3. Costruire alleanze
Realizzare forti alleanze sotto forma di partnership è una delle strategie più importanti per un moderno leader d’impresa. Spesso la partnership tra imprese nasce dopo furiose battaglie per la supremazia di mercato; la forza di un leader sta, anche, nel trovare un accordo con l’impresa concorrente sconfitta, allo scopo di creare maggior valore. La stessa cosa valeva nell’antichità; Alessandro, ad esempio, costruì forti alleanze con persone, organizzazioni, città e popolazioni, durante tutto il corso della sua vita. Alessandro è considerato un conquistatore, ma in molte occasioni il macedone preferì l’alleanza alla conquista.
3.1 Dopo la battaglia del fiume Hydaspes
Prima di allora mai nessun re persiano era riuscito a sconfiggere militarmente un esercito indiano; la vittoria di Alessandro apriva, pertanto, nuovi scenari ai confini orientali della Persia. Poros aveva assistito alla decimazione del suo esercito, aveva perso alcuni figli, il suo regno era perduto senza il sostegno di un esercito, era ferito e come un semplice cornac cercava di fuggire cavalcando un elefante bianco. Raggiunto da Alessandro questi gli chiese “Come devo trattarti?” e Poros rispose “Uccidimi o trattami da re, quale sono”. Alessandro fu colpito da questa risposta? A noi non interessa. Quello che importa fu l’accordo di alleanza che Alessandro e Poros sottoscrissero e che obbligò moralmente Poros e i suoi eredi a restare fedeli ad Alessandro e ai suoi successori.
3.2 Dopo la battaglia di Isso
Alessandro sconfisse l’esercito persiano, per la seconda volta, a Isso e il suo esercito catturò la moglie di Dario, la madre, il suo harem, numerosi schiavi e oggetti di valore. Tra le varie opzioni che si presentavano ad Alessandro egli scelse quella di trattenere i preziosi ostaggi: consentì loro di mantenere lo stato reale, se li fece amici, e stabilì un ottimo rapporto con Sisygambis, la madre di Dario. Successivamente Alessandro sposò Barsine la più anziana delle figlie di Dario, cementando così la sua identità di re persiano. Questa sua tattica gli guadagnò la stima e la riconoscenza della nobiltà persiana e avviò il processo di integrazione.
3.3 Dopo la conquista della Fortezza di Sogdian
Quando Alessandro conquistò la fortezza di Sogdian catturò il nobile Oxyartes, la cui figlia, Roxana, era una donna di rara bellezza. Alessandro non la prese come bottino di guerra, ma la sposò e la amò per tutta la vita; Roxana fu l’unica delle donne di Alessandro che partorì un erede maschio, evento ritenuto molto felice tra la popolazione della Bactria. Lo stesso atteggiamento non ebbero le truppe dell’esercito macedone perché consideravano Roxana una donna barbara; vi furono anche alcuni tentativi di ammutinamento contro la politica di integrazione avviata da Alessandro. Alessandro da tempo aveva cercato di integrare le due popolazioni; egli aveva adottato il modo di vestire, le abitudini, i modi e la cultura degli orientali e faceva di tutto perché le varie popolazioni vivessero in pace grazie ad alleanze e a mutui riconoscimenti. Il matrimonio tra circa 10.000 macedoni e donne asiatiche e persiane, avvenuto a Susa nel 324 a.C., fu l’estremo tentativo di favorire l’integrazione. Alessandro favorì l’ingresso nella sua amministrazione di ministri, governatori, generali e soldati persiani, sposò altre due donne persiane e facilitò l’insediamento di suoi soldati che avessero creato una famiglia con donne del posto.
3.4 La battaglia di Gaugamela
Dopo aver sconfitto i persiani a Isso e a Granico e aver svernato in Egitto Alessandro mosse verso il cuore dell’impero persiano, gli attuali stati di Irak e Iran. Nella primavera del 331 a.C. Dario aveva assemblato un formidabile esercito; gli autori dell’epoca affermano che esso era molto più numeroso di quello macedone. Alessandro sfruttò l’ampiezza del fronte nemico e con una serie di attacchi e ritirate, senza farsi accerchiare, riuscì a creare una sorta di lancia che penetrò nel cuore della schieramento persiano dove si trovava Dario; questi visto l’andamento del combattimento si dette alla fuga, ma fu ucciso dai suoi stessi generali. La tattica di Alessandro è chiara al giudizio di oggi, senza dare tregua al nemico, nel giro di quattro anni gli infligge tre formidabili sconfitte che annullano qualunque desiderio di rivincite; l’ultima con 100.000 morti persiani contro 500 macedoni, con Dario in fuga ucciso dai suoi, segna definitivamente la fine di qualunque possibilità di riscossa. E’ arrivato quindi il momento di stabilire con i persiani, non una tregua ma un’alleanza fondata sul rispetto e sull’integrazione.
4. Stabilire un’identità
L'immagine di un’impresa deve poter sfumare nell'identità aziendale e cioè nella sua anima e nel suo cuore, nell'allineamento di tutti agli obiettivi dell'impresa e nel conseguente impegno comune verso il perseguimento della vision, della mission e dei valori dell’impresa. Il processo di creazione di un’identità crea l’unità. L’identità può essere costruita da un individuo, da individui diversi, da città, da popoli. Alessandro gestì con grande perizia il principio dell’identità, sia tra le proprie truppe, sia tra le popolazioni che andava man mano conquistando.
4.1 Stabilire l’identità del proprio stato
Alessandro era stato indicato da Filippo come proprio erede al trono, ma l’ultima moglie di Filippo, Eurydice, con il sostegno di uno zio, importante generale macedone, convinse Filippo che la loro unione era favorita dagli dei e che l’erede al trono dovesse nascere da questa unione. La furia di Alessandro ocostrinse Filippo ad esiliare lui e la madre Olympia. Alla morte di Filippo, Alessandro rientrò, rapidamente, in patria e fece assassinare Eurydice, fratelli, sorelle e cugini, tutti coloro che potevano essere contendenti al trono. Organizzò immediatamente una riunione della Lega di Corinto convincendo i partecipanti a nominarlo come unico successore di suo padre; quindi con la rapidità d’azione che contraddistinguerà sempre la sua abilità militare, sconfisse le città che si erano ribellate. Sia pure facendo scorrere fiumi di sangue, Alessandro stabilì in modo inequivocabile l’identità dello status: chi comandava in Macedonia e in Grecia era lui. Nello stesso modo, al termine della campagna di Persia, Alessandro uccise l’amico fraterno Cleto, che, sia pure in uno stato di ubriachezza, lo aveva pubblicamente criticato per essersi adattato alle usanze persiane. Anche in questo caso Alessandro stabilì un concetto inderogabile l’identità del suo status.
4.2 Identificazione con gli eroi del passato
Quando Alessandro transitò con le sue truppe in prossimità della città di Troia fece una serie di gesti simbolici in onore degli eroi omerici. Volle essere il primo a calpestare il suolo troiano, gettò, simbolicamente, dei semi sul suolo “sacro”, pianse la sorte degli eroi greci e troiani, si recò al tempio di Atena ove raccolse un completo di armature, che si diceva risalissero al tempo della guerra di Troia, e che portò sempre con sé. Con questi gesti Alessandro volle simbolizzare due principi: la sua identità di eroe degno di essere posto a livello di Achille, Ettore, Ajace, Ulisse, Agamennone e la sua identità di ponte e di traghettatore dell’integrazione tra occidente e oriente.
4.3 Restaurazione della tomba di Ciro.
Dopo aver sconfitto tre volte l’esercito persiano, Alessandro, prima di chiudere definitivamente la partita con Dario, si recò a Pasargade, che era stata la città reale degli Achemenidi, per moltissimi anni. Quando Alessandro visitò la città soprì che la tomba di Ciro il Grande era stata dissacrata e spogliata. Alessandro comandò che la tomba venisse al più presto restaurata. Questo gesto, oltre ad andare nella direzione di favorire l’integrazione tra greci e persiani aveva anche l’obiettivo di rafforzare l’identità reale di Alessandro. Infatti, Alessandro era destinato a sostituire gli Achemenidi nel regno persiano, ma nello stesso tempo doveva figurare come il continuatore della tradizione e della cultura orientale. Veniva, pertanto, testimoniata l’identità di un re, che partito con l’obiettivo della conquista aveva assimilato la cultura delle popolazioni conquistate e ne rappresentava la continuità storica.
4.4 Lettera di Alessandro a Dario
Dopo la battaglia di Isso Dario scrisse una lettera diplomatica ad Alessandro, da Re a Re, chiedendo la restituzione dei suoi familiari. Secondo lo storico Arrian, Alessandro rispose a Dario con un capolavoro di oratoria; evidentemente l’insegnamento di Aristotele aveva lasciato i suoi frutti. La lettera toccava i seguenti punti:
- Voi persiani avete cercato sempre di sottomettere Grecia e Macedonia.
- Io ho invaso l’Asia per punirvi della vostra tracotanza.
- Voi avete sempre fomentato le ribellioni all’interno della Lega di Corinto.
- Avete invaso la Tracia che fa parte dei nostri domini.
- Avete commissionato l’assassinio di mio padre Filippo.
- Avete ucciso Serse e quindi, Dario, siede illegalmente sul trono.
- Avete sobillato i greci perché si ribellassero contro di me.
- Ho sconfitto i vostri satrapi.
- Ho sconfitto Dario stesso in battaglia.
- Sono io a dettare le condizioni in questo paese.
- Se volete la vostra famiglia venite da me come un nobile tra tanti.
- Venite personalmente e io vi garantisco per la vostra incolumità.
- Venite e chiedete.
- La prossima volta che mi scriverete indirizzate la lettera al Re di tutta l’Asia e non da Re a Re.
- Se insisterete nel considerarvi Re sappiate che ovunque vi nasconderete io vi troverò.
Un atto di identità regale che non richiede commenti.