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Stato dell'arte di Industria 4.0 in Italia

La sontuosità dei banchetti e delle vesti è indice di una società malata.
Seneca, Lettere morali a Lucilio


Introduzione
A quasi 5 anni dalla prima comparsa dell’espressione Industria 4.0, abbiamo sentito la necessità di comprendere, attraverso una nuova ricerca, come le imprese italiane si stiano ponendo nei confronti della straordinaria discontinuità tecnologica, ma soprattutto culturale e imprenditoriale, che va sotto il cappello di quarta rivoluzione industriale.
Invero, le ricerche dedicate all’Industria 4.0 non mancano, sia a livello italiano, sia internazionale: alcuni studi hanno affrontato questo tema misurando il grado di consapevolezza dei decisori, oppure chiarendo le principali direzioni di investimento delle imprese; altre hanno indagato i driver tecnologici che stanno stimolando questo passaggio o, dualmente, gli ostacoli principali.
In questo scenario di conoscenza, a nostro avviso manca ancora una ricerca che sposti l’enfasi dalle tecnologie e dalla realizzazione di singoli progetti alla visione strategica sottostante: indagare questo legame è essenziale, perché in sua assenza i programmi di trasformazione e gli investimenti rischiano di diventare solo una esplorazione casuale delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie; inoltre, questo legame è essenziale anche nel verso opposto, perché la visione e l’analisi strategica non restino lettera morta, senza una adeguata presa di contatto con l’esecuzione di progetti reali.
Questa capacità di bilanciare visione ed esecuzione dovrà essere acquisita innanzitutto in quello che, a giudizio di molti, è il vero tratto distintivo della quarta rivoluzione industriale, ovvero nella fusione tra Information Technology - IT (comunemente adottata in seno ai processi gestionali e già profondamente trasformata dall’avvento di Internet) e Operational Technology - OT (utilizzata nel dominio dei processi operativi ed industriali e ancora più ancorata agli standard e alle architetture della prima ondata di automazione).
Dalla fusione tra IT ed OT, dalla unificazione dei dati e delle applicazioni, dalla messa in comune dei modelli organizzativi e delle relazioni industriali, nascerà l’impresa industriale del futuro, capace di progettare prodotto, processo produttivo e servizi collegati in un continuum di valore, portando nel mondo manifatturiero quei concetti di virtualizzazione, competizione tra piattaforme e orientamento al dato che finora hanno trovato pieno impatto solo nel terziario avanzato.
L’indagine proposta in questo studio indaga pertanto il fenomeno Industria 4.0 sotto il doppio profilo delle tecnologie IT ed OT e con la doppia prospettiva della completezza della visione e della capacità di esecuzione. L’analisi empirica alla base della ricerca consta di 135 aziende manifatturiere Italiane di medio-grandi dimensioni; da esse sono stati raccolti dati circa le progettualità in essere, così come le principali variabili organizzative, o le risorse investite nel percorso, così da giudicare con indicatori tangibili gli aspetti più soft della trasformazione in atto.
Lo schema di analisi proposto, offre così un duplice contributo alla letteratura divulgativa in questo campo. Da un lato, esso fa da cornice a un quadro descrittivo del percorso di trasformazione delle imprese Italiane, e in questo senso porta informazioni utili a tutti gli stakeholders (incluse le imprese dell’offerta e le Istituzioni) che vogliano conoscere meglio lo stato dell’arte dell’Industria 4.0 in Italia; dall’altro lato, lo schema qui presentato si propone come un importante riferimento per tutte quelle imprese industriali e manifatturiere che, siano esse ai primi passi o nel pieno della propria trasformazione 4.0, vogliano confrontarsi con gli aspetti indagati e qui presentati, vogliano valutare il proprio approccio, giudicarne l’adeguatezza e, se ne sentono l’esigenza, correggere il tiro.
Executive Summary
La ricerca si è posta un duplice obiettivo
• capire lo stato di evoluzione rispetto al paradigma dell’Industria 4.0 di un campione di imprese manifatturiere di dimensione medio-grande, mappandole dal punto di vista della capacità di execution (con riferimento sia alle Operational Technology - OT che alle Information Technology – IT) e dal punto di vista della capacità di visione (sia strategica che operativa);
• analizzare i progetti avviati in ambito Industria 4.0, indagando il processo decisionale, l’ecosistema delle collaborazioni, i modelli organizzativi, il budget, il ruolo del Piano Nazionale Industria 4.0 (Piano Calenda).
Il paradigma dell’Industria 4.0
Con il termine Industria 4.0 si identifica una visione dell’impresa industriale e manifatturiera in grado di innovare processi e asset produttivi, prodotti e addirittura la logica stessa di business grazie alle nuove tecnologie digitali. Si intende un concetto di impresa che con questa progettualità mira ad aumentare efficienza e efficacia dei processi, che riesce a reinterpretare la logica di prodotto in chiave di servizio e ad attuare nuove forme di innovazione anche a livello di modello di business. Il termine Industria 4.0 intende anche esprimere il passaggio dalla terza rivoluzione industriale, caratterizzata dall’avvento della informatizzazione “tradizionale” (sistemi gestionali, Internet delle persone, ecc.) e che denominiamo “3.0”, alla quarta rivoluzione industriale, spinta dalle nuove tecnologie digitali (Robotica, Internet delle cose, Big data, Cognitive computing, ecc.) che pervadono tutti gli ambiti della catena del valore dell’impresa, inclusi quelli operativi e di fabbrica.
Le tecnologie digitali nell’ambito Industria 4.0 consentono specificatamente la interconnessione e la collaborazione in tempo reale tra tutte le risorse dell’impresa nella logica dell’impresa connessa, dei prodotti connessi e delle persone connesse, sia all’interno, sia verso l’esterno, presso tutti gli attori della catena del valore (fornitori, partner, clienti, ecc).
Le tecnologie di riferimento dell’Industria 4.0: Information Technology (IT) e Operational Technology (OT)
I riferimenti tecnologici dell’Industria 4.0 sono rappresentati dalle cosiddette tecnologie avanzate 4.0. Due sono gli ambiti di riferimento che rappresentano il baricentro della Fabbrica 4.0: l’Information Technology - IT (tecnologie gestionali) e le Operational Technology - OT (tecnologie industriali).
Due “mondi” che sono chiamati ad attuare forme di collaborazione e integrazione sempre più strette. I principali protagonisti di questa trasformazione nell’ambito dell’IT sono rappresentati dall’Internet of Things (IoT), dall’Industrial analytics e dal Cloud. Nel contesto delle OT, le tecnologie 4.0 sono rappresentate dall’Advanced automation, dalle Advanced human machine Interface (Advanced HMI), dall’Additive manufacturing, dal Cloud manufacturing e dal Cognitive computing. Sono tutte tecnologie avanzate anche molto diverse tra loro, che condividono un comune elemento fondamentale per la trasformazione delle imprese in chiave 4.0, ovvero la possibilità e necessità di interconnettere completamente tutte le risorse dell’impresa (impian- ti, prodotti, persone, ecc.).
Come si arriva all’Impresa 4.0: le tecnologie 3.0
La progettualità 4.0 si sostiene anche sulle basi del livello di adozione delle tecnologie OT di tipo 3.0. Nella fattispecie sotto questa definizione si raccolgono tutte le soluzioni digitali più “tradizionali” per la gestione della produzione e della logistica come il Computer aided design/Computer aided manufacturing (CAD/CAM) e tutti gli strumenti di analisi ingegneristica, come ad esempio Computational fluid dynamics (CFD) e Finite elements method (FEM). Sempre in questo ambito si considerano i sistemi di Product data management (PDM) destinati alla gestione e alla condivisione dei dati tecnici e i sistemi di Product Lifecycle Management (PLM) che stanno alla base delle logiche di sviluppo, di progettazione, di ingegnerizzazione di tutte le fasi che compongono il ciclo di vita dei prodotti.
Con lo stesso approccio, l’evoluzione verso l’Industria 4.0 necessita di contare su una solida diffusione delle IT di tipo gestionale più “tradizionali”, come ERP, CRM, applicazioni per la dematerializzazione dei documenti, soluzioni di Information security, compliance e risk management.
Industria 3.0 - Industria 4.0: a che punto siamo?
La ricerca ha permesso di valutare la capacità di Execution, a livello di OT e di IT, unitamente alla capacità di Vision verso l’Industria 4.0, sotto il profilo tecnologico e strategico.
La matrice di sintesi della ricerca (rappresentata nella tabella a fianco che corrisponde alla figura 8 del Report) e che permette di leggere il posizionamento delle imprese in funzione della capacità di Execution, (incrociando OT e IT) e della capacità di Vision (incrociando la visione tecnologica con quella strategica) e di evidenziare, quindi, la maturità delle imprese italiane nel percorso verso dell’industria 4.0. Questa analisi ha permesso di identificare 5 cluster di imprese con diverse tipologie di approccio e di maturità verso l’Industria 4.0.
Dalle Belle addormentate agli Attaccanti 4.0 passando da Teorici, Praticoni e aziende In Cammino
Solo il 20% delle imprese intervistate dimostra di coniugare visione e capacità esecutiva. Le abbiamo definite Attaccanti 4.0 perché sanno esprimere al meglio le potenzialità del fenomeno Industria 4.0. Purtroppo, all’estremo opposto una quota analoga (21%) di imprese vive una situazione da Belle addormentate, bloccate dalla mancanza di visione e dalla scarsa capacità di azione. Tra questi due “estremi” si collocano i Teorici (29% del campione) fermi a livello di maturità tecnologica ma con una buona visione dell’Industria 4.0 e, ancora una volta all’opposto, i Praticoni (15% del campione) che non esitano a portare tecnologia in azienda lasciandosi guidare dalla passione per la sperimentazione, dalle competenze dei singoli o da specifici obiettivi, ma senza un vero disegno. Una attenzione particolare spetta poi alle imprese che abbiamo definito In cammino, che hanno lavorato sulla visione e che stanno sperimentando l’adozione di tecnologie e competenze Industria 4.0.
La lettura “comportamentale” consegna due atteggiamenti agli antipodi: un quinto delle imprese dorme e un quinto corre e coniuga al meglio Visione e Maturità tecnologica.
A che punto sono le imprese sul piano tecnologico?
Le soluzioni tradizionali per le OT e le IT sono un prerequisito per lo sviluppo dell’industria 4.0. L’adozione di una piattaforma web di collaborazione con i fornitori o di un CRM sono indicatori di un processo strutturato e formalizzato, ma anche di cura per l’integrazione funzionale del dato. Senza queste caratteristiche, rischia di essere prematuro parlare di trasformazione 4.0. La ricerca mette in evidenza che l’adozione delle soluzioni tradizionali, sia in area OT sia in area IT, è ancora limitata per tutte le soluzioni più avanzate.
Nel campione analizzato sul versante OT, i “fondamenti” delle imprese poggiano solidamente su soluzioni tradizionali funzionali, come Computer aided design (CAD), Warehouse management system (WMS) e Manufacturing Execution System (MES), tutte adottate da ben oltre il 50% delle imprese. Al contrario le soluzioni più avanzate 3.0, quelle più vicine alla lettura tipica dell’Industria 4.0, come i sistemi di Product lifecycle management (PLM) o di Computerized maintenance management systems (CMMS), faticano ancora ad entrare in azienda: sono infatti meno di un terzo delle imprese del campione ad averle già adottate, anche se è elevata per queste tecnologie la percentuale di aziende che le stanno sperimentando, circa il 20%. Passando alle OT 4.0 vere e proprie, Industrial analytics, Industrial IoT ed Advanced automation guidano oggi il processo di adozione del paradigma 4.0, con valori mediamente intorno al 50% del campione, considerando sia chi le ha già adottate e chi è in fase di sperimentazione. Ben più bassa invece l’adozione e la sperimentazione dell’Advanced human machine interface (Advanced HMI), dell’Additive manufacturing e del Cloud manufacturing, intorno al 30%.
Osservazioni simili valgono in relazione alle IT gestionali (: accanto ad alcune soluzioni molto diffuse (ERP, Document management, CRM, Business intelligence, Cloud applicativo), adottate da oltre il 50% del campione, ci sono ampi spazi di miglioramento sulle tecnologie più innovative - come eCommerce, Cloud infrastrutturale e di piattaforma, Intelligenza artificiale – adottate da meno del 30% del campione (nel caso dell’Intelligenza artificiale, meno dell’1%).
Quale è la capacità di visione 4.0 delle imprese italiane?
La visione strategica del paradigma 4.0 sembra abbastanza chiara ai manager del campione: oltre i due terzi condividono l’importanza assoluta del cambiamento culturale (e la necessi- Quali tecnologie tradizionali 3.0 avete adottato/state adottando a supporto dei processi di sviluppo prodotto, gestione delle operations e gestione della supply chain? La diffusione delle tecnologie tradizionali di tipo 3.0 a supporto delle Operations (Campione: 135 aziende):
Strumenti di supporto alla progettazione (CAD 2D/3D, software per FEM e CFD)
Automazione industriale
Warehouse e Management System (WMS)
Manufacturing Execution System (MES), sistemi di controllo avanzamento produzione
Piattaforme web di collaborazione con fornitori, clienti
Advanced Planning and Scheduling (APS), schedulatore
Sistemi di Product Lifecycle Management (PLM)
Safety Management (SM), Governance Risk and Compliance (GRC)
Computerized Maintenance Management System (CMMS)
Sistemi di Product Data Management (PDM)
La diffusione delle tecnologie più avanzate di tipo 4.0 a supporto delle Operations (Campione: 135 aziende)
Advanced Automation
Industrial Internet (of Things)
Industrial Analytics
Cloud Manufacturing
Additive Manufacturing
Advanced Human Machine Interface (Advanced HMI)
La diffusione delle tecnologie IT “generaliste” (Campione: 135 aziende)
Information security, compliance e risk management
CRM
Big data analytics, business intelligence
Cloud applicativo (SaaS)
Mobile workspace, apps
Cloud infrastrutturale (laas)
ECommerce, piattaforme per digital marketing
Cloud piattaforma (PaaS)
Cognitive computing, intelligenza artificiale
Sistemi di collaborazione e social software
ERP esteso ai principali processi aziendali
Sistemi per la digitalizzazione dei processi e dematerializzazione dei documenti
Anche la visione tecnologica sembra ragionevolmente nitida, soprattutto con riferimento alla combinazione potente di Industrial IoT, Analytics e Robotica. Meno chiara la visione sull’impatto della virtualizzazione ed erogazione “as a service” delle attività e degli asset industriali e dell’additive manufacturing. Ma a ben leggere i dati raccolti si avverte la necessità di stimolare e sostenere una visione di Industria 4.0 che non sia limitata solo alla fabbrica e alla “manifattura” anche perché emerge ancora una debole percezione delle discontinuità più grandi che possono accompagnare l’Industria 4.0, come ad esempio la possibilità di sperimentare e percorrere nuovi modelli di business, di considerare la grande sfida del “passaggio dal prodotto al servizio” o come l’implementazione di architetture Manufacturing as a Service.
Il rapporto delle imprese con il fenomeno Industria 4.0
L’Industria 4.0 è un fenomeno che ha ormai 5 anni di vita (di cui 3 per il grande pubblico), ma sono ancora poche le aziende che lo hanno colto per tempo. Il campione intervistato si divide quasi in parti eguali tra chi non ha ancora fatto nulla e non ha intenzione di fare nulla per ora (54%) e chi ha già avviato progetti (46%). Tra questi ultimi, il 29% ha avviato progetti Industria 4.0 da più di 2 anni, mentre il 48% è partito solo da quest’anno, a testimonianza del ruolo svolto dal Piano Calenda.
Ci sono ancora importanti barriere “culturali” – di consapevolezza e conoscenza - che ostacolano l’adozione dell’Industria 4.0. Le aziende che non hanno ancora avviato progetti, pensano di avere tempo, non credono che sia venuto il momento o non ne hanno capito l’importanza. In altre parole le aziende paragonano l’evoluzione Industria 4.0 a una “normale” evoluzione tecnologica.
Quali sono i punti di partenza per l’Industria 4.0?
Focalizzando l’attenzione sulle imprese che hanno avviato un progetto 4.0, la ricerca mette in evidenza che non esiste un punto di partenza unico. L’azione che spinge le imprese verso questa progettualità è legata alla specifica cultura aziendale e a fattori contingenti. Da notare che per la maggior parte delle imprese intervistate l’Industria 4.0 rappresenta un fattore di cambiamento aziendale che si affianca e si integra con altri progetti di trasformazione digitale o, pragmaticamente, alla individuazione di processi che servivano per testare e sviluppare nuove forme di innovazione.
Il processo decisionale e l’ecosistema delle collaborazioni nell’Industria 4.0.
La ricerca evidenzia che l’Industria 4.0 è un fenomeno collegiale per il 58% delle imprese che hanno progetti Industria 4.0 in corso, che si esprime soprattutto nella collaborazione tra IT e OT e nel coinvolgimento del top management. Il 42% evidenzia che i progetti in essere sono partiti con la collaborazione tra IT e OT, mentre per un altro 16% la collegialità dell’Industria 4.0 si è espressa attraverso organi specifici come comitati o task force.
Nel rapporto verso l’esterno, il tema della collaborazione premia il ruolo dei fornitori, sia sul versante IT sia su quello OT (la collaborazione con i fornitori viene indicata come centrale per le progettualità Industria 4.0 da oltre il 50% del campione). Il dato relativo alla collaborazione si salda poi con il tema della formazione di nuove competenze e di nuovi profili professionali: impegnando quasi il 50% delle imprese in attività che indirizzano il cambiamento culturale e lo sviluppo di nuove competenze.
Pragmatismo e risultati prima di tutto nel rapporto con il budget e con il Piano Calenda
Dalla ricerca emerge che non c’è un approccio “fideistico” all’Industria 4.0; nelle imprese prevale il senso di concretezza sia nella gestione del budget (come si può vedere nelle due tabelle della pagina seguente che corrisponde alle figure 15 e 16 del report) che corrispondono alle figure sia nella lettura delle opportunità legate al Piano Nazionale Industria 4.0 (Piano Calenda). “Se arrivano i risultati le risorse si trovano”: è questo il segnale che mandano le imprese e con riferimento al Piano Calenda le aziende si dicono disposte a “sfruttarlo”, ma anche in questo caso dipende dai risultati raggiunti. Nel 31% dei casi le aziende dichiarano che il budget c’è e può crescere se arrivano i risultati. In un altro 21% il budget allocato per l’Industria 4.0 è considerato importante. Da evidenziare che la “categoria” degli scettici, che non prevedono nessuna crescita del budget, si limita a una quota davvero marginale del 2%. Rispetto al Piano Nazionale Industria 4.0, l’11% delle imprese è convinta che porterà un incremento degli investimenti. La percentuale di “fiducia” si avvicina poi al 50% considerando anche la quota di imprese (35%) convinte pragmaticamente che se arrivano risultati dai progetti in corso il Piano Calenda permetterà di attivare nuovi investimenti.

Digital 360 Group. Research Report in collaborazione con IBM
8 novembre 2017

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