Dice Ecatone "Ti rivelerò un filtro d'amore senza droghe, senza erbe, senza formule. Se vuoi essere amato ama"
Seneca Letttere morali a Lucilio
La lira origina da un peso, che i romani chiamavano libbra e che equivaleva circa a 325 grammi. Ma non era una moneta vera e propria.
La trasformazione della libbra in unità del sistema monetario risale alle riforme di Carlo Magno, tra il 781 e il 794. Venne stabilito il monometallismo argenteo e istituito il denaro d’argento, come unica moneta legale. In teoria la libbra manteneva il carattere di peso, in pratica la gente, non avendo a disposizione un multiplo effettivo del denaro, trovò comodo usare la libbra come multiplo ideale di conto.
In pratica, siccome da una libbra d'argento si ottenevano 240 denari, anziché dire 240 denari si cominciò a dire: una lira (proprio da libbra). Così cominciò la storia monetaria della lira, inesistente come unità materiale ma che rappresentò l'unità di misura riconosciuta da quasi tutto l'Occidente cristiano del tempo. Le conquiste territoriali dei Carolingi fecero dell'Occidente cristiano un'unica area monetaria, distinta da quella bizantina e musulmana. I confini dell'area della lira non abbracciarono però mai tutta l'Italia: il Meridione rimase sottoposto all'influenza monetaria bizantina o araba.
Il Duecento
A metà del Duecento, nel Centro-Nord, erano sei le monete fondamentali a Nord di Roma: quelle di Venezia, di Milano, di Asti, della Savoia, di Genova e di Firenze. Alla fine del Quattrocento la lira di maggior valore era quella genovese che aveva una parità argentea di poco meno di 13 grammi di fino; la lira imperiale valeva 8,6 grammi, quella veneziana 6,2, quella fiorentina 5,7.
Il Settecento
Il Settecento fu tempo di riforme e riorganizzazione, anche in campo monetario. In quel periodo esisteva una grande varietà di monete: in ogni stato si trovavano pezzi coniati in epoche diverse, di disparati valori intrinseci e a questi si aggiungevano le monete straniere.
Nello Stato di Milano, all'epoca del Beccaria, sembra che circolassero 22 monete d'oro e 29 d'argento. Si trattava, ovunque, di stabilizzare la parità metallica della moneta. Nel pieno dell'ondata rivoluzionaria francese, il 7 aprile 1795, una legge stabilì che l'unità monetaria avrebbe preso il nome di franco al posto di quello di lira usato fino ad allora. La nuova Francia aveva dunque un nuovo sistema monetario.
La lira napoleonica
Il predominio economico e culturale francese in Italia durante il periodo napoleonico ebbe ricadute anche in campo monetario. Napoleone ordinò il 21 marzo 1806 che la moneta del regno d'Italia, pur conservando il nome di lira, fosse la replica del franco: una moneta che sul diritto recava l'anno di emissione e la legenda "Napoleone imperatore e re” e sul rovescio lo stemma del regno e l'indicazione del valore nominale. Questa fu la prima moneta coniata che portò l'indicazione di lira italiana.
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