Il più solido piacere di questa vita è il piacere vano delle illusioni.
Leopardi. Operette morali
Sviluppo dell'agrindustria, progetti per ridurre la povertà. E un forte interesse anche per le opportunità di crescita nel settore dell'energia e delle infrastrutture. Italia e Mozambico puntano al settore dell'industria agricola attraverso progetti di interfiliera e a contrastare la povertà nelle zone mono sviluppate del Paese africano. Obiettivi al centro del memorandum siglato, nel mese di marzo, dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, con Cpi, Centro di promozione investimenti Mozambico, Cta, Confederazione delle imprese mozambicane, Ipeme, Istituto per le pmi mozambicane, e Igepe, Istituto per la gestione delle partecipazioni dello Stato. L'intesa è arrivata al termine del Business Forum Italia Africa e della country presentation dedicata proprio al Mozambico nella sede di Confindustria a Roma. Un evento cui hanno partecipato 200 partecipanti tra aziende, associazioni, banche e istituzioni. «In Africa - ha detto il vice ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda - è in corso un enorme processo di sviluppo e diversificazione economica con previsione di crescita dei consumi che oggi impongono alle nostre imprese di posizionarsi su alcuni mercati dell'area».
L'Africa sta cambiando, crescono i consumi pro capite e l'urbanizzazione ed alcuni Paesi stanno compiendo passi importanti anche nel settore manifatturiero. Per questo l'Italia, ha sottolineato Calenda, «si pone come partner ideale grazie alla forza del nostro export, dai beni di consumo a quelli strumentali, e all'esperienza maturata in Africa dalle nostre imprese nel settore delle infrastrutture». Per promuovere gli scambi e gli investimenti in questa regione ha annunciato il vice ministro «abbiamo varato insieme al ministro degli Affari esteri un Piano Africa, la cui prima iniziativa è stata una missione imprenditoriale del sistema Italia in Mozambico, realizzata nel mese di maggio».
Nonostante un tasso di sviluppo che negli ultimi anni ha sfiorato il 10% e le recenti scoperte di nuovi giacimenti di gas, il Mozambico resta uno dei paesi più poveri del continente. Secondo i dati della Banca Mondiale ben 11 nazioni africane figurano nella lista dei primi 20 paesi per tassi di crescita previsti tra il 2013 ed il 2015. Tra queste il Mozambico offre interessanti opportunità, soprattutto nei settori dell'agroindustria, delle infrastrutture e dell'energia. E proprio su questi temi si è concentrata la missione di Renzi nel paese africano.
Cosa è andato a fare il premier in Mozambico? In sostanza si tratta di energia. Dietro la dichiarazione di rito «Italia e Mozambico sono legati da pace, investimenti e cooperazione» del presidente del Consiglio a Maputo, alla fine di un incontro con il presidente mozambicano, Armando Guebuza, c' è la dichiarazione dell'amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, che ha accompagnato Renzi assieme a un gruppo di imprenditori, e che traccia un nuovo futuro forse meno dipendente dai nostri tradizionali partner. «In Mozambico - ha detto Descalzi - l'Eni ha fatto la più importante scoperta di gas della sua storia: 2.400 miliardi di metri cubi di gas che consentirebbero di soddisfare il bisogno degli italiani per trent'anni. Per questo siamo capofila in una joint venture insieme al gruppo Anadarco per sviluppare giacimenti e valorizzare il gas trovato». La dichiarazione di Descalzi spiega il senso dell'investimento di 50 miliardi di dollari in sei anni annunciato da Renzi che l'Eni farà nel Paese dell'Africa subsahariana. Descalzi spiega anche che gli investimenti sono legati all'approvazione di una legge varata dal governo in attesa di via libera dal Parlamento. «Se va in porto l'operazione - ha confermato Renzi - avremo gas sufficiente per i prossimi 30-40 anni». «Stiamo gettando le condizioni per il futuro dei nostri figli. Queste sono cose alle quali bisogna pensare per tempo», ha aggiunto il premier.
Lo sviluppo economico dei paesi Africani, ha spiegato il presidente del comitato tecnico di internazionalizzazione di Confindustria, Paolo Zegna, «verrà trainato dalle risorse naturali largamente presenti, che avranno però necessità, per essere sfruttate a pieno, di infrastrutture collegate. Un approccio interfiliera può fornire un valore aggiunto sostenibile e duraturo. In questa logica, sul Mozambico, Confindustria - ha concluso Zegna - sta lavorando per la promozione di progetti di sviluppo del settore agricolo, nell'ottica di offrire al Governo locale iniziative che prevedano un trade off tra i redditi derivanti dalle scoperte di gas e lo sviluppo di un settore che occupa l'81% della popolazione».
Il Mozambico è uno Stato dell'Africa Orientale. Ha una popolazione di circa 24,6 milioni di abitanti e una superficie di 801 590 km². La capitale è Maputo. Il Mozambico è un'ex-colonia portoghese, indipendente dal 1975. Confina a nord con la Tanzania, il Malawi e lo Zambia, a est con il Canale di Mozambico (che lo divide dal Madagascar), a sud con il Sudafrica e a ovest con lo Zimbabwe e lo Swaziland. Il Mozambico è un paese in via di sviluppo e circa la metà della popolazione vive in povertà assoluta. Nel 1990 iniziarono a Roma le trattative di pace con la mediazione della Comunità di Sant'Egidio e del governo italiano. Nel 1992 FRELIMO (filosovietico) e RENAMO (filooccidentale) firmarono gli accordi di pace di Roma, definendo congiuntamente una nuova costituzione di stampo multi-partitico. Nelle elezioni libere tenute negli anni successivi, il FRELIMO si confermò sempre primo partito. Passata l'epoca della Guerra fredda, tuttavia, il FRELIMO ha ribaltato completamente la propria linea politica in senso decisamente liberale. In politica estera ha intessuto solide alleanze con Stati Uniti, Gran Bretagna e Portogallo. Nel 1995 il paese ha spontaneamente deciso di entrare nel Commonwealth. Il Mozambico è il primo paese non facente parte dell'Impero Britannico che accede a questa organizzazione. Il paese ha sempre avuto buoni rapporti con l'Italia.
26 agosto 2014
Eugenio Caruso
Tratto da