In nessun paese avanzato asset industriali restano per anni sotto il pieno controllo della magistratura. Il tema e` stato seccamente posto da Giorgio Squinzi, all’ultima assemblea annuale di Confindustria. Poiche´ l’Italia ha tra i suoi numerosi nervi scoperti quello della legalita`, i piu` hanno finto di non sentire. Ma e` un errore di ipocrisia. Il tema andrebbe invece affrontato. Seriamente. Non e` solo una questione di principio, visto che per dato di fatto i magistrati non hanno la competenza adeguata per giudicare piani aziendali, esaminati invece da periti delle Procure "attenti", come ogni perito di parte, ai fini del committente. Basta esaminare tre casi eclatanti in corso da anni, per capire che il problema esiste. Parmalat, Ilva e Unipol-Sai.
In Parmalat, societa` quotata e dal luglio 2011 controllata dalla multinazionale francese Lactalis, solo il 26 maggio la Corte d’Appello di Bologna ha posto fine a un anno e mezzo di reiterate pronunzie della Procura di Parma volte alla revoca del cda e del consiglio sindacale, a seguito delle indagini civili e penali per l’acquisto di Lactalis America nel 2012. I procedimenti civili sono ora estinti, quelli penali no. A fine 2013 il cda si e` dimesso, ad aprile in assemblea ne e` stato eletto uno nuovo. Ma nell’anno e mezzo di scontro giudiziario nessun peso sembravano avere i risultati che Parmalat accumulava: nuove acquisizioni in Australia e Brasile, 24 prodotti nuovi nei 31 paesi in cui il gruppo opera, crescita del fatturato a parita` di perimetro dai 4,4 miliardi del 2011 ai 5,7 nel 2013, aumento del margine operativo lordo da 374 a 493 milioni.
Per l’Ilva, a luglio saranno due anni dall’arresto dei Riva. Da allora, una sfilza di provvedimenti giudiziari e molti divergenti nel merito, due decreti ad hoc dei governi Monti e Letta. Ma siamo al punto che il commissario straordinario Enrico Bondi ha un piano industriale che non convince ne´ i privati ne´ il pubblico, visto che il premier Matteo Renzi ha detto "cosi` non va", promettendo novita` a breve. La sopravvivenza delle produzioni e` piu` che mai in gioco, le bonifiche e i relativi capitali ancora da vedersi.
Per le indagini aperte dalla Procura di Milano sui concambi tra Unipol e Fonsai, e` stato il senatore pd Massimo Mucchetti, di certo non sospettabile di pregiudizi avversi ai pm e favorevoli alla Consob di Giuseppe Vegas, a scrivere su Repubblica tutti i suoi dubbi, sul fatto che il magistrato possa far sicura questione di diritto partendo da opinabili valutazioni sulle analisi quantitative dei prezzi. Servirebbero interventi di legge. Volti a porre argini a una deriva cominciata con la legge 231 del 2011, che estende all’impresa, ai suoi manager e controllanti responsabilita` amministrative e penali per reati compiuti da dipendenti. E che poi via via, con ordinanze e decreti ad hoc sui singoli casi aziendali, ha esteso le facolta` della magistratura di nominare commissarigiudizialiche diventano capiazienda, e di inibire cda regolarmente nominati. La magistratura deve fare il suo dovere, non sostituirsi a proprieta` e manager. Oscar Giannino
Da panorama.it
20 giugno 2014
Tratto da panorama.it