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La Regione Piemonte leader nella trasparenza dei dati ambientali


La ragione è condannata a porsi degli interrogativi ai quali sa di non poter rispondere.
Immanuel Kant


Il percorso di Regione Piemonte nell’open data inizia nel 2009 con l’adozione di una prima versione di Linee guida regionali in materia di riuso dei dati pubblici, che gettano le basi per l’attuazione della politica dei dati aperti in armonia con i principi della direttiva europea. Il progetto dati.piemonte. it nasce per iniziativa della Regione e il contributo del Csi Piemonte, di Csp Innovazione nelle Ict, del Centro Nexa InternetandSocietà del Politecnico di Torino e del Consorzio Top-ix - Torino Piemonte Internet Exchange. Si ha così lo sviluppo di un processo tecnologico, organizzativo e normativo e che porta alla messa in linea da giugno 2010 del portale dei dati del Piemonte. Particolarità nell’impostazione di questo portale è l’interazione con cataloghi di metadati (asset register) della Regione, frutto di un’attività consolidata negli anni di organizzazione delle risorse informatiche, che di fatto hanno permesso una rapida identificazione delle prime risorse riusabili e la successiva alimentazione del portale. A fine 2011 erano già 180 i dataset scaricabili pubblicati.
L’evoluzione normativa
Sul piano normativo regionale, nel corso del 2011 e 2012 sono stati intrapresi ulteriori passi, con l’aggiornamento delle linee guida regionali e successivamente con l’emanazione della legge regionale n. 24 del 2011 e del provvedimento attuativo previsto dall’art. 5 della legge stessa. Con questa legge l’amministrazione regionale si vincola ad assicurare la disponibilità, la gestione, l’accesso, la trasmissione, la conservazione e la fruibilità dei dati in modalità digitale. Il provvedimento attuativo definisce le modalità con le quali il cittadino o qualunque richiedente pubblico o privato può presentare una domanda formale di rilascio di dati pubblici non ancora presenti sul portale dei dati. La richiesta formale attiva un procedimento amministrativo a cui l’ente risponde con l’erogazione del dato richiesto o la motivata giustificazione in caso contrario. L’utente che non vede accolta la propria richiesta ha la possibilità di presentare un reclamo formale.
L’evoluzione tecnologica
Parallelamente si ha l’ulteriore evoluzione tecnologica della piattaforma, che si compone oggi nella sua parte centrale di un open data service e un open data repository, alimentati dalle basi dati operazionali della Pa, e di un portale web che si interfaccia con dati e servizi per mezzo delle funzioni di ricerca. Le funzioni di ricerca conferiscono un notevole valore aggiunto, perché includono anche la ricerca federata con altri portali di dati e geo-portali. La ricerca sui portali alfanumerici federati avviene per mezzo di un comune indice tra i portali che usano la stessa piattaforma (open.data.emilia.romagna), ma anche attraverso ricerche esterne su altre piattaforme (Ckan, http://ckan. org) non integrate nell’indice federato. La federazione con il geoportale di Arpa Piemonte si basa sul principio della cooperazione applicativa fra i portali e avviene tramite la federazione dei cataloghi metadati per mezzo dei servizi Ogc Csw (Catalogue Service for the Web) : attraverso tale processo la federazione fra cataloghi diviene dinamica, consentendo di integrare fonti informative sempre aggiornate e gestite in modo distribuito (nello specifico sia geodati aperti sia geoservizi Ogc Csw). Sono presenti inoltre una sezione di dati Rfd (Resource Description Framework) che preludono a una evoluzione in ottica open linked data, e una sezione dedicata agli sviluppatori dove si possono trovare le prime Api (Application programming interface) per fruire dei dati del portale all’interno di applicazioni, in logica machine to machine.
I dati e l’espansione del progetto
La piattaforma dati.piemonte.it dal 2012 è resa disponibile a tutti gli enti pubblici del territorio che intendano aderire, per ospitare i loro dati pubblici e permetterne la gestione grazie a uno strumento di backoffice ad accesso riservato per gli enti. A oggi sono 140 gli enti che hanno aderito al progetto e 76 quelli che pubblicano dati, per un totale di 142 dataset dagli enti locali. Tra i dati di particolare rilievo segnaliamo il grafo dei trasporti della Regione Piemonte, che è stato utilizzato anche per la realizzazione di un’applicazione commerciale (http:// www.3drte.com/viabilitaPiemonte)
Il progetto oggi
Il portale conta una media di circa 1200 visite settimanali e una media di 2000 download di dati mensili. La redazione del portale interagisce regolarmente con gli utenti che contattano il portale via email, inserendo commenti o attraverso i social network, e raccoglie indicazioni sui dati richiesti dagli utenti e suggerimenti per il portale. In seguito all’adozione, a dicembre 2011, della legge regionale in materia di open data, il Piemonte è stata riconosciuta dalla Commissione europea come la Regione europea più virtuosa in tema di condivisione dei dati pubblici, un primato che può vantare insieme a realtà importanti come il Regno Unito e la Catalogna. Sono già attive alcune esperienze di riutilizzo della piattaforma dati.piemonte it: Comune di Milano, Regione Emilia- Romagna, mentre è in fase di attivazione il gemellaggio con la Regione Sicilia. Regione Piemonte è inoltre capofila nel progetto internazionale europeo Homer per l’armonizzazione dell’open data tra paesi del mediterraneo. All’interno del progetto viene promossa la piattaforma dati.piemonte.it come soluzione open data per i partner che a oggi non hanno portali open data propri e che, come previsto dal progetto, dovranno predisporne uno entro breve. Altre interazioni importanti avvengono con progetti legati all’innovazione Ict come Open Dai (www. open-dai.eu), per lo studio delle nuove tecnologie al servizio delle Pa.

Enrico Bonansea (1), Anna Cavallo (2), Marta Garabuggio (3), Saverino Reale (2), Claudia Secco (2), Gabriella Serratrice (3)

1. Arpa Piemonte 2. CSI-Piemonte, Consorzio per il sistema informativo 3. Regione Piemonte



LOGO ... Tratto da Ecoscienza 3/2013

16 ottobre 2013

Tratto da Ecoscienza

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