Pensiamoci su …
Per biodiversità si intende l'insieme di tutte le forme viventi, geneticamente dissimili e degli ecosistemi ad esse correlati. Quindi biodiversità implica tutta la variabilità biologica: di geni, specie, habitat ed ecosistemi.
La traduzione italiana del termine inglese biodiversity modifica, leggermente, ma in modo determinante il significato. In inglese diverse significa vario, molteplice, mentre in italiano diverso ha un significato quasi negativo, poiché indica qualcosa o qualcuno che devia dalla norma o differisce da uno standard di riferimento; una traduzione più fedele sarebbe biovarietà. Ciò nonostante, il termine biodiversità, anche se nato come calco linguistico spontaneo, si è ormai consolidato e viene comunemente utilizzato nei diversi ambiti scientifici e culturali.
Mi avvalgo dell'aiuto della Fao anche per trattare questo argomento, come il precedente sull'acqua, in quanto questa istituzione dispone di una considerevole professionalità (anche se, talvolta, un po’ troppo "politically correct") che spazia in molti campi e che può fornire, a chi legge i suoi rapporti, utili strumenti conoscitivi.
La Fao sta affrontando anche il tema della biodiversità (o Biodiversity nell’accezione di cui sopra). Che lavoro interessante é stato analizzare la tematica "acqua" con i documenti Aquastat della Fao e allora continuiamo in questo percorso conoscitivo con umiltà per apprendere nuovi saperi. Io spero che tale tema poco trattato possa suscitare interesse. Anche perché avendo appreso tanto, io che sto scrivendo, spero e mi auguro che lo possiate fare anche voi che state leggendo. Continuiamo con una breve annotazione: giorni fa leggevo su un quotidiano italiano una notizia interessante, in essa l'articolista (vicino alla Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus) ci ricordava che questo argomento era stato affrontato in passato in modo organico e convincente dai governi che in occasione di un’importante Convention svoltasi a Rio de Janeiro nel 1992, avevano elaborato una "politica comune" con la stesura di documenti che portarono poi alla firma di un accordo internazionale, l'Accordo di Rio. Vediamo cosa esso dica di incoraggiante per le parti che riguardano la tutela della biodiversità. E' vero che sono passati tanti anni ma secondo me ha ancora senso parlarne. Vediamo in questa sede di valutare un sintetico passaggio in lingua portoghese: "A convençao sobre a diversidade biologica preve o estabelacimento dos programas de conservaçao da diversidade biologica."
Era il 1992, e molta acqua é passata sotto i ponti, oggi siamo nel 2010 (dichiarato Anno della Diversità Biologica) eppure la nostra sensibilità su questi temi non deve venire meno. Sapendo di avere le spalle coperte continueremo a trattare questo argomento sapendo che esso é stato all'ordine del giorno per la politica internazionale. Ricordando poi che la firma dell’Accordo di Rio è stata apposta, in uno Stato (quello brasiliano) famoso per le sue quasi incontaminate foreste, ciò significa che qualche cosa di positivo ha funzionato e che quindi parlare di questo argomento ha ancora senso e che la biodivesità va presa sul serio.
Certo forse altre tematiche hanno preso il sopravvento, come il dibattito sulla riduzione delle emissioni di carbonio (CO2) con il relativo Accordo di Kyoto firmato in Giappone nel 2001, sul tema della preservazione della biodiversità che sembra essere stato accantonato dal dibattito ecologico, vedi anche il recente Vertice di Copenaghen. Tuttavia ciò non significa che la ratifica posta in quel lontano1992 non abbia ancora molte cose da dire.
Mi corre l’obbligo di ritornare sulla definizione di biodiversità - o biodiversité, uso la lingua francese per il modello paese che ho preso in considerazione. Tale parola é composta da "Bio": sinonimo di natura, rocce, minerali, piante, alberi, le varie specie, la materia vivente - potremmo anche dire che ogni paese ha le sue montagne - il tutto, le cose che sono. E dalla parola "Diversité": sinonimo di varietà (abbiamo mai pensato che certe mucche sono caratteristiche solo in certe zone?), mutevolezza (a esempio i ghiacciai si possono sciogliere), le cose cambiano, il rispetto della natura (non ci siamo solo noi al mondo, non c'é solo l'uomo), la modificazione degli ambienti, delle zone di provenienza e dei micro climi. Tutto questo significa biodiversità. Ci sono poi alcune parti del mondo particolarmente ricche di biodiversità e la Francia, come dicevo, fa al caso nostro.
"La France possède des territoires dans 25 points chauds de la biodiversité mondiale." E mira a conservarli. Per essa tuttavia biodiversità é anche "perte de la biodiversité. Perdita o conservazione di tradizioni, culture e saperi. Biodiversità infatti recita un documento francese é: "un concept scientifique mais qui est egalement du concret, elle inclut en effet des valeurs morales, esthetiques et culturelles, des productions de biens, des equilibres globaux".
Quanto detto costituisce la ricchezza e particolarità della biodiversità e testimonia l'importanza dell'argomento. Dell'umano sapere nulla é dato per scontato. Tutto è ancora da scoprire. Dalla formichina (notata da me rientrando un pomeriggio a Bordighera, dove vivo) che pateticamente trascina in "bocca" il suo chicco di riso sul cancello di casa, al fiore che sboccia, al sole che sorge, alle acque che scorrono, ai laghi, tutto questo rappresenta un patrimonio intangibile e in parte non. Perché? Ogni paese ha il suo.
L'importanza dell'argomento é rilevante e dare risposte non é tanto semplice, allora soffermiamoci solo su un esempio da analizzare, la Francia. Un paese a noi vicino che é molto sensibile al tema. Che lo ama. Lo ha studiato e può insegnarci molte cose. Inoltre la Francia é senza dubbio un paese mediterraneo con molta diversità biologica, ricco di flora, specie la parte meridionale che è stupenda, il sole é molto prossimo al nostro, i colori sono più vivaci, i fiori più splendenti anche se un poco appassiti e gli alberi più voluminosi che altrove. Ci sono zone meravigliose. Il sud specialmente o la Corsica (piena di olivi) hanno una varietà di biodiversità maggiore della nostra. Le piante sono sottilissime: le nostre più spesse. E poi é un paese "europeo" e può insegnare molto agli altri Stati del continente. Ha certamente più salsedine, perché ha più oceani. La parte settentrionale della Francia é altrettanto bella e piena di fiumi e di laghi. Le persone sono gentilissime e cortesi e sono attente alle cose della Natura. Prima di analizzare più attentamente questo caso-paese ricordo che la Fao si occupa in generale di "Agricoltural Biodiversity", che costituisce uno sei suoi campi di azione come "Food and Agricoltural Organization" operante nel mondo e sensibile al tema della biodiversità secondo varie logiche di azione concreta che vanno dalla "agroforestry" alle tecniche di "rice-fish farming" (il riso invece del mais per la salute dei bambini). Vediamo ora come la Fao classifica la Francia dal punto di vista della biodiversità.
Ecco una cartina della Francia (nel sud della Francia è tratteggiata in giallo l’area a maggiore biodiversità).
Biodiversità Dati Generali (dati espressi in migliaia (000 ha) di ettari)
- 55,150 Area totale - Total land area.
- 259 Riserve naturali, aree selvagge, parchi naturali - Nature Reserves, Wilderness Area and National Parks. Zone ad alta intensità di biodiversità.
- 5,928 Paesaggi protetti e aree marine, siti speciali, oasi naturalistiche - Natural Monuments, Special Management Areas, and Protected Landscapes and Seascapes.
- 6,187 Aree totali protette - total land area. Complessivamente non molto ma significativo.
- 1,108 Mare e litorali protetti - Marine and littoral Protected Areas. Più zone di mare protette ci sono più è tutelata la biodiversità: molto tutelato il Sud della Francia quasi fino alla Corsica.
- 11,3% Sul totale di tutto il paesaggio - Protected areas as percent of total land.
- 10 Riserve di Biosfera - Biosphere Reserves.
- 1,153 Numero delle aree protette - Number of protected Areas.
Sono oggetto di tutela Biodiversa:
- 4,630 Tipi di piante conosciute, boschi cedui (Conifere, Alberi da frutta, etc). Molto alto.
- 2 Piante minacciate (numero molto basso in quanto in Francia vi è più tutela che altrove; sulle piante c’é una maggiore biodiversità).
Biodiversità Marina. L’acqua marina in Francia è più "marina" di quella italiana perché c'é più biodiversità. I pesci sono più sani; questo perché c’è più ossigeno nel mare.
- 7.330 km. Di coste - Coastline.
- 40% Percentuale di popolazione che vive nei pressi del mare - percent of population within 100 km of the coast.
- 73.382 Km2 appartengono alle zone marine - Territorial sea. E' molto vario.
- 126 Aree Costiere protette - Number of Marine or Littoral Protected Areas.
- 4 Numero di specie di Alghe Rosse, inquinamento quasi sotto controllo. Number of Seagrass Species.
- 68.561t. Pescato medio di crostacei e molluschi - Average Annual Capture Molluscs and Crostaceans.
- 31 kg/persona Pescato (offerta media) pro-capite annuo, valore direi significativo per noi - Per Capita Food Supply from fish and Fisheries Products.
Aree Verdi, ovvero i Polmoni, il Patrimonio Boschivo.
- 15, 341 (000 ha) Aree Forestali - Total forest areas.
- 14,380 (000 ha) Aree forestali naturali - Natural forest areas
- 28% Percentuale della superficie terrena ricoperta da foreste in Francia, sul totale- as a percent of total land area.
- 961 (000 ha) Aree Nuove, di generazione e rimboschimento – Plantations areas.
- 13,7% Percentuale di patrimonio di Biodiversità delle foreste non-tropicali protette che si trova in Francia - Percent of forests protected, Nontropical forests.
- 176 (000 ha) aree secche, paludi, acquitrini - Total dryland areas. C'è molta Biodiversità.
Tipi di ecosistemi presenti:
. steppe. colline rocciose (3%);
. aree urbane (0,6%);
. foreste (17%);
.campi coltivati e resto della natura (79%).
Il documento che ho citato parla di "perte de la biodiversitè"; ebbene abbiamo appena potuto vedere come in Francia, specie in alcune zone, segnate sulla cartina nel colore giallo chiaro, e nelle zone quadrettate verdi, la situazione generale é piuttosto buona e che possiamo imparare molto anche noi specie per quanto riguarda la situazione dei parchi naturali e delle aree protette - ci sono ancora molte cose da migliorare, lo stato della biosfera che non é ottima come i dati vorrebbero farci credere. C'é più natura. I pesci sono più sani che da noi, la situazione dei parchi, quelli marini specialmente, è decisamente migliore. Grazie allora Francia per averci dimostrato che la biodiversità è importante, che le sue coste sono più pulite perché meglio tutelate e protette e che i suoi fiumi sono più puliti per la stessa ragione. Diciamo che la biodiversità è attuata grazie al numero di aree protette molto superiore al nostro (le aree protette sono ben 1.153 e i litorali protetti sono 126). Allora perché non darci da fare per copiare il modello francese ora studiato, superiore al nostro per il complesso di Biodiversità, specie marina. Non dimenticando che anche l'Italia ha molto da insegnare.
Ecco le leggi più importanti che tutelano la biodiversità in Italia.
Legislazione in vigore. Dare un panorama completo é complesso proviamo ad
orientarci: dal sito del Ministero dell'Ambiente.
1) La Direttiva Habitat 92/43/CEE recepita con D.P.R. n. 357 dell'8 Settembre 1997, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche, prevede che gli stati membri dell'Unione individuino sul proprio territorio aree che ospitano specie animali, vegetali e habitat la cui conservazione è considerata una priorità di rilievo europeo. L'Italia ai sensi delle Direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE, con la collaborazione delle Regioni, ha segnalato alla Commissione Europea, un elenco dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciali, tra i quali figurano numerosi SIC a mare.
2) La Convenzione di Barcellona relativa alla protezione del Mar Mediterraneo dall'inquinamento (1978) ratificata con legge 21 Gennaio 1979 n. 30, in seguito all'emendamento dalla Conferenza dei Plenipotenziari delle Parti Contraenti, tenutasi a Barcellona nel 1995, cambia titolo diventando "Convenzione per la protezione dell'ambiente marino e la regione costiera del Mediterraneo" e amplia il suo ambito di applicazione geografica comprendendo le acque marine interne del Mediterraneo e le aree costiere.
3) Decreto Ministero Ambiente 3/7/2008. Primo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica mediterranea in Italia, ai sensi della direttiva 92/43/CEE. (GU n. 184 del 7-8-2008 ) ... Il presente Decreto elenca nel suo allegato i siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica mediterranea in Italia in attuazione della Decisione della Commissione europea n C(2008) 1148 def. del 28 marzo 2008.
Thanks to the Fao for the following documents: Agricoltual Biodiversity in Fao - Biodiversity and Protected Areas--France- Coastal and Marine Ecosystems and Forests, Grasslands, and Drylands--France.
Il ruolo delle foreste nella biodiversità
Tre milioni di anni di evoluzione sulla Terra trovano una delle loro più ricche espressioni nelle foreste. Esse racchiudono all’incirca il 90% delle specie animali e vegetali viventi sul Pianeta. Le foreste coprono una superficie di 3.870 milioni di ettari, pari al 30% della terra. Le foreste tropicali e subtropicali rappresentano il 56% delle foreste mondiali, mentre quelle temperate e boreali sono il 44%.
Le foreste sono essenziali per la protezione della biodiversità del Pianeta. Complessivamente le foreste tropicali, temperate e boreali offrono una moltitudine di habitat per piante, animali e microorganismi, ospitando la grande maggioranza delle specie terrestri. Garantiscono, inoltre, un’ampia gamma di beni dai prodotti legnosi a quelli non legnosi. Contemporaneamente, forniscono i mezzi di sostentamento e posti di lavoro a centinaia di milioni di persone .Anche la stessa biodiversità biologica delle foreste riveste un importante ruolo economico, sociale e culturale nella vita di molte comunità indigene.
Le foreste, inoltre, giocano un ruolo fondamentale per le dinamiche del clima svolgendo un significativo compito come bacini di assorbimento del carbonio. Infatti, quando esse vengono distrutte rilasciano grandi quantità di carbonio, questo raggiunge l’atmosfera contribuendo in maniera massiccia all’effetto serra. L’attuale ritmo di distruzione delle foreste incrementa di circa il 20% le emissioni di carbonio in atmosfera. Basti pensare che gli incendi divampati nella foresta pluviale indonesiana nel 1997 hanno rilasciato quantità di CO2 pari a quelle immesse annualmente dall’utilizzo di combustibili fossili in Europa. E’ chiaro che la distruzione delle foreste accelera i cambiamenti climatici. Watson sostiene che l’aumento della CO2 e di altri gas serra nell’atmosfera potrebbe portare a un riscaldamento di circa 3-4 gradi centigradi alla fine di questo secolo, anche se su questi dati giova sottolineare che vi sono pareri discordanti.
Tra il 1990 e il 2000 è andato perduto circa il 5% della superficie forestale del pianeta a un ritmo di circa 14 milioni di ettari l’anno. Foreste perdute significano specie perdute.
Il tasso di estinzione di piante e animali si è moltiplicato di 1.000 volte rispetto al ritmo precedente alla comparsa dell’uomo sulla Terra. La comunità scientifica prevede che entro il 2050 sarà 10.000 volte di più.
Corrado Caruso
3 febbraio 2010