Vo navigando un mar d’aspri martiri, in fragil barca, perigliosa e grave col vento impetuoso de’ desiri.
Ariosto
«Dobbiamo seguire una nuova strada. Vogliamo che l'elettricità del futuro sia sicura, affidabile ed economicamente sostenibile. Le forniture energetiche in Germania hanno bisogno di una nuova architettura». Lo ha detto Angela Merkel, spiegando la decisione di chiudere tutti i reattori nucleari entro il 2022. Il cancelliere ha aggiunto che servono vasti sforzi per promuovere le energie rinnovabili, il miglioramento dell'efficienza e la revisione della rete elettrica. La Germania sarà infatti la prima potenza industriale a rinunciare all'energia nucleare. Il ministero dell'Ambiente ha annunciato che l'ultimo reattore sarà fermato nel 2022 e ha definito la decisione «irreversibile». Venerdì scorso i ministri dell'Ambiente regionali e federale si erano accordati sulla decisione. Gran parte dei reattori tedeschi sarà disattivato entro quest'anno, mentre gli ultimi tre funzioneranno per altri undici anni al massimo. Il ministro Norbert Roettgen ha spiegato che gli otto reattori dei 17 che non sono collegati alla rete di produzione di energia elettrica non saranno più riattivati. La decisione è frutto delle riflessioni che il governo tedesco ha avviato dopo il disastro di Fukushima, che ha provocato proteste di massa nel paese, contro l'impiego dell'energia nucleare che garantisce attualmente il 22% del fabbisogno di elettricità del Paese. Le strategie tedesche per il futuro, secondo un documento ottenuto da Reuters, prevedono un mix di azioni composte da:
- riduzione del consumo dell'elettricità del 10% nel 2020 attraverso ulteriori misure di incremento dell'efficienza energetica
- coinvolgimento delle industrie energivore
- adeguamento delle abitazioni per renderle efficienti dal punto di vista energetico
- raddoppio della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili al 35% nel 2020
- riduzione delle emissioni di gas serra del 40% nello stesso periodo.
Data la maggior rilevanza che gas e carbone rivestiranno nel mix produttivo energetico della Germania, si stima che la CO2 rilasciata ogni anno nell'atmosfera aumenterà tra i 20 e i 29 milioni di tonnellate.
La decisione del governo Merkel ha però messo in allarme i gestori della rete elettrica tedesca per i timori di possibili black-out entro la fine dell'anno. «La situazione resta sotto controllo durante il semestre estivo, ma l'autunno e l'inverno saranno segnati da problemi», ha reso noto l'Agenzia federale delle reti. Di diverso avviso gli esperti di energia dell'Istituto Diw: «Produciamo energia elettrica sufficiente, il problema sta nella stabilità delle reti». I quattro principali operatori della rete elettrica tedesca hanno chiesto al governo un rinvio per una o due delle otto centrali già condannate alla chiusura. Secondo indiscrezioni raccolte in ambienti politici, il governo avrebbe concesso lo stand-by di almeno una delle otto centrali che quindi non verrebbe chiusa subito per evitare disequilibri per una tensione non omogenea sulla rete. Secondo Umberto Veronesi, presidente dell'Agenzia per la sicurezza sul nucleare, la decisione tedesca è influenzata dall'ondata di panico per il disastro di Fukushima ed è stata fatta per il terrore di perdere voti. È una decisione legata a un evento specifico che non deriva da alcuna valutazione razionale sul tema». Di contro le oltre 80 associazioni del Comitato «Vota Sì al referendum per fermare il nucleare» accolgono come «un trionfo» l'annuncio tedesco. «Chi ci governa e sostiene che al nucleare non c'è alternativa dovrebbe fare un bagno di realtà e guardare alla Germania, il Paese più industrializzato d'Europa», affermano in una nota. «Non è questione di emotività - come sostiene questo governo - è questione di lungimiranza». Wwf Italia lancia una videogallery autogestita in vista dei referendum per poter esprimere la propria avversione al nucleare e la privatizzazione dell'acqua. «La decisione della Germania è una grande lezione di serietà», commenta inoltre Stefano Leoni, presidente di Wwf Italia. La decisione tedesca ha innescato un rialzo dei titoli legati alle energie rinnovabili. A Piazza Affari, per esempio, Enel Green Power sale del 4,53%. A Francoforte, il mercato premia tutte le società attive nelle rinnovabili come SolarWorld, Sma Solar, Nordex, Q-Cells, Phoenix Solar. Bene in Europa anche Renewable Energy Corp e Vestas.
Questa decisione non è esente da costi diretti e indiretti. A. Il problema di sostituzione: il nucleare copre circa un quarto del fabbisogno elettrico tedesco. Cancellare gli impianti in un decennio significa sostituire una fetta consistente del parco di generazione, che solo in parte potrà essere rimpiazzato da un aumento delle importazioni dalla Francia. Per mettere in campo gli investimenti necessari, l'industria elettrica dovrà muoversi in tempi stretti. Ciò implicherà un aumento della dipendenza dal carbone e dal gas naturale, che oggi coprono rispettivamente il 42 e il 12 per cento dell'elettricità tedesca. B. Il ricorso alle fonti rinnovabili è limitato non tanto da una questione di costi, pure non irrilevante, quanto dal fatto che le centrali nucleari sono impiegate per la copertura del cosiddetto "carico di base", cioè quella parte della domanda che resta costante 24 ore al giorno per 365 giorni l'anno: non ci si può affidare a fonti intermittenti e non programmabili, che dipendono dalle bizze del meteo. C. Questo conduce a un altro problema: aumenteranno le emissioni in un Paese che già è un grande emettitore (ogni tedesco produce 11 tonnellate di C02 l'anno, contro le 8,5 degli italiani). In più, l'industria elettrica tedesca dovrà spendere la maggior parte delle sue risorse nel "nocciolo" del sistema elettrico, e quindi potrà dedicarne meno alle energie verdi. D. I tedeschi dovranno affrontare lo sforzo del decommissioning degli impianti tant'è che le azioni delle "quattro grandi" imprese tedesche forti nel nucleare - Rive, E.On, Vattenfal e Enbw - hanno registrato una immediata e dura flessione.
È difficile, in questo momento, dire se e quanto ciò impatterà sulla bolletta tedesca. Di certo aumenterà la dipendenza estera (in particolare dal nucleare francese) e soprattutto i prezzi dell'energia elettrica, anziché essere ancorati a uno zoccolo nucleare stabile, saranno influenzati dalla volatilità dei mercati internazionali. La rinuncia al nucleare è la scommessa con cui Berlino abbandona la via vecchia della stabilità per quella nuova dell'incertezza, che, per un'economia dove l'export manifatturiero è baricentrico, non è priva di profili di rischio (e di opportunità). Ma la vera sfida, prima ancora di osservare i risultati del "cambio di paradigma", sta nel metterlo in pratica in tempi così stretti. L'Italia insegna: l'abbandono del nucleare si è abbattuto sulla nostra bilancia commerciale sempre deficitaria a causa delle importazioni nel settore energetico.
Uccide più l'atomo o la Escherichia Coli? La Commissione europea ha tolto l'allarme sui cetrioli sostenendo di non aver rilevato contaminazioni nel prodotto spagnolo, La fonte dell'infezione di Escherichia Coli entoeroemorragico Ehec, del ceppo 0104, causa della Sindrome emolitica uremica (Hus) scoppiata circa un mese fa nella città tedesca di Amburgo, non si conosce. L'infezione ha provocato finora 17 vittime, 16 in Germania e una in Svezia. La Spagna ha annunciato oggi che il suo paese chiederà i danni per il pregiudizio subito dall'agricoltura spagnola. «Non vi è il minimo indizio» di una implicazione dei prodotti spagnoli nella violenta epidemia batterica scoppiata in Germania sulla base delle analisi effettuate in Spagna, ha detto il capo del governo spagnolo Zapatero. Le autorità sanitarie della Germania hanno ammesso che la fonte di questa virulenta forma di infezione è sconosciuta e che potrebbe continuare ancora per mesi con il rischio che non si possa arrivare a comprenderne la cause. Berlino ha confermato che i casi stanno aumentando e rinnovato la raccomandazione ai cittadini di non mangiare cetrioli, lattuga e pomodori crudi, di lavarsi le mani prima di mangiare, pulire bene piatti e stoviglie. La Russia nel frattempo ha bloccato le importazionii tutti i prodotti vegetali freschi provenienti dall'Ue e il responsabile dell'Agenzia di protezione dei consumatori ha duramente criticato la legislazione sanitaria europea. Un colpo non indifferente se si pensa che la Russia assorbe un quarto dell'export europeo. Finora sono state infettate 1500 persone in otto paesi europei, ma i casi stanno aumentando. Ieri le autorità sanitarie tedesche tedesche hanno confermato 365 nuovi casi, incluse due persone negli Stati Uniti che si erano recate recentemente ad Amburgo. Di queste 100 sarebbero gravi. Secondo il direttore dell'istituto di sanità tedesco Robert Kock è impossibile sapere quanto durerà l'infezione. Forse settimane, forse mesi. Dipende da quanto il cibo infetto c'è ancora nei magazzini e se la fonte originaria del batterio killer è ancora attiva.
Giova notare che, al di là dell'attuale rischio di epidemia da Ehec 104, il ceppo più frequente di E. coli enteroemmoragico, provoca nei soli Usa circa 80.000 casi di infezione e 800 morti all'anno.
30 maggio 2011
Eugenio Caruso