realizzazione di progetti di sviluppo di soluzioni hardware, ma soprattutto software, in grado di risolvere i problemi connessi alle nuove regole.
In ogni caso, si spera che il nuovo contesto apra un periodo di maggiore trasparenza e affidabilità del mercato, pronto a ripristinare un corretto clima di fiducia negli investitori.
Con l'introduzione dei princìpi contabili internazionali si intendono, infatti, collegare al meglio due livelli.
- Quello dell'impresa e del suo staff, ideatore dei progetti e dunque della comunicazione delle informazioni relative.
- Quello degli investitori che devono giudicare e valutare l'adeguatezza delle risorse manageriali e tecniche da impiegare nei processi per realizzare i progetti.
Inoltre, con i princìpi contabili internazionali si intende ampliare la massa di informazioni riguardanti l'impresa, che, dalla presentazione attuale, fatta di bilanci basati su costi sintetizzanti prevalentemente saldi a consuntivo, arrivi a stilare bilanci in cui siano esposte anche tutte quelle situazioni che costituiscono, nella realtà, il "valore effettivo e attuale dell'impresa", la quale, come qualsiasi oggetto o fatto, ha valore solo se è in grado di soddisfare bisogni, ad esempio, la distribuzione di utili.
A seguito dell'introduzione degli IAS/IFRS, i cambiamenti più profondi derivano dall'applicazione di:
- Fair value.
- Prevalenza della sostanza sulla forma.
- Valutazione degli intangibili.
7.1 Fair value
Nei princìpi contabili internazionali si fa sempre più strada il riferimento al valore equo o fair value.
Esso può essere applicato a categorie di beni, oltre che agli strumenti finanziari, come, ad esempio, gli immobili. L'impresa, infatti, può scegliere il criterio del fair value nel contabilizzare un immobile, che coincide in genere con il suo valore di mercato, cioè con il prezzo più probabile, ottenibile sul mercato alla data del bilancio.
Ciò porta a stilare un bilancio in cui il principio della competenza (valore attuale) prevale su quello della prudenza (valore di costo anche remoto), e questo è importante per giudicare le performance dell'impresa.
7.2 Prevalenza della sostanza sulla forma
Un requisito generale del bilancio, assieme alla comprensibilità, riguarda la prevalenza della sostanza sulla forma. La forma è costituita dalla contabilità, intesa come descrizione di un atto di gestione o di un bene aziendale definito da un numero/valore.
Ma ogni bene o atto può avere uno o più valori diversi da quelli contabili, in funzione di uno specifico fine (vendita, fusione, forte sviluppo, ecc.). Allora, da un lato si ha un'esposizione oggettiva (la forma) e dall'altro lato, al momento di prendere decisioni, è necessaria una valutazione che accerti il valore effettivo in base all'obiettivo della decisione stessa (la sostanza).
7.3 Valutazione degli intangibili
Le risorse intangibili hanno un valore che non risulta dalla contabilità, ma, in realtà, tale valore produce benefici e nuovo valore, almeno come margine di utile che viene contabilizzato alla fine dell'esercizio. La determinazione del valore dei beni intangibili richiede nuovi sistemi di contabilizzazione, oltre a una più precisa individuazione degli accadimenti aziendali e delle loro conseguenze.
Giova ricordare che le sopravvalutazioni immotivate degli intangibili (trend di sviluppo, obiettivi tecnologici, Pil in continua crescita) sono state tra le cause della bolla speculativa del 2000; pertanto, se da un lato le risorse intangibili possono produrre valore, la cieca fiducia in esse può produrre danni seri.
8 L'impatto sulle imprese
L'effetto dell'introduzione degli IAS/IFRS sarà pervasivo nella gestione aziendale; ancora prima dell'impatto delle specifiche prescrizioni contabili, la logica che sottende la loro applicazione costituisce già una sfida per imprenditori e manager.
Va tenuto conto che il disposto di un principio contabile va attuato fedelmente e, anche all'interno dello stesso corpo di princìpi contabili, questi vanno seguiti secondo la specifica "gerarchia dei GAAP", che va intesa in modo rigoroso (questo concetto è ancora più drastico per gli USGAAP).
Secondo lo IAS 1 il bilancio non può essere definito coerente con gli IAS/IFRS a meno che non sia coerente con tutte le prescrizioni applicabili.
Valutazioni contabili inappropriate non sono rettificabili tramite informativa in nota o in altro report informativo.
Tuttavia, mentre per gli USGAAP la presentazione corretta del bilancio esiste solo con riferimento ai princìpi contabili, per gli IAS/IFRS la "fair presentation" è un concetto che, in casi estremamente rari, soprassiede agli stessi princìpi contabili. Quando durante la redazione del bilancio, si conclude che seguire la norma di un principio contabile sarebbe così fuorviante da generare un conflitto con l'obiettivo stesso del bilancio redatto in un quadro di razionalità, l'azienda deve derogare, se legalmente permesso, e fornire una dettagliata informativa per consentire che gli utenti possano formarsi un giudizio corretto. La deroga dovrà tenere conto della "prevalenza della sostanza sulla forma", concetto richiamato in modo diffuso nei vari standard e sempre presente come requisito di valutazione.
Giova osservare che la prevalenza della sostanza sulla forma è centrale anche per gli USGAAP, nonostante questi siano più normativi secondo la tradizione Usa di definire regole chiare al fine di difesa da eventuali azioni legali.
Senza entrare nel dettaglio le aziende che si apprestano a seguire gli IAS/IFRS dovranno attendersi impatti nei seguenti ambiti:
- il bilancio,
- la contabilità,
- la contrattualistica,
- la fiscalità,
- i sistemi informatici,
- la tesoreria,
- la formazione del personale,
- la gestione della comunicazione.
In particolare, per redigere i bilanci consolidati secondo i princìpi contabili internazionali, sia le società del gruppo, sia la controllante dovranno agire sui propri sistemi informativi, che necessiteranno di un adeguamento per supportare da un punto di vista informatico il passaggio ai nuovi criteri di contabilità.
Il passaggio agli IAS/IFRS nei bilanci consolidati comporta l'omogeneizzazione dei sistemi informativi del gruppo al fine di poter produrre un documento che rappresenti il risultato d'esercizio e la situazione finanziaria e patrimoniale del soggetto economico.
L'impatto del cambiamento richiede la consapevole gestione di un "progetto di transizione". In particolare il progetto dovrebbe prevedere i seguenti passi:
- coinvolgimento dell'alta direzione,
- definizione di una strategia e di una tempistica,
- nomina di un responsabile del processo di transizione e di un gruppo di lavoro,
- identificazione degli IAS/IFRS vigenti,
- inventario dei princìpi contabili precedentemente adottati,
- individuazioni delle divergenze dei succitati princìpi contabili con gli IAS/IFRS,
- selezione di alternative agli IAS/IFRS, qualora consentiti,
- decisioni sull'eventuale adozione delle esenzioni concesse per la prima adozione degli IAS/IFRS,
- simulazione dei risultati della stato patrimoniale di apertura secondo gli IAS/IFRS e confronto con quello redatto con i "vecchi" princìpi,
- identificazione e contabilizzazione dei cambiamenti,
- quantificazione degli impatti e dei costi necessari per adottare gli IAS/IFRS,
- chiusura della fase decisionale,
- avvio dell'operatività.
9 Il quadro normativo europeo
La Direttiva 2001/65/CE del 27/09/2001 modifica le direttive 78/660/CEE, 83/349/CEE e 86/635/CEE, per quanto concerne le regole di valutazione per i conti annuali e consolidati di talune società, al fine di prevedere che gli stati membri autorizzino o impongano la valutazione al valore equo degli strumenti finanziari e delle relative informazioni da fornire in bilancio.
Il Regolamento CE n. 1606/2002 del 19/07/2001 dispone che per gli esercizi finanziari che iniziano dal 1/1/2005 o in data successiva, i bilanci consolidati delle società soggette al diritto di uno stato membro dovranno essere redatti conformemente agli IAS/IFSR qualora, alla data del bilancio, i loro titoli siano ammessi alla negoziazione in un mercato regolamentato di un qualsiasi stato membro. Inoltre, gli stati membri potranno consentire o prescrivere alle suddette società di redigere i loro bilanci annuali e ad altre società di redigere i loro bilanci consolidati e/o annuali conformemente ai princìpi contabili internazionali.
La Direttiva 2003/51/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 giugno 2003 modifica le direttive 78/660/CEE, 83/349/CEE, 86/635/CEE e 91/674/CEE, relative ai conti annuali e ai conti consolidati di taluni tipi di società, delle banche e altri istituti finanziari e delle imprese di assicurazione. La direttiva ha lo scopo di armonizzare i princìpi contabili applicabili alle società ed altri organismi non soggetti al regolamento CE n. 1606/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'applicazione di princìpi contabili internazionali alle imprese quotate in borsa. In questo modo essa sopprime ogni discordanza fra le direttive contabili ed il regolamento sull'applicazione degli IAS/IFSR, in quanto consente di rendere le opzioni contabili IAS/IFSR applicabili alle imprese che mantengono le direttive contabili come legislazione di base. Inoltre, la direttiva chiarisce il trattamento dei finanziamenti fuori bilancio (debiti e prestiti) ed estende, oltre gli aspetti finanziari, l'analisi dei rischi nelle relazioni di gestione delle imprese. Precisa anche il contenuto obbligatorio delle relazioni dei revisori dei conti.
Il Regolamento CE n. 1725/2003 della Commissione, del 29 settembre 2003, adotta taluni princìpi contabili internazionali conformemente al regolamento CE n. 1606/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio [Gazzetta ufficiale L 261 del 13.10.2003]. Il presente regolamento della Commissione riguarda l'approvazione di 32 dei totali 34 princìpi contabili internazionali (IAS) e di 28 delle 31 interpretazioni (SIC), confermando la loro applicazione obbligatoria a partire dall'esercizio 2005, conformemente al regolamento generale sui princìpi IAS/IFSR (regolamento CE n. 1606/2002). Non sono stati recepiti gli IAS 32 e 39 e i SIC 5,16 e 17; i princìpi IAS 32 e 39, che trattano la contabilità e la pubblicità degli strumenti finanziari, non sono stati inclusi poiché oggetto di revisione da parte dello IASB, in collaborazione con esperti contabili europei e, in particolare, con l'EFRAG.
Il Regolamento CE n. 2238/2004 della Commissione, del 29 dicembre 2004, modifica il regolamento n. 1725/2003 per l'adozione di taluni princìpi contabili internazionali conformemente al regolamento CE n. 1606/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, per quanto riguarda lo IFRS 1, gli IAS da 1 a 10, da 12 a 17, da 19 a 24, da 27 a 38, 40 e 41 e i SIC da 1 a 7, da 11 a 14, da 18 a 27 e da 30 a 33 [Gazzetta ufficiale L 394 del 31.12.2004].
Il Regolamento CE n. 2237/2004 della Commissione, del 29 dicembre 2004, modifica il regolamento n. 1725/2003 che adotta taluni princìpi contabili internazionali conformemente al regolamento CE n. 1606/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, per quanto riguarda lo IAS 32 e lo IFRIC 1 [Gazzetta ufficiale L 393 del 31.12.2004].
Il Regolamento CE n. 2236/2004 della Commissione, del 29 dicembre 2004, modifica il regolamento CE n. 1725/2003 della Commissione che adotta taluni princìpi contabili internazionali conformemente al regolamento (CE) n. 1606/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, per quanto riguarda gli International Financial Reporting Standards (IFRS) 1 e da 3 a 5, i princìpi contabili internazionali (IAS) 1, 10, 12, 14, da 16 a 19, 22, 27, 28 e da 31 a 41 e le interpretazioni 9, 22, 28 e 32 del SIC [Gazzetta ufficiale L 392 del 31.12.2004].
Il Regolamento CE n. 2086/2004 della Commissione, del 19 novembre 2004, modifica il regolamento n. 1725/2003 che adotta taluni princìpi contabili internazionali conformemente al regolamento CE n. 1606/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda l'inserimento dello IAS 39 [ GU L 363 del 09.12.2004]. Facendo seguito al parere favorevole espresso dal comitato di regolamentazione contabile dell'Unione europea, la Commissione adotta il regolamento relativo al principio contabile internazionale IAS 39. Tale norma vale per tutte le società dell'Unione quotate con riserva di due esclusioni temporanee. La prima esclusione riguarda l'applicazione del "valore equo" (fair value) a tutti gli elementi del bilancio di un'impresa quotata. La Commissione precisa che la direttiva 78/660/CEE (relativa al diritto delle società) non consente l'applicazione dell'opzione del "valore equo" a tutti gli elementi del passivo, e in particolare alle azioni e parti proprie della società. La seconda esclusione riguarda l'applicazione di alcune disposizioni in materia di contabilità di copertura che, secondo la maggioranza delle banche europee, provocherebbe modifiche sproporzionate e costose della loro gestione attivo/passivo e del loro sistema contabile. Lo IASB nel corso del 2005 deve presentare proposte per un'adozione totale dello IAS 39.
Il Regolamento (CE) n. 707/2004 della Commissione, del 6 aprile 2004, modifica il regolamento n. 1725/2003 della Commissione che adotta taluni princìpi contabili internazionali conformemente al regolamento CE n. 1606/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio [Gazzetta ufficiale L 111 del 17.04.2004]. Al fine di facilitare la transizione verso i princìpi contabili internazionali IAS/IFRS è stata realizzata la IFRS 1, prima applicazione dei princìpi internazionali di informazione finanziaria. Essa sostituisce l'interpretazione SIC 8 che imponeva condizioni estremamente onerose e vincolanti alle società che avevano preferito gli IAS/IFRS alle norme contabili generalmente ammesse a livello nazionale. La nuova norma IFRS 1, Prima applicazione delle norme internazionali di informazione finanziaria, tiene conto dei bisogni delle società dell'Ue quotate in borsa che applicheranno gli IAS/IFRS per la prima volta a partire dal 1° gennaio 2005. La norma indica la procedura da seguire nel caso in cui si tratti di una prima applicazione degli IAS/IFRS, in particolare per quanto riguarda lo stato patrimoniale di apertura, punto di partenza dell'applicazione degli IAS/IFRS. Inoltre essa garantisce la trasparenza imponendo all'entità che pubblica l'informativa di bilancio di spiegare gli effetti che il passaggio agli IAS/IFRS produrrà sulla sua situazione finanziaria, sui suoi risultati e sul suo flusso di cassa, e questo al fine di limitare le reazioni del mercato.
In Appendice del capitolo 8 è riportato il quadro di riferimento e una descrizione dei princìpi contabili recepiti dall'Unione Europea al momento della stesura del libro.
9.1 Il quadro normativo italiano
Nel seguito è elencata la principale normativa italiana relativamente ai princìpi contabili internazionali e limitatamente agli aspetti di bilancio. Ci si limita solo ad elencare le disposizioni per non appesantire troppo il discorso.
- Articolo 117 del D. legislativo n. 58/1998
- Legge n. 366/2001 del 3/10/2001
- D. legislativo N. 6/2003 del 17/1/2003
- Legge n. 306/2003 del13/10/2003
- D. legislativo N. 394/2003 del 30/12/2003
- D. legislativo di attuazione dell'articolo 25 della legge 306/200
Tratto da Come preparare e leggere un bilancio di Eugenio Caruso, Ed. Tecniche Nuove