5. L’uso dei simboli
Un leader può sfruttare l’uso dei simboli e influenzare tutto il sistema degli stakeholder, in gran parte, grazie all’autorevolezza del ruolo e in parte grazie al significato cognitivo esplicato dai simboli. Alessandro utilizzò con maestria i simboli per modificare l’ambiente esterno a suo favore.
5.1 Distruzione totale
Dopo la battaglia di Granico, Alessandro dovette affrontare l’ostacolo della conquista di numerosissime piccole e medie cittadelle, dotate di limitate risorse militari, ma che avrebbero rallentato la sua marcia. Alessandro doveva trovare il modo di conquistare tutte queste fortificazioni, senza assedi, senza perdite umane e in breve tempo. Inviò, pertanto,ambasciatori in tutte queste città chiedendo loro di allearsi con le forze macedoni e di abbandonare i persiani. Alcuni risposero favorevolmente, altri avrebbero voluto ma i persiani tenevano in ostaggio i familiari dei governanti, altri erano decisamente favorevoli ai persiani.
Alessandro, allora, fece uso del simbolismo. Individuò una delle cittadelle che si era dichiarata favorevole ai persiani, la conquistò e ordinò ai suoi soldati di commettere ogni sorta di orrore verso uomini, anziani, donne, bambini; la città venne completamente distrutta , i campi bruciati e Alessandro diede ordine che il nome di quella città venisse cancellato da ogni atto ufficiale in modo che la storia ne perdesse la traccia. Infine fece in modo che l’orribile fine di quella fortezza venisse conosciuta da tutte le altre fortificazioni. Tutte le cittadelle che non erano presidiate da forti contingenti persiani fecero atto di sottomissione. Ciò permise ad Alessandro di lasciare poche guarnigioni lungo il suo cammino verso Est, situazione che gli consenti di avere sicure strade di transito per i rifornimenti e per il rafforzamento dell’esercito stesso in termini di risorse umane provenienti da Macedonia e Grecia
5.2 La malattia a Tarso
Prima della battaglia di Isso, Alessandro cadde gravemente ammalato nella città di Tarso; tutti i medici sostenevano che non sarebbe guarito ad eccezione di uno, Filippo di Acarnania. Peraltro, Alessandro aveva ricevuto una lettera anonima che accusava Filippo di volerlo avvelenare. Il rimedio di Filippo consisteva proprio in una potente miscela di droghe e tutti gli altri medici contestavano questo rimedio. Alessandro accettò di bere la pozione tenendo in mano e mostrando a tutti la lettera anonima. La denuncia era falsa, Alessandro guarì e Filippo fu ricompensato magnanimamente. Questo episodio ha un forte valore simbolico, esso mostra che Alessandro crede ed ha fiducia nelle persone; l’immagine di Alessandro che beve, mentre Filippo legge la lettera che lo accusa di volerlo uccidere è una delle più deliziose immagini della storia dell’uomo.
5.3 Il leader può tornare
Durante la sua marcia verso Babilonia Alessandro attraversò molte delle unità amministrative che aveva creato durante il suo primo passaggio. I governatori di queste aree pensavano che Alessandro non sarebbe mai più passato di lì. Molti avevano assunto il rango di Re (e non di amministratori per conto di Alessandro) e avevano usurpato territori che non ricadevano sotto la loro giurisdizione. La presunzione dell’immunità costò la vita a molti di questi governatori, altri persero l’incarico; Alessandro si mostrò molto duro nei loro riguardi, anche se molti di essi lo avevano seguito in tutte le sue battaglie.
Il simbolismo sotteso è inculcare la certezza della punizione verso amministratori corrotti.
5.4 Il taglio del nodo Gordiano
Gordio, nella mitologia greca, fu uno dei re di Frigia. Nella mitologia i re di Frigia erano chiamati alternativamente Gordio e Mida. I Frigi, trovandosi senza sovrano, consultarono l'oracolo di Sabazio ed ebbero come responso che avrebbero dovuto eleggere come re il primo uomo che fosse salito al tempio con un carro. Fu così che apparve il fattore Gordio, sul suo carretto guidato da buoi. Gordio fondò l'omonima città di Gordio, che divenne la capitale della Frigia. Il suo carro venne conservato nell'acropoli della città e il suo giogo venne assicurato con un intricatissimo nodo detto, da allora, Nodo di Gordio. La leggenda voleva che chiunque fosse riuscito a “sciogliere” quel nodo sarebbe diventato signore dell'Asia. Tre secoli durò il mito del nodo, quando, nel 333 a.C., Alessandro Magno lo tagliò a metà con la sua spada.
La macchina di pubbliche relazioni di Alessandro si mise in moto testimoniando il significato simbolico dell’operato di Alessandro destinato a diventare Re dell’Asia per volere divino.
5.5 Dopo la battaglia di Granico
Gli storici affermano che dopo la battaglia di Granico l’esercito macedone catturò ben 15.000 mercenari greci che avevano combattuto sotto le bandiere persiane. Tra le varie ipotesi sulla sorte dei greci mercenari la più plausibile sembra essere quella che sostiene che i greci furono inviati in Macedonia per essere ridotti in schiavitù. Alessandro volle inviare un chiaro messaggio ai greci. Contemporaneamente fece un gesto simbolico fortemente amichevole. Fece dono all’acropoli di Atene di 300 splendide armature catturate ai satrapi persiani. Questo ennesimo gesto di amicizia verso Atene facilitò ad Alessandro l’avvio della sua lunga campagna in Asia essendo assicurata la lealtà delle popolazioni che avrebbero dovuto sostenere la logistica dell’impegno bellico.
6. Conclusioni
Alcuni episodi della vita di Alessandro sono un po’ forzati rispetto alla classificazione delle quattro virtù di un leader; inoltre i quattro valori sono forse un po’ poco per definire un leader d’impresa.
Di converso la lettura del libro è piacevole e coinvolgente; essa trae ispirazione dall’oratoria greco – latina della narrazione.
Mappa dell'Impero di Alessandro
L. Kurke, The wisdom of Alexander The Great, American Management Association, 2004
Eugenio Caruso
25-10-2016
Tratto da