Come aveva previsto Siegel le affermazioni trionfalistiche della fine degli anni ’90 avevano creato illusioni infondate; molte aziende, specialmente tra le piccole e medie imprese, vista l’inefficacia dei propri investimenti avevano abbandonato il sito, trascurando di aggiornarlo e di migliorarlo, rimediandone spesso un danno di immagine.
Un atteggiamento mentale che ha portato ad approcci ad Internet sbagliati è stato quello di considerare la Rete come sito-centrica. L’opinione più diffusa era che si dovesse avere un sito web e poi si dovesse pensare ad offrire un servizio grazie al sito. È vero esattamente il contrario. Occorre, infatti, avere prima una strategia chiara, valutare, poi, quali strumenti della comunicazione possono essere messi a disposizione di quella strategia e dopo aver definito obiettivi e metodi, impostare contenuti e struttura di un eventuale sito web. Questa è la prassi che sta alla base di tutte le attività dell’impresa e non si comprende perché con Internet si debbano fare eccezioni.
È importante, comunque, sottolineare che se molte imprese hanno dovuto rivedere le proprie opinioni ed il proprio approccio alla Rete non c’è mai stata una vera crisi di Internet, si sono alternati momenti di euforia a momenti di ripensamento ma, da almeno dieci anni Internet ha continuato a crescere e a moltiplicarsi.
Alcune estrapolazioni che prevedevano crescite esponenziali di Internet non hanno trovato riscontro, ma se si analizza la curva degli Host (4) Internet nel mondo dal 1990 ad oggi, si vede che l’andamento è quello di una crescita veloce e continua.
Se un imprenditore vuole confrontarsi con Internet, il mio suggerimento è seguire il detto latino festina lente (5) , affrettati lentamente; infatti i tempi, in Internet, possono essere più o meno lunghi in funzione del cosa fare, ma essi sono comunque determinati da un fattore dominante: il comportamento umano.
Giova notare che Internet cresce bene in Italia: i navigatori che si connettono almeno una volta al mese stanno per raggiungere quota 20 milioni (con un incremento mensile del 2%). Fra le applicazioni più gettonate spiccano quelle di messaggeria istantanea come Skype e MSN Messenger e naturalmente quelle per la condivisione di file, cioè per scaricare musica e film. Secondo Nielsen/NetRatings la maggior parte degli utenti ha raggiunto quasi una frequenza giornaliera di navigazione sul web (29 sessioni/mese) e il tempo trascorso in rete cresce mediamente di 80 minuti ogni 30 giorni e di quasi 4 ore rispetto a un anno fa. Il 77% (14 milioni) degli internauti che si collega da casa ha ormai una connessione a banda larga (adsl) e trascorre in media 29 ore al mese sul web.
D’altra parte la presenza nel web sta diventando sempre più strategica per le imprese, perché negli ultimi dieci anni il modello stesso di impresa è cambiato.
L'impresa, infatti, non è più un'isola, ma è inserita nella rete delle relazioni che la legano con i clienti, con i fornitori, con i consulenti, con le aziende alleate, con gli attori del territorio.
La partecipazione ad una rete esprime la capacità di un'impresa, specie se PMI, sia di utilizzare le proprie relazioni per accedere ad una maggiore varietà di risorse tecnologiche e di mercato, che da sola non sarebbe in grado di raggiungere, sia di migliorare, quindi, il proprio vantaggio competitivo.
2. Che cosa è Internet
Molti pensano che ciò che, comunemente chiamiamo Internet o Rete sia qualcosa fatta di macchine, di connessioni, di software, di protocolli.
Non è esatto, la Rete è fondamentalmente fatta di persone e di relazioni tra le persone. Essa poggia, infatti, su una base di conoscenze che ha radici antiche e che si fonda sulla comunicazione tra le persone.
I modelli di rete cui siamo abituati a pensare sono totalmente centralizzati (tutto passa per un punto) o parzialmente decentralizzati (tutto passa per una serie di nodi); Internet, invece, è una rete distribuita in cui ciascun nodo può collegarsi con qualsiasi altro nodo scegliendo il percorso più opportuno.
Se invece di pensare ad una rete costituita da “nodi tecnologici” immaginiamo che in ciascuno di essi vi sia una persona, ecco spiegato perché possiamo assimilare Internet ad un “sistema biologico”; infatti lavorare con la Rete richiede più competenze di comunicazione che di informatica o di elettronica.
Ogni persona in Rete è davanti ad uno schermo ma Internet non ha nulla a che vedere con la televisione. In tabella sono indicate le caratteristiche di stampa, televisione e Internet.
Stampa |
Televisione |
Internet |
Testo e immagini |
Immagini, suoni, movimenti |
Testo, immagini, suoni, movimenti |
Momento di fruizione soggettivo |
Momento di fruizione obbligato |
Momento di fruizione soggettivo |
Lettura attiva |
Ricezione passiva |
Ricerca e fruizione attive |
Buona possibilità di approfondimento |
Scarsa possibilità di approfondimento |
Molto ampia possibilità di approfondimento |
Tempo di fruizione illimitato |
Tempo di fruizione limitato |
Tempo di fruizione illimitato |
Possibilità di recuperare le informazioni |
Impossibilità di recuperare le informazioni |
Possibilità di recuperare le informazioni senza limiti di tempo |
Fruizione individuale |
Fruizione individuale o collettiva |
Fruizione individuale |
Facile conservabilità |
Difficile conservabilità |
Facile conservabilità |
Si può notare che Internet è più vicino alla stampa che alla televisione, con una differenza importante, la maggiore possibilità di approfondimenti e di gestione da parte dell’utente. Inoltre vi sono due caratteristiche che rendono Internet diversa: l’interattività e la struttura ipertestuale.
L’interattività nasce dalla presenza delle persone nei nodi, l’ipertestualità nasce dalla particolare organizzazione delle informazioni.
- In ogni attività dell’impresa, ma ancor più nel caso della Rete, è fondamentale sviluppare relazioni e stabilire rapporti di fiducia che durino e crescano nel tempo. Le persone che usano Internet tendono ad essere esigenti e impazienti; non ricevono passivamente un’informazione ma sono loro stessi che la cercano. Si sentono pertanto in diritto di ricevere un servizio che giustifichi il loro investimento in tempo ed impegno. Si aspettano quella chiarezza e completezza dell’informazione che se ben gestita consente di creare valore e fidelizzazione. Se un’impresa decide di “andare in Internet” senza offrire servizi che siano di reale e verificata utilità (e che siano percepiti come tali) occorre chiedersi per quale motivo quell’impresa debba essere il Rete. La Rete è fondamentalmente un tessuto di relazioni. Pertanto, o vengono create, coltivate, sviluppate relazioni umane di reale utilità e significato, o è inutile essere on-line. La grande utilità della Rete sta nella possibilità di servirsene per coltivare relazioni. Occorre imparare a gestire rapporti diretti con interlocutori attivi ed esigenti, basati su una progressiva costruzione di reciproca conoscenza e fiducia.
- La seconda precipua caratteristica di Internet è l’ipertesto; esso, in realtà, nasce prima di Internet, ma è con Internet che trova la possibilità di sviluppare tutta la sua potenzialità (6) . La struttura ipertestuale permette di accedere ad un’ampiezza potenzialmente infinita di informazioni e di documentazioni; è come se le informazioni fossero archiviate in un enorme “magazzino” posto su n livelli. Ma la caratteristica di Internet è che esse possono essere raggiunte dal “navigatore” in modo semplice e diretto (7). I cosiddetti link permettono, infatti, di collegare i contenuti, passando da un piano all’altro del “magazzino” in base a nessi e analogie rilevanti (8). L’ipertesto riflette, in modo esemplare, sia il nostro modo di pensare, sia il modo in cui funziona il cervello umano, esso è pertanto lo strumento più naturale per raccogliere ed esplorare le informazioni.
(4) Gli host sono i server tramite i quali è possibile collegarsi con Internet.
(5) Logo usato dal primo editore italiano, il veneziano Aldo Manuzio.
(6) Negli anni settanta molte Università e centri di ricerca industriali avviarono programmi di auto-istruzione basandosi sulla tecnologia dell’ipertesto ed io stesso ne diressi uno in Italia. Quei tentativi fallirono per due motivi, per la complessità del software e per l’avanzare di Internet che nel 1993, con il primo rudimentale browser, Mosaic (prima per Unix e poi per Macintosh) già mostrava le sue potenzialità per la navigazione in modalità www.
(7) Il www (world wide web) poggia proprio su una struttura ipertestuale.
(8) Ad esempio Shakespeare, Giulietta e Romeo, Verona, Arena, Roma., oppure, energie rinnovabili, pannelli fotovoltaici, celle, silicio, quarzo.