2.1 Internet e la giurisprudenza
Un aspetto che interessa mondo del lavoro e giurisprudenza è quello della navigazione in Internet, da parte di dipendenti, durante l’orario di lavoro.
Molti giudici, in Europa e in Usa, si sono pronunciati sull’argomento e, facendo una sintesi dei vari procedimenti conclusi, si possono affermare i seguenti principi (9).
- Se consultare i siti Internet non si traduce in una vera e propria violazione dei doveri fondamentali che fanno capo ai lavoratori, come diligenza, obbedienza, fedeltà, non vi può essere motivo di giusta causa per un licenziamento. In tal senso si sono pronunciati molti giudici.
- Consultare, per brevi periodi, i siti Internet, durante l’orario di lavoro, è equiparato alla telefonata personale, alla lettura veloce del giornale, alla pausa per il caffè.
- Se il datore di lavoro ritiene che questa prassi danneggi l’impresa può ricorrere tutt’al più ad un rimprovero.
- Al lavoratore è riconosciuto il diritto di accedere ad Internet per motivi di formazione professionale nell’ambito del proprio lavoro.
- Se il lavoratore passa ore navigando in Internet, per motivi personali e trascurando, in modo significativo, il proprio lavoro, incorre in una trasgressione abituale e sistematica ai doveri d’ufficio, trasgressione che può giustificare un licenziamento. Fortunatamente i casi sono veramente pochi.
- Un lavoratore può essere licenziato se accede ad Internet commettendo reati penali: ad esempio, con la consultazione di siti pedopornografici o l’effettuazione di truffe telematiche.
3. Come sviluppare un progetto su Internet
L’ingresso di un’impresa nel mondo di Internet non può certamente essere definito con “un progetto standard” perché deve basarsi su un’analisi specifica, caso per caso. Una metodologia di massima può, peraltro, essere raccomandata.
Innanzitutto occorre identificare i vari fattori del sistema delle relazioni dell’impresa che possono essere migliorati con una più efficace gestione della Comunicazione.
Come per ogni altra attività imprenditoriale dopo la strategia va sviluppato un progetto; questo deve prevedere l’analisi dettagliata dei vari fattori della comunicazione con particolare attenzione ai loro valori, come il potere di relazionare e la capacità di creare comunità. In genere si possono individuare e sfruttare le sinergie tra i vari fattori ed ottenere effetti di moltiplicazione notevoli.
Solo a questo punto del processo diventa rilevante pensare ad un sito web la cui impostazione sarà tanto più precisa quanto meglio sono definite la strategia e il progetto.
La mia esperienza è piuttosto negativa sulla capacità dell’impresa di muoversi secondo questi passi. Spesso prevale “l’intuito o il buon senso” dell’imprenditore e molte buone iniziative non vengono sfruttate al meglio per la mancanza di una strategia che sia in grado di cogliere al meglio le opportunità.
Uno degli errori più diffusi è pensare che sia necessario raggiungere rapidamente “grandi numeri” e che siano perciò necessari forti investimenti iniziali.
Nulla di più errato. La soluzione più efficace è realizzare un progetto per fasi, capace di funzionare con un investimento iniziale relativamente modesto, ma per il quale siano già previste le adeguate risorse per poter avere continuità nello sviluppo e poter gestirne la crescita, man mano che i risultati ne scandiscano tempi e dimensioni. L’esperienza dimostra che, spesso, non è premiata la capacità di arrivare primi perché l’ansia di anticipare i tempi richiede di avventurarsi in terreni non sufficientemente esplorati, con il rischio di cadere in trappole inattese.
Un altro errore frequente e molto pericoloso è investire troppo e troppo presto nelle risorse tecniche. La qualità e la quantità di tecnologia deve essere la minima indispensabile per gestire la fase iniziale del progetto. Un eventuale successivo accrescimento delle competenze tecnologiche, basato sull’esperienza e sulla sperimentazione, non solo costerà meno ma sarà più efficace e più adatto alle reali esigenze.
3.1 Struttura di un sito Internet
Se un’impresa decide di avere un sito web deve concentrarsi su tre obiettivi fondamentali.
- La qualità.
- La funzionalità.
- L’organizzazione dei contenuti.
Mantenendo come pietre miliari i tre succitati principi il sito dovrà essere costruito seguendo una serie di norme, che, peraltro, nella maggioranza dei casi sono disattese.
- La funzionalità e la chiarezza sono di gran lunga più importanti dell’estetica. Un sito non è una vetrina che deve attrarre con le sue luci e le sue seduzioni. Chi lo guarda è già lì, lo già scelto intenzionalmente e non vuole perdere tempo.
- Le animazioni, le grafiche ingombranti, i loghi roteanti, i roll-over (10) , possono essere attraenti ma è meglio evitarli. Ciò che non è funzionale è inutile e fastidioso per il navigatore che cerca soluzioni, informazioni o servizi.
- Organizzare un’architettura ipertestuale non è facile e può diventare un pozzo senza fondo. Occorre farlo mettendosi dal punto di vista del navigatore.
- La mancanza, la scarsità o l’incompletezza dei contenuti, se è tollerabile sulla carta stampata non è accettata on line.
- Un sito web non è mai finito; occorrono aggiornamenti e continue verifiche della sua funzionalità e della sua “usabilità”.
- La gestione dei sistemi automatici di risposta è da evitare, meglio l’intervento umano.
- Un buon sito è un posto in cui ci si orienta facilmente, ci si muove a proprio agio, e, principalmente, si trova quello che si sta cercando.
Una norma di carattere generale che vale per ogni tecnologia vale anche per la Rete. Le tecnologie che funzionano sono quelle “trasparenti”, di cui non si nota, cioè, la presenza. Quando le tecnologie sono al servizio dei contenuti e le une e gli altri sono al servizio del fruitore l’esperienza è fluida, efficiente, gradevole e porta, facilmente, a godere di quel servizio o di quella utilità che ci si attende dalla tecnologia.
(9) Si rimanda al sito www.iusreporter.it, dedicato proprio alla giurisprudenza delle nuove tecnologie informatiche.
(10) Aree che cambiano quando il mouse vi passa sopra.