Nasce un fondo italiano per le Pmi. Si chiamerà "Fondo italiano di investimento ", come ha spiegato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti presentandolo a Milano. «È la cosa giusta nel momento giusto, fatta nel modo giusto», ha detto il ministro tenendo a battesimo la nascita della Sgr che gestirà questo fondo destinato a rafforzare il patrimonio delle piccole e medie imprese italiane non in crisi. «Il lavoro del fondo - ha spiegato - sarà davvero utile per il nostro Paese».
Il Fondo, ha spiegato la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, si rivolge, come bacino potenziale, a 15mila aziende sparse nel territorio, delle quali il 70% appartiene al settore manifatturiero. «Non è uno strumento per salvare le imprese in crisi», ha spiegato la leader degli industriali. Ma per «affiancare le imprese, aiutarle a diventare più forti e ad affrontare le sfide» che hanno davanti. Da tempo Confindustria insiste sul «tema della capitalizzazione delle imprese e della loro aggregazione», un tema su cui si gioca il futuro» della nostra economia.
Il Fondo, che prevede una dotazione iniziale di circa un miliardo di euro - ha spiegato Emma Marcegaglia - è uno «strumento al quale abbiamo creduto fortemente e nasce nel momento giusto perché ci troviamo davanti a una congiuntura difficile che necessita di un «cambiamento strategico nel modo di fare impresa. Per questo, per parte delle imprese italiane aumentare il capitale o aggregarsi è fondamentale». La presidente di Confindustria ha spiegato che il Fondo si rivolge non solo alle imprese del Nord ma avrà «particolare attenzione» anche verso quelle del Centro e del Sud Italia».
Il fondo, ha spiegato il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli, punta a investire in aziende con un fatturato compreso fra i 10 e i 100 milioni di euro. «Vogliamo fare tante operazioni ma in modo avveduto» ha commentato il presidente della Sgr Marco Vitale auspicando entro l'estate la conclusione dei primi investimenti. «Non investiremo nelle aziende, ma investiremo negli imprenditori» è stato invece il commento del nuovo amministratore delegato del Fondo, Gabriele Cappellini.
Tremonti ha evidenziato anche che il lavoro da fare sarà «difficile» perché «alla domanda dovrà rispondere l'offerta e viceversa» e «servirà un dialogo dei responsabili del fondo con le finanziarie regionali e con altri fondi». Descrivendo i soci della neonata Sgr, soggetti pubblici e privati, tra cui le maggiori banche italiane, il ministro del Tesoro ha ricordato l'importanza tanto del «capitale finanziario quanto di quello delle idee » che, secondo Tremonti, «conta forse anche di più, ma valutarlo è più complicato». «Avremo tempo - ha concluso - per dimostrare che entrambi sono buoni».
Il Fondo di sostegno, voluto dal Tesoro, vede una compagine societaria costituita da: MEF, Associazione degli Industriali, Abi, Cassa Depositi e Prestiti, Monte dei Paschi di Siena, Intesa SanPaolo e Unicredit; da ottobre saranno possibili altre sottoscrizioni fino a un massimo di 3,5 miliardi. Tremonti ha sottolineato che la collaborazione tra pubblico e privato è una cosa molto importante e che i responsabili del nuovo fondo italiano di investimento dovranno anche dialogare con le varie finanziarie regionali.
Tremonti, durante il suo intervento, ha sottolineato che l'apporto del capitale immateriale, delle buone idee imprenditoriali, è «altrettanto importante del capitale finanziario». Il nome, però, lascia perplesso Tremonti: «il nome non é sufficientemente commerciale e aggressivo, bisognerebbe aggiungere qualcosa. Ci riserviamo un po' di tempo per aggiungere al nome legale un nome commerciale valido».
«Non era scontato - ha commentato il consigliere delegato di Intesa SanPaolo, Corrado Passera - trovare un miliardo di euro per il nuovo fondo italiano di investimento, che raggiungerà molte imprese, fornendo un aiuto alla crescita in un momento difficile come l'attuale».
Da il Sole 24 Ore.com
19 marzo 2010