Chi non si ritiene felice non è felice
Seneca, Lettere a Lucilio.
«Diciotto miliardi di tasse in meno. La più grande riduzione mai fatta da un governo in un anno». Questo l’annuncio del premier, Matteo Renzi, al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato la legge di stabilità. «Abbassare le tasse non è di sinistra né di destra, ma da persone normali perché si era arrivati a un livello pazzesco» ha aggiunto Renzi. Una manovra da 36 miliardi di euro, 6 miliardi in più rispetto ai 30 annunciati, coperta con 15 miliardi di spending review, 11,5 miliardi di spazio sul deficit, 3,6 miliardi di tassazione delle rendite finanziarie, 3,8 miliardi dalla lotta all’evasione, 600 milioni dalla banda larga e 1 miliardo dalle slot machine. E con «18 miliardi di tasse in meno» appunto, come ha spiegato il premier. Confermati il trasferimento del Tfr in busta paga per chi lo vorrà, il bonus da 80 euro (che diventa stabile) per rilanciare i consumi, e l'intervento sull'Irap (da cui viene cancellata la componente lavoro). Nella manovra pure gli incentivi per chi vuole assumere a tempo indeterminato, che non dovrà pagare per i primi tre anni i contributi. E il premier si è rivolto direttamente agli imprenditori: «Tolgo l’articolo 18, i contributi e la componente lavoro dall’Irap. Cosa vuoi di più. Per chi vuole assumere verranno meno tutti gli alibi» ha detto Renzi. Illustrando la legge di stabilità il premier ha aggiunto: «Passeremo dal 2,2 al 2,9 per cento di rapporto deficit/Pil. Renzi ha quindi spiegato: «Nella lettera alla commissione noi pensiamo che per l’Italia valgano la duplice categoria delle circostanze straordinarie: riforme strutturali e situazione economia. La situazione è evidente, abbiamo inserito un aggiustamento strutturale ma siamo comunque disposti a dialogare con la commissione di oggi e domani». Poi ha assicurato:«Noi siamo dentro il rispetto delle regole europee per come la Ue le ha spiegate». Secondo il Wall Street Journal però la manovra del governo «potrebbe portare l’Italia, assieme alla Francia, in rotta di collisione con i vertici dell’Unione europea». Gli 80 euro diventano stabili ma `cambiano pelle´, diventando una detrazione, non più un bonus aggiuntivo (quindi una minore entrata, non una maggiore uscita in linea con la Ue). Non cambia invece la platea. «Per il bonus 80 euro sono 9,5 miliardi. Speravo fossero 10 ma sono comunque la conferma sistematica del bonus alla faccia di tutti quelli che hanno detto che non ce la facciamo» le parole di Renzi dopo il Cdm.
Intervento anche sull’Irap da cui sarà eliminata per sempre, a partire dal 2015, la componente lavoro (per 5 miliardi), che si aggiunge al taglio del 10% già operato nel 2014. Nella legge di stabilità ci sono «100 milioni di euro a garanzia» dell’anticipo del trattamento di fine rapporto «per chi vorrà averlo in busta paga» ha detto Renzi. Le banche che anticiperanno alle imprese le risorse per pagare il Tfr in busta paga avranno la stessa remunerazione che oggi viene garantita al Tfr in azienda (1,5% piu’ lo 0,75% del tasso d’inflazione). Il meccanismo prevede che, di fronte alla richiesta del dipendente, l’impresa si faccia certificare dall’Inps il diritto alla prestazione. La certificazione trasmessa alla banca porta all’erogazione del finanziamento. Alla scadenza del finanziamento, in caso di mancata restituzione delle somme da parte dell’azienda, la banca si rivolge all’Inps per recuperare le spettanze. Sull’apposito fondo di garanzia Inps ci sarà la controgaranzia dello Stato. Questo consente anche alle banche di non avere un problema con le regole di Basilea. La presenza della garanzia pubblica evita un fardello patrimoniale per i finanziamenti legati al Tfr in busta paga. Il provvedimento, previo decreto attuativo e successivo protocollo tra ministeri competenti e Abi, dovrebbe essere operativo a metà 2015 con effetto retroattivo dall’inizio dell’anno. In ogni caso, fanno sapere all'Abi, sta alle banche decidere se partecipare, visto che non è prevista un'obbligatorietà anche se fra gli istituti di credito c'è l'opinione che il provvedimento possa contribuire a ravvivare la domanda, attualmente molto scarsa. Ora la parola passa ai tecnici che dovranno definire nei dettagli la convenzione. Le imprese che assumono potranno godere anche dello sgravio sui contributi a loro carico, azzerati per tre anni sui neoassunti. Misura per cui saranno stanziati quasi due miliardi. E il premier Renzi in conferenza stampa si rivolge agli imprenditori e dice: «Che volete di più. Per chi vuole assumere verranno meno tutti gli alibi». Per sostenere i nuovi ammortizzatori sociali previsti dal Jobs Act il governo stanzia 1,5 miliardi aggiuntivi. Alle famiglie sconti per 500 milioni. Per sostenere quelle con figli arriva un sostegno fino al terzo anno di età. Per i nuclei numerosi prevista anche l’esenzione dei ticket, con la riforma che sarà pronta entro fine anno. Nella legge di stabilità anche 800 milioni per le partite Iva che hanno un reddito basso. «Chi ha come partita Iva un basso livello di reddito avrà un regime forfettario - ha spiegato Renzi - Intendiamo quelle che stanno sotto i 15 mila euro. Abbiamo stanziato 800 milioni per le partite Iva, per avere un’agevolazione che interessa 900 mila italiani». Dalla lotta all’evasione arriveranno 3,8 miliardi, una cifra «prudenziale» ha detto Renzi secondo il quale «la lotta contro l’evasione non si fa fermando i clienti che escono dai negozi, ma incrociando le banche dati». Per farlo cambiano verso i controlli fiscali, con l'obiettivo di aiutare il contribuente all'auto-correzione e concentrare il contrasto su frodi e contribuenti meno collaborativi. Di fatto l'Agenzia delle Entrate mette a disposizione nuovi flussi di dati per aiutare il contribuente ad assolvere correttamente «a monte» i suoi obblighi fiscali e consentirgli, eventualmente, una volta presentata la dichiarazione, anche di correggere in autonomia la propria posizione. Il ravvedimento operoso, che attualmente prevede la riduzione delle sanzioni a 1/8 del minimo solo entro un anno, allarga le sue porte fino a coprire i termini dell'accertamento con sanzioni minime via via rimodulate in funzione dei tempi con cui il cittadino sana l'errore. Sanzioni ancora più ridotte se la regolarizzazione, anche sui versamenti, avviene entro 90 giorni. Con la manovra arriva un aggravio da 1,2 miliardi per fondi pensione e fondazioni che si aggiungono ai 2,4 di aumento di tassazione delle rendite dell’anno scorso. Mezzo miliardo di risorse invece per il credito d’imposta sugli investimenti in ricerca e sviluppo. Per le imprese possibile anche il ‘patent box’, ovvero un meccanismo di sostegno ai brevetti, con agevolazioni sui guadagni. Nel menù della legge di stabilità anche 1 miliardo per la stabilizzazione di 149 mila precari. Il comparto darà molto in cambio, in chiave di spending review (sicuri 140 milioni che arriveranno dalla riforma delle commissioni per gli esami di maturità, composte solo da insegnanti interni). Dei 36 miliardi della manovra 2015, come detto, la metà è rappresentata da tagli di tasse. «Abbassare le tasse - ha detto Renzi durante la conferenza stampa - potremmo dire che è di sinistra, ma lascerei stare che poi ne dobbiamo parlare con Angelino (Alfano, ndr). «Mentre altrove la riduzione è ad appannaggio di alcune forze politiche, in Italia non è di sinistra né di destra, ma da persone normali perché si era arrivati a un livello pazzesco». Inoltre, ha aggiunto il premier: «le Regioni hanno tranquillamente lo spazio per abbassare le tasse, se vogliono».
Da www,corriere.it
COMMENTO DI IMPRESA OGGI
La legge di stabilità proposta da Renzi sembra buona. Occorre però fare alcune considerazioni. Come si comporterà la sinistra Pd? In fase di decreti attuativi cosa scriverà "la manina invisibile" che interviene immancabilmente per salvaguardare gli interessi di questi o di quelli? Perchè non si è tenuto conto dei suggerimenti di Cottarelli che prevedeva il taglio dei comuni al di sotto dei 15.000 abitanti? Perchè non si è tenuto conto dei suggerimenti di tutti i consulenti del governo di portare da 8.000 a 1.000 le municipalizzate, zeppe di politici di tutti i partiti? Renzi dovrà combattere su tre fronti: l'alta burocrazia della PA, il potere di quelle migliaia di politici inchiavardati sulle poltrone di comuni e municipalizzate, i burocrati dell'Ue. Se non lo farà sarà un altro politico "stile Dc/Pci" e allora saranno guai grossi per il Paese.
16 ottobre 2014
Tratto da www.corriere.it