Ogni legge trasgredita troppo spesso è cattiva; spetta al legislatore abolirla o emendarla.
Marguerite Yourcenar
Congresso di Barcellona - Novembre 2012
Con questa Parte IV prosegue la pubblicazione di una serie di articoli comparsi su Ecoscienza 5/2012 che illustrano, a 360 gradi, lo spirito e la sostanza delle smart city. Per gli articoli della Parte I, clicca QUI. Per gli articoli della Parte II clicca QUI. Per gli articoli della parte III clicca QUI.
13. Smart Europe individua le ancore d’innovazione
Non c’è smart city senza innovazione. Proprio per questo motivo la Provincia di Bologna ha subito accolto l’invito mosso da alcune istituzioni europee a partecipare al progetto europeo Smart Europe. Inserito nella programmazione territoriale Interreg IVC, Smart Europe si pone come obiettivo quello di individuare “ancore di innovazione” che possano trasformarsi in buone
pratiche da adottare a livello europeo e che possano avere ricadute su imprese e politiche pubbliche locali, anche per poter incrementare i posti di lavoro. Sono 13 i partner coinvolti nel progetto per un totale di 11 paesi (oltre all’Italia con la Provincia di Bologna, la Regione Veneto e Veneto Innovazione, Olanda, Francia, Inghilterra, Ungheria, Romania, Svezia, Grecia, Norvegia, Finlandia e Spagna) in un progetto che, lanciato ufficialmente proprio a Bologna il 26 gennaio 2012, vedrà il suo compimento a dicembre 2014. La Provincia di Bologna ha deciso di concentrare tutte le sue azioni sulle startup innovative e creative, considerate una leva fondamentale per rilanciare il territorio regionale così duramente colpito dalla crisi. Sostenere queste imprese con scelte “smart” sia pratiche che strategiche diventa lo strumento per rilanciare la competitività, nell’ambito di risorse regionali sempre più limitate. Il progetto Smart Europe nasce dalla constatazione che ovunque nelle regioni partner i governi e le amministrazioni locali hanno subito tagli importanti nei rispettivi bilanci e riorganizzazioni pesanti nelle loro infrastrutture di sostegno all’innovazione, oltre alla perdita di risorse umane. Strategico diventa pertanto individuare le eccellenze di un territorio: ecco il perché del focus sulle imprese creative e innovative come già suggerito anche dal recente studio “CulturaeCreatività – ricchezza per l’Emilia-Romagna”, redatto da Ervet e diffuso nell’aprile del 2012. Del resto, data la grande opportunità della Provincia di Bologna di partecipare a Smart Europe e i cambiamenti in vista per il riassetto dell’ente, il progetto è già stato interpretato in chiave “metropolitana”, inserendo gli appuntamenti centrali all’interno della programmazione del Piano strategico metropolitano di Bologna in atto. Un momento di riflessione si è svolto il 28 giugno 2012 durante “Smart Café”, un evento pensato per dar la parola a chi fa impresa per raccontare la propria esperienza a chi deve offrire servizi alle startup innovative e creative del proprio territorio. Si è trattato del primo step che ha portato alla Smart Europe - Peer Week tenutosi a Bologna la settimana dal 5 al 9 novembre 2012. In quei giorni si è entrati nella vera e propria fase operativa del progetto, con esperti e professionisti che operano nel settore dell’imprenditoria – i “peers” appunto – che hanno visitato imprese, enti pubblici e privati, associazioni di categoria, incubatori ecc. per individuare le “ancore di innovazione” del nostro territorio. Il fine ultimo di Smart Europe è quello di stilare un’analisi comparativa (peer review) tra imprese e stakeholder a livello europeo che rappresentano delle buone prassi, con l’obiettivo da un lato di migliorare le performance di business delle imprese, dall’altro di offrire suggerimenti di intervento nelle politiche pubbliche a livello provinciale e regionale. Un’iniziativa che si inserisce nel solco di un percorso già iniziato da tempo dal servizio provinciale per la creazione d’impresa “Progetti d’impresa” e a seguire da Ban Bologna, la rete locale degli investitori informali, ma soprattutto come follow up di i3smes (www.i3sme.eu), il progetto europeo conclusosi nel 2011 di cui la Provincia di Bologna è stata capofila, che ha messo in luce un centinaio di imprese innovative della regione stilando un elenco di otto hidden champions, ovvero “campioni nascosti” del territorio bolognese inseriti inun catalogo diffuso a livello europeo.
Giorgia Olivieri
14. Torino smart city l’impegno per l’ambiente
La Città di Torino, raccogliendo la sfida lanciata dalla Commissione europea con l’iniziativa Smart Cities and Communities, intende divenire una “città intelligente”, una città che, nel rispetto dell’ambiente, dovrà essere capace di produrre alta tecnologia, ridurre i consumi energetici degli edifici, promuovere trasporti puliti e migliorare in generale la qualità della vita dei suoi abitanti all’insegna delle basse emissioni di anidride carbonica.Tale progetto si pone in continuità con la sottoscrizione del Patto dei Sindaci e l’approvazione del Turin Action Plan for Energy, avvenuti nel 2010. Il Piano d’Azione prevede, con l’adozione di 51 azioni, attuate o in corso di realizzazione, una riduzione di oltre il 40% delle emissioni di CO2 entro il 2020 programmate nel periodo 2005-2020. Tra gli interventi che maggiormente contribuiranno a ridurre le emissioni di CO2 si evidenziano, tra gli altri, quelli indirizzati al patrimonio residenziale della città, con l’estensione del teleriscaldamento che al 2020 coprirà una volumetria teleriscaldata pari al 70% dell’edificato torinese, al settore industriale, che a Torino è secondo nel consumo energetico dopo il settore residenziale, alla mobilità, che con il Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile) intende ribaltare i valori percentuali tra mobilità pubblica e privata, aumentando la qualità e l’efficienza del trasporto pubblico. L’obiettivo è certamente ambizioso per Torino e la sfida si presenta ardua, ma il Piano d’azione offre un quadro chiaro e attendibile per il futuro e offre alle politiche ambientali il ruolo di arbitro delle scelte fondamentali del territorio. Per perseguire queste finalità e per cogliere le opportunità proposte dall’Unione europea, si è inteso tuttavia ridefinire anche la struttura amministrativa. Con la costituzione della Fondazione Torino Smart City per lo sviluppo sostenibile, una fondazione, completamente pubblica, in cui sono direttamente coinvolti alcuni tra i principali attori del nostro tessuto culturale, tecnico ed economico della città come il Politecnico di Torino, l’Università degli studi e la Camera di commercio, si vuole costituire un modello integrato e flessibile di finanziamento e gestione delle progettualità volte a rendere smart la nostra città.
Enzo Lavolta
15. Genova smart city, un percorso da costruire insieme
Recentemente sono stati pubblicati articoli riportanti classifiche di quale città italiana sia più smart. Se è vero che la misurazione è una componente essenziale per poter conoscere e prendere decisioni informate, per individuare i giusti indicatori è forse necessario riflettere sulla definizione della smart city. Se la Commissione europea ha per prima evidenziato l’importanza delle azioni urbane nel contesto di promozione dell’uso di fonti di energia rinnovabili, l’elaborazione sul concetto di smart city richiede un’analisi più approfondita. Il Comune di Genova ha creato l’Associazione Genova Smart City di cui fanno parte i diversi stakeholder: istituzioni, imprese – grandi e piccole – ricerca, finanza, società civile e insieme si è avviato il percorso verso la città intelligente partendo dalla definizione della propria visione: “La smart city migliora la qualità della vita attraverso lo sviluppo sostenibile basato su ricerca e tecnologia, in un processo guidato dall’ente locale di pianificazione integrata”. La smart city è un nuovo approccio, che coniuga visione e singole azioni, progetti, iniziative, in un processo di trasformazione verso la città intelligente, per fare vivere meglio le persone, sia attraverso maggiore efficienza energetica che semplificazione e organizzazione dell’intero sistema, razionalizzando uso e distribuzione di risorse verso un obiettivo comune di migliore qualità di vita. Si definiscono le griglie dei bisogni, delle strategie, delle tecnologie, dei possibili finanziamenti e si giustappongono per consentire la realizzazione di specifici progetti di mobilità sostenibile, di efficienza energetica degli edifici, di promozione dell’uso delle fonti rinnovabili, di semplificazione amministrativa, di creazione di posti di lavoro. Il Comune di Genova ha firmato protocolli di intesa con alcune imprese per concentrarsi su temi specifici, quali il porto verde, edifici storici, scolastici, ospedalieri intelligenti, uso dei cellulari per monitoraggio della mobilità, controllo e intervento sui consumi energetici, sviluppo delle smart grid, e altri ancora. Ritenendo inoltre che il processo di trasformazione debba sì partire dalle città, naturali protagoniste per dimensioni, flessibilità, sussidiarietà, ma debba poi essere esteso alle altre città, alle comunità, all’intero Paese, Genova si è fatta promotrice di SmartItaly, proponendo una carta di valori e tappe che dovrebbero venire assunti a livello nazionale per un cambiamento complessivo che sostenga il percorso italiano verso un futuro migliore.
Gloria Piaggio
16. Verso l’Italia 2.0
Smart city o, all’italiana, città intelligente. Come se la città avesse un’anima, un intelletto. Come se non ci fossero elementi distinti a comporla, ma una sola armoniosa voce. Wikipedia definisce la smart city come “performance urbana che attualmente dipende non solo sulla dotazione della città di infrastrutture materiali (capitale fisico), ma anche, e sempre più, dalla disponibilità e dalla qualità della comunicazione delle conoscenze e delle infrastrutture sociali (capitale intellettuale e sociale )” .Valorizzare e comprendere il capitale intellettuale e sociale della città smart, dando per scontato che le infrastrutture ci siano, è quindi un passaggio obbligato per creare quell’armoniosa voce di cui si parlava prima. Da queste riflessioni e dalla voglia di provare a creare qualcosa di nuovo per la “City 2.0”, un anno fa è nata l’Associazione Smartitaly. Un nome che prova a essere la sintesi del nostro obiettivo: far realizzare da giovani talenti italiani progetti che aiutino l’Italia a essere più smart, che rendano più semplice la vita delle persone. Da subito ci siamo resi conto di non poter fare tutto da soli e poco alla volta abbiamo coinvolto persone, aziende e università che operano da anni nel mondo delle tecnologie. Col tempo, i contatti iniziali e i sostenitori di Smartitaly hanno formato un network internazionale che lavora per realizzare la nostra missione. Nei laboratori di Smartitaly giovani talenti italiani lavorano su progetti concreti come l’app Firenze in bici che si basa sugli open data ufficiali del Comune di Firenze. Progetti come questo sono al servizio del cittadino 2.0, perfettamente integrabili con la nostra idea di smart city, perché stimolano la pubblica amministrazione a diventare smart governance e a sfruttare le potenzialità della rete. Per Smartitaly la città intelligente investe sui giovani talenti, li stimola a essere in prima linea nel realizzare progetti di pubblica utilità ed è un luogo dove l’intellectual capital trova espressione e possibilità. Per questo lavoriamo gomito a gomito con le più importanti università e con i più prestigiosi centri di ricerca nazionali, per sponsorizzare i giovani studenti, neolaureati che dimostrino di avere un talento e di voler contribuire al cambiamento del nostro paese. Un team di esperti italiani che lavorano fuori dall’Italia (ambasciatori di Smartitaly) sarà costantemente di stimolo per lanciare nuovi progetti e per le correzioni di rotta necessarie alla luce di quelli che saranno gli sviluppi delle tecnologie negli altri paesi. La rete di Smartitaly è infatti mondiale e con il suo sviluppo punta a favorire lo scambio di idee tra i talenti italiani e anche concrete opportunità di lavoro per quei ricercatori che desiderano rientrare in Italia. Per rendere ancora più concreta questa possibilità, Smartitaly ha deciso di coinvolgere non solo talenti, ma anche imprese. Alcune aziende non solo sostengono alcuni dei progetti di Smartitaly, ma fanno parte, con alcuni dei loro ricercatori, di comitati tecnici e di indirizzo, per guidare i giovani cervelli verso obiettivi di reale interesse anche per le imprese. Smartitaly punta a sviluppare anche soluzioni utili per le pubbliche amministrazioni. Siamo convinti che le tecnologie attualmente disponibili, possano contribuire in modo decisivo a una migliore fruizione delle città italiane da parte di cittadini e visitatori. La Pa è detentrice di una mole di informazioni, studi e ricerche che spesso non vede la luce e non porta alcun beneficio concreto ai suoi primi interlocutori: i cittadini. Siamo in un momento di cambiamento continuo e a tutti i livelli; i cittadini e le imprese vogliono servizi e informazioni, in tempo reale, in qualsiasi luogo. I nostri progetti hanno l’ambizioso obiettivo di avvicinare queste entità spesso distanti: Smartitaly aiuta la pubblica amministrazione a liberare i dati e creare servizi, aiuta il cittadino e le imprese con servizi e applicazioni per aumentare la qualità della vita e dell’impresa.
Michele Luconi
... Tratti da Ecoscienza 5/2012
2 gennaio 2013
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