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Una navetta aggancia la cometa 67P.

Non cedere ai mali ma affrontali con audacia.
Virgilio, Eneide

Montagne, massi alti fino a trenta metri, scarpate ripide e crateri. Si presenta così la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko raggiunta dalla sonda europea Rosetta. Per i ricercatori che le stanno analizzando, sono immagini «straordinarie,incredibili e quasi inaspettate». Rosetta è arrivata alla meta, intorno alla cometa 67P distante dalla Terra 405 milioni di chilometri. La sonda dell’Esa ha compiuto un lunghissimo viaggio essendo partita dieci anni fa con un vettore Ariane-5 dalla Guyana francese percorrendo 6,4 miliardi di chilometri. «È il primo veicolo spaziale costruito dall’uomo a entrare in orbita attorno a una cometa», sottolinea con legittimo orgoglio Jean-Jacques Dordain, direttore generale dell’Esa europea.

In prossimità dell’arrivo già si prospettavano due sorprese. La prima riguardava la forma stranissima e inusitata, due corpi così evidenti che hanno fatto persino supporre a qualcuno che l’astro sia la fusione di due comete. La seconda riguarda la temperatura misurata nei giorni scorsi che è di settanta gradi sotto zero, più alta di circa 20-30 gradi del previsto. Questo è già un primo risultato scientifico. «Il dato è importante», precisa Fabrizio Capaccioni dell’Inaf e responsabile dello strumento Virdis che ha compiuto il rilievo, «perché significa che la superficie è polverosa in quanto riflette maggior radiazione solare. Ma ciò non esclude che vi siano alcune zone ghiacciate».
A partire da oggi e per le prossime sei settimane dal centro di contro di Darmstadt sotto la guida di Paolo Ferri, responsabile delle operazioni, e di Andrea Accomazzo, direttore di volo di Rosetta, sarà comandata una complicata serie di manovre orbitali che la porteranno a quote di cento e poi 50 chilometri d’altezza con l’obiettivo di arrivare a 30 chilometri dalla superficie. Così si assicurerà la corretta posizione della sonda intorno all’astro consentendo le attività di osservazione previste con i dieci strumenti di cui è dotata, prima di arrivare al momento più critico della spedizione programmato in novembre.
Allora dalla sonda si staccherà il piccolo modulo Philae che si poserà sul nucleo della cometa per effettuare una trivellazione. Saranno questi i momenti più difficili. Intanto perché la strana forma del corpo celeste rende più complicate le manovre e poi perché bisognerà stabilire il punto migliore per lo sbarco. Da ricordare che un segnale della sonda per arrivare alla Terra impiega 22 minuti e 29 secondi e quindi tutto deve essere attentamente pre-programmato. «L’incontro cometario», ricorda Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), «è importante per la storia dell’esplorazione dell’universo perché ci aspettiamo molte informazioni sulla formazione del nostro sistema solare. La sonda Rosetta rappresenta uno dei molti fronti di impegno per l’Asi in campo internazionale ed europeo: a questa missione, una delle Cornerstone del programma Horizon 2000+ dell’Esa, l’Asi partecipa fornendo all’Orbiter Rosetta due strumenti a guida scientifica italiana e un sostanziale contributo a un terzo, a guida tedesca. Inoltre l’Asi con l’agenzia tedesca Dlr, quella francese Cnes e altri partner europei, hanno progettato e realizzato Philae, il lander che atterrerà sulla cometa; un’impresa mai tentata prima».
Allora la protagonista sarà la trivella progettata al Politecnico di Milano sotto la guida di Amalia Finzi e realizzata sempre a Milano da Selex Es. Si tratta di un gioiello dell’ingegneria che con i suoi sensori rivelerà il cuore dell’astro con la coda a lungo inseguito.
Giovanni Caprara

LOGO ..... Tratto da corriere.it - 9 agosto 2014

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